domenica 17 novembre 2013

Seventh Code ( Kurosawa Kiyoshi , 2013 )


Giudizio: 6/10
La metamorfosi femminea secondo Kurosawa

Vladivostok, città di frontiera, periferico lembo della Russia che sembra volersi lanciare verso l'estremo oriente asiatico, una giovane giunta da Tokyo è alla affannosa ricerca di un uomo; quando riesce ad incontrarlo gli ricorda di un incontro fugace in un locale di Tokyo, lui non sa di cosa lei parli.
Chi sarà questa donna? Una in preda ad una ossessione amorosa? Una stalker? Nonostante il rifiuto e i vari guai che le accadono  e nonostante la raccomandazione dell'uomo "Stai attenta ai Russi" , la ragazza non si da per vinta e riuscirà a intercettarlo nuovamente.
Finale che scivola sui più classici canoni da spy story con sottofinale musicale.

Riesce difficile, a prima vista credere che il regista di questo breve lavoro (soli sessanta minuti) sia uno di quei cineasti dallo stile assolutamente rigoroso e coerente quale Kurosawa Kiyoshi: c'è poco o niente di lui in questo racconto di metamorfosi femminea, al punto che il tutto appare quasi una prova di regia con la quale testare  le doti dell'attrice ventiduenne Maeda Atsuko, della quale il regista stesso ha intessuto lodi sperticate, cui concede, nel sottofinale, uno spazio canoro quasi incomprensibile.
E' proprio la metamorfosi della ragazza nel corso del racconto l'aspetto più interessante, insieme all'ambientazione russa di frontiera, ma a parte ciò la storia appare fin troppo debole.
Potrebbe questa prova , a metà strada tra il divertissement e la sperimentazione, aprire un nuovo capitolo nel panorama del cinema di Kurosawa, anche alla luce del mediometraggio che ha presentato in una rassegna collaterale al Festival di Roma , molto simile in questo senso a Seventh Code?
Lo vedremo nei prossimi lavori del regista, di sicuro Seventh Code lascia un misto di amaro in bocca e di curiosità.

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