martedì 16 marzo 2010

Guns & Talks ( Jang Jin , 2001)

*****
Pistole, chiacchiere e una domanda senza risposta

E' stato uno dei più grandi successi cinematografici della storia coreana questo film di Jaing Jin, grazie soprattutto ad una sceneggiatura originale , oltre che per la presenza di numerosi divi cari al pubblico coreano.
In effetti la visione della pellicola è assolutamente piacevole,in special modo per il suo frequente cambio di registro narrativo che le consente comunque di conservare sempre un buon ritmo e di strappare anche qualche sanissima risata.
La stranissima banda di killer prezzolati non ha alcuno dei requisiti che dovrebbero avere quattro spietati assassini: facce pulite, emozioni che affiorano spesso e volentieri, cuori teneri sempre pronti a sciogliersi di fronte ad una donna che piange, ma nonostante ciò una affidabilità sul lavoro notevole che li rende ricercatissimi su un mercato che non sembra soffrire crisi.
Il film inizia come un action movie in cui vediamo la banda all'opera, ma ben presto vira verso la commedia , metà noir e metà parodia, con qualche influsso di sentimentalismo, sempre visto però con grande e simpatica ironia.
Quando i sentimenti inizieranno a farsi strada nei cuori dei quattro, le pistole del titolo lasceranno spazio alle chiacchiere e agli intoppi sul lavoro: una donna incinta di cui il marito fedigrafo ha commissionato l'omicidio, una adolescente che vuole uccide l'ignaro professore di inglese che le ha rubato il cuore e che è in procinto di sposarsi ed una speaker del telegiornale di cui i quattro sono follemente invaghiti che commissiona l'omicidio del secolo; tutte situazioni che minano le certezze della banda e che li porta ad agire guidati dai sentimenti.

Il finale del film pone , come avveniva all'inizio , la questione su un piano meramente pratico, e privo , apparentemente, di ogni moralità: se c'è tanta gente che vuole uccidere qualcuno evidentemente il mondo ha bisogno di gente come loro.
Indubbiamente la formula originale e accattivante del film , che vaga tra l'action movie e la commedia in maniera graduale, risulta essere l'aspetto più gradevole della pellicola, ben sostenuta da una regia valida e dinamica che da ritmo e vivacità alla storia , e che soprattutto presenta momenti autenticamente belli laddove il regista si diverte a giocare coi generi: la scena del teatro dell'opera se da un lato richiama l'Hitchock del L'uomo che sapeva troppo, dall'altra mette in scena il primo Amleto veramente macchiato di sangue.
Anche i dialoghi son ben costruiti e offrono momenti addirittura esilaranti, come negli ultimi due minuti del film.
Rimane alla fine , in sottofondo, tra il serio ed il faceto, la domanda : "perchè c'è tanta gente che vuole uccidere qualcuno?", ma su questo il regista , giustamente glissa; ai posteri l'ardua risposta.

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