sabato 8 marzo 2014

Something Good [ aka The Mercury Factor ] ( Luca Barbareschi , 2013 )

Giudizio: 6/10

Matteo è un losco trafficante di alimenti contraffatti, privo di scrupoli al punto di mercanteggiare pesce radioattivo come bibite addizionate con pesticidi con la stessa tranquillità di un venditore di libri; quando la Guardia di Finanza sta per mettergli le mani addosso si rifugia ad  Hong Kong dove la sua ambizione e la sua assoluta mancanza di etica viene ben vista da una multinazionale che si occupa di traffico di alimenti in tutto il mondo. Il mercato da conquistare è quello africano attraverso le OMG cui appioppare latte in polvere fatto con tutto tranne che con il latte vero.
L'incontro con una giovane donna , ferita nel profondo dalla morte del figlio per una intossicazione da bibita contraffatta , che gestisce con spirito da rivalsa un ristorante in cui si cucinano con cura cibi genuini, e verso la quale prova da subito una attrazione è la svolta della sua vita: quando i compari cominciano a cadere come le mosche intorno a lui, sarà la donna a salvarlo, mentendo, e ben presto si renderà conto di essere caduto in una trappola.
I due , ovviamente , sono vicendevolmente all'oscuro delle rispettive storie personali , ma l'amore che nasce diventa per Matteo una via per la redenzione e per la donna un legame che scacci la sua solitudine.

Film che sin dall'inizo, forse anche con trippa ostentazione, si prefigge lo scopo di denunciare l'immondo traffico di derrate alimentari contraffatte Something good ( The Mercury Factor per il mercato internazionale) è pellicola che si atteggia a thriller senza però di fatto avvalersi di nessuno dei canoni del genere, così come , siamo ad Hong Kong perbacco ! non ha nulla dell'action movie; quello che rimane accanto alla tematica della denuncia è una storia di redenzione e di riscatto , che come sappiamo è cardine principe della cinematografia HKese, sebbene le strade alle quali approda sono ben poco aderenti a quelle forme.
La redenzione di Matteo, francamente appare poco credibile, stimolata solo dagli ormoni a quanto pare e questo perchè il suo è un personaggio che risulta poco profondo: si rende conto della aberrante attività che svolge ? sappiamo veramente cosa pensa del suo sporco lavoro ? è convinto di ciò che fa o è solo l'amore per la donna e la paura di fare una brutta fine che lo spinge a redimersi ?
Troppe domande chiave aleggiano sul racconto che però nel complesso non va disprezzato e sa offrire alcune cose di buono: anzitutto lo sguardo sulla città molto poco convenzionale, alcuni personaggi di contorno, la tematica  che, tutto sommato ,almeno per ora, è abbastanza sottaciuta a livello cinematografico, la eccellente prova di Zhang Jingchu, sempre più adorabile e brava.
Ci avesse convinto maggiormente il percorso di salvezza intrapreso dall'ex faccendiere, probabilmente Something good sarebbe risultato un film di livello maggiore; Barbareschi si sarebbe dovuto avvalere proficuamente di qualche sceneggiatore autoctono che ben sa manipolare questa tematica per rendere tutta la storia migliore.
Il film si affida invece , soprattutto per la figura di Matteo, a stereotipi più francamente europei, per la precisione a certi personaggi sporchi e maledetti del cinema noir francese e , al fondo del barile, rimane una storia d'amore per certi versi singolare che trova nel confronto tra il passato ed il presente dei due protagonisti il suo sentiero narrativo più coerente, un incontro di solitudini tra angoscia e aberrazione, risultando tutto sommato abbastanza valida.

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