mercoledì 23 marzo 2011

Beast stalker ( Dante Lam , 2008 )

Giudizio: 7.5/10
Thriller nerissimo con finale luminoso


Antecedente di circa due anni all'eccellente Stool Pigeon, questo lavoro di Dante Lam getta le basi della interpretazione del noir Hkese da parte del regista, che , è bene dirlo, si dimostra a tutt'oggi uno dei più validi esponenti del genere.
Grande azione sì, ma anche strisciante compenetrazione nelle figure dei protagonisti votati, nel perfetto stile HKese, ad un destino segnato e non modificabile.
La storia parte subito a mille con la consueta operazione di polizia e successivo inseguimento con sparatoria annessa che termina in un clangore di auto rovesciate e speronate. Quello che sembra il classico topos del cinema d'azione è in effetti, e lo scopriremo dopo, il crocevia segnato dal fato di alcune vite che si spezzano e che non riescono a riemergere dai bassifondi: il detective Tong che involontariamente causa la morte di una bambina e che vive il suo fardello di colpa e rimorso, il manovale delle triadi Hung che è costretto ad accettare lavori sporchi perchè bisognoso di denaro per curare la sua giovane moglie paralizzata, Kao Min , la madre della ragazzina uccisa che piomba nella disperazione assoluta quando anche l'altra figlia viene rapita affinchè lei, come giudice, nasconda le prove della colpevolezza di un boss, il collega di Tong ,Sun ,che rimane menomato ad una gamba.
Tutta la vicenda ruota intorno alla ricerca di speranza e al dolore che accompagna i protagonisti, nei quali la scintilla del gesto eroico-catartico è sempre flebilmente accesa, immersi però in un ambiente in cui tutto sembra rivolgersi  con ferocia contro di loro.
Tong ed Hung si troveranno ad affrontarsi in una lunga parte centrale, ricca d'azione e di suspance, ma che non perde mai di vista, a volta enfatizzandolo, il tormento che corrode i due, fino ad un finale , in cui grazie ad un bellissimo flashback scopriamo come anche il malvivente è un bersaglio del destino che ha riservato per lui una esperienza dolorossissima.
C'è molto torbido in tutta la narrazione, la melma che giace nel profondo delle coscienze e Dante Lam è bravissimo, grazie ad una regia equilibrata, a saper fondere i vari aspetti del dramma umano; semmai lascia un po' di amaro in bocca un finale molto poco coerente con le tenebre che dominano per tutto il resto della storia, un finale più degno forse di Hollywood che del proverbiale realismo melodrammatico tipico della cinematografia HKese.
Nonostante ciò il film è bello, sa creare suspance e mostrare azione convulsa, sa scrutare nei personaggi e sa commuovere nella maniera giusta, grazie anche al contributo di uno strepitoso Nick Cheung, nel ruolo di Hung, il cui volto devastato è lo specchio di un'anima distrutta, senz'altro in una delle sue migliori interpretazioni, di Nicholas Tse nel ruolo di Tong, che se da un lato scivola a volte in una eccessiva enfasi , dall'altro è efficacissimo nel giocare il ruolo dell'uomo perseguitato dal rimorso e di una bravissima ed intensa Zhang Jungchu nella parte di Kao Min, sempre a suo agio nei ruoli di alta drammaticità.

2 commenti:

  1. Ottima recensione, concordo su tutto, tranne il voto.. gli avrei dato almeno un eccellente.
    La costruzione dell'intreccio tra le vicende dei protagonisti che si incontrano drammaticamente in quell'incrocio è semplicemente magistrale, da grande cineasta.
    Sto cercando di procurarmi Stool Pigeon che a quanto leggo in giro (anche qui) potrebbe essere perfino migliore. Sai darmi indicazioni?

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  2. Stool pigeon a me è piaciuto molto, io l'ho visto su dvd proveniente da Hong Kong.
    Non a caso Dante Lam rimane tra i migliori in quel genre di film.

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