lunedì 29 marzo 2010

Soul kitchen ( Fatih Akin , 2009 )

*****
Commedia, cucina e musica

Abbandona le tematiche sociali da figlio di immigrati turchi e si lancia in una variopinta commedia rumorosa e ben confezionata il regista di La sposa turca, ottenendo un buon risultato in un genere che ultimamente stenta clamorosamente, sia in Europa che in America.
Riuscire a fare una commedia intelligente e che diverta con gusto non è cosa facile e Akin ci riesce per larghi tratti con questo Soul Kitchen, nome di uno scalcinato ristorante della periferia di Amburgo, gestito da Zinos, giovanotto di orgini greche, che è il cuore pulsante di tutta la vicenda, tra peripezie varie, amori , dolori e una carrellata di personaggi che riescono tutti ad essere molto efficaci, carichi come sono delle loro esperienze di vita: il fratello Illias, sfaccendato imbroglioncello da quattro soldi ma dai buoni sentimenti; Lucia, una aspirante pittrice che funge da cameriera; Neumann, vecchio compagno di scuola di Zinos, imbroglione e improbabile palazzinaro che intravede nell'acquisto del locale una lucrosa speculazione da attuare a tutti i costi; Nadine, la fidanzata del protagonista più incline al jet set e aspirante giornalista in partenza per la Cina ed un geniale cuoco dai modi curiosi che si lancia nell'ardua impresa di trasformare una bettola di sfigati, frequentata da gentaglia affamata di surgelati e precotti ,in un ristorante in cui si pratica la più alta arte culinaria.
Come tutte le commedie che si rispettino il finale sarà ottimista col trionfo delle buone intenzioni (quelle di Zinos) e la sconfitta dei truci cattivi, il tutto però condotto con molta verve e simpatia , nonchè con grande leggerezza. Il tratteggiare con grande bravura una serie di personaggi ridondanti di umanità vera in cerca di rivincita, tra cadute fragorose e difficili risalite, è senz'altro l'arma vincente della storia, come si addice alle buone commedie che sanno offrire appigli tangibili con la realtà; inoltre i continui rimandi alla cucina e una colonna sonora che spazia a 360 gradi rende il film godibile in ogni momento con un bel ritmo che raramente perde colpi.
E non mancano naturalmente momenti quasi esilaranti quali il clima orgiastico scatenato nel dopo cena da un'eccesivo uso nel dessert di una potente radice afrodisiaca in polvere, o la scena tragicomica del funerale; così come i dialoghi coloriti e fitti infondono il sorriso e divertono.
Rimangono striscianti nel film , alcune delle tematiche che Akin già ha trattato nei suoi precedenti lavori, quali l'immigrazione e l'adattamento ,  le difficoltà lavorative, l'inquietudine per una identità troppo spesso turbata dai colpi del fato, ma stavolta sono molto nascoste nelle pieghe della storia , che ha i connotati del puro divertissment.
Il regista dimostra quindi in maniera inconfutabile la sua grande eccletticità fatta sempre di graffiante ironia e di originalità, capace di passare da un genere all'altro nei suoi vari lavori con notevole disinvoltura.
Personalmente preferisco l'Akin di La sposa turca , ma è fuori discussione che Soul Kitchen si impone come una delle commedie più belle degli ultimi anni.

7 commenti:

  1. Oddio, per un po' il film regge anche bene ma poi finisce tutto nel solito finale frettoloso e molto hollywoodiano.
    Va bene il ritmo ma anche sul versante clichè si poteva fare di meglio.
    In definitiva un film abbastanza gradevole che ha avuto, almeno per me che non lo conoscevo, il merito di farmi apprezzare le qualità di Akin.

    RispondiElimina
  2. Vero , sul finale poteva fare meglio, però i canoni per creare una buona commedia sono tutti rispettati. La versatilità di Akin è sorprendente in effetti e credo che se vuoi apprezzarlo al meglio la visione de La sposa turca e Ai confini del paradiso si impone: lì la verve del regista emerge meglio.

    RispondiElimina
  3. La sposa turca è già nella lista delle prossime visioni. Ti farò sapere presto!

    RispondiElimina
  4. Akin riesce a fare film sempre belli spaziando fra i generi, con sceneggiature a orologeria. Avrà qualche difetto, ma non ti annoi un attimo, cosa volere di più?

    RispondiElimina
  5. Infatti, complessivamente i lavori di Akin hanno sempre qualcosa che valga la visione: questo conferma una notevole eccletticità.

    RispondiElimina
  6. Ah che piacere vedere un altro amante del cinema a cui piace Akin ! Un film fresco, allegro, divertente ma che al tempo stesso regala qualche spunto di riflessione...

    RispondiElimina
  7. Fu una folgorazione con La sposa turca, che ritengo a tuttora il suo migliore film; qui si butta sulla commedia, riuscendoci bene, anche se io preferisco i suoi lavori più drammatici.

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Condividi