martedì 16 dicembre 2014

Old Boys : The Way of the Dragon / 老男孩猛龙过江 ( Xiao Yang / 肖央 , Wang Xiaoli / 王太利 , 2014 )

Giudizio: 7.5/10

Oltre a risultare un notevole successo commerciale in Cina, Old Boys : The Way of the Dragon regala anche la piacevole sorpresa di essere uno dei lavori più interessanti della seconda metà dell'anno in corso nel campo delle commedie.
Basandosi su un canovaccio ormai classico, il film è uno dei tanti derivati dal filone " Saranno Famosi", in cui ci sono sogni da inseguire e aspirazioni da realizzare: peccato che in Old Boys i sogni non si realizzino e le aspirazioni si scontrino in maniera fragorosa contro una realtà quotidiana stridente e lontana dalle luci del successo.
I Chopstick Brothers, i registi del film oltre che interpreti, sono un duo musicale che sogna il grande successo sin dai tempi della scuola; dopo un periodo iniziale di grandi aspettative il duo si scioglie per causa di una ragazza che si insinua nella coppia.
I due prendono strade diverse, relegando la loro passione musicale a squallide performance da bar di quarto ordine fino a quando qualcuno non cerca la miracolosa riunificazione per inviarli ad un talent show in America.

Giunti a New York vengono scambiati per una coppia di killer coreani da parte di gangster italoamericani che li assoldano per portare a termine un lavoro proprio ai margini dello show che sta per partire.
Scoperto l'equivoco per i due rimane il problema di come salvare la pelle e , allo stesso tempo, come saldare qualche conto col passato e conquistare il successo.
Wang Xiaoli e Xiao Yang si pongono sula scia di un loro mediometraggio di cinque anni fa, che ricevette una distribuzione esclusivamente in rete, per sviluppare un racconto apparentemente banale, dietro al quale si nasconde una storia di sconfitte su tutti i fronti, di illusioni e di melanconia. Nonostante il tono commediaiolo Old Boys risulta film ben poco allegro, che sebbene sia girato per più di metà a New York, conserva chiarissimi i suoi connotati cinesi, non solo nelle tematiche ma anche nelle scelte musicali che si rivolgono anche all'Opera di Pechino e alle canzoni popolari.
Ma soprattutto il film, a dispetto della inesperienza dei due registi, risulta sorprendente grazie alle sue scelte stilistiche, alla commistione di generi, a certe ambientazioni e alla frenetica scena di azione del sottofinale in cui volano belle botte da orbi.
Si passa dalla Pechino popolare degli hutong alle atmosfere da parodia di C'era una volta in America, dal melodramma all'azione con sorprendente facilità ed efficacia regalando momenti addirittura esilaranti come quello della resa dei conti coi gangsters mentre il pianista, tra schiaffi e sfoggio di pistole canta un'aria che racconta di mafia e 'ndrangheta, rigorosamente in italiano-brooklinese (altro che sole , pizza e mandolino, questo è il nostro made in Italy...); tutto per dimostrare che inseguire i sogni è giusto, anche quando va male, l'importante è averci provato: i nostri Chopstick Brothers sono un esempio fulgido di simpatici sconfitti che forse non hanno saputo ( o voluto) stare alle regole del gioco ma che sanno dimostrare una profonda umanità  anche di fronte alla loro folle aspirazione.
Al contrario della storia raccontata i Chopstick Brothers nella realtà però la gloria l'hanno raggiunta e non solo con il successo decretato dal film ma anche con la orecchiabile canzone Little Apple che fa parte della colonna sonora del film e che è diventata un successo clamoroso e non solo in Cina, avendo ricevuto il premio come miglior brano internazionale all'American Music Award del 2014.
Insomma i sogni si possono avverare.

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