martedì 14 giugno 2011

Merry go round ( Yan Yan Mak , Clement Cheng, 2010 )


Giudizio: 7.5/10
Memoria e nostalgia

Dopo il brillante esordio alla regia con l'ottimo Gallants, omaggio sentito al cinema di Hong Kong anni 70-80, stavolta in coppia con Yan Yan Mak, Clement Cheng dirige questo lavoro anch'esso fortemente improntato al ricordo e alla memoria  che in alcuni passaggi sa emozionare e commuovere come il precedente.
E' la storia di due donne ( Eva e Merry) , appartenenti a generazioni diverse,  emigrate a San Francisco, per motivi diversi, che tornano ad Hong Kong spinte anche stavolta da motivazioni differenti.
Le due storie ben presto tendono a collimare, quasi casualmente, attraverso il contatto reciproco delle due con persone che sono appartenute al mondo dell'altra: il nipote di Eva , Allen, con cui Merry ha stretto un legame virtuale su internet, e Zio Lam che fa il guardiano in un cimitero e si occupa dei defunti che non sono stati ancora reclamati dalla parentela.

Il racconto procede lento verso un progressivo squarcio del velo che lo tiene nascosto all'inizio e ci spiega come i vari personaggi sono quelli che appaiono nella narrazione: frequenti e sbiaditi flashback  mostrano Eva giovane poco prima di partire per S.Francisco dove va ad aiutare il nonno con la farmacia di famiglia, scopriamo la fragilità psicologica di Merry colpita dalla malattia, vediamo Zio Lam muoversi tra bare centenarie con rispetto e venerazione , anch'esso in attesa di qualcosa ed infine Allen che inizialmente vuole vendere la farmacia di Hong Kong appartenuta alla zia e al nonno, perchè scosso dal rimorso.
Finale moderatamente consolatorio in cui ognuno sembra occupare il posto che il destino gli ha assegnato , nonostante le scelte dettate dal libero arbitrio.
Un'atmosfera imperniata sulla memoria , sul ricordo, sulla necessità e sulla fallibilità delle scelte con una robusta iniezione di nostalgia regala momenti belli, anche commoventi, fa da sottofondo al confronto generazionale, sollecita la memoria storica riguardo a quei morti riportati in patria su navi merci ,regala attimi di ottimo cinema laddove la storia si svolge nel cimitero , dove Zio Lam si muove come un nume tutelare, e mostra una Hong Kong fatiscente e polverosa
Dove però il film stecca , e anche pesantemente, è in una certa patina autoriale che contrasta con la sincerità di fondo del lavoro guastandone la resa , anche grazie ad una scelta musicale assolutamente fuori luogo, sia come genere che come invasività.
Viceversa, la magnifica prova interpretativa di Nora Miao (Eva) e di Teddy Robin ,stupendo nei panni di Zio Lam , il personaggio sicuramente meglio riuscito del film, regalano due ottimi motivi per ritenere il film sicuramente valido e da vedere.

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