domenica 27 dicembre 2009

Dolls ( Takeshi Kitano , 2002 )


*****
Formalismo e sostanza

Le bambole del titolo sono quelle del teatro bunraku che aprono il film con un prologo, rappresentazione tradizionale di amore, dolore e potere e fanno da filo conduttore di tutta la storia affacciandosi di tanto in tanto sullo schermo come a scrutare le umane vicissitudini tanto simili a quelle delle marionette.
Kitano mette in scena questo dramma della follia e dell'amore in una forma apparentemente poco familiare al suo concetto di cinema, ma con una potenza e una profondità che dimostrano la superlativa sensibilità di questo autore.
Tre storie tra loro slegate che si sfiorano solo marginalmente in mezzo ad un bosco, in riva al mare, lungo una strada; tre storie di amore e follia , dolore e rimpianto, tratteggiate con il pessimismo cui il regista ormai da tempo ci ha abituato.
La follia della donna abbandonata dal suo amato, costretto dalla famiglia a sposarsi con una ricca ereditiera , che abbraccia il suicidio (non riuscito) come gesto liberatorio; rimarrà viva ma avulsa da tutto ciò che la circonda, compreso il suo amore che, con atto estremo anche lui, lascerà la sposa sull'altare e correrà al capezzale della mancata suicida. La loro vita sarà un vagare senza meta, uniti uno all'altra da un cordone rosso che gli varrà l'epiteto di "vagabondi legati", privi di qualsiasi emozione, da soli nel loro dolore e rimpianto anche quando una scintilla accenderà il ricordo.
La follia e il rimpianto dello yakuza ormai vecchio e malandato che ricorda la sua scelta di abbandonare la donna amata quando era giovane per intraprendere senza vincoli la carriera malavitosa e la follia della donna che invecchia aspettando sulla panchina il ritorno del suo amato, tutti i sabati con il pranzo pronto. L'amato ritornerà dopo tani anni, solo il cuore le farà riconoscere quell'uomo ormai grigio e malato e le darà l'illusoria quiete ben presto rotta da un colpo di pistola.
Ed infine la follia di un fan sfegatato di una giovanissima cantante pop che reagisce all'abbandono prematuro delle scene del suo idolo, causa un incidente stradale che le deturpa il volto, con un atto di autopunizione estremo che lo priverà della vista ma non dell'agognato incontro in riva al mare con la cantante di cui potrà godere solo della voce , prima che il destino anch'esso cieco si abbatta su di lui.
Se è vero , come affermato da larga parte della critica, che il film mostra un formalismo ridondante, è altrettanto giusto concedere al Maestro giapponese una profondità e una poesia che toccano i sensi (anche troppo forse), motivo per cui l'accusa di formalismo lascia il tempo che trova in quanto la forma contiene ed avvolge una sostanza forte e pregnante.
Non è facile raccontare l'amore nelle forme con cui si esprime Kitano, intrise di pathos e della sempiterna lotta amore e morte, con tinte sempre oscure, ed il regista di tanto in tanto sembra calcare anche troppo la mano, ma indubbiamente le tematiche sono sviscerate senza veli e senza mezze misure, in un affresco cui la natura circostante da il meglio del suo cromatismo e della sua partecipazione all'implacabile scorrere del tempo.
La forma domina il film come detto, colori che si accavallano ad immagini che sembrano cartoline, gli elementi della poetica di Kitano che si rincorrono: il mare e le spiagge deserte, la neve che somiglia tanto a quella di Hana-Bi, la stanchezza e il declino dello yakuza e la morte come soluzione pacificatrice del malessere che nasce dalle ossessioni e dalla follia.
Nel finale, pieno di simbolismi, le marionette si fonderanno agli uomini andando a braccetto incontro al comune destino, chiudendo il cerchio disegnato dall'amore e dalla morte.

1 commento:

  1. Sono comprensibili le accuse di manierismo forse, eppure dolls resta uno dei massimi capolavori di kitano...ora che ho visto tutti i suoi film (con l'eccezione di anchille e la tartaruga e di getting any) posso dire che, secondo me, dolls costituisce il film formalmente più bello e poetico di kitano, il suo capolavoro accanto a sonatine ed hana-bi.

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Condividi