sabato 20 giugno 2009

La samaritana ( Kim Ki-Duk , 2004 )


Giudizio: 8.5/10
Kim il moralista


Vasumitra si prostituisce dopo la scuola , le servono i soldi per andare all'estero , l'amica del cuore le fa da maitresse pur disapprovandola, prende gli appuntamenti, tiene i conti, la aspetta sotto al motel: sembra quasi un gioco con quel gusto del proibito che solo i quattordicenni possono avere; ma Vasumitra muore cadendo da un balcone fuggendo e l'amica diventa La Samaritana , reincontra i clienti della defunta , si giace con loro e le restituisce i soldi del precedente servizio ; catarsi cristiana per tornare ad essere libera dal ricordo dell'amica amata. Ma il padre poliziotto la scopre e , come una Sonata in crescendo beethoveniano, rimette le cose a posto con spietatezza e ferocia punendo tutti i clienti della figlia. Dal gioco alla tragedia, tutto permeato di un moralismo rigorosissimo da cui Kim non recede mai, neppure nell'ultima metafora splendida: "Ora la macchina la puoi portare da sola, papà ti guarda, vai!!!" e lei va , senza accorgersi che l'ultimo atto morale del padre non può che essere uno solo, dopo avere ricondotta la giovine sulla retta via.
Corri con la macchina! Attenta alla'acqua! Schiva il fango che ti impantani, accellera, cazzo, che altrimenti ti fermi, corri dietro a quella macchina,non vedi che sta scappando via? Accellera che affondi......
La grandiosità di Kim sta in un film stilisticamente perfetto, in una rigorosità intellettuale e formale senza eguali nel trattare il tema della pedofilia , della colpa, del rimorso, della giustizia. Tutto appare perfetto e logico, tranne quelle ruote che lentamente e con fragore affondano nel fango e l'altra macchina che si allontana senza indugio: lì c'è tragedia greca pura, intrisa di pathos. La Samaritana adesso è sola.

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