sabato 22 agosto 2015

Paradise in Service / 軍中樂園 ( Doze Niu Chen-Zer / 鈕承澤 , 2014 )




Paradise in Service (2014) on IMDb
Giudizio: 8/10

Il minuscolo arcipelago di Quemoy strategicamente posizionato a poco più di un miglio dalle coste cinesi, è stato sin dall'inizio una delle roccaforti dei transfughi nazionalisti rifugiati a Taiwan, una testa di ponte dalla quale sarebbe dovuta partire la riconquista della madrepatria; per la sua importanza il governo nazionalista di Taiwan fortificò l'arcipelago dislocandoci decine di migliaia di militari sin dai primi anni 60.
In questo scenario, nei tardi anni 60, si volge la storia raccontata da Doze Niu in Paradise Service che ben si guarda dal dipingere un quadro bellico con implicazioni politiche; il regista infatti decide di raccontare gli eventi all'interno del bordello autorizzato e organizzato dalle forze armate sull'isola per tenere alto il morale di soldati.


Il protagonista della storia è il giovane Pao, inizialmente assegnato alla temibile e selezionatissima brigata dei Sea Dragon, battaglione d'elite , avanguardia a difesa di Taiwan; il ragazzo però non sa nuotare e non mostra la grinta necessaria per appartenere a quel corpo e grazie anche ai buoni uffici del Sergente Maggiore, tanto burbero quanto umano, viene trasferito proprio nel bordello militare con ruoli amministrativi.
Il bordello è un microcosmo colorato e ricco di umanità dove prostitute e clienti hanno la loro storia da raccontare , quasi sempre di disperazione e di separazioni causate dalla guerra civile e quella costa così vicina sembra volere ricordare loro il dramma vissuto.
Pao, ragazzo dai principi solidissimi, cerca di resistere alle tentazioni che i suoi vent'anni e la situazione gli mettono davanti in attesa di tornare a casa dalla sua fidanzata, ma inevitabilmente viene coinvolto nelle storie d'amore e di tragedia che permeano quel mondo isolato che è il bordello.

C'è chi sta scontando una pena che verrà accorciata grazie ai servigi sessuali prestati alle forze armate, chi dalla terra ferma è stato strappato e vive nel ricordo della madre, chi crede, corroborata da un doloroso cinismo, che fare la prostituta accumulando soldi e ragali sia l'unica sua ragione di vita, chi stanco di essere vessato tenta la fuga e la diserzione verso la Cina comunista portandosi dietro l'amata ragazza del bordello; anche Pao avrà il suo sogno (doloroso) da inseguire una volta terminata la ferma militare; il finale ci regala uno squarcio dei tanti sogni e delle aspirazioni in un toccante frammento in bianco e nero.
Come detto Doze Niu evita ogni aspetto bellico della vicenda, i pochi colpi di artiglieria che si vedono sembrano spettacoli pirotecnici e le incursioni aeree degli aerei comunisti portano solo volantini propagandistici ai quali i militari rispondono con " Figli di puttana" gridati a squarciagola, semmai il regista è più interessato a costruire una ambientazione intrisa di nostalgia per un periodo così tragico della storia cinese ( non a caso il film è dedicato al nonno e al padre), una storia dove l'aspetto umanistico ha sempre il sopravvento attraverso il racconto di vita dei protagonisti.
L'occhio del regista è sempre molto benevolo verso i protagonisti, riesce a creare empatia e anche quando la storia sembra scivolare nel melodramma l'atmosfera non è mai fastidiosa, anzi riesce a toccare in modo discreto e pulito le corde emotive, cogliendo le sfumature psicologiche e dando spessore ai suoi personaggi; anche negli aspetti tecnici Paradise Service è lavoro accurato e pregevole con la ricerca continua di una fedeltà d'epoca quasi certosina.
La guerra, la tragedia della diaspora, i drammi famigliari diventano lo sfondo di un racconto sempre molto misurato che sa ben dosare i toni da commedia a quelli del dramma e nel quale sono i personaggi , quasi esplorati nella loro intimità, ad essere il fulcro della narrazione.
Con Paradise Service Doze Niu che già aveva alle spalle il bel Monga e il grande successo commerciale Love , qui fortemente spalleggiato dal grande Hou Hsia Hsien sia nella supervisione che nell'editing, trova anche spazio nel circuito festivaliero che conta essendo il film transitato , tra gli altri,a Busan e alla Berlinale ricevendo buoni riscontri, confermando come sia possibile coniugare con intelligenza e gusto qualità e boxoffice.
Il cast ha senza dubbio contribuito a fare di Paradise Service uno dei migliori lavori taiwanesi dell'anno, e se il divo Ethan Juan appare qualche volta eccessivo dal punto di vista recitativo nel suo ruolo,  Chen Jianbin, nel ruolo dell'apparente duro sergente maggiore Chang, e Wan Qian, in quello della prostituta Nini, regalano due prove di notevole spessore, non a caso entrambi premiati col Golden Horse taiwanese come attori non protagonisti.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Condividi