giovedì 6 febbraio 2014

Circles [ aka Krugovi ] ( Srdan Golubovic , 2013 )

Giudizio: 8/10

La Guerra che insanguinò negli anni 90 i Balcani tra Serbia , musulmani bosniaci e Croazia è stato uno degli eventi storici più assurdi e inverosimili della storia dell'Umanità: non solo perchè combattuta nel cuore della "civilissima" Europa sul finire del secondo millennio, ma anche perchè fu una brutale resa dei conti etnica che affonda le radici in tempi antichi e che si è esacerbata col passare dei secoli.
In questa guerra, una delle prime globali dal punto di vista dell'informazione e della copertura mediatica, gli episodi che ne hanno delineati i folli contorni sono molteplici e su uno di questi il regista serbo Srdan Golubovic ha costruito questo Circles che ha il grande pregio di essere non un film di guerra , bensì una pellicola sulla guerra e su come le vite comuni di semplici persone sono state segnate irrimediabilmente; in questo il lavoro di Golubovic appartiene a quella schiera , ahimè, non folta di lavori quasi minimali che rifuggono la retorica bellica e anche una bella dose di ipocrisia; pensare a L'uomo che verrà  di Giorgio Diritti, ad esempio, sarà quasi inevitabile in tal senso.

La storia parte da un episodio avvenuto nel 1993 nel pieno delle operazioni belliche nella città di Trebinja, roccaforte musulmana della allora Bosnia Erzegovina sottoposta all'autorità della Serbia: un giovane soldato viene ucciso dai suoi stessi commilitoni perchè intervenuto in difesa di un suo amico musulmano.
Dodici anni dopo, a guerra finita, ogni protagonista del fatto e le rispettive famiglie  si trascinano dietro ferite alimentate dall'odio, dal rimorso e dal dolore e sembra essere giunto il momento di passare alla cassa a pagare il conto.
Svolgendo una lavoro di cucitura narrativa il regista mette insieme tutti i protagonisti di quella brutta storia che si trovano  in qualche modo alla resa dei conti , con se stessi e con la memoria del giovane soldato, autore di un piccolo gesto eroico, di quelli che non cambiano le sorti di una guerra , ma che segnano indelebilmente le esistenze.
L'atto eroico serve a qualcosa o è fine a sè stesso? Questa sembra esser la domanda intorno alla quale Golubovic intesse il racconto quasi a ricercarne , e auspicandone, una funzione pedagogica e taumaturgica che possa superare la vendetta, l'odio e la redenzione stessa.
Alcuni momenti del film, soprattutto per quanto riguarda il rapporto che si crea tra l'anziano padre del soldato morto ed il figlio di uno degli assassini, a sua volta ucciso anche lui  perchè mostratosi pentito al processo-farsa, regalano momenti vicini alla poesia intrisa di tragedia e di umanità.
Forse un po' semplicisticamente si potrebbe dire che prima di essere un profondo atto di pulizia di coscienza da parte del regista serbo, Circles appare come un inno al superamento dell'odio attraverso la pacificazione da ottenere con un profondo e sincero, sebbene tardivo, esame di coscienza, anzitutto individuale che superi le divisioni etniche e religiose.
Sicuramente Circles, però, sa essere un racconto di un dramma dilatato nel tempo che una sporchissima guerra ha generato, un dramma dove non c'è spazio per famiglie e amicizie, popolato da fantasmi che macerano con la loro immobile presenza: è una storia di come una guerra possa influire sulle vite delle persone comuni ben oltre la paura della morte e delle bombe.

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