venerdì 14 gennaio 2011

All about love ( Ann Hui , 2010 )

Giudizio: 7.5/10
Le nuove frontiere della famiglia


Macy e Anita sono due quarantenni bisessuali, ex amanti che si rincontrano in un centro di supporto per donne in gravidanza; due notti brave, scaturite da solitudine e ricerca di relazioni effimere , hanno lasciato il segno indelebile ed il loro ritrovarsi e gettarsi con immutata passione una nelle bracia dell'altra, diventa lo stimolo a proseguire la gravidanza senza abortire.
Anita è silenziosa, schiva, introversa rimasta legata al ricordo dell'amica, Macy invece è esuberante, mascolina, timorosa dei legami, frequentatrice di un giro di lesbiche e militanti politiche che si battono contro la discriminazione sessuale e di cui lei non approva l'integralismo.
I partner di una notte futuri padri sono un ragazzotto ventenne, Mike, e un cliente di Macy, Robert, che lei assiste per le controversie legali con la moglie: inutile il tentativo dei due di accollarsi le responsabilità dell'accaduto, le due donne decidono che saranno madri anche in assenza di un padre, dopo che per un attimo nella mente di Macy è passata l'idea di fungere da utero in affitto per due amiche lesbiche che non riescono ad avere un bambino in adozione.

Tra ripensamenti, problemi legati al ruolo di ragazza madre, accordi con i padri naturali, si giunge alla conclusione a lieto fine in perfetto stile da commedia sentimentale.
Muovendosi tra registri paralleli a quelli tipici della commedia , Ann Hui dirige  splendidamente da grande regista quale è , un film che sicuramente risulta piacevolmente divertente, soprattutto per alcuni dialoghi e per certe situazioni ( la prima cena tra Macy e Robert , l'incontro chiarificatore sempre tra i due), che parte molto bene con una prima parte in cui Anita e Macy ricordano il passato, sentono accendersi nuovamente la scntilla della passione e mettono in scena una simpatica e divertente rivisitazione della storiella dei due compari che passano la notte ad accompagnarsi l'un l'altro a casa per non rimanere da soli.
Pian piano però il film si incanala su altri binari che , oltre che poco verosimili, sembrano un po' troppo ammantati di una certo alone sociale ( il pistolotto sulla società patriarcale) che toglie spazio al racconto dei protagonisti; il finale poi, appare poco credibile, a meno che la regista non lo abbia voluto intendere come una speranza.
Sicuramente il film ha il pregio di raccontare il concetto di famiglia come va mutando con i tempi, descrivendo un nucleo famigliare in formazione che definire aperto è poco, in cui però tutti possono trovare appagamento, non punta il dito contro il maschio (perlomeno non in forma aprioristica), porta in superficie l'indubbio problema delle coppie omosessuali e dell'adozione, critica con una non trascurabile dose di sarcasmo le discriminazioni per le coppie gay e per le ragazze madre.
Ann Hui è grande regista e sa come trattare i temi a lei cari, e l'aver scelto la commedia per affrontare il tema della famiglia in senso lato è stata scelta azzeccata, soprattutto se si possiede la grazia e la bravura nel costruire un film che possiede lei: in fin dei conti è l'amore e la capacità a mantenere i propri impegni quello che conta, sembra questo il messaggio della storia.
Ne viene fuori un film, che seppur presenti qualche difetto, risulta bello, anche grazie a scorci di Hong Kong molto poco convenzionali e anche se in alcuni momenti sembra sfiorare un po' troppo lo stile della commedia salottiera sofisticata all'americana, oltre la forma indubbiamente valida si vede anche un buona dose di sostanza.
Sandra Ng , brillante e credibile, e la desaparecida Vivian Chow , assente dalle scene da anni immemori, interpretano  Macy ed Anita, mentre un ottimo Eddie Cheung, il migliore , e William Chan  danno il volto a Robert e Mike.

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