venerdì 27 dicembre 2013

Mystery / 浮城谜事 ( Lou Ye / 娄烨 , 2012 )

Giudizio: 7/10
Triangolo metropolitano con delitto

Decaduto il ban quinquennale cha aveva seguito la stesura di Summer Palace, Lou Ye, uno dei cineasti cinesi di punta della Sesta generazione, ritorna a girare un film nella madre patria, seppur finanziato e prodotto con capitali francesi sempre molto sensibili ai registi scomodi per Pechino.
Il lavoro di Lou Ye , che ha ricevuto il massimo riconoscimento all'Asian Film Awards di Hong Kong nel 2013, non sembra inserirsi in quel contesto narrativo tipico del regista cinese: Mystery, come preannuncia il titolo internazionale che si allontana abbastanza dal titolo originale, è infatti un thriller, seppur abbastanza atipico, molto più conforme forse ad un noir metropolitano, in cui si racconta la storia di un triangolo amoroso che si sviluppa in un contesto di realtà parallele: Yongzhao infatti accanto alla sua regolare vita matrimoniale ha in piedi una seconda storia con un'altra donna con tanto di figlio.
Un incidente stradale tanto drammatico quanto misterioso apre il film e da il la al racconto in cui le due esistenze dell'uomo entrano pericolosamente in contatto fino a deflagrare.

giovedì 26 dicembre 2013

War [ aka Voyna ] ( Aleksei Balabanov , 2002 )

Giudizio: 8.5/10
Il Sergente Ivan, fratello gemello di Danila

La Guerra Cecena, storicamente suddivisa in due fasi che complessivamente si protrassero per 15 anni con una breve pausa, costituisce per la Russia, insieme alla invasione in Afghanistan, uno dei momenti storico-sociali più importanti degli anni che hanno seguito la fine della Guerra Mondiale; sulle problematiche derivate dalla guerra si innestarono quelle della profonda trasformazione sociale di una paese appena uscito dall'esperienza comunista e dalla dissoluzione dell'URSS.
Al contrario però delle esperienze belliche occidentali, americane in particolare, che hanno influenzato il Cinema in maniera spesso propagandistica e dozzinale, la Russia ha trovato il suo cantore di guerra in Aleksei Balabanov, regista che non conosce retorica, capace con la sua scarna ed essenziale forza narrativa di raccontare in War un episodio avvenuto durante la seconda guerra cecena.
Tutto il film è di fatto una lunga intervista ad un reduce della guerra, il sergente Ivan il quale ricorda dapprima la prigionia tra le montagne in mano ai ribelli ceceni quando nel suo stesso villaggio furono condotti due inglesi da usare come ostaggi per ottenere il riscatto dalla banda .

lunedì 16 dicembre 2013

Dead Men's Bluff [ aka Zhmurki ] ( Aleksei Balabanov , 2005 )

Giudizio: 8/10
Prima erano gangster gaglioffi poi oligarchi

All'inizio è una sintetica, brillante e pragmatica lezione economica, alla fine è il risultato di un processo quasi spontaneo, una specie di selezione naturale, nel mezzo quasi una descrizione di un modello economico, forse non particolarmente nuovo, che ha fatto della Russia un paese capitalista a tutti gli effetti.
Questo è il film di Aleksei Balabanov Zhmurki, black comedy demenziale con involontari momenti a metà strada tra Tarantino e i Fratelli Coen: una storia esile che si snoda intorno a una valigetta scambiata e rubata che funge da pretesto per mettere in piedi il teatrino del potere mafioso prima e degli oligarchi poi.
"All'inizio serve un capitale di partenza, quello è il problema, perchè poi tutto può accadere", queste le parole dell'insegnante in classe che fa riferimento proprio alla Russia degli anni 90 come modello della sua teoria.
Basta avere i soldi per partire, poi non serve nè etica nè morale, tanto meno serve la legge, perchè nella Russia di quegli anni la cosa più semplice è farsi strada a colpi di pistole.

sabato 14 dicembre 2013

Unbeatable / 激戰 ( Dante Lam / 林超贤 , 2013 )

Giudizio: 7.5/10
Quando i cazzotti fanno bene

In una Macau scintillante ma con scorci che richiamano l'Exiled di JohnnieTo, Dante Lam ambienta il suo nuovo lavoro, un racconto fatto sì d'azione, genere di cui è indubbio esponente di punta, ma anche di storie personali ben delineate.
Nella ex colonia portoghese si incrociano infatti le strade e le esistenze profondamente segnate di tre personaggi: il giovane Lin il cui padre ha visto sfumare in un attimo la sua fortuna economica e affoga nell'alcool, Fai, ex campione di boxe inseguito dai creditori e Wang , una donna dilaniata da una tragedia famigliare che vive con la figlioletta di dieci anni Puidan e presso cui Fai, in fuga da Hong Kong va a vivere in affitto.
Quest'ultimo trova aiuto nel vecchio amico Tai che lo fa assumere in una palestra come insegnante di ginnastica; qui incontra Lin intenzionato a voler partecipare al MMA Championship un torneo di una specie di boxe fatta di cazzotti, calci e prese; Fai diventa il mentore del ragazzo rivedendo in lui se stesso giovane prima di rovinarsi la carriera con un match combinato e riesce nel contempo a rompere il muro di indifferenza e di avversione che Wang e la figlioletta provano verso di lui. 

Still Life ( Uberto Pasolini , 2013 )

Giudizio: 9/10
La sottile linea che separa la vita dalla morte

John May è un oscuro impiegato comunale dell'hinterland londinese, il suo lavoro è rintracciare i parenti dei defunti e organizzare le loro esequie quando il morto non è reclamato da nessuno; in una città ordinata, silenziosa, quasi disabitata si muove con solerzia e puntiglio, seguendo il suo metodo; è un uomo solo, che vive per il suo lavoro, una esistenza che per taluni potrebbe definirsi insignificante; ma John May possiede la tenacia e la forza della solidarietà, studia i i morti, ricostruisce le loro esistenze dalle poche cose che trova nei loro appartamenti, stabilisce una sottile ma fortissima linea spirituale con il defunto che lo porta persino a scrivere le loro orazioni funebri e ad assistere , da solo, alle funzioni religiose funebri.
L'ultimo caso che deve affrontare prima di essere licenziato (anche nella perfida Albione le ristrutturazioni aziendali colpiscono a forza di accettate) lo impegna in modo particolare: l'uomo morto è un suo dirimpettaio di casa, mai visto, mai conosciuto, mai sfiorato in un'epoca in cui i rapporti umani sono sempre più labili e in disfacimento.

venerdì 13 dicembre 2013

Brother 2 [ aka Brat 2 ] ( Aleksei Balabanov , 2000 )

Giudizio: 8.5/10
Il nostro (anti)eroe vola in America

Tre anni dopo Brat , e con in mezzo Of Freaks and Men, Aleksei Balabanov torna a raccontarci le gesta del suo (anti)eroe patriotta e assetato di giustizia e ,cosa più unica che rara, riesce nell'incredibile risultato di dirigere un sequel che risulta anche migliore del primo.
E' passato un anno da quando Danila si è trasferito a Mosca dove vorrebbe studiare Medicina " per aiutare gli altri", qui ha incontrato due suoi ex commilitoni con i quali ha salvato la pelle nella sporca guerra; allorquando partecipano ad un programma TV in cui ricordano i tempi della guerra, Balabanov ci assesta il primo colpo di teatro ironico e maldestro: davanti alla Tv vediamo Viktor, il fratello grande intento a ingurgitare vodka con la madre accanto che lo apostrofa nello stesso modo in cui fece con Danila all'inizio di Brat; Viktor non ci pensa due volte e raggiunge il fratello a Mosca. Americani e Russi nel frattempo hanno preso a fare "affari" insieme: da una parte l'oligarca moscovita , dall'altra il magnate americano ed in mezzo l'hockeysta russo della NHL raggirato dal faccendiere americano.

giovedì 12 dicembre 2013

The Love Songs of Tiedan / 美姐 ( Hao Jie / 郝杰 , 2013 )

Giudizio: 7.5/10
La tradizione dell'Erren Tai

Opera seconda del giovane regista cinese indipendente che già con Single Man aveva ricevuto riconoscimenti e giudizi positivi, The Love Songs of Tiedan è un racconto che si snoda nell'arco di alcuni decenni partendo dagli anni 60, in piena Rivoluzione Culturale, che vuole anzitutto essere un omaggio del regista alla sua terra natale, lo Shanxi, regione del Nord della Cina vicina alla Mongolia interna, di cui dipinge un divertente e appassionato ritratto attraverso gli usi ed i costumi, soprattutto l'Erren Tai, rappresentazione canora folk tipica delle regioni del nord e i bellissimi paesaggi spesso folgoranti cartoline di spazi sterminati.
Tiedan è un ragazzino che nutre una passione morbosa per Sister Mei , la partner del padre nelle rappresentazioni canore, rigorosamente vietate durante la Rivoluzione Culturale; il ragazzino stravede per la donna al punto di promettersi come suo sposo quando sarà grande.
Gli avvenimenti poi porteranno Sister Mei lontano, verso la Mongolia e ritroviamo quindi Tiedan un decennio dopo, ormai cresciuto, che ha coltivato la passione del canto tramandatagli dal padre nel frattempo divenuto cieco. Quando Sister Mei ricompare con al seguito le sue tre figlie in fiore Tiedan per una sorta di transfer sentimentale si innamora della figlia maggiore. Da lì nel corso degli anni che passano vedremo il ragazzo perdere l'amata scippata da uno sposo mongolo, il matrimonio, quasi consolatorio, con la sorella mediana , muta e infine il suo lanciarsi nel mondo canoro folk in una compagnia errante che rappresenta storie tradizionali e leggende in lungo e largo per le regioni del nord.

martedì 10 dicembre 2013

Of Freaks and Men ( Aleksei Balabanov , 1998 )

Giudizio: 7.5/10
Pornomani , freaks e l'alba del cinema

Inizio ventesimo secolo, in una San Pietroburgo dove la forza tumultuosa della modernità e dell'incalzante capitalismo che sta assorbendo tutta l'Europa, emblematicamente rappresentata da primordiali veicoli a motore che solcano il fiume e i ponti della città, Aleksei Balabanov ambienta un altro capitolo della sua rassegna cinematografica sull'aberrazione umana.
E' l'alba del cinema inteso come arte visiva , derivazione naturale della fotografia, e il regista russo ci racconta una storia in cui psicopatici ed esaltati, registi in erba e produttori senza scrupoli pongono le basi dell'industria cinematografica: ossessione per qualcuno, interesse per qualcun altro il loro ambito è la nascente industria pornografica; fin qui nulla di particolare se non che i protagonisti di questa storia sono tutti più o meno cooptati con il raggiro se non quando con la cieca violenza e il sopruso , mentre quello che sembra essere solo un prurito che cova sotto le ceneri del puritanesimo di fine 800 si trasforma presto in una trappola micidiale. Ma l'interesse dei pornomani è rivolto anche verso i "diversi", i freaks di browningiana memoria, siano esse donne cieche che scoprono le pudenda, siano essi gemelli siamesi usati come fenomeni da baraccone.

lunedì 9 dicembre 2013

Brother [ aka Brat ] ( Aleksei Balabanov , 1997 )

Giudizio: 8/10
La nascita di un (anti)eroe

E' questo il lavoro probabilmente più famoso di Aleksei Balabanov, quello che lo fece conoscere anche al di fuori della Russia e dei circuiti festivalieri, forte anche di una certa "convenzionalità" narrativa che apparentemente fa si che il film possa essere catalogato come un noir.
Se è vero che Brat si rifà in parte a modelli narrativi più lineari, come sempre nel cinema del regista russo c'è molto di più dietro alla storia, c'è l'istantanea di un Paese appena uscito dal Comunismo nel quale la logica dell'etica è praticamente assente.
L'ascesa del giovane  Danila nell'ambiente malavitoso va di pari passo con la creazione dell'epica di un (anti)eroe, così romantico ma anche così oscillante tra il bene ed il male come un eroe di Dostoevskij. Danila , appena congedato da un esercito che ancora si lecca le ferite dell'umiliazione afghana, non ha nulla di meglio da fare che inseguire il fratello più grande che vive a San Pietroburgo ( o Leningrado come sovieticamente ogni tanto la sentiamo chiamare), millantandosi uomo d'affari, in realtà killer di mezza tacca che si dibatte tra mafiosi ceceni e russi.

venerdì 6 dicembre 2013

Cargo 200 ( Aleksei Balabanov , 2007 )

Giudizio: 9/10
Era la seconda metà del 1984 ...

" Era la seconda metà del 1984" , ci tiene a ricordarlo Aleksei Balabanov alla fine del suo lavoro, ci tiene perchè questo è il suo film sul 1984 in URSS, costruito intorno ad un episodio di cronaca vero, ma che è molto di più di una nuda cronaca filtrata dall'occhio di un cineasta mai convenzionale e che va dritto al cuore e alle viscere; è il suo dipinto livido e lercio di un pezzo di storia che ha segnato la vita di molti.
Cargo 200 non è un film forte, disturbante, eccessivo, è la lucida memoria di chi sa leggere gli eventi e li sa raccontare con una immediatezza e una profondità che hanno pochi eguali, è la certificazione della definitiva decomposizione di un gigante che olezza sempre più e che riempie tutto di larve e mosche, un gigante cui resta null'altro da fare che accogliere le bare zincate dei morti in Afghanistan (in surreali e grottesche scarpe da ginnastica bianche); tutto intorno una umanità che ha perso ogni minima regola etica e morale , che asseconda la discesa nel baratro con la cattiveria e l'ignominia che neppure dei mostri clonati possano avere. Non c'è un eroe positivo in questo Cargo 200, c'è solo bassezza e degradazione: poliziotti psicopatici e torturatori che sfruttano la divisa ed il ruolo per incutere terrore, ex galeotti che filosofeggiano su Campanella e la sua Città del Sole, giovani sbandati privi di ogni obiettivo che non sia il denaro, giovani donne che sanno solo gridare la loro influente paternità, vendicatrici silenziose e abbrutite dal disprezzo e dall'inedia, professori universitari che proteggono i loro piccoli privilegi fatti di qualche salame e qualche bottiglia in più.

giovedì 5 dicembre 2013

The Stoker [aka Kochegar] ( Aleksei Balabanov , 2010 )

Giudizio: 8/10
L'eroe di guerra e il cecchino

Il Compagno Maggiore dell'esercito è un eroe della guerra in Afghanistan, un uomo che viene dalla Yacuzia, una delle tante regioni della periferia dell'ex impero sovietico; ora sbarca il lunario come fuochista in un fatiscente ed enorme edificio alla periferia di San Pietroburgo, innevata e livida. Nel fuoco di tanto in tanto ci finiscono anche i cadaveri di coloro che incappano nelle maglie della mafia russa e a recapitare i morti è un Sergente, ex commilitone del fuochista , ora killer e faccendiere malavitoso con cui il Maggiore scambia fugacemente ricordi di guerra.
L'unica altra attività dell'uomo è quella di novello scrittore: con una macchina da scrivere arcaica , un tasto battuto alla volta con un solo dito, sta scrivendo una novella ambientata nella sua terra natale, racconto di violenze e soprusi perpetrati dai Russi.
La sua apparente indifferenza verso ciò che vede, subisce un improvviso arresto allorquando nei forni viene recapitato un cadavere non come tutti gli altri.

Me Too ( Aleksei Balabanov , 2012 )

Giudizio: 7.5 /10
La landa ghiacciata desolata, il campanile e la felicità

Il Campanile diroccato si staglia al centro di una pianura ricoperta di neve e ghiaccio, costellata di morti abbattuti da una tempesta radioattiva e di persone che il campanile ha rifiutato: o ci si dissolve in fumo verso la felicità o si muore; non c'è possibilità di ritorno da quel lembo di terra che sembra il confine di un mondo in disfacimento. Questa è la meta e l'epilogo, bellissimo e poetico, del viaggio di un manipolo di persone che cercano la felicità: un ubriacone ex militare, suo padre, un criminale incallito, un musicista che sembra uscito da un film di Kaurismaki e una prostituta, personaggi simbolo di una società al bordo del baratro, che osserva il proprio dissolvimento e si affida alla estrema risorsa dell'istinto di sopravvivenza.
E' il viaggio che Aleksei Balabanov racconta in questo suo ultimo film, testamento tristemente e teneramente profetico nel suo finale quando il regista  ci mette se stesso nella misteriosa terra ghiacciata di fronte al campanile.

mercoledì 4 dicembre 2013

Sophie's Revenge / 非常完美 ( Eva Jin / 金依萌 , 2009 )

Giudizio: 6.5/10
La commedia della vendetta

Ambiziosa produzione multinazionale diretta da Eva Jin, che è anche la sceneggiatrice , Sophie's Revenge è probabilmente il lavoro che meglio di ogni altro mostra il volto del nuovo cinema commediaiolo commerciale cinese: riferimenti molto occidentali, in particolare la commedia romantica americana, tematiche poco originali ma di sicuro effetto, cast , anche tecnico, di primo ordine con collaborazioni panasiatiche.
Tutti elementi che ben miscelati e manipolati portano al sicuro successo commerciale, in buona parte supportato anche da una certa qualità ,ma che pongono un inquietante  interrogativo: anche nel cinema cinese la globalizzazione riesce ad azzerare quelle che sono tematiche e tradizioni peculiari?
Eva Jin è forse la meno indicata , tra i registi, a farsi portabandiera della tradizione e della cultura popolare cinese, essendo artista che è maturata negli USA e quindi influenzata a livello cinematografico da certi modelli: tutto ciò si nota , direi, caretterizza Sophie's Revenge, un racconto leggero romantico in cui storie d'amore si strappano e si tentano di ricucire, altre ne nascono tra colpi di scena e momenti di ilarità crescente affidati a situazioni in cui equivoco e dabbenaggine si rincorrono; la storia della vendetta di Sophie è il classico racconto di una donna scritto da una donna con ovvia e naturale sensibilità femminile oltre che con punto di vista decentrato.

lunedì 2 dicembre 2013

The Resurrection of a Bastard ( Guido van Driel , 2013 )

Giudizio: 7.5/10
Dark comedy nella terra dei Frisoni

Il vecchio Ronnie è un gangster gigantesco, violento, specializzato nel recupero crediti, che non si crea scrupolo in nessuna situazione anche quando c'è da ammazzare di botte una donna; il nuovo Ronnie è meditativo, sensitivo, ha acuito il gusto per la buona cucina e per i buoni sentimenti; in mezzo una pallottola che gli ha sfiorato il cervello al culmine di una festa assurda.
Intorno a questo perno centrale Guido van Driel costruisce la sua opera prima direttamente derivata da una sua graphic novel: la trasformazione di un bastardo che passa per il contatto ravvicinato con la morte, si svolge in una ambientazione dove la natura ha un'anima , in una Olanda dove ancora echeggiano le tradizioni dei Frisoni, proprio nella città che vide il martirio di San Bonifacio che tento l'evangelizzazione nell'VII secolo di una terra fortemente pervasa dal misticismo dei riti pagani.
In mezzo un emigrato dall'Angola che sposa il suo animismo con la natura, un rozzo contadino in cerca di vendetta e una serie di personaggi di contorno, alcuni dei quali assolutamente straordinari.

Oldboy ( Spike Lee , 2013 )

Giudizio: 6/10
Troppa testa e poca pancia

Quando si è di fronte ad un remake cinematografico due sono le condizioni irrinunciabili alle quali si deve sottostare prima della visione: premere il tasto “delete” in quella zona del cervello in cui albergano i ricordi del film originale ed evitare di porsi la domanda “ Perchè si fa un remake?”; tutto ciò vale ancora di più quando si parla di Old Boy , lavoro del coreano Park Chan-wook che risulta uno dei film più morbosamente amati ed ammirati in questo primo scorcio di nuovo millennio.
Il lavoro di Spike Lee che vedrà la luce nelle sale italiane il 5 dicembre, si colloca a metà strada tra l’omaggio ( parole del regista) e la rilettura del testo originale (un manga giapponese) con sguardo americano.

Joe è un tipaccio, ubriacone, separato dalla moglie e dalla figlioletta che lavora nell’ambiente pubblicitario, cerca di condurre gli affari a modo suo con risultati penosi, e una sera mentre si aggira ubriaco viene rapito silenziosamente. Venti anni di detenzione alienante , in una stanza con solo un televisore e fogli di carta su cui scrivere, nutrito con pessimi ravioli fritti, a rimuginare sul perché si trova lì fino all’abbrutimento completo.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it
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