domenica 17 giugno 2012

Scabbard samurai ( Hitoshi Matsumoto , 2011 )

Giudizio: 8/10
Samurai senza spada, buffone di corte

Un samurai in fuga, senza spada e senza moglie morta di malattia, braccato dagli sgherri del signorotto locale e tampinato da una figlioletta pedante e severa nel ricordargli l'onore perso e i suoi doveri per mettere riparo all'onta, infine catturato e condannato al suicidio rituale per i suoi misfatti; prima di fare ciò però la "clemenza " del signorotto gli concede una ultima chance: riuscire , entro trenta giorni, a far tornare il sorriso al giovanissimo figlio dello shogun, reso ebete e catatonico dalla morte della madre.
Una trama singolare, che si sviluppa su più livelli, sempre in bilico tra burla e dramma, che fa sorridere con la pancia ma che sa commuovere profondamente, questo è il succo del terzo lavoro di Hitoshi Matsumoto, personaggio poliedrico , un po' artista , un po' attore buffonesco, scrittore e personaggio televisivo, tanto simile ad un altro grande maestro del cinema nipponico come Takeshi Kitano, nella sua ecumenica concezione dell'arte.

E a ben guardare qualche sprazzo kitaniano in Scabbard samurai c'è, soprattutto viene da pensare a L'estate di Kikujiro: lì uno yakuza in disarmo e mezzo scemo faceva da tutor improbabile ad un ragazzino alla ricerca dei genitori, qui un samurai dall'aspetto grottesco, ammutolito dal dolore per la perdita della moglie e umiliato dalla perdita della spada, si trasforma in un clown per ridare il sorriso a chi aveva patito un'altra perdita tragica. In comune c'è quella grande simpatia umana che il protagonista porta con sè, una simpatia che nasce da una vita alla deriva nella quale però c'è sempre il tentativo di fargli cambiare il corso fatalmente segnato.
Giocando molto sul ruolo grottesco del samurai e sui suoi improbabili tentativi ridanciani che vanno dagli spaghetti risucchiati col naso al trasformarsi in uomo cannone, ben presto si crea intorno a lui una aura di compartecipazione e di simpatia da parte di tutti, shogun compreso che sembra essere quasi conquistato dalla semplice ingenuità del samurai senza spada e dai suoi goffi tentativi di salvarsi la pelle regalando un sorriso.
Anche la figlioletta, così severa nel ricordare al padre il codice d'onore del samurai, diventa partecipe delle comiche trovate del padre e dello spettacolo che ogni giorno si svolge di fronte alla corte riunita e  finalmente riesce a ritrovare nell'uomo una figura paterna cui aggrapparsi.
Tra commedia e burla, grottesco e dramma il film si chiude con un finale toccante, molto bello, che da un senso mistico alla vicenda e che eleva il samurai senza spada tra i grandi personaggi da ricordare in maniera imperitura nel panorama cinematografico.
Matsumoto da prova di grandi doti da regista: il racconto fila via liscio , piacevole, ben ritmato e ben miscelato nei suoi vari aspetti e generi centrando quasi sempre l'obiettivo di far ridere di gusto e di commuovere, nonostante nella parte centrale sembra un po' troppo adagiarsi in situazioni ripetitive; ma è difetto di poco conto: Scabbard samurai è un gran film, che riesce con semplicità a regalare grandi momenti ed emozioni profonde.
Addirittura sensazionali le prove degli attori, se si considera che si tratta di illustri sconosciuti arruolati nei modi più strani(il protagonista ad esempio) oppure giovanissimi talenti in erba come la ragazzina che ricopre il ruolo della figlioletta del samurai.

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