domenica 4 dicembre 2011

North Point ( Zhu Shaoyu , 2011 )

Giudizio: 6/10
Immigrati ad Hong Kong

L'esordio cinematografico di Zhu Shaoyu, finora attivo nel mondo della televisione, è un film che affronta un argomento interessante e che avrebbe potuto essere ricco di tematiche stimolanti che però , in gran parte, rimangono nelle intenzioni, essendo il risultato finale non particolarmente convincente.
La storia raccontata  l'ambiente degli immigrati cinesi ad Hong Kong, ed in particolare la storia di una donna Min, giunta nella ex colonia 25 anni prima e che vive in un palazzone di North Point con i figli e la fidanzata del più grande, anch'essa immigrata mainlander.
La donna, buddhista devotissima, vende la sua piccola attività e aiutata da una amica dalle comuni origini viene impiegata in una compagnia che stipula assicurazioni sulla vita.

Problemi caratteriali e personali le rendono difficile la nuova attività, in più la giovane futura nuora rimane incinta creando ulteriori preoccupazioni, soprattutto visto che la famiglia della ragazza vuole che il nascituro veda la luce in Cina.
Min da parte sua è prodiga nell'aiutare i cinesi continentali a far nascere il proprio figlio ad Hong Kong , come se ciò portasse le stigmate per un futuro migliore, e deve inoltre scansare le attenzioni di un altro connazionale che vorrebbe donargli le sue attenzioni.
Tra situazioni drammatiche e ripensamenti personali la vicenda si srotola fino ad un epilogo un po' troppo scialbo che non regala emozioni particolari e che soprattutto non va a chiarire alcune dinamiche che il film accenna durante la narrazione, relegandole solo alla figura del figlio piccolo di Min, in tipica crisi di adattamento sociale.
Presupposti dunque buoni , ma svolgimento non pienamente riuscito, incapace di andare a indagare su un ambiente (quello degli immigrati c inesi ad Hong Kong) sul quale tra l'altro in pochi hanno messo le mani.
Risentendo un po' troppo dell'estrazione televisiva del regista, il film è comunque abbastanza ben diretto con un digitale che raffredda molto le immagini, e che sembra sempre pendere verso il dramma annunciato, risultando alla fine un lavoro che non rimarrà certo nella storia.
L'insistenza con la quale il regista continua a mettere al centro del racconto la famiglia della protagonista, impedisce al film di offrirci una lettura sul mondo dell'immagrazione mainlander ad Hong Kong che affonda le radici a decenni indietro nel tempo e che probabilmente potrebbe produrre risultati ben più interessanti.
Nonostante l'ottima prova interpretativa di Lily Chung , il lavoro non decolla e alla fine si ha l'impressione della classica occasione persa.

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