giovedì 29 settembre 2011

The piano in a factory ( Zhang Meng , 2010 )

Giudizio: 8.5/10
La Cina di chi ha perso il treno

Confermando gli ottimi giudizi che seguirono la sua opera prima, il giovane regista cinese Zhang Meng regala il bis dopo due anni con The piano in a factory che anche al FEFF di quest'anno ha riscosso notevoli apprezzamenti da parte della critica.
Lo stile semplice, disincantato e ricco di nostalgia col quale il regista getto lo sguardo verso la sua terra d'origine nel nord della Cina attraversata da  un periodo storico fondamentale e tumultuoso, gli consente di dirigere un lavoro in cui sotto il tono apparentemente leggero della commedia che strappa più di una risata, si cela un quasi fiabesco occhio che scruta l'esistenza di coloro che l'avanzare impetuoso dei tempi sembra avere tagliato fuori.
Chen è un operaio di una fabbrica siderurgica, amante della musica e che arrotonda lo stipendio con una orchestrina in cui suona la fisarmonica, in crisi coniugale con una figlia piccola che  mostra grande talento per il pianoforte che il padre con enormi sacrifici cerca di assecondare mandandola a lezione privata.

mercoledì 28 settembre 2011

Fearless ( Ronny Yu , 2006 )


Giudizio: 7/10
La figura leggendaria di Huo Yuanjia


La figura di Huo Yuanjia è un'altra di quelle che appartengono alla storia epica e al mito della cultura popolare in Cina: personaggio che a cavallo tra la fine dell'800 e l'inizio del 900 , mentre l'impero si sfaldava e il paese diventava terra di conquista da parte degli occidentali e dei giapponesi, divenne una sorta di eroe popolare per il suo nazionalismo spinto che traduceva in combattimenti contro avversari occidentali, metafora figurata della ribellione del popolo contro le angherie e i soprusi.
La sua fama di esperto di arti marziali si tramanda ancora fino ad oggi grazie alla fondazione dell'associazione sportiva Jingwu Tiyu che possiede diramazioni in tutto il mondo.
Il regista Ronny Yu , con un ardito ed ambizioso progetto, cerca di raccontare nell'arco di 100 minuti la storia di questo personaggio, travisando molte situazioni, inventandone altre, si badi bene, non per mere esigenze di narrazione, ma per dare un senso morale al film che vada oltre l'affermazione dell'orgoglio e del nazionalismo cinese.

martedì 27 settembre 2011

Jiang Hu : The triad zone ( Dante Lam , 2000 )

Giudizio: 7/10
Il crepuscolo di un boss

Curioso mix di generi, Jiang Hu è lavoro che si inserisce pienamente nel solco del cinema HKese del terzo millennio, una traccia in cui convergono stili differenti e commistioni che tendono ad allargare i ristretti campi dell'action movie.
L'idea crepuscolare che serpeggia nel film non è per nulla male, e si impone come una azione distruttiva del mondo malavitoso di Hong Kong: Dante Lam, racconta la storia di un boss che, improvvisamente, pensando sia giunto il momento della fine, si guarda dentro e soprattutto guarda con un occhio diverso il mondo sotterraneo che lo circonda.
Jim infatti è uno dei boss delle triadi più importanti, spietato al punto giusto, circondato dal rispetto e dalla paura di tutti che però un bel giorno riceve la notizia da un poliziotto che qualcuno lo ucciderà nelle 24 ore seguenti.

The last blood ( Wong Jing , 1991 )


Giudizio: 6.5/10
Fusione imperfetta di action movie e commedia

Commistione di stili a tipica impronta Wong Jing, The last blood è lavoro che per buona parte si trova a veleggiare in territori già ampliamente esplorati: da un lato poliziesco-action movie in salsa Hkese, dall'altro la commedia brillante e un po' cialtrona che delega soprattutto alle capacità dei suoi interpreti la buona riuscita.
Plot che sembra interessante con un gruppo di terroristi della Red Army nipponica decisa ad uccidere il leader religioso Daka Lama in visita a Singapore per proteggere il quale vengono interpellate le forze di polizia di Hong Kong, attentato che va solo in parte a segno lasciando il bonzo gravemente ferito insieme ad una giovane donna , fidanzata di un boss delle triadi; per salvarli serve rintracciare l'unico donatore  di sangue possibile , rarissimo e comune ai due feriti; il malcapitato è un venditore ambulante imbroglioncello sulle cui tracce si mettono la polizia, il boss e la Red Army.

lunedì 26 settembre 2011

Drunken Master ( Yuen Woo-ping , 1978 )

Giudizio: 8/10
Kung fu e commedia

Il personaggio di Wong Fei Hung, protagonista di questo lavoro ed interpretato da un Jackie Chan avviato alla definitiva consacrazione, è molto popolare nella tradizione cinese, essendo stato, oltre che  medico stimato, un grande esperto di arti marziali, vissuto a cavallo tra la fine dell'800 e i primi del 900, al punto di essere considerato uno dei padri delle moderne arti marziali.
Il regista Yuen Woo-ping, che già aveva diretto qualche tempo prima Jackie Chan in Snake in the eagle's shadow, prende il popolare personaggio, lo plasma secondo nuovi canoni, ne fa un cialtrone attaccabrighe e lo adatta alla immagine dell'attore che divenne in breve tempo il punto di riferimento assoluto del genere kung fu-commedia brillante, operazione ardita e al contempo di grande successo.

Rice Rhapsody ( Kenneth Bi , 2004 )

Giudizio: 7/10
La difficile accettazione della diversità

Opera prima del figlio d'arte Kenneth Bi, Rice Rhapsody è stato un piccolo fenomeno cinematografico nell'anno in cui è uscito: premio come migliore opera prima agli Awards HKesi e massiccia presenza e riconoscimenti in vari festival sparsi per il mondo.
Pur non essendo certo opera che lascia un segno indelebile, il film ha indubbiamente dei grandi pregi cui fanno da contraltare però svariati difettucci sparsi qua e là.
Intanto l'argomento trattato, seppur sotto forma di commedia, è di quelli che nel cinema HKese è ancora appannaggio di pochi e molto poco convenzionali registi, quali Scud ad esempio: infatti la storia si impernia sul racconto del difficile rapporto tra una madre e tre figli maschi, di cui i due maggiori dichiaratamente gay ed il terzo, ancora poco più che adolescente, avviato sulla stessa strada.
La donna gestisce un ristorante nella Chinatown di Singapore, in cui cucina con grande passione e accuratezza un pollo al riso che è il marchio di fabbrica del locale, è vedova da sedici anni e vive in maniera travagliata il rapporto coi due figli gay, quasi fossero dei traditori dei suoi sentimenti; l'unica sua speranza è riposta in Leo, il figlio più piccolo, che però da già evidenti segni di tendenze critpo-omosessuali.

domenica 25 settembre 2011

The legend of Zu [aka Zu Warriors] ( Tsui Hark , 2001 )

Giudizio: 7.5/10
Fantasia selvaggia ed estrema

Diciotto anni dopo quello che fu probabilmente il suo primo grande successo, Tsui Hark torna a rivisitare la leggenda dei guerrieri immortali di Zu con un occhio in cui la tecnologia e gli effetti speciali diventano ancora più debordanti della prima opera.
Il film , datato 2001, risente probabilmente dell'intento di costruire una pellicola che fosse più facilmente digeribile al pubblico occidentale, col risultato però di configurarsi come una sorta di flop al botteghino, nonostante le numerose nomination, ma nessun premio, raccolte, soprattutto nel settore tecnico, agli Awards HKesi e il riconoscimento della Società dei critici cinematografici.

sabato 24 settembre 2011

Return to the 36th Chamber ( Liu Chia-liang , 1980 )

Giudizio: 7.5/10
Il Kung fu delle impalcature

Considerato impropriamente il sequel di 36th Chamber of Shaolin, lavoro diretto dallo stesso regista tre anni prima,  Return to the 36th Chamber è in realtà un film molto diverso dall'illustre predecessore, in quanto si spoglia di quella drammaticità per rivolgersi maggiormente ad uno stile più leggero, brillante , con momenti che sembrano quasi anticipare la comicità surreale e anarchica di Jeff Lau.
Il racconto narra di un gruppo di lavoratori di una fabbrica di tessuti che vengono angheriati dal padrone, amico dei mancesi, che riduce loro lo stipendio e che si avvale di un gruppo di scagnozzi mancesi per terrorizzare e punire i lavoratori ribelli.
Questi da parte loro pensano bene di escogitare un imbroglio avvalendosi di Chu , fratello di uno dei lavoranti e imbroglione che vive di espedienti fingendosi monaco Shaolin.

venerdì 23 settembre 2011

The ditch ( Wang Bing , 2010 )

Giudizio: 9/10
Il dramma della dignità violata

Conosciuto soprattutto per la sua monumentale opera di documentarista, il regista cinese Wang Bing ha avuto il suo palcoscenico veneziano del 2010 con il film a sorpresa The ditch, uno dei lavori più belli in assoluto della passata stagione cinematografica.
E' un opera durissima, impregnata di dramma e di annichilimento, ambientata durante i primi anni sessanta della Cina maoista che vide finire nei campi di rieducazione migliaia di persone con l'accusa di essere destrorsi, spesso solo per avere espresso opinioni appena divergenti da quelle ufficiali.
In The ditch si narra la storia del campo di rieducazione di Jiabiangou e dei suoi prigionieri impegnati nella costruzione di un interminabile quanto inutile fossato e ridotti ad una vita umiliante e alienante.

giovedì 22 settembre 2011

Come drink with me ( King Hu , 1966 )

Giudizio: 8/10
Il wuxia secondo King Hu

Uscito anche in Italia solo su dvd e con il raccapricciante titolo di "Le implacabili lame di Rondine d'oro", Come drink with me è il secondo lavoro di King Hu in veste di regista unico e costituisce ormai un pezzo di storia del cinema wuxia, insieme al seguente lavoro del medesimo regista, Dragon Gate Inn, entrambi inesauribili fonti di ispirazione e di remake di molti registi negli anni settanta, quando il genere visse un periodo di floridissima produzione anche di qualità.
Film di grande importanza quindi in cui si vede già in maniera netta l'impronta di King Hu orientata verso una narrazione che non sia solo azione e in cui soprattutto i personaggi femminili ricoprono ruoli fondamentali.
La protagonista infatti è una spadaccina formidabile, Golden Swallow, che riceve l'incarico dal padre governatore di salvare il fratello rapito da una banda di briganti che intendono usarlo come merce di scambio per ottenere la liberazione del loro capo; l'ambiguità sessuale della protagonista si evidenzia in tutta la prima metà del racconto, visto che per tutti altri non è che uno spadaccino molto abile.

mercoledì 21 settembre 2011

Il gioiellino ( Andrea Molaioli , 2011 )

Giudizio: 5.5/10
Una storia tutta italiana

Quattro anni orsono, con La ragazza del lago, Andrea Molaioli si era imposto come uno dei più promettenti cineasti italiani, grazie ad un film sfolgorante e dai lontani richiami chabroliani; con Il gioiellino il regista romano tenta il bis affidandosi ad una storia molto italiana, come di fatto era anche la sua opera prima, che tenta di ripercorrere quel cinema di denuncia di cui la cinematografia italiana ha perso le tracce da molti decenni.
Senza mai dare riferimenti espliciti, la storia è il racconto , spalmato su più di un decennio, di una delle vicende italiane più sconcertanti, quella del crac Parmalat: personaggi e situazioni sono fittizie, ma la Leda, azienda produttrice di latte, assomiglia troppo a quella della famiglia Tanzi per poter non credere che ogni riferimento non sia affatto casuale.

All men are brothers [aka Seven soldiers of kung fu] (Chang Cheh , Wu Ma ,1975 )

Giudizio: 7.5/10
La leggenda dei briganti

Ispirato ad uno dei testi più noti e importanti della letteratura cinese  attribuito a Shi Naian nel XIII secolo e ambientato durante la dinastia Sung, tradotto anche in italiano col titolo I Briganti, facente parte del corpus dei Quattro grandi romanzi classici cinesi, il film di Chang Cheh e Wu Ma è un lavoro che risente in maniera totale del clima di epicità di cui è intriso il racconto.
Vi si narra la storia di una banda di fuorilegge il cui compito primario è quello di combattere la corruzione e le ingiustizie, somigliando in questo a tanti eroi della cultura occidentale medievale.
I 108 briganti lanciano la loro guerra contro le truppe capitanate dai generali corrotti che minano l'integrità dell'impero e per far ciò debbono conquistare una città fortificata, ultimo baluardo di difesa prima della vittoria.

lunedì 12 settembre 2011

Undercover blues ( Billy Chung , 2000 )

Giudizio: 7/10
E' il mondo che cambia

Storia crepuscolare di undercover e di vite alla deriva, di lealtà e di tradimenti , di amicizia e di amori negati e strappati, tutti elementi che fanno parte rigorosamente del bagaglio del noir HKese , si ritrovano in questo bell'oscuro lavoro di Billy Chang, nel quale si insinua subdolamente ma con estrema chiarezza il cinema di Johnnie To, soprattutto quel Mission che rimane una delle più belle opere e di poco precedente a questo.
Per riportare a casa un undercover che teme sia stato scoperto e quindi in pericolo, il poliziotto Frank Chan organizza un gruppo semiclandestino pronto a recarsi in Malaysia dove si sono perse le tracce del poliziotto sotto copertura al seguito di un boss trafficante.
Gli uomini scelti sono tutti colleghi o ex , che si trascinano una vita  lacerata: c'è quello in crisi profonda con la famiglia, quello che è finito sotto inchiesta per una storia di soldi sporchi e quello che addirittura è passato dall'altra parte , diventando un boss delle triadi; lo stesso Frank , scopriremo, è stato fortemente dibattuto tra l'ambizione e l'amore ed ora è scosso dal rimorso per il pericolo che corre il suo collega , suo allievo nonchè suo salvatore in uno scontro armato avvenuto anni prima.

domenica 11 settembre 2011

Ocean heaven ( Xue Xiaolu , 2010 )

Giudizio: 8/10
Affetti e dolori

La curiosità di assistere ad una prova quanto meno atipica di Jet Li era il principale motore alla visione di questo film , di cui, comunque , la critica ha scritto cose egregie: il ruolo ritagliato per il nostro eroe è di quelli che richiedono grandissime doti recitative onde schivare il rischio di cadere nel patetico, o peggio, nel caricaturale.
Va detto subito che la prova di Jet Li lascia prepotentemente e teneramente il segno sul film, dimostrando in maniera inequivocabile la grandissima maturità interpretativa raggiunta dall'attore.
Ma è altrettanto giusto dire subito che il film non vive solo sulla sua ottima prova , in quanto la storia e la maniera in cui il regista la narra è di quelle che non passano inosservate, lasciando una certa inquietudine ed una bella dose di sincera commozione addosso.

venerdì 9 settembre 2011

Villain and widow ( Son Jae-gon , 2010 )

Giudizio: 7/10
Commedia brillante...con moderazione

Ecco finalmente un lavoro che riconcilia con certo cinema coreano, troppo spesso percorso ultimamente da film deludenti: il regista Son Jae-gon dirge Villain and widow, opera cui non si riesce a trovare una collocazione esatta nel panorama cinematografico coreano, risultato di un intelligente cocktail di generi che vanno dalla black comedy all'action movie con in mezzo tematiche che spesso i registi coreani riescono ad esprimere solo attraverso lavori francamente drammatici.
Villain and widow ha il pregio di essere un film tutto sommato leggero ma che racconta con acuta intelligenza molto più di quanto possa apparire ad un primo impatto, spesso correndo dietro ad uno stile da commedia che sembra volere rimandare al miglior Woody Allen o a certa commedia americana che una volta si definiva "raffinata".

giovedì 8 settembre 2011

Beginning of the great revival ( Han Sanping , Huang Jianxin , 2011 )

Giudizio: 5/10
Il panegirico del Partito Comunista Cinese

Gli stessi autori che furono due anni prima i cantori della nascita della Repubblica Cinese, si cimentano in un lavoro dai toni chiaramente celebrativi sulla nascita del Partito Comunista Cinese, ripercorrendo durante le due ore del film i 10 anni intercorsi tra la caduta dell'impero e la fondazione del Partito che ancora oggi detiene nelle sue mani le redini del potere in Cina.
Il film, annunciato in pompa magna come kolossal da far impallidire persino Hollywood, da questo punto di vista mantiene fedelmente le premesse: tutta la storia è raccontata senza dispendio di mezzi e di immagini spettacolari facendo ricorso non solo ad un numero enorme di comparse, ma attingendo a piene mani allo star system cinese; citare tutti i protagonisti è praticamente impossibile, basti pensare che persino il grande John Woo si ritaglia una piccola parte nel pletorico cast.

mercoledì 7 settembre 2011

The detective ( Oxide Pang , 2007 )

Giudizio: 7/10
Un thriller quasi classico per Oxide Pang

Nel medesimo anno in cui in coppia col fratello Danny, Oxide Pang commette il clamoroso passo falso con The messenger ammaliato dalle sirene hollywoodiane, esce The detective, lavoro che restituisce quasi per intero il grande talento cinematografico del regista che ritorna sapientemente verso lidi a lui più congeniali, sia dal punto di vista dell'ambientazione che da quelli propriamente narrativi.
The detective è un thriller classico che si avvale di una trama tutto sommato semplice e che possiede tutti gli ingredienti ben dosati per consentirne una riuscita valida: procede come un rivolo d'acqua che avanzando toglie il coperchio a tante scatole concatenate, torcendosi su se stesso e ingarbugliandosi sempre di più , seppure in maniera molto lineare.

martedì 6 settembre 2011

Wuxia [aka Swordmen] ( Peter Chan , 2011 )

Giudizio: 8.5/10
Il Wuxia cerca nuovi orizzonti e Donnie Yen commuove

Peter Chan è autore nonchè produttore  di grande spessore nel panorama del cinema HKese e quattro anni dopo la sua prima incursione nel genere storico con il bel The Warlords, lancia sul tavolo il suo asso nella manica con un lavoro che si ispira in maniera totale al genere wuxia, filone storicamente fondamentale da decenni nella cinematografia di Hong Kong.
Il risultato di questo approccio è un film che si discosta dai canoni classici del wuxia, impregnati di tecnicismi e di pathos epico, così come prende dalle distanza dalle incursioni nel genere di alcuni grandi registi che abitualmente non erano usi cimentarvisi (Ang Lee, Zhang Yimou) e che hanno dato grande importanza all'eleganza visiva un po' troppo divaricata rispetto alla sostanza narrativa: insomma un wuxia che travalica i suoi limiti con grande prepotenza sfruttando le immagini spettacolari piegate alle finalità della storia e facendo grandissimo affidamento sul carisma degli interpreti (primo fra tutti un commovente Donnie Yen, in veste anche di action director).

domenica 4 settembre 2011

Chatroom ( Hideo Nakata , 2010 )


Giudizio: 4.5/10
Nakata, torna ai fantasmi !

Cosa possa spingere un regista giustamente considerato come uno dei fondatori del J-horror ad emigrare temporaneamente a Londra per dirigere un lavoro scritto da uno autore irlandese (Enda Walsh) e liberamente ispirato ad un testo teatrale dello stesso, rimane un motivo arcano ai più, soprattutto ove si consideri il mezzo fallimento della pellicola, presentata in una sezione collaterale a Cannes lo scorso anno.
Sarà forse stato l'abbaglio di considerare le tematiche trattate affini a certa cinematografia nipponica, ma l'avere accettato di dirigere un lavoro che parte male sin dal testo, ed è sicuramente l'aspetto più negativo del film, non poteva che condurre ad un risultato mediocre, dove solo la sapienza tecnica del regista, ben conosciuta e osannata, risulta alla fine l'unica ancora di salvezza, insufficiente a salvare l'opera , a meno che non ci si accontenti di un esercizio di stile e basta.

venerdì 2 settembre 2011

Treasure Inn ( Wong Jing , 2011 )

Giudizio: 6/10
Wuxia e spettacolo commerciale

Il rilancio del genere wuxia, dopo essere passato attraverso le mani dei vari Ang Lee , Wong Kar-wai  Zhang Yimou e ovviamente Tsui Hark, si rivolge negli ultimi tempi alla sua commercializzazione nella Cina continentale, abbracciando a piene mani le regole dell'industria cinematografica  che tende ad un forte impatto spettacolare dei lavori.
Non viene meno alla regola Treasure Inn di Wong Jing, navigato factotum del cinema HKese, che dirige questo lavoro cercando di coniugare le molteplici anime del genere.
La storia racconta di una coppia di poliziotti di basso rango di una cittadina che incontrano una coppia di sorelle cacciatrici di taglie e che si trovano coinvolti in una trama con al centro un prezioso tesoro conteso da recuperare; i quattro si ritroveranno in una locanda ( il Treasure Inn appunto) in cui il prezioso tesoro transiterà e all'interno della quale si svolge tutta la seconda metà del film.

giovedì 1 settembre 2011

Murder river ( Kim Dae-hyeon , 2010 )

Giudizio: 6.5/10
Emuli di Bong alla ribalta

Ispirandosi ad un fatto di cronaca realmente avvenuto, filtrato ovviamente da situazioni di fantasia, il racconto del film si snoda sull'arco temporale di circa venti anni, a partire dall'omicidio della giovane Myung-hee di cui sono innamorati due ragazzotti , Seung-ho e Dong-sik, proprio la sera in cui decidono di darle un appuntamento entrambi in modo da lasciare alla fanciulla la soluzione dell'intreccio.
Dell'omicidio viene accusato il problematico fratello di Dong-sik, il quale da parte sua sospetta dell'amico.
Nell'arco del ventennio assistiamo alla morte in carcere dell'accusato e della sorella di Dong-sik, come se quel primo omicidio abbia steso la sua lunga e inquietante ombra nel corso del tempo.
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