sabato 15 gennaio 2011

The secret reunion ( Jang Hoon , 2010 )

Giudizio: 6/10
Prima nemici poi amici


Una cellula di inflitrati nordcoreani è in azione a Seul, con la missione di uccidere i "traditori" rifugiati al sud, sulle loro tracce il nucleo speciale al comando dell'agente speciale Lee informato da una soffiata sul bersaglio dell'azione; l'operazione non andrà a buon fine, solo lo spietato capo inviato dal nord si salverà, la manovalanza, accusata di tradimento, rimarrà nel limbo della mancata protezione: se rientrano in patria saranno fatti fuori per tradimento, se si consegnao ai sudcoreani le ritorsioni saranno letali, l'agente Lee colpevole del fallimento perde il posto e lo ritroviamo sei anno dopo a capo di una agenzia che si occupa di recuperare persone scomparse.
Il caso lo metterà di fronte a Song Ji-won , uno dei componenti del commando che ha tentato di rifarsi una vita: si riconosceranno entrambi ma celeranno la cosa con la speranza di poter mettere a frutto quell'incontro. Song accetterà la proposta di lavorare con Lee e tra i due inizierà un gioco di controllo, sospetti e marcamento ad uomo spietato, ma , nello stesso tempo, sorgerà anche una forma di amicizia, dettata essenzialmente dalla loro solitudine.

Il finale, con l'ultima missione per la quale Song viene richiamato, suona tanto di trappola mortale, ma l'epilogo, cui mancano solo le ballerine e le majorette , sarà stucchevolmente banale.
Il film inizia come un action movie, prosegue come una storia che vorrebbe descrivere il confronto tra due persone sconfitte dalla vita e si conclude coi botti e con i sorrisi, destando l'impressione che il regista non avesse molto chiare le idee su come condurre la narrazione.
Per alcune cose la pellicola non è male e nel complesso merita una faticosa sufficienza, ma si ha la forte impressione che sia una occasione persa; soprattutto la lunga fase centrale in cui Song e Lee si confrontano, specchiandosi l'uno nell'altro, poteva essere condotta meglio, scrutando un po' più da vicino l'incontro tra due mondi personali, e invece l'occhio di Jang rimane troppo distante e superficiale, dirgendosi più su toni da commedia e tralasciando i conflitti interiori dei due.
Interpretazione di ordinaria amministrazione per  Song Kang-ho nel ruolo dell'agente Lee che , nonostante l'indubbia bravura, non riesce a dare corpo più di tanto al film; onesta anche la partecipazione di Kang Dong-won nel ruolo della spia nordcoreana.
In conclusione il classico film senza lode e senza infamia, che passa senza lasciare tracce indelebili.

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