sabato 31 ottobre 2015

The Lobster ( Yorgos Lanthimos , 2015 )




The Lobster (2015) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Nel mondo ideato da Yorgos Lanthimos è vietato essere single, le autorità ti braccano, ti controllano e ti spediscono in un lussuoso quanto severo hotel nella brughiera dove , in un regime che sta a cavallo tra il lager e la clinica psichiatrica, hai 45 giorni di tempo per trovare un partner, pena la trasformazione in un animale a tua scelta; il lavaggio del cervello è continuo e grottesco nel cercare di inculcarti nella mente la necessità e l'utilità della vita di coppia, il sesso non è consentito nell'hotel, ma procaci cameriere al risveglio si dimenano voluttuose sul tuo pube causando erezioni inutili, anche perchè è vietata persino la masturbazione.


David, cui dona il suo corpo un ridicolo e bolso Colin Farrell, sceglie l'aragosta come animale per la sua seconda vita, in caso di fallimento, giunge alla prigione in compagnia del cane , che è poi suo fratello che ha fallito nello stesso posto; l'adattarsi è l'unica via che l'uomo vede per salvare la sua figura umana, e per far ciò è disposto a cedere anche alla menzogna; nell'hotel ci si sceglie e si cerca la via d'uscita in base a comunanze grottesche: la miopia, i gusti alimentari, difetti o oscure malattie.
Fuori dal mondo dell'albergo vive quello del bosco, dove sono rifugiati i solitari, coloro che fuggono dalla repressione della coppia , una setta quasi dove vigono regole altrettanto ferree.
I single in cerca di salvezza cacciano nel bosco i solitari perchè ciò consente loro di prolungare il tempo del trapasso.
Tra questi due mondi paralleli in conflitto si muove David e tutta la storia che Lanthimos ci racconta nel suo consueto stile cui l'affacciarsi al mondo cinematografico extra-greco  ha solo in parte apportato scalfiture nonostante , soprattutto all'inizio, non possa sembrare così.

giovedì 29 ottobre 2015

Mistress America ( Noah Baumbach , 2015 )




Mistress America (2015) on IMDb
Giudizio: 7/10

La nuova commedia di Noel Baumbach, Mistress America, è tra i pochi lavori a donare una patina di lustro alla Festa del Cinema di Roma: film che si inserisce pienamente nel solco dei precedenti lavori del regista newyorchese con lo sguardo sempre rivolto alla sua città e a quella umanità che galleggia tra i 20 e i 30 anni che si muove con l'animo in tumulto nella grande metropoli dove tutto può accadere.
Tracy è una giovane matricola di college che si è trasferita da poco in città, ricca di aspettative e di speranza trova però la vita del college non così eccitante ed emozionante, motivo per cui si rivolge a Brooke futura sorrellastra in quanto la madre sta per sposare il padre di quest'ultima.

Brooke è una trentenne ben inserita nello sfavillante mondo newyorchese, una di quelle trentenni che cercano di cavalcare le mode che la grande città evoca in ogni suo angolo: party, frenesia, incontri d'affari, progetti vari e il sogno di aprire un ristorante alla moda.
Due persone che incarnano due mondi che sembrano distanti ma che in effetti non lo sono: entrambe inseguono il loro sogno nella Grande Mela, da scrittrice la giovane Tracy , da imprenditrice di successo Brooke; novizia del mondo sfavillante della metropoli l'una, guida morale l'altra e inoltre modello ( segreto) del romanzo che Tracy ha intenzione di scrivere.
Su questo binomio calato nella città e nei mille microcosmi che sa offrire, Baumbach imbastisce la sua storia agrodolce dove tutti i personaggi, compresi anche quelli di contorno, fondamentali, sembrano adolescenti alla ricerca della maturità e della stabilità, indecisi fra il farsi travolgere dalla emotività e dalla vitalità della grande città e il cercare stabilità, se non altro emozionale.

Au Plus Pres du Soleil ( Yves Angelo , 2015 )




Au plus près du soleil (2015) on IMDb
Giudizio: 6/10

Lei, Sophie, è un agguerrito giudice istruttore, lui, Olivier , è una avvocato di successo, due mondi che vivono sotto lo stesso tetto ma che per definizione sono su barricate diverse; quando Sophie si trova ad indagare su Juliette, una giovane e belloccia biondona dal passato movimentato accusata di aver indotto al suicidio il suo amante attempato che la manteneva, viene a sapere quasi per caso che la donna che sta per mandare in galera è la madre biologica del suo figlio adottivo diciottenne.
Consigliata dal martito a farsi da parte nel caso, la donna invece prosegue con ancora più tenacia, mentre l'uomo , in un eccesso di curiosità forse morbosa, decide di entrare in contatto con la giovane donna, ignara della sua identità.


Quello che inizia quindi come un dramma proletario-borghese si trasforma presto in concentrato di morbosità, di desideri e di pulsioni e di tensione psicologica che raggiunge vette da autentica tragedia greca.
Yves Angelo, noto soprattutto come direttore della fotografia, dirige questo lavoro che ha come punto di origine quella che sembra essere una costante del cinema francese del terzo millennio: il ricercare ostinatamente atmosfere chabroliane e da Nouvelle Vague per dar corpo a storie che spesso soffrono di una debolezza intrinseca allarmante.
Non è il caso di Au Plus Pres du Soleil, nel senso che la storia di Angelo è forse fin troppo pletorica , mostrandosi subito carica di tematiche interessanti che però lentamente ed inesorabilmente affogano nella ricerca di una pulizia stilistica e di una rarefazione delle atmosfere che mette lo spettatore nelle condizioni di un vouyer di lusso, evitandogli qualsiasi tipo di coinvolgimento.

martedì 27 ottobre 2015

To the Fore / 破風 ( Dante Lam Chiu-Yin / 林超賢 , 2015 )



To the Fore (2015) on IMDb 
Giudizio: 5.5/10

Dopo una interminabile serie di film di genere , Dante Lam, uno dei maestri indiscussi dell'action movie di Hong Kong, dirige un film che deraglia di molto dai suoi clichè narrativi, sebbene in fondo alla storia di To the Fore si riscontrano tematiche e situazioni che il regista ha ampiamente affrontato con stile ben diverso.
Qui siamo nel mondo dello sport, quello a cavallo tra il semiprofessionismo ed il professionismo che anima il mondo del ciclismo, sport in grandissima crescita in Cina e che ha consentito ad alcuni atleti di potere affrontare i prestigiosi palcoscenici europei del Tour de France e dl Giro d'Italia con squadre professionistiche.


Il Team Radiant è una squadra condotta con metodi paternalistici ma al tempo stesso con forte impronta dal suo allenatore e nella quale convivono un gruppo di atleti tra i quali spicca Ming un taiwanese di belle speranze che però come sprinter ha la strada sbarrata dal più forte Jeong; Ming stringe una forte amicizia con Tian altro atleta dal talento inferiore ma ben più serio e scrupoloso di lui.
Quando la squadra viene sciolta per difficoltà economiche, il bravo allenatore cerca di piazzare i suoi gioielli nelle più ambiziose squadre asiatiche per cui il gruppo di amici che si era formato di dilegua per ritrovarsi a rivaleggiare con team diversi.
E' facile per chi inizia a vedere scorrere denaro e successo prendere qualche deriva pericolosa e così le storie di Ming, Tian e Jeong prendono direzioni diverse.

lunedì 26 ottobre 2015

These Daughters of Mine [aka Moje Corky Krowy] ( Kinga Debska , 2015 )




Moje córki krowy (2015) on IMDb
Giudizio: 7/10

Una bella famigliola della nuova borghesia polacca, padre architetto e madre elemento coagulante, due figlie ormai belle mature e con le rispettive famiglie, un quadro insomma apparentemente confortante.
Ma le due sorelle sono in realtà in profondo conflitto: attrice di serie televisive una, insegnante l'altra con un marito che bighellona per casa fingendo di cercare lavoro, entrambe con figli adolescenti in fisiologica contrapposizione con le figure materne; quando sulla famiglia si abbatte il male in maniera improvvisa e grave i sottili equilibri vengono messi a durissima prova: la madre rimane in un letto d'ospedale in stato vegetativo e poco dopo anche al padre viene diagnosticato un cancro al cervello inoperabile.


Detta così si potrebbe pensare al solito film pieno di lacrime e sottotesti infarciti di rimorsi e di rivalse, ma These Daughters of Mine della regista polacca Kinga Dobska, attiva da già da alcuni anni come regista cinematografica e televisiva e come sceneggiatrice, è tutt'altro che una pellicola strappalacrime o peggio ruffiana e ingannatrice; il tema dei legami famigliari e del loro vacillare sotto i colpi del fato è trattato infatti con grande leggerezza, addirittura con atmosfere brillanti da commedia, riuscendo però a raggiungere il risultato di ben raccontare il modo di reagire di fronte alla malattia e di come i legami famigliari siano messi a dura prova, quasi un redde rationem da ultima spiaggia.

domenica 25 ottobre 2015

Monster Hunt / 捉妖记 ( Raman Hui / 許誠毅 , 2015 )




Monster Hunt (2015) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

Nel mondo dei mostri è in atto una rivolta: quelli cattivi e malvagi si appropriano del potere scacciando il re e la regina che porta in grembo l'erede e che è l'unica, con un piccolo manipolo di fedeli, che riesce a fuggire sconfinando però nel mondo degli uomini limitrofo a quello della fantasia.
Nel mondo reale però pullulano i cacciatori di mostri, spietati e senza scrupoli, che girano in lungo e in largo alla ricerca dei mostri che si mimetizzano sotto forme umane; essere un cacciatore di mostri regala lustro, è uno status che si tramanda all'interno delle comunità famigliari e nei villaggi; il giovane Song millanta un pedigree da cacciatore ma il suo essere maldestro lo mette spesso alla berlina nonostante sia il sindaco facente funzioni del villaggio.


Ben presto cacciatori feroci, mostri buoni con fattezze umane, mostri cattivi e cacciatori buoni entrano in inevitabile collisione: Song incontra la giovane e bella Huo,cacciatrice anc'essa, e soprattutto diventa colui cui la regina dei mostri in fuga , prima di morire, trasferisce il mostriciattolo nascituro per metterlo in salvo in una scena tanto grottesca quanto divertente.
Raman Hui, ben conosciuto nel mondo dell'animazione per essere stato il co-regista di Shrek III e con alle spalle una apprezzabile carriera di computer animator ( vari Shrek e Madagascar su tutti) dirige questa ricca coproduzione Hong Kong-Cina che è divenuta in breve il film a maggior incasso di tutti i tempi al box office cinese.

venerdì 23 ottobre 2015

Office / 華麗上班族 ( Johnnie To / 杜琪峯 , 2015 )




The Office (2015) on IMDb
Giudizio: 5.5/10

Per poter inquadrare nella giusta dimensione The Office 3D , sbarcato alla Festa del Cinema di Roma , proveniente dal London Film Festival, bisogna considerare quella che è stata finora la carriera cinematografica di Johnnie To: maestro indiscusso del noir made in Hong Kong, paladino della New Wave che segnò non solo il cinema dell’ex colonia ma di tutto un genere e di tutta la cinematografia mondiale, il regista ha da sempre nella sua lunga carriera alternato ai lavori che più di ogni altro hanno impressi il marchio d’autore altre opere, generalmente commedie, che invece sposavano più apertamente i gusti commerciali, a maggior ragione negli ultimi anni , da quando molti registi di Hong Kong, volenti o nolenti, hanno dovuto confrontarsi con l’immenso bacino mainlander.


The Office appartiene di diritto a questi lavori, potremmo definirli minori, di Johnnie To; il film ha tutti i crismi della pellicola costruita per cavalcare l’onda commerciale, grande cast, 3D , diciamolo subito superfluo se non addirittura dannoso, tematiche commediole che però hanno nel fondo qualche aspetto pedagogico e il traino dell’aspetto romantico; la novità assoluta sta nel fatto che To si cimenta per la prima volta col genere musicale: alcune parti del film infatti presentono inserti canori, seppure in modo non invasivo.

Freeheld ( Peter Sollett , 2015 )




Freeheld (2015) on IMDb
Giudizio: 4/10

Proveniente da Toronto dove ha avuto la sua prima mondiale e passando per San Sebastian dove ha ricevuto il premio per i film che si occupano delle problematiche gay e transex, Freeheld di Peter Sollett giunge alla Festa del Cinema di Roma anticipando di pochi giorni l’uscita nelle nostre sale prevista per i primi di novembre.
La pellicola è ispirata ad un caso che ha portato alla ribalta la problematica delle coppie gay: un caso di amore, giustizia ed uguaglianza , appunto, come recita il sottotitolo italiano tanto per creare quell’aura di film sociale che tanto attira e incuriosisce.


E’ la storia di una poliziotta del New Jersey, dalla carriera brillante e carica di encomi, che decide di vivere la sua vita in coppia con una giovane ragazza sfidando le convinzioni e i pregiudizi della becera provincia americana , quando poi la malattia implacabile si abbatte su di lei è la stessa donna che solleva il problema della reversibilità della pensione, essendo la legge, all’epoca , ancora lacunosa e che lasciava di fatto ampia facoltà alle autorità locali, prima che sotto la presidenza di Obama e grazie ai movimenti di opinione per la parità dei diritti delle coppie di fatto, la legge sancisse definitivamente la raggiunta parità.
Per Laurel Hester, la poliziotta, e Stacie Andree, la compagna, le cose andarono diversamente, visto che i fatti risalgono al 2006, e il risultato fu ottenuto grazie ad una strenua battaglia contro le autorità della Contea.

Lo Chiamavano Jeeg Robot ( Gabriele Mainetti , 2015 )



Giudizio: 5.5/10

Evviva , evviva! Anche il cinema italiano ha il suo supereroe, come gli americani hanno Batman e Spiderman, i musi gialli giapponese hanno tutti gli eroi di cartone di acciaio dei manga, i musi gialli cinesi hanno i loro spadaccini volanti, i personaggi mitologici mezzi uomini e mazzi scimmia, noi italiani abbiamo il nostro, alias Enzo Ceccotti.
Le grida di giubilo di un pubblico folgorato dall’evento,riempiono in questi giorni tutti gli spazi dell’Auditorium Parco della Musica , sede della Festa del Cinema di Roma, che quando Renzo Piano ideò e portò a termine fra mille peripezie non immaginava certo che potesse essere la culla del primo supereroe italico.
Il tripudio che accompagna Lo Chiamavano Jeeg Robot e che lo candida alla quasi vittoria sicura si basa però su presupposti molto poco convincenti: anzitutto non si vede dove sia l’originalità del progetto, considerato che altrove film su supereroi mutuati dai fumetti e non si producono da decenni; poi la storia che sostiene la pellicola soffre per tutta la durata del film di una grave imperfezione: Lo Chiamavano Jeeg Robot è infatti una entità che si alimenta di un miscuglio di generi e sottogeneri incapaci di dare una impronta netta ed originale al film.

mercoledì 21 ottobre 2015

Yakuza Apocalypse ( Miike Takashi , 2015 )




Yakuza Apocalypse (2015) on IMDb
Giudizio: 7/10

Ogni film di Miike Takashi è una sorpresa: sia esso bello o brutto, interessante o dozzinale , c’è sempre qualcosa per cui valga la pena vederlo. 
Non sfugge a questa regola il secondo film diretto da Miike nel 2015 , Yakuza Apocalypse presentato all’ultimo Festival di Cannes nella Quinzaine des Realisateurs come proiezione speciale e successivamente proiettato in numerosi altri festival tra cui Toronto e Londra.
L’opera del regista giapponese è un assurdo connubio tra lo yakuza movie di stampo personale e il vampire movie: il boss della yakuza di un piccolo centro di provincia è infatti un imbattibile vampiro che governa con fare paternalistico e bonario, ma feroce quando serve, le sorti della comunità, quasi un nume tutelare per la popolazione contro le prepotenze.


Il giovane Kagayama è estasiato dalla figura del boss e per tale motivo si arruola nella sua gang con un misto di rispetto e devozione.
Quando un fantomatico gruppo internazionale per il controllo della criminalità manda due scagnozzi dal boss per imporgli di tornare nei i ranghi e comportarsi come vero malavitoso, quasi rifiuta e viene ucciso riuscendo però a trasmettere i suoi straordinari poteri vampireschi al discepolo devoto.

martedì 20 ottobre 2015

Room ( Lenny Abrahamson , 2015 )




Room (2015) on IMDb
Giudizio: 5/10

Un giorno l'orco cattivo portò via Ma', dopo due anni Ma' da alla luce Jack frutto della malvagità dell'orco cattivo: da sette anni Ma' e cinque Jack vivono reclusi in un capanno pochi metri quadri vitali, un solo lucernaio in alto per far filtrare la luce; il legame intenso ed esclusivo che normalmente si crea tra madre e figlio diventa morboso, totalizzante.
Ma' racconta a Jack il mondo, il ragazzino cresce pensando che il mondo è quello che vede nella Tv perchè fuori non sa neppure che colore hanno gli alberi, conosce solo quello spicchio di cielo che cambia ogni giorno i suoi colori.


Quando Jack compie cinque anni nella sua mente deviata si formano domande, richieste, ribellioni, capisce che forse fuori da quei pochi metri quadrati c'è qualcosa che la televisione non sa raccontare o forse racconta troppo bene seppure nella sua bidimensionalità.
Ma' capisce che è il momento per Jack di andare a conoscere il mondo e mettendo in atto uno stratagemma fa fuggire il ragazzino che porterà poi la polizia alla salvezza della madre.

domenica 18 ottobre 2015

The Whispering Star ( Sono Sion , 2015 )




The Whispering Star (2015) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Lo spazio infinito ospita le ultime retroguardie del genere umano ridotte ormai a piccola minoranza: l’universo è abitato da intelligenze artificiali, una di queste Suzuki Yoko è un androide che vaga per lo spazio parcellizzato svolgendo il suo ruolo di corriere trasportando pacchi agli ultimi umani rimasti in vita; la fredda intelligenza dell’androide non si spiega perché l’uomo non utilizzi il teletrasporto e preferisca comunicare inviando insignificanti oggetti; in particolare c’è un pianeta sul quale vivono solo umani, oppressi da un sibilare monotono sotto una soglia di pochi decibel.


Suzuki viaggia su uno strano velivolo spaziale a forma di casa di campagna con tanto di veranda, alla guida un computer che sembra il figlio povero di HAL 9000 con le sue forme da radio a valvole, la plancia di comando del velivolo sembra uscita da un film di fantascienza degli anni 60 con tanto di timone marino; all’interno Suzuki vive in una disadorna dimora in tutto e per tutto simile ad una casa “umana”.
Nel suo viaggio perenne che dura decenni visita luoghi desolati dove le tracce dell’umanità sono sempre più flebili, sufficienti però a far sorgere nell’androide la curiosità per una genere che appare così arretrato.

sabato 17 ottobre 2015

Truth ( James Vanderbilt , 2015 )




Truth (2015) on IMDb
Giudizio: 4.5/10

Nel 2004 , con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali in USA che avrebbero decretato la rielezione di G.W.Bush, come tradizione, orde di reporter , dai famosi anchorman dei network nazionali ai poveracci in cerca di gloria, si misero a frugare negli armadi dei candidati per tirare fuori se non uno scheletro qualche piccolo osso che potesse aprirgli la strada della gloria giornalistica.


Da quello molto chiacchierato della famiglia Bush spuntò il forte sospetto che il Presidente in carica e candidato al secondo mandato fosse stato raccomandato per non finire in guerra in Vietnam rimanendo arruolato nella ben più rassicurante Guardia Nazionale del Texas: il caso venne portato alle cronache dalla CBS attraverso la produttrice Mary Mapes e il famoso anchorman Dan Rather.
Ispirandosi al libro scritto dalla giornalista, lo sceneggiatore James Vanderblit fa il suo esordio alla regia tentando di riesumare quello che una volta era il film d’inchiesta di cui la filmografia americana conserva notevoli esempi nel passato; l’affaire viene affrontato con un approccio molto classico e convenzionale che mostra però ben più difetti che pregi.

giovedì 15 ottobre 2015

The Assassin / 刺客聶隱娘 ( Hou Hsiao Hsien / 侯孝賢 , 2015 )




The Assassin (2015) on IMDb
Giudizio: 9.5/10

Otto anni trascorsi dall’ultimo film diretto, un progetto che datava ormai più di vent’anni, una genesi produttiva tribolata al limite del misterioso, ma quando sembrava quasi impossibile che potesse  vedere la luce ecco che a Cannes Hou Hsiao Hsien svela il suo ultimo , attesissimo lavoro: un confronto personale, stilistico e narrativo con il genere più intimamente cinese e classico non solo del cinema ma di tutta la letteratura e la cultura di quella civiltà; The Assassin è lo sguardo personale del Maestro taiwanese sul wuxiapian, impregnato del suo lirismo e del suo umanesimo, una lettura coraggiosa e rivoluzionaria di un genere che va di diritto a collocarsi a fianco dei grandi capolavori che del wuxia hanno fatto la storia; la mente va subito a A Touch of Zen di King Hu e ad Ashes of Time di Wong Kar-Wai, opere che hanno segnato indelebilmente il cinema contemporaneo e che hanno saputo rappresentare l’essenza del wuxia.


The Assassin va a collocarsi sullo stesso livello di queste opere, sebbene la poetica di Hou lo posiziona quasi agli antipodi e al contempo punto d’arrivo di una visione molto poco epica e fortemente umana.
La storia, sebbene ben articolata e ricca di sfaccettature storiche e coerenti con il genere, appare però qualcosa di secondario, uno sfondo narrativo davanti al quale Hou pone il suo capolavoro come fosse un unico lunghissimo dipinto in perenne scorrimento.
Le gesta raccontate sono quelle di Yinniang una giovane addestrata magistralmente alle arti marziali, assassina professionista e per vocazione , sterminatrice dei nemici dell’Impero Tang in crisi di unità sotto le spinte centrifughe delle province; la premessa narrativa si basa sulle tipiche congiure di corte, su matrimoni di convenienza, su legami parentali che hanno portato la giovane Yinniang lontano da casa , sotto le cure di una monaca taoista maestra di arte marziali e che hanno reciso il patto d’amore della ragazza col cugino Jian che avrebbe dovuto portarli nozze per rinsaldare legami famigliari di potere.

martedì 13 ottobre 2015

Dheepan-Una nuova vita ( Jacques Audiard , 2015 )



Dheepan (2015) on IMDb 
Giudizio: 6/10

Quando nello scorso maggio la giuria del Festival di Cannes, presieduta dai furbacchioni fratelli Coen assegnò la Palma d’Oro a Dheepan di Jacques Audiard  molti rimasero interdetti, a partire dalla critica internazionale al completo che aveva decretato per il film un ben poco onorevole settimo posto con la media di 6.31 tra quelli in Competizione.
Ora che il film arriva in Italia abbiamo  la possibilità di appurare che tale sconcerto era del tutto legittimo; liberandolo dal peso che la Palma d’Oro gli impone, il film di Audiard è un lavoro senza lode  e senza infamia, senza dubbio il più debole tra quelli del regista francese che pure aveva saputo in ogni sua prova offrire buoni risultati, a volte anche eccellenti.


Proprio alla luce di ciò rimane forte la convinzione che quest’anno la giuria di Cannes abbia rivaleggiato fino allo spasimo con quella Veneziana per aggiudicarsi il ben poco ambito riconoscimento di palmares più incomprensibile.
Dheepan è film tutto sommato convenzionale, nonostante si focalizzi sugli esiti di una guerra e della successiva diaspora in un paese dimenticato , lo Sri Lanka, dove la lotta tra governo e guerriglieri Tamil ha prodotto distruzioni enormi.

lunedì 12 ottobre 2015

Blind ( Eskil Vogt , 2014 )



Blind (2014) on IMDb 
Giudizio: 5.5/10

Da quando Ingrid è diventata cieca vive in un grande appartamento dalle enormi finestre, luminoso, dominato da un bianco accecante delle pareti, quasi un disperato tentativo di stimolare i suoi nervi ottici irrimediabilmente malati; in questo ambiente che la avvolge dandole una fredda sensazione di sicurezza la donna acuisce la sua fantasia, facendo venire a galla pulsioni e desideri nascosti, paure e ossessioni.
Come in un film schizofrenico costruisce due vite parallele che vede scorrere nel suo cervello e che sembrano intersecarsi, quasi collimare a volte con la sua vita.


E' un flusso continuo di immagini e di desideri che il suo inconscio tramuta in virtuali realtà.
Einar il pornomane, feticista, solitario onanista, voyeur, Elin la giovane divorziata in cerca di una nuova vita appena giunta dalla Svezia, Morten il marito che cerca nei siti di incontri nuove avventure e sè stessa quasi una medium tra le sue proiezioni che diventano realtà antropomorfe: il film delle fantasie di Ingrid è popolato da intersezioni reali e virtuali,  un lungo e intimo racconto di una vita che cerca di riflettere su stessa, sui ricordi e sui piccoli particolari che la rendano cosciente del suo stato di cecità.

Fuku-chan of FukuFuku Flats ( Fujita Yosuke , 2014 )



Fuku-chan of FukuFuku Flats (2014) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Il panorama commediaolo giapponese è sempre stato improntato alla demenzialità: difficile trovare un lavoro che non approcci questo stile, caratterizzando il genere che in Giappone, al di fuori di questi schemi, non offre grandi autori; Fujita Yosuke è uno dei pochi che utilizza i toni della commedia sebbene con caratteristiche piuttosto lontane da quelle tradizionali di derivazione occidentale senza adagiarsi in maniera completa allo stile demenziale.
Fuku-chan of FukuFuku Flats è infatti lavoro che sceglie toni minimalisti, tendenti più al surreale che al demenziale, mostrando personaggi per lo più "perdenti" , emarginati, tutt'altro che rappresentativi della tipica società giapponese.


Il protagonista è un imbianchino trentenne dall'aspetto curioso: grasso, tarchiato, rasato a zero che però possiede una innata naturalezza innocente, quasi un adolescente cresciuto nel corpo ma non nell'animo; molti riconoscono in lui questa dote, i pochi amici e i compagni di lavoro, i vicini di casa del condominio dove vive formato da minuscoli appartamenti divisi tra loro da sottilissime pareti, soprattutto uno strano giovanotto nei guai con la giustizia perchè rubava mutandine e un altro triste e dimesso laureato che vive in compagnia di un pitone.
Fukuchan coltiva la passione di costruire strampalati aquiloni che sembrano più la proiezione dei suoi sogni che semplici passatempo, non ha mai avuto una donna e vive la sua esistenza con molta semplicità ma sempre con moderata allegria, anche se dietro il suo sguardo ogni tanto un lampo di enigmatico dolore si affaccia: insomma un personaggio che sembra incarnare in sè l'ingenuità e la semplicità di un buon fanciullo.

domenica 11 ottobre 2015

For The Emperor ( Park Sang-jun , 2014 )



For the Emperor (2014) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

"Segui l'odore dei soldi": questa la morale , molto spicciola a dire il vero, che sostiene questo action thriller coreano diretto da Park Sang-jun; l'odore lo segue molto bene , tenacemente Lee Hwan, un promettente giocatore di baseball la cui carriera proprio quella scia di odore disintegra tra scommesse e partite truccate; il giovanotto ha una quasi animalesca pulsione per il denaro, unita ad un carattere che non si ferma davanti a nulla , motivo per il quale posa gli occhi su di lui il boss di una società di finanziamenti (leggi strozzini) tra le più importanti di Busan.


Lee Hwan farà carriera velocemente perchè Jung Sang-ha, il boss, vede in lui delle doti non comuni tra i criminali da strapazzo di cui si circonda: la scalata prevede soldi, fiducia del boss, lavori importanti , lusso e ovviamente donne, una in particolare verso la quale il ragazzo prova qualcosa che va al di là del semplice passatempo.
Col crescere della storia assistiamo a faide interne, scontri tra gang, fili nascosti manovrati da vecchi faccendieri, speculazioni immobiliari e collusioni varie, fino ad un epilogo crepuscolare che indica l'unica via possibile per chi si avventura in certe imprese spinto dall'avidità e dalla sete di potere.
Tutto da copione dunque, seguendo il classico schema che l'action movie coreano ha ben stilizzato negli ultimi anni? In gran parte sì , se non fosse che For The Emperor, accanto alla ormai appurata buona riuscita tecnica, fa della sua cifra violenta quasi eccessiva il suo aspetto distintivo.

sabato 10 ottobre 2015

Insanity / 暴瘋語 ( David Lee Kwong-Yu / 李光耀 , 2014 )



Insanity (2014) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

Thriller psicodrammatico dalle tinte oscure, Insanity è un lavoro che va ad indagare sulle pieghe più nascoste delle alterazioni della personalità umana che si strutturano in patologie psichiatriche ben precise.
Il prologo ci mostra Fan , un uomo disturbato, alla deriva, oppresso dal senso di colpa per la perdita del figlio, che durante uno dei tanti diverbi che nascono dalla sua paranoia, provoca in maniera accidentale la morte della moglie.
Dichiarato insano di mente viene internato presso un ospedale psichiatrico dove lo ritroviamo tre anni dopo apparentemente guarito grazie alle cure del dottor Chow, brillante psichiatra di successo prossimo a diventare il direttore dell'ospedale in seguito alla malattia incurabile che ha colpito il vecchio direttore nonchè suo mentore e maestro.


Chow è convinto dei risultati ottenuti al punto di proporre la dimissione del paziente e il suo ritorno nella vita di tutti i giorni da persona libera, cosa che riesce ad ottenere nonostante l'opposizione di qualche collega più anziano.
Fan torna quindi libero e Chow si impegna a controllarne le condizioni, stringendo con lui un legame che sembra andare addirittura oltre quello medico-paziente; ad attendere Fan c'è la suocera che dietro un apparente interesse per le condizioni dell'uomo vuole in realtà coltivare la sua vendetta diventando l'ossessione del genero.
Chow cerca di aiutare l'uomo ma ben presto quello che appare semplicemente come una strana distorsione del rapporto medico-paziente è solo l'inizio di una ribaltamento di ruoli in cui emergono dal passato ombre terribili.

giovedì 8 ottobre 2015

A Stranger [aka Obrana i Zastita] ( Bobo Jelcic , 2013 )



A Stranger (2013) on IMDb 
Giudizio: 7/10

Nella Mostar dei giorni nostri, ancora segnata dalle ferite della lunga guerra che lasciano segni indelebili su quella che viene considerata una delle città più ricche di storia d'Europa, anche partecipare ad un funerale può scatenare una profonda crisi di coscienza: è quello che succede a Slavko quando il suo vecchio amico Djulaga stira le cuoia; il primo è cristiano-croato il secondo è bosniaco-musulmano emblemi di una città divisa in due da una impalpabile linea di confine immaginaria che mette su due sponde opposte i suoi abitanti una volta alleati contro i Serbi e poi acerrimi nemici divisi dalla fede  e dalle tradizioni millenarie.


Slavko vorrebbe andare al funerale, è amico di vecchia data della famiglia del defunto, la moglie è mezza imparentata con essi, ma dentro di sè continua a ripetere la frase che gli rinfacciano i suoi amici croati " Pensi più a loro che a noi", sente l'obbligo morale ma teme le reazioni dei croati e quelle della moglie che vorrebbe vederlo ben più deciso e privo di imbarazzi.
A Stranger è film che gioca tutto su questa ossessione, qualcuno ha detto che è un film in cui non succede nulla, ed in buona parte è vero, ma i sussurri, il non detto, gli sguardi e i silenzi invece dicono molto.
Raccontano di una città che è un po' l'emblema delle scorie accumulate dalla guerra: società frantumata, famiglie divise , amicizie traballanti, futuro fosco pericolosamente in mano ad oscuri faccendieri capoclan come quel Dragan cui Slavko cerca di rivolgersi come farebbe un vassallo col suo principe; Mostar come quella che un tempo fu la Jugoslavia dispersa nei rivoli delle repubbliche nate da una guerra che è stata anzitutto etnica e di religione.

The Crossing : Part 2 / 太平轮·彼岸 ( John Woo / 吴宇森 , 2015 )



The Crossing 2 (2015) on IMDb
Giudizio: 6/10

L’impressione che era affiorata dopo la visione della prima parte di The Crossing si consolida con il secondo capitolo: la scelta di presentare il film in due parti per pure finalità commerciali risulta scellerata, ancor di più in considerazione che nella sua valutazione complessiva The Crossing è pellicola più prossima alla delusione che al lavoro di qualità.
Per tale motivo la raccomandazione è d’obbligo: le due parti vanno viste in rapida successione perché vanno ritenute di fatto due puntate della stessa storia, pena la difficoltà di riannodare i fili narrativi.
L’opera di John Woo infatti nella sua seconda parte prosegue esattamente quanto era rimasto troncato brutalmente nella prima: stessa impronta, stessi ritmi , medesime atmosfere che concorrono a portare a termine le storie parallele che si sfiorano in talune circostanze nel  corso del periodo storico che va dalla fine della guerra mondiale alla conquista della Cina da parte delle forze comuniste e la fuga dei nazionalisti a Taiwan.


Verso il finale di The Crossing: Part 2 è narrato l’episodio del piroscafo Taiping, al bordo del quale le vicende dei protagonisti che abbiamo seguito per alcuni anni giungono all’epilogo: il naufragio della nave che portò a morte migliaia di persone con pochissimi superstiti diventa quasi l’episodio finale che permette a Woo di riannodare i fili del racconto rimanendo però bel lontano dal volersi ergersi come il Titanic cinese, come molto superficialmente certa critica ha cercato di presentare The Crossing.

mercoledì 7 ottobre 2015

The Tale of Three Cities / 三城記 ( Mabel Cheung Yuen-Ting / 張婉婷 , 2015 )



A Tale of Three Cities (2015) on IMDb
Giudizio: 7/10

Prendendo come fonte ispirativa e modello di tante vicende tutte simili in quell'epoca tragica e di convulsi eventi la storia dei genitori del grande Jackie Chan, la regista Mabel Cheung con il fido sodale Alex Law, sceneggiatore nonchè compagno di vita della stessa regista, costruisce un drammone storico che brilla della epicità dei protagonisti anonimi che hanno scritto le pagine più drammatiche del periodo storico che va dalla guerra sino-giapponese fino alla conquista delle forze comuniste di tutto il paese e la contemporanea fuga dell'esercito nazionalista a Taiwan.


Sebbene il modello della storia riguardi due personaggi che diverranno poi famosi se non altro per aver dato al vita ad uno dei personaggi cinematografici contemporanei più conosciuti ed amati al mondo, The Tale of Three Cities segue alla perfezione il modello cinematografico proprio della regista ( e dello sceneggiatore-regista): storie quotidiane di gente comune calate in un ben determinato periodo storico destinato a lasciare il segno.
Le tre città del titolo sono Wuhu nell'Anhui dove i due protagonisti sono nati, Shanghai dove entrambi sono fuggiti per cercare fortuna e per mettersi al riparo dalle truppe giapponesi e Hong Kong dove la loro storia approda dopo mille peripezie.
Yuerong è una giovane vedova che per sfamare le figlie si improvvisa corriere nel mercato dell'oppio, Daolong è un ufficiale nazionalista , nonchè spia, che incrocia la sua strada allorchè la smaschera col suo carico; i due sono anche lontani parenti , entrambi vedovi, entrambi con ragazzini da tirare avanti, entrambi con il genitore che si occupa dei ragazzini e della casa.

sabato 3 ottobre 2015

The Con Artists [aka The Technicians] ( Kim Hong-sun , 2014 )



The Con Artists (2014) on IMDb
Giudizio: 5.5/10

Ji-hyuk è un ineffabile ladro di opere d'arte, nonchè infallibile scassinatore di cassaforti, in coppia col compare Goo-in; quando mette a segno un colpo in una gioielleria viene a sapere che questa appartiene ad un boss della Chinatown coreana il quale lo rintraccia e gli propone ( o impone ? ) di collaborare con lui per un colpo colossale da effettuare nel porto commerciale di Incheon: affare fatto e preparazione del colpo avviata, bersaglio una cassaforte e tempo per portare a termine il colpo solo 40 minuti.
Tra doppi e tripli giochi, colpi a sorpresa, complicazioni amorose, rancori sopiti che esplodono la storia giunge al termine con risultati ben diversi da quelli progettati.


L'opera seconda del regista coreano Kim Hong-sun, in netta discontinuità col lavoro d'esordio ben più impegnativo, è una pellicola che sembra voler richiamare antiche e moderne atmosfere sospese tra il thriller e la commedia : ladri galantuomini bellocci che richiamano Jean Paul Belmondo e le commedia col simpatico ma un po' canaglia protagonista, Blake Edwards e l'imprendibile Pantera Rosa, certe commedie americane tutte giocate sull'imbroglio e addirittura , per noi italiani nostalgici della commedia italiana che non c'è più , i Soliti Ignoti; ma anche il film d'azione più squisitamente coreano dove però i cattivi non sono così  cattivi ( e per un film coreano questo è singolare) e i buoni sono pur sempre ladri e imbroglioni, il glamour e il lusso delle più recenti produzioni in stile Mission Impossible, tutto rigorosamente condito dalla buona qualità tecnica , prerogativa ormai irrinunciabile per il cinema coreano.

giovedì 1 ottobre 2015

Feed me / 哺乳期的女人 ( Yang Yazhou / 杨亚洲 , Yang Bo / 杨博 , 2013 )



Feed Me (2013) on IMDb
Giudizio: 7/10

Il piccolo Wang Wang vive col nonno su un barcone, è il prodotto della Cina nella quale i genitori abbandonano i figli per andare a cercare fortuna come ha fatto la madre del ragazzino, il padre è invece morto.
Il nonno che lo ha cresciuto è un strambo personaggio nel quale la demenza senile avanza inesorabile e che è infatuato della dottoressa che lo ha in cura.
Cavalcando il loro barcone a chiatta scorrazzano spesso e volentieri dalla provincia verso la sfavillante Shanghai; di ritorno da uno di questi viaggi scoprono all'interno del barcone una donna incinta nascosta nella stiva; il trambusto che ne segue li porta ad incagliarsi lungo il canale in mezzo a campi sterminati dominati da fiori gialli.
La donna ben presto partorisce e dopo l' iniziale rifiuto di abbandonare la neonata sulla barca, dietro le rampogne violente del vecchio, decide di rimanere come ospite della strana coppia.


I due nuovi arrivati stravolgono la routine tra vecchio e bambino e ben presto Wang Wang inizia a vedere nella donna la figura materna che non ha avuto accanto; il contatto tra la donna e il ragazzino passa per il latte e le mammelle della giovane arrivata da chissà dove con la sua valigia che custodisce con gelosia e cura.
In un crescendo quasi surreale il terzetto diventa presto l'oggetto dei pettegolezzi dei contadini della zona, anch'essi interessati più alle tette della donna che ad altro.
Il finale col vecchio ormai demente e Wang Wang che da ometto se ne prende cura presso uno ospizio, è il capolinea delle tre storie, un epilogo che sa di tenerezza senza esser però melenso.
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