martedì 26 febbraio 2013

Purge ( Antti Jokinen , 2012 )

Giudizio: 8/10
L'ossessione amorosa che imprigiona una vita 

Regista con una discreta esperienza televisiva e autore di videoclip musicali per molte star della musica internazionale, Antti Jokinen, dopo l'esordio con The Resident, volge lo sguardo alla Storia e alle tragedie private che accompagnano immancabilmente gli eventi bellici; Purge è stato candidato all'Oscar per la Finlandia non rientrando comunque nella short list finale.
Ambientato durante l'occupazione sovietica dell'Estonia e le purghe staliniste che seguirono, il film dipana il suo racconto fino ai giorni nostri e si impernia sulla storia di due donne, vittime entrambe di un passato e di un presente tragico.
Da un lato la vecchia Aliide, dal volto rugoso e impietrito che vive come una eremita in una vecchia casa di campagna, dall'altro la giovane Zara, disperata nelle grinfie della mafia russa che vende il suo corpo riducendola in schiavitù.
Quando per uno strano scherzo del destino le due donne entrano in contatto, fuggiasca la giovane, diffidente e quasi spietata la vecchia, i loro ricordi del passato affiorano raccontati senza parole, immaginati probabilmente, riportati a galla da una subentrate simbiosi tra le due, che scoprono di avere in comune più di quanto sia immaginabile, a partire dalle dolorose esperienza private.

Alps [aka Alpis] ( Yorgos Lanthimos , 2011 )


Giudizio: 7.5/10
La surreale ricerca del surrogato

Chi rimase fulminato da Kynodontas, non potrà fare a meno di vedere Alps l'ultima fatica di Yorgos Lanthimos, regista greco di indubbio talento e bravura, non tanto  perché Alps raggiunge le vette del precedente , ma perché il marchio del regista è assolutamente leggibile e non sfugge in nessun modo. 
Lanthimos è indagatore e disegnatore dei lati più nascosti dell'animo umano, spesso i più detestabili, sicuramente quelli che mostrano una fragilità e una irrazionalità al limite del surreale.
Le Alpi sono montagne maestose, insostituibili, nulla può prendere il loro posto e per tale motivo quattro personaggi che si dedicano ad offrire surrogati di persone morte decidono di dare all'agenzia casereccia questo nome.
Quattro personaggi che si sentono in primis attori di un dramma al quale confidano di dare un minimo di luce attraverso il buio nel quale si trova chi ha subito l'abbandono, ma che ben presto scopriremo essere loro stessi, probabilmente , i personaggi più problematici della storia.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it

venerdì 22 febbraio 2013

Diva / 华丽之后 ( Heiward Mak Hei-Yan / 麦曦茵 , 2012 )

Giudizio: 6/10
Le trappole dello Star System

Ultimo lavoro della ventottenne Heiward Mak, una delle figure più eclettiche ed interessanti del panorama cinematografico HKese, scrittrice e regista che ha collaborato, tra gli altri con Scud e Pang Ho Cheung, Diva è un film che vuole raccontare l'ambiente artistico-musicale di Hong Kong, ricco di una tradizione e di una ecletticità che ha regalato personaggi ormai storici, ricchi di quella completezza artistica che consentiva di spaziare dal cinema alla canzone, dal ballo alla pubblicità.
La storia che Mak mette in piedi si basa su due cantanti, una all'acme della carriera , J, l'altra ,Red, che sta iniziando il suo cammino nello star system; in mezzo a loro il fulcro del racconto, l'impresario Man che è stato l'artefice del successo della prima e che intravede nella seconda un'altra gallina dalle uova d'oro.
Per entrambe le donne , seppure in fasi diverse della carriera, si materializzano quelli che sono i fantasmi che stanno sempre in agguato nel mondo dello spettacolo: crisi di identità artistica, consapevolezza delle rinunce subite, impossibilità di una vita normale al di fuori dei palcoscenici, ambiente abitato da predoni sempre pronti a saltarti addosso.

mercoledì 20 febbraio 2013

Headshot ( Pen-Ek Ratanaruang , 2011 )


Giudizio: 7/10
Com'è il mondo sottosopra ?

Guardare il mondo sottosopra offre nuove prospettive e soprattutto impone una maggiore attenzione nel posare lo sguardo e decifrare un universo che si specchia: questo dice Tul, poliziotto divenuto sicario e poi fuggiasco che in seguito ad un colpo di pistola ricevuto in testa si risveglia da un coma lungo tre mesi con questa nuova visione del mondo.
Intorno a questo evento al limite del fantascientifico, Pen-Ek Ratanaruang imbastisce un racconto che sta a metà strada tra il noir e l'indagine esistenzialista: la storia del killer ex poliziotto, ora braccato da nemici oscuri che lo vogliono morto, diventa un pretesto per raccontare le riflessioni che il protagonista che vede il mondo coi piedi in aria  mette in atto per dare un senso ad una vita da fuggiasco e che vorrebbe lasciare tutto alle spalle per adagiarsi nella pace meditativa buddhista che comunque gli eventi gli precludono.

lunedì 18 febbraio 2013

Captive (Brillante Mendoza , 2012 )


Giudizio: 6.5/10
Una odissea lunga un anno

Brillante Mendoza prende spunto da un evento di undici anni fa per raccontare la lotta per la sopravvivenza di un gruppo di rapiti in frequente confronto coi rapitori. Film ben fatto ma che manca di calore.
Presentato alla Berlinale del 2012 e uscito nelle sale soltanto in Francia e Filippine e pochi altri paesi, giunge sugli schermi italiani Captive di Brillante Mendoza, lavoro che prende spunto da un fatto avvenuto undici anni orsono nell'arcipelago delle Filippine , dove un gruppo di guerriglieri islamici rapì un gruppo di persone tra le quali alcuni occidentali impegnati in missioni umanitarie.
Il film è il racconto condensato in due ore di un'odissea durata un anno tra fughe in mare e lunghe peregrinazioni nella foresta.
Mendoza cerca anche in un lavoro tutto sommato atipico per lui di mantenere quel profilo incentrato sul realismo che contraddistingue il suo modo di intendere il racconto cinematografico: operazione che per larga parte riesce , ma che offre un risultato piuttosto convenzionale, privo di quegli spunti , a volte fortemente spiazzanti, cui il cineasta filippino ci ha abituati.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it

domenica 17 febbraio 2013

Lost in Thailand / 人再囧途之泰囧 ( Xu Zheng / 徐峥 , 2012 )


Giudizio: 7.5/10
La piccola commedia che sbanca

Lavoro dal budget modestissimo di solo 2 milioni di dollari, Lost in Thailand è risultato il primo film cinese ad incassare in patria oltre 1 miliardo di yuan , superando nelle classifiche degli incassi colossi quali Titanic; massima produttività quindi per un film nato piccolo ma che ha riscosso grandissimo successo, a dimostrazione che spesso la qualità può rivaleggiare con i budget infiniti.
Il motivo di ciò è facilmente comprensibile: storia divertente, genere da commedia brillante condito con un po' di azione, fitto di dialoghi che strappano la risata, situazioni ingarbugliate, qualche strizzatina d'occhio ad aspetti sociali; un film intelligente insomma che pur non accampando pretese si lascia vedere piacevolmente.
E' la storia di due manager di successo, in perenne lotta tra di loro per ottenere i favori del capo che si contendono una preziosissima scoperta tecnologica che potrebbe sbaragliare il mercato delle fonti energetiche rinnovabili; per fare ciò debbono recarsi entrambi in Thailandia dal loro capo in ritiro spirituale presso un monastero buddhista.

The Guillotines / 血滴子 ( Andrew Lau Wai-Keung / 劉偉強 , 2012 )


Giudizio: 7/10
Ghigliottine volanti contro fucili

Dopo un lungo periodo di lavorazione, tra ritocchi alla sceneggiatura a più mani e lentezze produttive, vede la luce uno dei film più attesi degli ultimi anni: Andrew Lau regista e Peter Chan produttore formano una coppia che evoca più o meno recenti fasti cinematografici, motivo per cui l'attesa per l'uscita del loro lavoro era più che giustificata; a ciò si aggiunga che The Guillotines si serve anche del 3D e che il titolo del film richiama a classici della gloriosa Shaw Brothers , chiaro che le aspettative riposte nella pellicola erano consistenti.
La storia si inserisce nel filone dei film storico-epici, ambientata nella Dinastia Qing all'inizio del regno Qianlong che durerà 60 anni e che traghetterà la Cina verso la modernità spinto dalle innovazioni di origine occidentale che si andavano affermando nell'Impero.
Questa è proprio la motivazione per la quale il giovane Imperatore decide di mettere fine alla attività della squadra segreta delle Ghigliottine, un piccolo esercito semisegreto che si era occupato fino ad allora di eliminare gli avversari della corte mancese.
Inviati alla ricerca di Tianlang, ribelle di origini Han che difende gli oppressi, metà profeta , metà guerriero formidabile, i componenti delle Ghigliottine si troveranno presto tra due fuochi: i ribelli da un lato e le forze governative dall'altro che hanno il compito di annientarli.

venerdì 15 febbraio 2013

Just the Wind ( Benedek Fliegauf , 2012 )


Giudizio: 8/10
L'ultimo giorno di vita

"E' stato il vento, dormi…" , sono le ultime parole che precedono di qualche minuto il drammatico finale, fatto solo di buio , di lampi nella notte e di grida: quel vento però inizia a soffiare lento fin dall'inizio del film, monta costantemente, avvolge la storia di colori lugubri e di tenebre nelle quali si muovono con angoscia crescente i protagonisti del racconto.
Una storia in cui sembra già tutto scritto e che vive nell'attesa del suo epilogo, in cui le ombre si muovono guardinghe e in cui i tre protagonisti hanno il loro destino scritto in faccia: la faccia di che vive nella discriminazione e nella paura, di chi non osa guardare dritto negli occhi,di chi affronta il clima di odio che li circonda con rassegnazione e qualche colpo di coda dell'istinto di sopravvivenza.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies

giovedì 14 febbraio 2013

Chinese Zodiac [aka CZ12] / 十二生肖 ( Jackie Chan / 成龙 , 2012 )

Giudizio: 6/10
Jackie Chan-Indiana Jones ( o James Bond ? )

Campione di incassi in questo frangente della stagione cinematografica in Cina, Chinese Zodiac è l'ultima fatica di Jackie Chan che in questo lavoro fa praticamente tutto: regista , sceneggiatore, attore, produttore e che annuncia in maniera un po' ambigua che questo sarà l'ultimo film d'azione in cui reciterà; probabilmente i 58 anni cominciano a farsi sentire anche se dobbiamo riconoscere che anche stavolta non risparmia energie e rischi mostrando una forma ancora brillante.
In effetti Chinese Zodiac è un film d'azione classico, un po' Indiana Jones, un po' James Bond che vive essenzialmente sulla spettacolarità indubbia di alcune situazioni in perfetta scia delle pellicole precedenti di cui costituisce un ideale  sequel ( Armour of God e Armour of God II: Operazione Condor).
E' il racconto di una caccia ai tesori del Palazzo d'Estate di Pechino saccheggiato dalle forze armate occidentali in occasione della Guerra dell'Oppio che portò alla distruzione di inestimabili capolavori e alla scomparsa di preziose opere d'arte.

mercoledì 13 febbraio 2013

Bad Romance / 花为眉 ( Francois Chang / 张凡夕 , 2011 )

Giudizio: 6.5/10
Lady Gaga e tante griffe

La suoneria del cellulare (rigorosamente iPhone) suona ininterrottamente Bad Romance di Lady Gaga in lungo e in largo per tutto il film; gli amanti si dedicano Bad Romance nei locali, cantata da improvvisati chitarristi in stile fraschetta romana, passano gli emblemi delle più importanti griffe di moda italiane, giovani studiano il francese e  dialogano nella lingua di Victor Hugo, Pechino , molto defilata e sufficientemente anonima, conformata allo stile occidentale, offre la sua immagine più glamour in cui non c'è più spazio per le bacchette per mangiare ma solo per vini rossi (probabilmente francesi); in questo scenario si muovono, spesso come anime vaganti, sette personaggi che cercano di colmare la loro solitudine con l'amore e che , simbolicamente , si incontreranno per un attimo fuggente, quasi onirico in un finale che lascia poco spazio per la luce, nonostante l'ostentato luccichio che deriva da uno stile di vita che guarda ad ovest come al modello principe.

Promised Land ( Gus Van Sant , 2012 )


Giudizio: 4.5/10
Il lavaggio della coscienza

La Terra promessa è la vasta campagna della Pennsylvania sotto la quale giacciono immense riserve di gas naturale su cui le compagnie petrolifere hanno messo gli occhi; in una comunità rurale che mostra tutti gli stereotipi americani cinematografici e non  giunge Steve, incaricato di raccogliere terreni su cui dare l'avvio alle ricerche e allo sfruttamento del gas.
In un'epoca in cui anche i trattori si comprano facendo i buffi alimentando una vita grama, l'inviato della compagnia pensa di portare la possibilità per un futuro migliore, che come americanamente sappiamo ha il suo prezzo.
Coadiuvato dalla sua collega Sue scopre che forse è più produttivo presentarsi affabili e amiconi piuttosto che professionali, soprattutto quando di fronte c'è una minuscola cellula ambientalista che sparge dubbi e paure su una popolazione di per sè è già poco sicura e sfibrata da anni di vacche magre.
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domenica 10 febbraio 2013

Useless / 无用 ( Jia ZhangKe / 贾樟柯 , 2007 )

Giudizio: 8/10
Industria, moda e piccoli sarti

Dopo l'assegnazione del Leone D'Oro a Venezia nel 2006 Jia Zhang Ke è tornato  nell' ambito documentaristico che era stato il suo primo interesse nel mondo del Cinema.
Useless vede la luce l'anno dopo il trionfo veneziano, quando ormai tutti, anche i più scettici, spesso aprioristici verso certo cinema cinese, ne avevano riconosciuto le grandi doti di cineasta.
Attraverso un racconto che parte da Guangzhou e finisce nella natale Fenyang, passando attraverso le luci dei palcoscenici artistici-modaioli dei Parigi, Jia Zhang Ke affronta il tema dell'industria tessile in senso lato, uno dei perni più solidi della nuova economia cinese.
Dapprima la telecamera a scrutare i gesti, le facce e la quotidianità di un grande complesso tessile nel quale si producono i primi tentativi di griffe made in China; poi l'occhio posato su uno dei personaggi cinesi più interessanti e più quotati nel campo artistico e della moda, anche oltre i confini nazionali: la stilista MaKe che cerca di coniugare arte e moda basandosi sul concetto di inutilità ("Inutile " si chiama infatti la sua linea di moda) attraverso la manipolazione degli abiti e la loro trasformazione in oggetti vissuti ancora prima che vedano la luce nelle esposizioni; infine il ritorno nello Shanxi, nella natale Fenyang dove le sartorie artigianali subiscono la caduta delle attività locali in favore di una globalizzazione del lavoro che costringe ad abbandonare ago e filo e a indossare il casco da minatore.

giovedì 7 febbraio 2013

Girlfriend Boyfriend [aka Gf*Bf] / 女朋友。男朋友 ( Yang Ya Che / 楊雅喆 , 2012 )

Giudizio: 7.5/10
Amicizia e amore in lotta

Alla sua seconda prova come regista Yang Ya Che colleziona già una nomination al Golden Horse Taiwanese per il suo film Girlfriend Boyfriend: riconoscimento meritato perchè non solo di opera valida si tratta , ma anche perchè pone in luce in maniera prepotente le grandi capacità del regista che sa ben articolare la sua storia con tempi  azzeccati e con tematiche interessanti.
E' il racconto di una storia di amicizia e amore che si dipana lungo più di venti anni, con un epilogo ambientato ai giorni nostri che chiude il cerchio in maniera adeguata.
Mabel ,Aaron e Liam sono tre ragazzi nati e cresciuti nella stessa città, che percorrono la loro vita parallelamente sin dai tempi della scuola; le pulsioni amorose che ingarbugliano la loro relazione scandisce i tempi delle loro esistenze portando alla luce la loro personalità e le loro aspirazioni, sullo sfondo di una Taiwan che passa dall'ossessione anticomunista indotta dalla Cina Polpolare fino ai moti studenteschi per la richiesta di maggiore democrazia.

martedì 5 febbraio 2013

Zero Dark Thirty ( Kathryn Bigelow , 2012 )


Giudizio: 6/10
Documento storico, Cinema zero

Il decennio che ha aperto il Terzo Millennio è stato per gli Stati Uniti d'America uno dei più drammatici: dall'11 settembre 2001 al 2 maggio 2011 il Paese ha vissuto con l'ossessione di liberarsi del Diavolo dal volto di Bin Laden e la sua uccisione è stata vissuta come la fase terminale di un grande processo di esorcizzazione.
Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow è il racconto di questa ossessione durata dieci anni, vista con gli occhi del'agente Cia Maya, personaggio in gran parte di fantasia, ma sotto il quale si cela probabilmente qualche persona reale, che con la sua tenacia e la sua intuizione ha portato all'operazione che ha annientato il capo di Al Qaeda.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it

domenica 3 febbraio 2013

Another year ( Mike Leigh , 2010 )

Giudizio: 7/10
La ricerca della felicità

L'ultimo lavoro di Mike Leigh, senza dubbio il rappresentante di punta del cinema indipendente inglese, è stato considerato nel 2010 uno dei lavori più belli dell'annata cinematografica: in effetti Leigh mostra ancora una volta, dopo avere ricevuto vasti riconoscimenti in tutti i Festival più prestigiosi, di essere un grande scrittore di Cinema prima ancora che un regista apprezzato.
Another Year si basa su un testo molto bello , probabilmente poco funzionale ad una rappresentazione cinematografica, quasi un lavoro ad impronta teatrale in cui , come sempre, Leigh guarda con occhio acuto e al tempo stesso compassionevole alcuni aspetti del nostro vivere: quello che maggiormente risalta è proprio l'assoluta centralità delle figure umane che vivono nel film, al punto che tutto il racconto poggia su una trama esilissima quasi nulla che si impernia solo sullo scorrere del tempo scandito dalle stagioni.
In un anno assistiamo al racconto dell'esistenza di un gruppo di persone che ruota intorno alla figura centrale costituita da una coppia piccolo borghese di sessantenni, l'unica che all'apparenza si gode una vita tranquilla e serena , ricca delle sue piccole soddisfazioni.

venerdì 1 febbraio 2013

The Grandmasters [aka The Grandmaster] / 一代宗师 ( Wong Kar Wai / 王家卫 , 2013 )


Giudizio: 8.5/10
L'attesa non è stata vana...

Finalmente vede la luce il tanto atteso ultimo lavoro di Wong Kar Wai: uno sguardo defilato e intenso sul mondo delle arti marziali; tra tempo che passa inesorabile e personaggi incompiuti, la poetica di Wong regala un lavoro che carpisce.
Era il 2002 quando Wong Kar Wai ed il fido Tony Leung Chiu Wai informarono il mondo cinematografico che era in cantiere un opera sulla figura di Ip Man e sul mondo delle arti marziali.
Da allora tanta acqua è passata sotto i ponti, confermando la proverbiale lentezza prossima allo sfinimento con la quale il grande regista affronta i suoi progetti: rinvii, pillole di notizie e di indiscrezioni, trailers rilasciati col contagocce, tutto a creare un clima quasi spasmodico intorno all'uscita di The Grandmasters, finalmente avvenuta in Cina ai primi di Gennaio e in attesa del palcoscenico europeo in occasione dell'imminente Festival di Berlino.
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Mr and Mrs Gambler / 爛賭夫鬥爛賭妻 ( Wong Jing / 王晶 , 2012 )

Giudizio: 6.5/10
Chapman e Fiona: coppia perfetta

Nel 2012 Wong Jing ha diretto 3 film , più la sceneggiatura di un quarto, spaziando in tutti i generi, come è sua consuetudine da un po' di tempo: Mr and Mrs Gambler è l'unica commedia tra questi, genere in cui il regista si è cimentato sin dagli inizi, passando per la collaborazione con Stephen Chow.
La commedia in stile HKese, che ricordiamolo vanta lavori ed autori di grande rilievo nella sua lunga lista cinematografica, si arricchisce con Wong Jing di un pizzico di demenzialità che spesso non guasta e che fa di questo lavoro il classico esempio di cinema popolare d'intrattenimento.
La storia gira intorno a due personaggi scommettitori maniacali che per puro caso incrociano le loro strade e naturalmente questo non può che portare ad una situazione esplosiva; poi siccome l'amore è cieco ma fino ad un certo punto i due diventano marito e moglie e da quel momento la fortuna sembra girare dalla loro parte.
Lui diventa un attore , lei la direttrice di un casinò (pensa tu...), entrambi diventano genitori ma il tarlo delle scommesse è duro a morire e i guai non se ne vanno mai da soli senza lasciare traccia.
Il finale si adagia un po' sulla commedia romantico-sentimentale e come tutte le commedie che si rispettino non può che andare a finire in un certo modo.
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