giovedì 8 maggio 2014

Golden Chickensss / 金雞SSS ( Matt Chow Hoi-Kwong / 鄒凱光 , 2014 )

Giudizio: 7/10

Sono trascorsi 12 anni da quando nel breve volgere di dodici mesi Samson Chiu portò sullo schermo le avventure di Kam, prostituta dall'età di 16 anni che attraverso il suo racconto personale ci aveva mostrato più di due decenni della vita di Hong Kong a cavallo dei due episodi che maggiormente ne segnarono la storia: l'handover del 1996 e la drammatica epidemia della SARS del 2003.
Dopo dodici anni passa di mano la regia ( qui è Matt Chow a dirigere) ma Kam è più che mai sulla cresta dell'onda , ormai boobie milf che gestisce un giro di ragazze squillo con fare molto professionale.
Tutta la prima parte del film è una descrizione della nuova frontiera del sesso made in Hong Kong fortemente influenzata dalla tumultuosa modifica di usanze e di costumi: ora le ragazze si prenotano via WhatsApp, Kam gestisce il giro divincolandosi tra svariati smartphone sempre a portata di mano, i modelli occidentali di seduzione sembrano farsi sempre più strada.

A ricordarci che quello della "chicken" è comunque il mestiere più antico del mondo ci pensano i titoli di testa in cui ,passando dall'età della pietra alla Dinastia Tang, alla Cina Repubblicana e alla Hong Kong prima della guerra, ci viene rapidamente presentato come il mercimonio si sia modificato, tirandoci dentro due gustosissime comparsate di Anthony Wong nei panni di un dignitario dell'epoca Tang e Donnie Yen nelle vesti, molto wongkarwaiane ovviamente, di un Ip Man presunto puttaniere.
Come detto la prima parte è quella più godereccia e ammiccante in cui si disquisisce di blowjob e di denaro, di gigolò e di feste con personaggi influenti, ma in cui spiccano anche uno spassosissimo intermezzo ferocemente autoironico di Louis Koo che interpreta un suo imitatore di gusto non propriamente raffinato e una esilarante divagazione in terra nipponica dove la gallinella capo con tanto di seguito si reca per apprendere l'arte della fellatio e scoprono le nuove frontiere del glory hole e le nuove tecniche , a dire il vero molto fantasiose, per soddisfare le perversioni più comiche ( la comparsata del reietto Edison Chen è degna di nota).
Niente nostalgia per il passato , quindi, come trapelava in maniera smaccata nei primi due episodi?
Neanche per idea! L'irruzione sullo schermo di Nick Cheung (ancora una prova encomiabile) nei panni di Brother Gordon, un malavitoso che ha vissuto momenti di gloria anni indietro prima di finire in galera, nonchè teneramente legato a Kam da un legame solidissimo come solo i romantici cronici possono instaurare, fa piombare il racconto in quel clima un po' vintage , un po' nostalgico in cui il povero Gordon non è in grado neppure di usare gli smartphone, perchè, lui non lo sa ancora, "il mondo è cambiato"; proprio questa tragicomica presa di coscienza del vecchio boss, superato ormai dal tempo e dai costumi, tiene in piedi in maniera divertente e anche un po' sentimentale la seconda parte del film che ritorna così su quei sentieri già battuti nelle prime due pellicole.
Tra canti e risate e l'affermazione dell'orgoglio HKese pur nel "mondo che cambia" Sandra Ng porta a termine anche la sua versione milf di Kam, non senza averci regalato, quasi fuori tempo massimo, la piccola ma divertente comparsata di Andy Lau.
Insomma Golden Chickensss non avrà forse la freschezza del primo episodio, ma la sua parte la fa fino in fondo, divertendo e affermando l'identità culturale di Hong Kong; come tutti i film del Capodanno Lunare anche questo si avvale di una serie lunghissima di attori ed attrici di punta del cinema di Hong Kong, alcuni sullo schermo anche per solo pochi istanti, caratteristica questa che non fa altro che rendere la visone del lavoro di Matt Chow ancora più gradevole. 

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