giovedì 29 ottobre 2015

Au Plus Pres du Soleil ( Yves Angelo , 2015 )




Au plus près du soleil (2015) on IMDb
Giudizio: 6/10

Lei, Sophie, è un agguerrito giudice istruttore, lui, Olivier , è una avvocato di successo, due mondi che vivono sotto lo stesso tetto ma che per definizione sono su barricate diverse; quando Sophie si trova ad indagare su Juliette, una giovane e belloccia biondona dal passato movimentato accusata di aver indotto al suicidio il suo amante attempato che la manteneva, viene a sapere quasi per caso che la donna che sta per mandare in galera è la madre biologica del suo figlio adottivo diciottenne.
Consigliata dal martito a farsi da parte nel caso, la donna invece prosegue con ancora più tenacia, mentre l'uomo , in un eccesso di curiosità forse morbosa, decide di entrare in contatto con la giovane donna, ignara della sua identità.


Quello che inizia quindi come un dramma proletario-borghese si trasforma presto in concentrato di morbosità, di desideri e di pulsioni e di tensione psicologica che raggiunge vette da autentica tragedia greca.
Yves Angelo, noto soprattutto come direttore della fotografia, dirige questo lavoro che ha come punto di origine quella che sembra essere una costante del cinema francese del terzo millennio: il ricercare ostinatamente atmosfere chabroliane e da Nouvelle Vague per dar corpo a storie che spesso soffrono di una debolezza intrinseca allarmante.
Non è il caso di Au Plus Pres du Soleil, nel senso che la storia di Angelo è forse fin troppo pletorica , mostrandosi subito carica di tematiche interessanti che però lentamente ed inesorabilmente affogano nella ricerca di una pulizia stilistica e di una rarefazione delle atmosfere che mette lo spettatore nelle condizioni di un vouyer di lusso, evitandogli qualsiasi tipo di coinvolgimento.

Il risultato è quello di una storia ben costruita, che si appoggia a svariate tematiche che hanno il loro carico di filmicità ma che ben presto diventa fredda, priva di anima, più interessata allo spiegare che al mostrare e al raccontare.
Se non proprio i vizi della borghesia, il regista racconta certe dinamiche cui non si riesce a sfuggire, esplora il mondo della menzogna sottile e del tentativo di manipolare il prossimo, raggiunge livelli prossimi al dramma puro nel momento in cui gli universi della famiglia borghese e della giovane femme fatale collidono fragorosamente in un trionfo di fatalità e di tragedia dal sapore antico e si coagulano in un finale che va bene interpretato.
Au Plus Pres du Soleil è dunque film tutt'altro che perfetto: se la messa in scena , la fotografia e le ambientazioni sono curatissime mostrando chiaramente l'estrazione del regista, la storia che parte bene ben presto perde molta della sua carica, per cui quel ricercare atmosfere e archetipi lontani sembra quasi diventare la ragione ultima del lavoro di Yves Angelo.
Il film comunque, in un concorso come quello della Festa del Cinema di Roma che ha presentato lavori improponibili, la sua figura la fa degnamente nonostante il suo valore assoluto sia appena sufficiente; quest'anno a Roma bisogna sapersi accontentare.

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