sabato 30 aprile 2011

The butterfly murders ( Tsui Hark , 1979 )

Giudizio: 8.5/10
Tsui Hark all'esordio


E' questa l'opera prima del grande Tsui Hark con la quale da il via alla sua carriera cinematografica in veste di regista e per tale motivo, e per l'importanza che il regista ebbe negli anni a seguire nella nascita della New Wave Hkese, si pone come opera imprescindibile, probabilmente anche al di là della sua qualità assoluta.
Tsui Hark ha avuto il grandissimo merito di rilanciare il wuxiapian, proprio quando il genere kung-fu aveva raggiunto l'apice della popolarità, e The butterfly murders in questo senso è quasi un manifesto costitutivo del genere, riletto e manipolato con la visionarietà e  la grandissima forza creativa che ha sempre animato da allora il cinema del Maestro.
Narrazione svolta in una epoca imprecisata, sicuramente non trppo in là nel tempo, visto che compaiono già la polvere da sparo e rudimentali armi da fuoco, in un clima che mescola il fantasy e il gotico, in un castello dove fenomeni misteriosi si verificano: farfalle assassine spargono morte e terrore al punto di obbligare gli abitanti a vivere nei bui sotterranei.

venerdì 29 aprile 2011

Eternal moment ( Zhang Yibai , 2011 )

Giudizio: 7/10
L'amore è eterno ?


Il nuovo lavoro di Zhang Yibai, uno tra i più quotati registi del panorama cinematografico cinese degli ultimi anni, che esce a tre anni di distanza dal bellissimo Lost indulgence, si pone come sequel ideale del TV drama diretto dallo stesso regista quando ancora svolgeva la sua attività in ambito televisivo (1998) e mostra rispetto all'ultimo lavoro una chiara inversione ad U , tornando a ripercorrere le strade battute nei lavori precedenti, sia dal punto di vista formale che come ambientazioni.
La storia d'amore di Yang Zheng e We Hui , nata tra i banchi scolastici, ci viene presentata sotto tre diverse possibili evoluzioni e ambientata in luoghi diversi (fatto non da trascurare considerata l'importanza che il regista ha sempre dato al ritratto urbano nei suoi lavori): a Pechino li vediamo affermati professionisti che dopo sette anni di matrimonio si ritrovano a giocare come fa il gatto con il topo, in un segmento che per certi aspetti risulta il più interessante; a Shanghai dove si ritrovano per una riunione di vecchi compagni di scuola, ognuno dei due già navigato dalle difficoltà della vita sentimentale; a Bordeaux, dove Wen Hui possiede una azienda vinicola e dove si trova in una ingarbugliata storia matrimoniale.

giovedì 28 aprile 2011

Gelatin silver, love ( Kazumi Kurigami , 2009 )

Giudizio: 4.5/10
Uova sode e parrucche

All'età di 73 anni, il celeberrimo fotografo giapponese Kazumi Kurigami, imbraccia la macchian da presa e si cimenta nella sua opera prima cinematografica che dimostra in maniera inequivocabile come non è assolutamente scontato che un grande manipolatore di immagini riesca necessariamente a costruire un bel film , che come sappiamo è sì arte visiva ma non solo; qualcuno diceva :"se hai una buona storia da raccontare farai un bel film", qui il regista ritiene invece che la storia ( e tutto ciò che ne dervia) sia un optional, ritenendo utile alla buona riuscita la sola forza delle immagini.
Ecco quindi che un fotografo rinchiuso in una stamberga umida e dai muri scrostati, spione prezzolato e voyeur per necessità e una donna che abita dall'altra parte della strada, che ammazza e mangia uova sode con estrema lascivia, diventano i due poli intorno ai quali si dovrebbe svolgere un racconto che è , di fatto, solo pretesto per una carrellata lunga quasi novanta minuti di fotografie in movimento (belle naturalmente) con maniacale attenzione al particolare.

mercoledì 27 aprile 2011

Dance of a dream ( Andrew Lau , 2001 )

Giudizio: 6.5/10
Il ballo per raggiungere un sogno


Un anno prima di dirigere quello che forse è il suo lavoro più conosciuto, Infernal affairs, Andrew Lau si cimenta in questa commedia brillante, film di poche pretese al di là del puro intrattenimento che possiede il pregio di dichiararsi subito, senza raggiri e senza inganni; la danza come mezzo per far materializzare i sogni , vista con gli occhi di una cenerentola moderna che si trasforma, inseguendo il suo sogno nascosto, da cameriera in brillante ballerina.
Non manca naturalmente il principe azzurro, nei panni del maestro di danza, bravo e in perenne crisi finanziaria cui la fortuna porta in dote come allieva una ricchissima donna d'affari che risolve i suoi problemi economici.
Lieto fine assicurato ( ed esplicitamente dichiarato da subito) tra balli, luci natalizie, baci e abbracci.

martedì 26 aprile 2011

What women want ( Daming Chen , 2011 )

Giudizio: 6.5/10
Il remake batte l'originale


A dimostrazione dell'importanza non solo culturale ma anche economica che il cinema cinese ha raggiunto, ecco un altro remake che trae ispirazione da un lavoro hollywoodiano, quel What women want diretto nel 2000 da Nancy Meyers che grande successo ebbe nonostante il film fosse poco più che mediocre.
Stessa trama, stesso ambiente lavorativo e sociale,stesse situazioni trasportate in una Pechino farzosamente illuminata e ricca di specchi, ma soprattutto interpreti diversi: l'accoppiata Andy Lau-Gong Li , per la prima volta assieme sullo schermo, regala un vantaggio di anni luce sul lavoro originario che consente a questo lavoro, che essendo uscito in Cina per il capodanno e che a buon titolo può essere considerato la versione asiatica dei cinepanettoni italici, di vincere abbastanza nettamente il confronto col modello originale.

Kill me please ( Olias Barco , 2010 )

Giudizio: 4.5/10
Suicidio in bianco e nero, anzi in grigio


Nel castello immerso nel bosco innevato c'è la clinica del Dottor Kruger specializzata in offerte di suicidi: frammenti di una umanità la più disparata si rivolgono al medico per porre fine alla loro esistenza in maniera indolore e assistita; il medico , forte della sovvenzione statale, ha come compito primaro il dissuadere dapprima i morituri (impresa che non riesce praticamente mai), e, qualora il suo sforzo risulti vano, di accompaganrli alla morte con una bevanda lattescente a base di barbiturici.
Messa in questi termini , l'idea cinematografica non solo appare geniale ma ricca di possibili sviluppi interessanti; purtroppo non sempre da un lampo di genio scaturisce sul grande schermo un racconto che soddisfi; è il caso di Kill me please, vincitore al Festival di Roma , che a conti fatti risulta deludente e privo della seppur minima traccia di risultato strabiliante come le premesse potrebbero far sperare.

The road less traveled ( Derek Chiu , 2010 )

Giudizio: 7.5/10
Un dramma tra Hong Kong e Mainland


Un dramma con venature melodrammatiche ben costruite intorno alla storia di due coppie, talmente diverse da far credere che l'handover è ben lungi dall'avere portato ad una integrazione tra Hkesi e mainlanders: questo è il tessuto connettivo che tiene in piedi un film che fa della misura della narrazione il suo punto forte, grazie ad una storia forse abusata come  tematica, ma svolta sfruttando con giusto dosaggio il sentimento e la tragedia.
Due coppie, una di cinesi che gestisce un ristorante lungo una di quelle vie che i lunghi camion percorrono facendo la spola tra Hong Kong e la Cina meridionale, l'altra con lui camionista che quella strada percorre in lungo e in largo, coltivando piantine dentro il gigante della strada e ascoltando musica classica e lei rampante immobiliarista che vuole trasformarsi in macchina per fare soldi.

venerdì 22 aprile 2011

The blood brothers ( Chang Cheh , 1973 )

Giudizio: 8/10
Ambizione, fratellanza e il diavolo-donna


Chang Cheh è stato uno dei più importanti registi cinesi dell'epoca d'oro dei film con tema le arti marziali, dapprima il più tradizionale wuxia, quindi il kung fu, che lo ha imposto come tra i più profilici autori degli anni 70.
The blood brothers è probabilmente uno dei lavori più conosciuti e più belli, ricco come è di quello spirito cinematografico che ha indelebilmente segnato la storia del panorama HKese e non solo.
In un certo senso è anche un lavoro sui generis, che si discosta dai consueti canoni legati ai film di kung fu, in quanto è pervaso da un certo lirismo e da una riflessione su alcune tematiche che spesso sono accennate nelle pellicole del genere.
Il patto di sangue che lega i due fratelli Wen e Huang, banditi nomadi, al più istruito e colto Ma Xinyi, inizialmente preda delle loro scorribande, si base su un senso dell'onore e del coraggio che unisce i tre personaggi alla ricerca di una esistenza più agiata.

giovedì 21 aprile 2011

Sweet revenge ( Ho Ping , 2007 )

Giudizio: 7.5/10
La tensione che cresce silenziosa


E' un thriller con robusta iniezione di psicologia e di psicanalisi Sweet revenge, un lavoro condotto sul filo di una tensione sottile ma inesorabilmente crescente in cui fino alla fine non è chiaro se quello che emerge è una disamina di personalità schizofreniche o uno studio sui traumi infantili rimasti sepolti nell'abisso della psiche.
Yung e Siu-chun sono fratello e sorella, la loro vita è silenziosamente e irrimediabilmente segnata da un episodio dell'infanzia in cui persero i genitori a causa di una rapina in casa finita nel sangue: lei ,dall'apparenza fragile e delicata, soffre di una malattia cronica che la obbliga a contiune terapie e visite, lui felicemente sposato lavora come agente assicurativo con la sindroma nascosta del Robin Hood.
Tutto all'inizio scorre come fosse un noioso ed inutile racconto di disagi personali, almeno fino a quando Yung incontra un antiquario alcolizzato, col quale entra subito in sintonia grazie alla loro reciproca  fragilità, che possiede in casa un oggetto che la ragazza riconosce essere del defunto padre.

martedì 19 aprile 2011

Cape No 7 ( Wei Te-sheng , 2008 )

Giudizio: 6/10
Storia di musica e amore


L'opera prima del regista taiwanese Wei Te-shang è stata un clamoroso e sorprendente successo di botteghino che ha portato il film a pareggiare gli incassi di giganti quali Titanic, ed il motivo di tale risultato è facilmente spiegabile: un lavoro semplice, metà commedia sentimentale e metà commedia brillante, qualche idolo dei giovani come possono essere due cantanti pop tra i protagonisti, qualche bella fanciulla, magari in bikini, che non guasta mai all'occhio, una storia d'amore che inizia travagliata ma finisce in gloria e in sottofondo, un'altra storia sentimentale drammatica e dolorosa che c'entra poco con la trama principale , ma che da quel senso di storico-nostalgico sempre utile alla bisogna.
Ma quello che maggiormente ha fatto sì che il film , oltre all'enorme successo di incassi, abbia avuto anche una buona critica, è una storia in cui tutti gli elementi citati si trovano in perfetto equilibrio, senza deviazioni pericolose verso un registro piuttosto che un altro.

venerdì 15 aprile 2011

Habemus papam ( Nanni Moretti , 2011 )

Giudizio: 8/10
Il Papa e le sue angosce


E finalmente habemus film! L'attesissimo ultimo lavoro di Nanni Moretti ha visto quindi la luce nelle sale italiane, proponendosi come uno degli eventi cinematografici dell'anno nell' asfittico panorama italiano, e pienamente a ragione, visto che il lavoro, a distanza di 5 anni da Il caimano, è senz'altro fra i migliori della seconda parte della carriera del regista.
Idea di base e soggetto sicuramente geniali: il Cardinale Melville, appena eletto in Conclave, nel momento di mostrarsi alla folla dalla Basilica di S.Pietro viene colto da una crisi di panico e il cerimoniale va a farsi benedire lasciando il mondo intero e i fedeli sgomenti.
Fingendo un rinvio della proclamazione dettato dalla necessità del nuovo Papa di isolarsi in preghiera, Il Vaticano convoca in tutto segreto un illustre psicanalista per cercare di risolvere il subbuglio interiore che scuote il nuovo Pontefice, il quale , oppresso dal grande fardello di responsabilità che deve caricarsi sulle spalle, durante una uscita clandestina per le strade di Roma si fa beffa della scorta e sparisce.
Più di una seduta analitica al papa serve un tuffo nella realtà, per scavare nel suo passato di attore teatrale mancato e nella sua psiche cui rimanda la sua sensazione di inadeguatezza.

giovedì 14 aprile 2011

Under the hawthorn tree ( Zhang Yimou , 2010 )

Giudizio: 7/10
L'amore in tempi di Rivoluzione Culturale


Dopo il ben riuscito remake del coeniano Blood simple, Zhang Yimou rivolge lo sguardo a quello che fu il suo cinema passato, ambientato nell'epoca della Rivoluzione Culturale, dirigendo una storia d'amore giovanile che nasce e si perpetua all'ombra dell'albero di gelsomino che miracolosamente produce fiori rossi , situato in quella campagna dove studenti, controrivoluzionari, destrodi e capitalisti venivano inviati a rieducarsi con la fatica della vanga e con le massime del Grande Timoniere.
Jing e Sun sono i due giovani protagonisti di questa storia: lei proveniente da una famiglia marchiata dall'accusa di "nemici del popolo" a causa delle attività del padre , recluso in prigionia , lui figlio di militare e impegnato con il Nucleo Geologico, che si incontrano in una di queste bellissime campagne dove gli studenti vengono inviati.

mercoledì 13 aprile 2011

Biutiful ( Alejandro Gonzalez Inarritu , 2010 )

Giudizio: 8/10
Il dolore che stordisce


Finalmente esce dal guscio e come un essere cinematograficamente trasformato e sublimato Inarritu dirige un film bello e dolorosamente intenso e si lascia alle spalle il suo passato fatto di circumnavigazioni astruse e spesso inconcludenti intorno al tema della morte.
In una Barcellona difficile da riconoscere, in cui i rarissimi sguardi verso i suoi simboli sono mimetizzati dietro gru e ciminiere, il regista messicano racconta la storia di Uxbal , un uomo che vive con la presenza della morte accanto: parla coi morti, immagina il padre morto che non ha mai conosciuto, affronta la morte di quel sottoproletariato di immigrati che lui gestisce, metà padrone e metà benefattore ed infine incontra la propria morte annunciata da un cancro alla prostata che lo riduce col pannolone.
La sua unica preoccupazione sono i due figli che ama alla follia, quasi privi della figura materna, costretta a rincorrere i fantasmi della sua psiche e che solo in rarissimi casi possono godere del pieno calore della famiglia al completo, tra liti e riappacificazioni.

martedì 12 aprile 2011

The warlords ( Peter Chan , 2007 )

Giudizio: 7/10
La fratellanza sotto i colpi del destino


E' un kolossal storico ipertrofico questo The warlords di Peter Chan, ispiratosi al bellissimo Blood brothers di Chang Cheh, ambientato nel periodo del tramonto della dinastia Qing, in cui la ferocia delle guerre era scandita dalla sete di potere e dai tradimenti.
Pang Qing-yun , generale imperiale, è l'uinco sopravvissuto del massacro in battaglia dei suoi uomini traditi dagli alleati; sulla sua strada segnata dalla disperazione incontra una masnada di banditi guidati da Zhao Er-hu e da Jiang Wu-yang: un patto siglato col sangue unisce i tre in un connubio di fratellanza che li porta a combattere in nome della giustizia calpestata contro intrighi di potere in nome di una rivincita.
La disfatta del loro progetto , proprio quando sembrano essere diventati invincibili, sta sì negli intrighi sporchi del potere imperiale e dei suoi cicisbei, ma soprattutto in una esplosione interna causata dal volto triste ed enigmatico di Lian, la donna di Er-hu, combattuta tra la sua fedeltà e la speranza di un futuro tranquillo.

domenica 10 aprile 2011

A chinese odyssey part two : Cinderella ( Jeffrey Lau , 1994 )

Giudizio: 9.5/10
Il trionfo dell'amore chiude l'odissea


A chinese odyssey, di cui Cinderella costituisce la seconda parte, è opera assolutamente unitaria, i due film che compongono il dittico uscirono nello stesso anno , a distanza di qualche settimana uno dall'altro, e quindi il giudizio complessivo non può che essere riferito ad entrambi i lavori.
Cinderella inizia nel medesimo punto in cui finiva Pandora's box e ne prosegue la narrazione con uno stile , se possibile, ancora più convuslo e tortuoso in cui i personaggi sono in gran parte gli stessi, ma che anche stavolta, grazie ad un tourbillon sfrenato, si trasformano, cambiano faccia in un mutare irrefrenabile di situazioni.
Alla base di tutto il viaggio verso occidente alla ricerca della varità insita nel buddhismo, ma i temi affrontati sono ricchissimi di una ironia e a volte di un sarcasmo che sembra spostare il filo conduttore del testo originario.

sabato 9 aprile 2011

A chinese odyssey part one : Pandora's box ( Jeffrey Lau , 1994 )

Giudizio: 9.5/10
E' una odissea che affascina


L'ambizioso progetto di Jeffrey Lau è quello di raccontare nel dittico di cui Pandora's box è il primo episodio, la sua personale e geniale lettura di uno dei classici della letteratura cinese , Viaggio in Occidente, opera del sedicesimo secolo in cui si sotto forma di novella si esalta il valore del buddhismo cinese.
L'operazione , piuttosto impegnativa proprio per la complessità del testo, celata sotto aspetti di fantasia, necessitava di una notevole dose di libertà espressiva oltre che di  grande capacità figurativa , ed il risultato he Jeff Lau è di quelli che rimangono scolpiti nella storia del Cinema.
Considerare il lavoro come un semplice racconto comico e scanzonato ( spinti a ciò dalla prorompente presenza di Stephen Chow) equivale a minarne il reale significato simbolico e cinematografico che costituiscono invece il nucleo pulsante dell'opera: una larghissima parte delle tematiche care al cinema Hkese sono egregiamente esposte , col risultato che Pandora's box è senza dubbio uno degli esempi più importanti per apprezzare a pieno quella cinematografia.

giovedì 7 aprile 2011

Overheard ( Alan Mak , Felix Chong , 2009 )

Giudizio: 7/10
Crime-story tra borsa e grattacieli


La premiata coppia Mak-Chong, nota e apprezzata soprattutto per la trilogia di Infernal Affairs, propone un lavoro per il quale ha ottenuto l'Award HKese per la miglior regia, fedele al loro credo cinematografico: laddove c'erano poliziotti e triadi, qui c'è l'alta finanza senza scrupoli, mare agitato solcato da squali famelici disposti a tutto.
E' proprio in questo ambiente che si svolgono le indagini  della sezione per i crimini commerciali della polizia di Hong Kong, incaricata di tenere sotto controllo una importante azienda finanziaria.
L'ambientazione e il clima della storia lo si capisce subito , dall'avvio , tra vicoli lerci abitati da topi e grattacieli di cristallo in cui il team specializzato si introduce per piazzare cimici e telecamere nascoste.
Nella prima parte la narrazione si incentra sui vari protagonisti di cui vengono tracciati i profili personali, le loro storie private e i rapporti interpersonali, lasciando solo in sottofondo la trama portante della vicenda.

Echoes of the rainbow ( Alex Law , 2010 )

Giudizio: 7.5/10
Hong Kong negli anni sessanta


In una bellissima Hong Kong anni 60 si snoda la storia raccontata da Alex Law in questo Echoes of the rainbow, ed è proprio l'ambientazione , con le misurate venature nostalgiche che contiene, l'aspetto più valido e interessante del film.
La storia è una di quelle che non presentano eroi , ma solo gente comune , alle prese con i problemi di una città che cresce in maniera smisurata, in cui la forbice tra ricchi e poveri si amplia a dismisura: è la fotografia di una famiglia modesta, impegnata a tirare avanti tra sacrifici per assicurare una buona istruzione ai figli, con un padre perennemente chino a riparare e fabbricare scarpe, una madre intrisa di ottimismo, un ragazzo sedicenne  che eccelle nell'atletica leggera ed un marmocchio di 8 anni tanto sveglio e vivace quanto sognatore (vuole essere il primo astronauta cinese) che funge da narratore della storia.

mercoledì 6 aprile 2011

Blind mountain ( Li Yang , 2007 )

Giudizio: 7.5/10
Un mondo buio e senza speranza


Aveva già entusiasmato tutti con l'opera prima Blind Shaft, subito etichettata come epigono del neorealismo cinese più crudo, passata attraverso le traversie della censura, cosa che attribuisce le stigmate di opera gradita agli ambienti festivalieri occidentali, e prosegue sullo stesso binario Li Yang anche con il secondo lavoro, Blind mountain, storia drammatica , grondante tragedia , ambientata nella lontana provincia rurale cinese agli inizi degli anni 90.
La denuncia che in Blind Shaft era rivolta verso il sistema di lavoro nelle miniere, in questo film si rivolge all'usanza, (pare) piuttosto comune ancora oggi in certe zone periferiche dell'enorme paese, del traffico di ragazze da vendere come spose.
In uno sperduto villaggio pedemontano di contadini la giovane Bai Xumei, appena laureata e ansiosa di aiutare econimicamente la famiglia indebitata, viene raggirata e venduta a sua insaputa ad una famiglia di contadini per andare in sposa al figlio maschio.

martedì 5 aprile 2011

Accidental kidnapper ( Hideo Sakaki , 2010 )

Giudizio: 7/10
Il difficile mestiere del padre


Hideo Sakaki è probabilmente più noto per la sua attività di attore avendo partecipato a svariati film di Kitamura, regista di successo , oltre che sopravvalutato all'eccesso; il risultato di questo suo passaggio dietro la macchina da presa è però apprezzabile nel suo complesso, avendo Accidental Kidnapper riscosso un buon successo , in primis al FEFF del 2010, grazie allo stile equilibrato con cui il regista ha saputo costruire una commedia brillante in cui si insinuano venature di altri generi e che evita i forzati rimandi proposti dalla critica a lavori come l'eastwoodiano Un mondo perfetto o al kitaniano L'estate di Kikujiro, solo perchè al centro della narrazione c'è una strana coppia formata da un adulto e un bambino.

lunedì 4 aprile 2011

Rouge ( Stanley Kwan , 1988 )



         Giudizio: 9/10                      
L'amore al di là della morte
                                    
Con Rouge Stanley Kwan, tra i più importanti cineasti del grande cinema di Hong Kong anni 80-90, racconta una storia che vive su un mirabile equilibrio tra melò e ghost story, fusi a creare una atmosfera di spiritualità sovrannaturale capace di fare risuonare forte i sentimenti.
Una storia d'amore epica e drammatica degli anni 30 che si allunga fino ai giorni nostri andandosi a incrociare quasi per caso con un altra storia d'amore molto più convenzionale della moderna Kong Kong: Fleur, cortigiana in un bordello di lusso si innamora di Master 12 , giovane rampollo di una famiglia benestante: tra ambienti ricercati e coloratissimi, opera cinese, vestiti dai mille colori, la loro love story assume subito gli aspetti dell'impossibile, essendo la ragazza invisa alla famiglia del giovane , già promesso ad un altra fanciulla.
Quale modo per perpetuare all'infinito quell'amore se non suicidarsi entrambi giurandosi amore eterno anche nell'altra vita? L'uomo però non riesce ad essere fedele fino in fondo e, all'insaputa di Fleur, sopravvive; quest'ultima, sotto forma di fantasma vestito con gli stessi abiti dell'epoca ricompare ai giorni nostri per incontrare l'amato che , ovviamente non si è congiunto a lei nell'altra vita, e piomberà nella vita di Yuen e Chor.

venerdì 1 aprile 2011

The tree ( Julie Bertuccelli , 2010 )

Giudizio: 6/10
L'albero e la natura


L'opera prima di Julie Bertuccelli, Da quando Otar è partito, aveva stupito e affascinato per la sua leggiadra vena poetica; il suo secondo lavoro, presentato a Cannes nella sezione principale, si mantiene nel solco tracciato dalla regista nell'opera prima: il racconto di una perdita, la sua interiorizzazione e lo sviluppo dell'accettazione.
Occorre però dire subito che il risultato raggiunto non è pari al film precedente, pur mostrando una coerenza narrativa nella quale non si stenta a riconoscere la medesima mano.
Siamo in Australia, e la famigliola protagonista, in apparenza felice ,in cui regna l'armonia, viene lacerata dalla perdita del capo famiglia morto d'infarto sotto gli occhi dei suoi cari; moglie e quattro figli subiranno il colpo ognuno a modo suo e soprattutto la figlia femmina, Simone, non vuole arrendersi alla morte del padre, al punto di credere che esso si sia reincarnato nel gigantesco albero che sovrasta la casa nel mezzo della brulla campagna. Dawn, la moglie del defunto, tenta la risalita dall'abbisso in cui l'ha spinta la morte del marito, ma anch'essa sembra subire quella presenza sovrannaturale e ne rimane condizionata.
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