venerdì 10 settembre 2010

Once upon a time in China ( Tsui Hark , 1991 )

Giudizio: 9/10
Rivisitazioni cinematografiche

Epicità e tradizione nella storia cinese

Con questa opera basilare, Tsui Hark firma uno dei suoi lavori più belli e importanti, che ha goduto, e gode tuttora, di una fama  sterminata, anche grazie alla saga di cui è il progenitore.
Ma l'importanza maggiore di questo film , che è poi il motivo della sua grandezza, sta nella capacità del regista di dirigere un lavoro che è la sintesi delle varie anime del cinema HKese sempre in bilico tra storia e cultura popolare; un affresco quasi epico di un periodo e di un personaggio che eccita la fantasia popolare, raccontato con grandissima classe, in cui la forza delle immagini va a braccetto all'analisi storica, con una precisione che rasenta la perfezione. Se a ciò aggiungiamo la componente da film d'azione, in cui i combettimenti di kung fu diventano un'occasione per mettere in scena coreografie mozzafiato, ben si capisce come un una pellicola del genere va considerata una pietra miliare nella storia del Cinema.
Il personaggio di cui si racconta , a metà tra storia e leggenda, è Wong Fei-hung, vissuto a cavallo tra la fine dell'800 e i primi del 900, maestro di arti marziali che nel film diviene un paladino della difesa del popolo cinese, vessato da bande di criminali, dominazione britannica, faccendieri americani, politicanti cinesi accondiscendenti e poteri politici in combutta con gli stranieri.
Assistiamo quindi, in un crescendo di combattimenti , di tradimenti, di atti di eroismo , alla strenua difesa della tradizione cinese e dei valori che essa incarna , ben evidenziati nel kung fu ; la figura di Wong si erge circondata da un alone mitologico, nella sua eleganza, grazie alle movenze di un Jet Li grandioso che crea con il regista un binomio in perfetta sintonia.
Come detto, pur possedendo il film le stigmate del film popolare capace di suscitare l'emozione ed il sentimento, non mancano certo le tematiche politiche e sociali nella disamina del periodo storico e un grido subliminale, perchè valido ancora oggi, sulla difesa delle tradizioni, dell'identità culturale di un paese intero che già intravedeva, all'epoca del film,l'handover per Hong Kong.
Tsui Hark sa bene giocare con questi aspetti, crea una veste stupenda a tutta la vicenda, assumendo persino i contorni del kolossal, ma non viene comunque meno al suo stile cinematografico e di narrazione sempre giocato su un ritmo costante e su un montaggio che esalta all'infinito le immagini, in una storia che già a partire del titolo lascia trasparire un fortissimo senso di epicità e di nostalgia .

7 commenti:

  1. sai che non ricordo se l'ho visto? c'è stato un periodo che film così li ricercavo e guardavo costantemente. ad ogni modo, le cinque stelle impongono una (re)visione.

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  2. A mio avviso tra i film che trattano delle arti marziali è assolutamente un caposaldo

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  3. scaricato ieri, non leggo la recensione per paura di spoiler :) in realtà l'avevo scaricato già due settimane fa, poi mi sono accorto che non era il film di tsui hark, ma uno dal titolo "c'era una volta in cina e in america", sempre con jet li credo ma di un regista che non avevo mai sentito nominare...che delusione, figurati che non l'ho nemmeno visto tanto ero deluso che non fosse il film di Hark!

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  4. Quello è il sesto capitolo della saga , in cui Tsui Hark si limita alla produzione, ben altro spessore rispetto ai primi capitoli, interamente diretti da Tsui.
    Anche se la recensione è molto poco spoilerosa, se avevi questo timore hai fatto bene :) Ne riparliamo dopo la tua visione.

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  5. ah ecco, ma ne hanno fatti migliaia di questa serie! Hark ha diretto anche qualcuno dei successivi? Perchè il problema è che trovo in giro poche informazioni al riguardo...

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  6. Lui ha diretto il 2 , 3 e 5 e se non erro del 6 è produttore. Poi purtroppo è intervenuto quel filone ignobile a metà tra la presa per i fondelli e la parodia , ed essendo questo un caposaldo del genere vi si è fatto sempre riferimento.

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  7. Come ho scritto da me, questo film mi è piaciuto molto meno di The Blade: ho trovato i toni un pò troppo scanzonati (preferisco i personaggi più oscuri e tenebrosi dell'altro film), e la sceneggiatura a tratti non mi ha convinto. Visivamente, resta un film spettacolare (il duello sulle scale che crollano una dopo l'altra, è davvero incredibile), diciamo che sono rimasto soddisfatto a metà.

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