martedì 16 febbraio 2010

Truck ( Kwon Hyeong-jin , 2007 )

*****
Il camionista, il serial killer e un carico di cadaveri


E' un piacevole thriller dalle forte tinte hitchcockiane ,solo un po' macchiate di sangue, questo Truck , proveniente dalla Corea. Tutta la storia tende a contorcersi intorno a situazioni che lungi dal tentare di risolverla la rendono sempre più ingarbugliata, dando però vita ad un film che fa la sua parte in quanto a tensione.
Cheol-min è un onesto lavoratore, con il faccione simpatico,di indole docile al punto che non sopporta vedere uccidere i maiali e che ha come unico motivo di vita la figlioletta malata di cuore che necessita di un costoso intervento per guarire e non fare la fine della madre morta della stessa malattia. Trovare il denaro diviene per il bravo uomo un ossessione e al tempo stesso l'inizio di una metamorfosi indotta dalla disperazione e dalle casualità. Tenta col gioco d'azzardo dove bellamente imbrogliato da una banda di delinquenti ,che fa capo ad uno psicopatico, che nel frattempo ha ammazzato un po' di gente e non sa come sbarazzarsene.
Cheol-min , mettendo in piedi una sorta di patto col diavolo, verrà incaricato di disfarsi dei cadaveri in cambio del camion che ha appena perso e che rimane l'unica possibilità per trovare il denaro.
Ma si sa che quando la iella ci mette lo zampino, lo fa pesantemente e il poveraccio si ritrova come indesiderato compagno di viaggio un feroce assassino seriale, fuggito dal pullman che lo trasportava in galera ,di cui il camionista scoprirà l'identità in seguito credendolo invece un poliziotto scampato all'incidente.
Ecco quindi che la sua riuscita nel compito salvifico di trasportatore ed eliminatore di cadaveri diviene indossolubilmente legata al destino del serial killer.
Finale con qualche colpo di scena e resa dei conti inevitabile in perfetto stille giallesco.
Non aggiunge certo nulla al genere questo lavoro di Kwon, ma indubbiamente utilizzando canoni ormai consolidati e financo abusati sforna un bel thriller d'azione, in cui la deriva psicologica e morale del povero camionista fa da filo conduttore , connessa ai repentini cambiamenti di situazioni che sembrano essere spesso sul punto di mettere la parola fine alla sua odissea.
Indubbiamente il camion che trasporta cadaveri sgocciolanti , schivando benzinai , poliziotti e curiosi vari, pur non avendo la filosofica e tetra magia della cassapanca del Rope di Hitchcock, è una sistuazione che sarebbe piaciuta al Maestro del thriller e , a conti fatti, risulta la trovata più azzeccata del film intero.
Kwon è bravo nel tenere la tensione sempre alta , attizzandola di tanto in tanto con espedienti efficaci, come la perquisizione dei poliziotti che tirano fuori dal vano posteriore coperto del camion l'unica cosa presente che non sia un braccio o una testa dei cadaveri; l'esplosivo rapporto che si crea tra il camionista ed il serial killer fa il resto in un gioco delle parti che il povero Cheol-min non sa reggere fino in fondo.

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