sabato 26 dicembre 2009

Throw down ( Johnnie To , 2004 )


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Caleidoscopio di immagini ed emozioni

Non finisce mai di stupire il Maestro HKese: quello che per qualcuno è un film minore, risulta alla resa dei conti uno dei suoi più belli e riusciti, nel quale è capace di condensare i cardini della sua poetica filmica immergendo il tutto in un ambientazione quasi da film fantasy (o fiabesco se si preferisce).
Tre personaggi che sembrano uscire dallo schermo tanto sono splendidamente disegnati e che a modo loro sono perfettamente in linea coi numerosi eroi narrati da To: Tony , appassionato di judo che girovaga alla ricerca della sfida che plachi la sua voglia di combattere, Sze To , una volta grande judoka e ora gestore di un night bar e alle prese con debiti e alcool, Mona , una giovane alla ricerca della fama e della notorietà disposta a tutto pur di ottenerla.
I loro destini si incrociano con maestri di judo, boss accaniti frequentatori di sale videogames, campioni di judo che già una volta incrociarono la strada di Sze To, scagnozzi obesi e gente da night.
Ognuno a modo suo otterrà ciò che vuole, risollevando le sorti della propria vita e dei propri destini.
Il contesto in cui il regista cala la storia è banale, fin troppo ovvio, ma la sostanza che ci mette dentro è superba. I personaggi, e non solo il trio principale, sono caratterizzati in modo vivace e per nulla manierato; nel corso della storia emergono i consueti concetti della lealtà, dell'amicizia, della solitudine, della sfida che questa volta è a mosse di judo, senza neppure l'ombra di una pistola; ma ciò che fa di questo film un autentico gioiello è la magistrale capacità di To di far emergere l'aspetto umano, estraniando quasi i protagonisti di cui non sappiamo nulla, ma che ci sembra di conoscerli da una vita, li inserisce nella solita Hong Kong fatta di luci e di vicoli deserti con ambientazioni che sembrano un po' Police Tactical Unit e un po' Breaking News, sostituisce le danze con le pistole coi combattimenti di judo fatti di incroci di corpi che volano e si avviluppano, disegna con colori indimenticabili gli ambienti bui del night, solo di rado attraversati da bagliori improvvisi e naturalmente non fa mancare la sua consueta ironia come nella scena della fuga nel gabinetto in condominio del night.
La regia tocca le vette più elevate, risultando senz'altro tra i film di To meglio girati, coi ritmi giusti e con riprese che strappano l'applauso e la scena della fuga di Mona inseguita dagli sgherri della bisca con vorticosa scia di banconote svolazzanti va inserita di diritto tra le più belle della storia del cinema.
Una splendida colonna sonora , ben incastonata nel film, completa l'opera, così come la bravura dei tre protagonisti.
Non è un film minore e neppure leggero, è semplicemente un caleidoscopio di immagini che appagano gli occhi e un concentrato di emozioni che fanno sorridere ed anche commuovere.

3 commenti:

  1. Uno dei miei preferiti di To, un vero inaspettato capolavoro che cita persino il Kurosawa di Sugata Sanshiro. Interessante questo blog, pieno di film che amo molto anch'io :) lo seguirò con attenzione! ciao, c

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  2. D'accordissimo, a mio avviso è tra i due o tre più belli di To, che dimostra inequivocabilmente come il suo non sia solo cinema di sparatorie e triadi. La scena della fuga che cito rimane impressa a lungo, una delle più belle della storia del Cinema.
    Benvenuto, verrò a farti visita presto.

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  3. Mamma mia, bellissimo! Mi e' proprio rimasto dentro. Ma come ho fatto a non vederlo prima…? Peccato non averlo visto prima di visitare HK, avrei volentieri aggiunto queste locations surreali alla mia collezione.

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