mercoledì 30 gennaio 2013

New perfect two / 新天生一對 ( Chu Yen Ping / 朱延平 , 2012 )

Giudizio: 5.5/10
Il trionfo della bontà

Da oltre 30 anni Chu Yen Ping è esponente di punta , anche controverso, del Cinema Taiwanese, che non ha disdegnato collaborazioni sia con Hong Kong che con la Cina continentale, attraverso una lunga lista di lavori che spaziano in  quasi tutti i generi cinematografici.
Dopo alcune prove a dir poco fallimentari , almeno dal punto di vista del botteghino, Chu dirige New Perfect Two, pellicola che si inserisce sulla scia di quella tipologia  da commedia romantica che da alcuni anni ha trovato posto in una sorta di New Wave Taiwanese e che ha offerto lavori anche apprezzabili.
Il film sfrutta tutta una serie di canoni abbastanza ruffiani e ben consolidati, miranti soprattutto ad accalappiare l'audience con tematiche e personaggi ben spendibili.
E' una storia di caduta e di risalita dal baratro di un giovane , ex campione di motociclismo, ridotto a vivacchiare tra scommesse , alcool e sigarette, dopo che la donna amata lo ha mollato senza colpo ferire. Da allora lui la cerca affiggendo ovunque manifesti e quando la donna si materializza lo fa per lasciargli un ragazzino che è nato dalla lotro relazione e di cui lui non conosceva l'esistenza.

martedì 29 gennaio 2013

Triad / 扎职 ( Daniel Chan Yee Heng / 陈翊恒 , 2012 )

Giudizio: 7/10
Ritorno al passato

E' un film dal sapore antico, oserei dire quasi nostalgico questo Triad di Daniel Chan, uno sguardo indietro a ripercorrere sentieri brillantemente, a volte trionfalmente , battuti dal cinema HKese di genere: in un periodo di evidenti difficoltà e di tentativi spesso maldestri di resuscitare atmosfere e tematiche passate alla storia del Cinema, Triad da la sua lettura proiettata nel tempo del gangster movie in stile Johnnie To; una lettura che arriva fino ai giorni nostri partendo dal post-handover che va considerato ormai lo spartiacque sia dal punto di vista cinematografico che da quello sociale per l'ex colonia britannica.
Questo naturalmente non fa di Triad un capolavoro a prescindere, però il tentativo di far rivivere certe ambientazioni classiche gli dona un qualcosa di stranamente originale nel panorama odierno del gangster movie HKese.
William, giovanotto dalla faccia pulita, decide di votarsi alla causa di una banda legata alle Triadi, affascinato dal forte senso di lealtà e fratellanza; alternando lo studio ai piccoli incarichi di cui viene investito, scala con pazienza la piramide del potere all'interno della gang e , soprattutto, forte delle sue conoscenze in economia, intuisce il punto di svolta che l'handover ha segnato.

lunedì 28 gennaio 2013

Speechless / 无言 ( Simon Chung / 钟德胜 , 2012 )


Giudizio: 7.5/10
Amori clandestini

Coraggioso lavoro del regista Simon Chung che affronta di petto il tema dell'omosessualità e della diversità in senso lato. Una storia d'amore clandestina che esplode però in maniera deflagrante.
Il tema dell'omosessualità rimane uno dei baluardi insuperabili per la censura cinese: registi anche affermati in patria , oltre che all'estero quali Li Yu, ne hanno subito le pesanti conseguenze in lavori che spesso di politicamente scorretto avevano ben poco; Speechless, diretto dal regista indipendente  Simon Chung, si erge invece a paladino del cinema politicamente scorretto, proprio per la sua chiara e inequivocabile tematica omosessuale che fa da cardine della storia che viene raccontata.
E' il racconto di un amore gay clandestino tra un giovane francese in Cina per motivi di studio ed un ragazzo cinese che porta al disfacimento di una amore giovanile convenzionale tra quest'ultimo ed una coetanea.

sabato 26 gennaio 2013

For Love's Sake / Ai to Makoto ( Takashi Miike , 2012 )

Giudizio: 6.5/10
La bella e la bestia

Come spesso ha già fatto in passato Takashi Miike trova ispirazione per questo lavoro da un Manga degli anni settanta scritto da Ikki Kajiwara, di cui esitino già svariate versioni cinematografiche oltre che televisive.
Ambientato nel Giappone anni 70 è la storia di Ai , salvata da piccola da Makoto in montagna, episodio che lascia indelebile sul corpo del ragazzino una traccia sottoforma di una cicatrice deturpante; ma per la ragazzina quel salvatore sfacciato e antipatico diventa un eroe che rimane per sempre nella sua memoria.
Una decina di anni dopo a Tokyo, Ai  riconosce subito Makoto che nel frattempo è diventato un teppistello arrogante e attaccabrighe e convinta che i guai del giovane prendano inizio da quell'episodio lontano, decide di dare tutta se stessa nella ricerca della salvezza del suo eroe che da parte sua passa il tempo tra scazzottate e risse.

venerdì 25 gennaio 2013

Love actually...Sucks / 愛很爛 ( Scud / 云翔 , 2011 )

Giudizio: 6.5/10
La vita è amore

"Life is love, love as it is" : è il sigillo finale che Scud imprime sul suo ultimo lavoro, ad un anno di distanza da  Amphetamine, film che ricevette grossi riconoscimenti.
Se l'amore è vita come asserisce il regista , il suo lavoro è uno sguardo senza veli, privo di una qualsivoglia mediazione sull'amore a 360 gradi, soprattutto nei suoi aspetti più crudi ed estremi.
La festa nuziale , grottesca e drammatica, con cui si apre il film , una delle scene migliori, da il via al racconto che esplora le facce più oscure delle relazioni umane attraverso una carrellata di storie che si incrociano solo in quei momenti iniziali e che si basano su coppie gay, coppie lesbo, coppie incestuose, triangoli drammatici, infatuazioni giovanili per piacenti donne mature, tutte inserite in un solco in cui abbonda l'ossessione, la solitudine,la gelosia, la passione insana e financo la morte.

mercoledì 23 gennaio 2013

Bed Time ( Jaume Balaguerò , 2011 )

Giudizio: 7.5/10
La felicità e il trionfo della malvagità

Il palazzo sembra quasi lo stesso di REC, solo che stavolta non ci sono presenze oscure e appestati, bensì il classico coacervo di persone che abitano in un condominio ed un portiere, cortese, posato, tipico uomo medio.
Ma anche stavolta, come fece con la celebre accoppiata di REC, Balaguerò riesce,  circoscrivendo l'universo nell'ambito di quattro mura, a raccontare una storia che , se possibile, risulta ancora più angosciante.
Cesar , il portiere che vediamo all'inizio in bilico sul terrazzo, è una persona sola, il cui unico contatto con l'esterno è la visita che fa alla madre ricoverata, si alza e va a dormire ascoltando una trasmissione radiofonica dove chi telefona ha da raccontare solo infelicità e depressione; ma soprattutto in lui risiede una malvagità che non sembra avere fondo, un sentimento che prende il posto della felicità di cui lui sostiene non conosce le forme, essendo impossibilitato a provarla, quasi fosse un difetto genetico.
La sua malvagità, tale da farne un prototipo difficile da riscontrare nel Cinema , non ammette spazio per chi invece affronta la vita perennemente col sorriso e con l'ottimismo, motivo per cui il suo bersaglio preferito di una guerra psicologica ( e non solo) diventa Clara, una inquilina di cui detesta il sorriso e l'allegria. 

martedì 22 gennaio 2013

The Four / 四大名捕 ( Gordon Chan , Janet Chun / 陈嘉上 , 秦小珍 , 2012 )

Giudizio: 7/10
Sembrano  I Fantastici Quattro

Ancora una trilogia annunciata proveniente da Hong Kong: Gordon Chan e Janet Chun portano sullo schermo un adattamento della serie di novelle di Wen Ruian, The Four Great Constables, wuxia che si muove tra il classico e la rilettura moderna delle gesta dei quattro eroi protagonisti della storia.
I quattro fanno parte di una squadra speciale anticrimine, diretta emanazione del potere imperiale, a cui capo c'è il carismatico Zhuge Zhengwo. Durante una indagine rivolta a scoprire un giro di denaro contraffatto la squadra speciale si scontra con gli investigatori ufficiali e ne nasce una controversia che porta il capo di quest'ultimo a cercare di minare la forza dei nostri eroi.
Tra presenze ostili , doppiogochi che spesso saltano per aria, nemici feroci e potentissimi, i quattro si troveranno a combattere duramente, spesso contro sè stessi e le proprie pulsioni, tenuti assieme però dall'unione di tipo famigliare-amicale che regna nella squadra speciale.

Tai Chi Hero / 太極2 英雄崛起 ( Stephen Fung / 冯德伦 , 2012 )

Giudizio: 6.5/10
...e la storia continua

Dove finisce il primo capitolo si riparte: nei titoli di testa vediamo addirittura una sorta di riassunto della puntata precedente e il racconto riprende puntutale.
Lu Chuan ha sposato la figlia del Maestro in modo che possa finalmente apprendere la tecnica di kung fu altrimenti preclusa ai forestieri, ma il villaggio, basandosi su una profezia antica continua a dubitare di lui, nonostante l'appoggio del Maestro.
Nel villaggio torna il figlio del Maestro Chen, ripudiato dal padre con ignominia perchè disinterressato alle arti marziali ed attratto invece dallo studio delle tecnologia.
E poi i soliti diavoli stranieri che appoggiano il traditore in cerca di vendetta e che si accingono a distruggere il villaggio.
Lu Chuan ha raggiunto ormai lo status di esperto nella nuova tecnica, e la metterà al servizio dei compaesani per salvarli dal disastro.

domenica 20 gennaio 2013

Cold War / 寒战 ( Sunny Luk , Longman Leung / 陆剑青 , 梁乐民 , 2012 )


Giudizio: 6/10
Inseguendo Infernal Affairs

A conferma del difficile momento che attraversa il cinema di Hong Kong, si susseguono le rincorse a riproporre lavori che ricalchino le tematiche rese celebri dagli action movie dei decenni passati: Infernal Affairs è uno di questi prototipi, spesso e volentieri sbandierato per creare un alone di attesa spasmodica intorno ai nuovi film. Cold War non viene meno a questa tradizione recente del cinema HKese e , un po' troppo pomposamente e pretenziosamente, è stato presentato come un lavoro che intendeva rinverdire i fasti della nota trilogia di Alan Mak ed Andrew Lau.
I due registi esordienti, Sunny Leuk e Longman Leung, entrambi provenienti dall'ambiente cinematografico di Hong Kong, mettono in piedi una storia molto ambiziosa a dire il vero e che possiede anche degli spunti interessanti, però la continua ricerca stilistica mutuata dai polizieschi classici fa sì che il film non abbia una sua identità e ben presto prende la deriva del film d'azione con poca sostanza.

giovedì 17 gennaio 2013

Django Unchained ( Quentin Tarantino , 2012 )

Giudizio: 8.5/10
L'America schiavista sbattuta in faccia

Che Tarantino fosse un culture del genere western lo si era capito da subito, fra citazioni e omaggi dichiarati nei suoi lavori, oltre che per la forza ispiratrice e la collaborazione che instaurò con Takashi Miike all'epoca di Sukiyaki Western Django, così come non è certo un mistero che il film culto di Sergio Corbucci  è sempre stato, a detta del regista americano, un suo perenne riferimento cinematografico. Nonostante tutto ciò abbiamo dovuto aspettare il suo settimo lavoro per vederlo all'opera nel suo genere preferito.
Ma la sorpresa maggiore di Django Unchained sta nel fatto che il genere western funge solo da contenitore per una carrellata su un pezzo di storia americana di quelle da far venire i brividi: lo schiavismo ed il razzismo che poco prima dell'inizio della guerra civile imperavano nel sud del paese.
I grandi spazi, le cavalcate, le stelle d'argento, gli sputi e le facce avvizzite, i saloon e le pistole sempre col cane alzato popolano solo la prima parte del film, quella in cui Django, schiavo di colore, viene comprato dal curioso ex dentista tedesco passato da anni ormai alla più lucrosa attività di cacciatore di taglie.

mercoledì 16 gennaio 2013

Cloud Atlas ( Lana Wachowski , Andy Wachowski , Tom Tykwer , 2012 )

Giudizio: 8.5/10
Le gocce nell'oceano che inseguono il destino

Lungo quasi tre ore di racconto e  500 anni, sei storie ambientate in epoche diverse si rincorrono, si accavallano, si intersecano , a volte per brevi momenti, saltando i secoli come fossero attimi: questa l'impalcatura scenica del tentativo di disegnare sullo schermo quanto sgorga dall'Uomo, nel bene e nel male, e che si riflette nel Mondo; tentativo non perfetto, anzi spesso altamente imperfetto, ma proprio per questo bello e radioso, come solo le cose imperfette possono essere, proprio come l'essere umano che sfidando la legge dell'evoluzione e della Natura è capace di segnare il proprio destino.
L'imperfezione dell'amore contrapposta alla rigorosità dello scorrere del tempo, il concetto universale che nel mondo non siamo schegge solitarie ed impazzite, la transmigrazione dell'anima e dei sentimenti tengono legate le sei storie al centro delle quali i registi, rifacendosi al romanzo di David Mitchell , inseriscono tematiche che sono l'esatto risultato fenomenologico delle azioni umane.

martedì 15 gennaio 2013

The Assassins / 铜雀台 ( Zhao LinShan / 赵林山 , 2012 )

Giudizio: 7/10
L'uomo solo e gli assassini

L'inizio in stile quasi-fantasy nell'orrida spelonca in cui la genia superstite delle stragi famigliari perpetrate da Cao Cao, onnipotente Primo Ministro della Corte Imperiale Han e Re di Wei, viene allevata dagli avversari del tiranno per creare delle macchine di morte da sfruttare per uccidere lo stesso Cao Cao, e popolata da ripugnanti personaggi che sembrano usciti da un film di Wu Ershan, illude riguardo ai binari narrativi che la storia sembra intraprendere.
Quando due di questi prodotti dell'assassinificio vengono inviati nel mondo sotto il cielo, una , grazie alla sua bellezza, come concubina e l'altro come eunuco nella sterminata corte del Primo Ministro, ci ritroviamo di getto nella classica ambientazione storica del periodo dei Tre Regni, con la Dinastia Han ormai prossima alla fine , osteggio del potente Cao Cao ad un passo  dall'impossessarsi degli altri due Regni.

mercoledì 9 gennaio 2013

The Silent War / 听风者 ( Alan Mak , Felix Chong / 麦兆辉 , 庄文强 , 2012 )

Giudizio: 6.5/10
Guerra di spie

Ambientato a cavallo tra gli anni 40 e 50, in piena guerra civile tra i seguaci di Chiang Kai Shek e l'Esercito Popolare Rivoluzionario, The Silent War è un classico spy story, con la livrea ben cucita addosso, nel quale confluisce anche la vena romanticheggiante.
Per poter captare le trasmissioni radio dei nemici ,l'Esercito Cinese si affida ad uno stuolo di ascoltatori, scelti per la loro acuità uditiva e impegnati a spiare l'etere sonoro; tra questo il più dotato di prodigioso udito è He Bing un cieco che ha sviluppato una ipersensibilità acustica fuori del comune; a scoprire le sue doti e a diventarne il pigmalione è Zhang Xue Ning, una delle leader del gruppo di spionaggio.
Accanto alle prodigiose capacità  vediamo crescere l'affetto e la stima ( ma probabilmente anche un amore tenuto a freno) tra l'uomo e la donna che si rivelerà nei momenti in cui il pathos drammatico del film esplode in tutto il suo fragore.

lunedì 7 gennaio 2013

A Gang Story / Les Lyonnais ( Olivier Marchal , 2010 )

Giudizio: 8/10
L'alito rassicurante del noir di una volta

Edmond "Momon" Vidal è un ultrasessantenne che vorrebbe appendere pistole e fucili al chiodo, godersi la famiglia e starsene in santa pace (come opportunamente ci fa sapere all'inizio del film); il passato è di quelli da romanzo (che infatti fu scritto): capo carismatico, lui di origini gitane , vessato ed emarginato sin da bambino, della banda dei Lionesi che nasce e si plasma negli anni 70 grazie al legame di ferro tra lo stesso Momon e l'amicone Serge; un passato fatto di rapine, omicidi, colpi grossi, ma anche di tradimenti, di voltafaccia e di processi.
Ora Momon vorrebbe godersi la vita, ma il passato riemerge e lui non può fare finta nulla a costo di rimettere in gioco tutto ciò che ha faticosamente e dolorosamente costruito.

sabato 5 gennaio 2013

Thale ( Aleksander Nordaas , 2012 )

Giudizio: 8/10
C'era una casa nel bosco

La casetta rossa nel bosco dove due addetti alle pulizie delle scene del crimine svolgono il loro lavoro tra conati di vomito e scoperte sconcertanti, nasconde nella sua cantina il segreto di una Huldra, mitologica creatura delle leggende norvegesi, una sorta di ninfa dei boschi antropomorfa ma con coda bovina, qui nascosta e sottratta alla vendetta dei suoi simili da un uomo che si è preso cura di lei per tanti anni, crescendola , cercandone una sorta di omologazione umana e proteggendola dal mondo esterno anche perchè la creaturina posside delle grandi capacità: può guarire o uccidere con la stessa facilità.
Il confronto tra i due uomini e la creatura saltata fuori dal nulla in una cantina trasformata in un laboratorio e la lotta all'ultimo sangue per salvare se stessi dal nemico che non ha nè code nè poteri speciali, ma è semplicemente un loro simile, sono i pilastri sui quali si fonda una storia che fa crescere man mano l'inquietudine e la tensione e che avvolge nella sua atmosfera da rigorosa storia nordica.

giovedì 3 gennaio 2013

Isn't anyone alive ? ( Sogo Ishii , 2012 )

Giudizio: 4.5/10
E' proprio la fine del mondo

Un gruppo di ragazzotti e di fanciulle si aggira per il Campus universitario chiacchierando distrattamente , fra dialoghi semidemenziali e situazioni curiose dando alla prima mezzora del film un grado di verbosità inusitato; poi all'improvviso cominciano a morire come mosche, così in un attimo; leggende metropolitane e spaventosi esperimenti prendono corpo tra i provvisori superstiti, fino a quando si capisce che probabilmente è semplicemente la fine del mondo.
Tentando di affrontare un argomento che ossessiona i giapponesi più che ogni altro popolo, soprattutto quando la morte assume i caratteri dell'apocalisse, Sogo Ishii (che nel frattempo ha pure cambiato nome) con toni surrealistici e sarcastici mette in piedi un film che , è bene dirlo subito, per larga parte annoia, proprio perchè la prospettiva utilizzata dal regista non è nè quella di esorcizzare la morte nè quella di offrire una visione personale della fine del genere umano e il finale , pretenzioso pur nella sua bellezza, dimostra che  tutta la struttura narrativa non sta in piedi, soprattutto perchè la scelta di affrontare l'argomento con un misto di demenzialità e di cinismo  non porta da nessuna parte , non regalando il film alcun sussulto.

mercoledì 2 gennaio 2013

Tai Chi 0 / 太极1从零开始 ( Stephen Fung / 冯德伦 , 2012 )

Giudizio: 7/10
Dove si insegna il Tai Chi

In piena Dinastia Qing il paese è percorso dai consueti venti di guerra con gli stranieri che sordidamente si insinuano nella vita dei Cinesi, per cui possedere un'arma letale come il giovane  Lu Chan, percorso da una grazia soprannaturale che lo rende invincibile in battaglia grazie ad una escrescenza cutanea posta sulla fronte che opportunamente stimolata si trasforma in un interruttore micidiale che fa del giovane un essere invincibile.
Ma i buoni maestri (ogni tanto ce ne sono) spingono il ragazzo ad incanalare la sua sconfinata energia verso finalità più interiori e lo spediscono nel villaggio di Chen , dove grazie ad un maestro supremo, viene insegnata una forma di Tai Chi; unico problema è la ritrosia degli abitanti del villaggio ad insegnare ad uno straniero l'arte.

Womb ( Benedek Fliegauf , 2010 )

Giudizio: 8/10
La folle forza dell'amore

Fin dove può arrivare la forza di un amore ossessionante e incompiuto? Dove può portare un legame nato nell'infanzia tra silenzi e spazi immensi che guardano il mare livido, interrotto da una separazione obbligata , rinfocolato da un incontro tenacemente cercato dopo più di 10 anni e reciso poco dopo dal dramma?
Il nucleo pulsante del lavoro dell'ungherese Benedek Fliegauf è tutto in queste poche domande che forse non troveranno neppure risposta e che sicuramente (attenzione alle stolte digressioni filosofiche-sociologiche sulla clonazione che imperversano gratuitamente) poco hanno a che vedere con l'aspetto quasi fantascientifico del film: replicare e far tornare in vita, usando se stessa come grembo materno, l'uomo amato e perso; semmai l'aspetto psudoscientifico si pone come puntello al dramma della perdita mai accettata e al desiderio di far rivivere in qualsiasi maniera una vita, tolta la quale si spegne la luce e si accende il buio dell'abbandono e della colpa.

Silent Souls ( Aleksei Fedorchenko , 2010 )

Giudizio: 8.5/10
I grandi fiumi divinità assolute

Le grandi pianure alluvionali del nordovest della Russia ospitano gli ultimi discendenti di una etnia formatasi dall'unione di ceppi finnici, ungarici e slavi, un popolo, quelli dei Mari, che ha via via visto scomparire la sua identità inghiottito dalla globalizzazione di un paese sterminato.
E' attraverso questi spazi sconfinati che dilatano il tempo che i due protagonisti del film viaggiano per dare corpo all'usanza Mari del funerale e del ritorno alle acque.
Come Fedorchenko ci ricorda, attraverso il racconto del protagonista scrittore, i grandi fiumi che solcano le pianure di quella regione sono l'unico legame che ancora lega i Mari alle tradizioni, gli unici di cui sia stato tramandato il nome; fiumi come aspre e accoglienti divinità che danno la vita e che la tolgono regalando la pace , acque nelle quali, anche se nascoste sotto uno strato di ghiaccio, vanno affidate le cose più care affinchè si conservino in attesa di poterle raggiungere una volta sopraggiunta la morte.
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