martedì 29 novembre 2016

The Donor / 捐赠者 ( Zang Qiwu / 臧启武 , 2016 )



Giudizio: 8/10

Dopo il successo ottenuto al Festival di Busan, anche il Torino Film Festival cinge la corona sulla testa dell’esordiente Zang Qiwu per il suo The Donor, film duro, spietato e drammaticamente poetico nel suo formalismo tutt’altro che astratto.
Prima di tessere le lodi di questo lavoro, di certo fra i migliori visti in questo anno cinematografico, va riconosciuta al Festival di Torino la capacità di perseguire imperterrito nella sua opera di divulgazione cinematografica alla quale troppe rassegne hanno ormai rinunciato: alla faccia degli strali , quasi sempre italici, sul presunto elitarismo di certi festival, sulla noia che suscitano certi film, soprattutto asiatici, la giuria del Festival ha ritenuto giusto rimanere ferma sul caposaldo che dovrebbe animare ogni rassegna, quello di presentare lavori e cinematografie che altrimenti rimarrebbero emarginata dai circuiti commerciali, stimolando la curiosità di coloro che non si accontentano più di un semplice pellicola mainstream buona per tutte le stagioni e tutti i gusti.


The Donor è film che attraverso la disamina di un problema che assilla la Cina da anni, quello del traffico di organi per trapianti, va ad analizzare una realtà ben più grande, quella di un paese in cui la corsa al consumismo porta larghe fette della popolazione a folle velocità verso il baratro, azzerando principi etici e morali, fino a superare ogni steccato.
In The Donor il protagonista è un silenzioso e mite uomo di mezza età, Yang , che svolge la sua attività di meccanico in una piccola bottega di periferia, assillato, come larga parte della popolazione cinese, dal problema del sostentamento della famiglia: il figlio è prossimo a sostenere l’esame di ammissione al collage e la moglie , da buona donna di casa, è attentissima alle finanze di famiglia.
Yang decide quindi di vendere un suo rene ad un “riccone”, nuova classe sociale della Cina capital-comunista, il quale vuole a tutti i costi salvare l’amatissima sorella gravemente malata; soldi in cambio del rene e la riconoscenza di Li Daguo, il riccone, e della sorella, il tutto all’oscuro della famiglia.
Sembra la svolta della vita, se non fosse che il trapianto fallisce e Li Daguo, tornerà a chiedere l’aiuto di Yang.

venerdì 25 novembre 2016

Old Stone / 老石 ( Johnny Ma / 马楠 , 2016 )




Old Stone (2016) on IMDb
Giudizio: 8/10

L’inquietante stormire di fronde di una enorme distesa boschiva apre il film a marchiare da subito un racconto che affonda nel dramma più gelido e tagliente; la stessa immagine la vedremo svariate volte negli ottanta minuti della pellicola, a rammentare quella inquietudine  quasi spaventosa e tragica.
Poi c’è un uomo fermo con la sua auto lungo una strada che osserva con attenzione una moto parcheggiata sulla quale poco dopo sale un altro uomo: il pedinamento ha inizio.
Tre mesi prima: Lao Shi un tranquillo uomo di famiglia investe un motociclista col suo taxi, spaventato dalle condizioni dell’uomo che giace sull’asfalto e sommerso dal vociare dei curiosi, visto che l’ambulanza non arriva, carica il ferito in macchina e corre all’ospedale, dove grazie alla tempestività dei soccorsi questi viene salvato; per Lao Shi il compito di pagare il conto delle prime spese, altrimenti l’uomo non verrà operato; questi è un immigrato da un’altra provincia e i famigliari non sono rintracciabili.


Dal momento in cui Lao Shi informa la polizia e l’assicurazione inizia per lui una odissea nella giungla della burocrazia e dei cavilli legali: aver agito in quel modo è stata una imprudenza perché non ha seguito le norme che regolano i risarcimenti assicurativi e la sua diventerà una battaglia come quella di Davide contro Golia, dalla quale inizialmente terrà fuori la moglie , fino a quando il conto in banca non sarà prosciugato, i soldi che sarebbero serviti per comprare un locale dove la moglie potesse aprire il suo asilo nido.
Una battaglia di coscienza che diventa poi di sopravvivenza e che come tale condurrà a scelte tragiche , scalfendo quella scorza di persona integerrima che riveste il protagonista.

domenica 20 novembre 2016

Lazy Hazy Crazy / 同班同學 ( Luk Yee-sum / 陆以心 , 2015 )




Lazy Hazy Crazy (2015) on IMDb
Giudizio: 5.5/10

Luk Yee-sum è stata negli ultimi anni costante collaboratrice come sceneggiatrice di Pang Ho-Cheung: Women Who Flirt , Vulgaria e Love in the Buff sono i lavori più recenti nei quali compare come autrice; per il suo debutto all regia, Pang produttore come si conviene per i collaboratori più stretti, Luk sceglie un film che potremmo definire in maniera molto vaga un dramma giovanile, quindi ben lontano dalle tonalità dei lavori di Pang più recenti.
Lazy Hazy Crazy, rigorosamente storia vera come specificato all'inizio della pellicola, si incentra sull'amicizia fra tre teen agers, appena diciottenni e all'ultimo anno della scuola superiore; mentre due di esse Chloe e Alice sono due tipette sveglie e già rotte a tutte le esperienze e si guadagnano da vivere prostituendosi, Tracy si dichiara vergine ed è quindi bonariamente, ma neppure troppo, derisa dalle altre due.


Se qualcuno leggendo l'incipit pensasse al solito film in stile Pang fatto di pesanti allusioni, di scene pruriginose e di dialoghi da osteria portuale farà bene ad evitare la visione: il film di Luk è invece una alquanto pretenziosa disamina dell'universo post adolescenziale femminile nel quale la prostituzione va di pari passo con la scoperta dell'identità sessuale, condita dalla tematica sociale; le tre ragazze infatti provengono tutte da una realtà famigliare complessa: una di esse vive con la nonna, l'altra vive da sola, la terza ha i genitori che vivono all'estero, quindi il procurarsi i soldi diventa una necessità ed il sesso la strada tutto sommato più semplice per raggiungere l'obiettivo.
Su questo scenario la regista innesta la storia d'amore che vede tutte e tre le ragazze invaghite dello stesso compagno di scuola, il quale da buon maschio vive questo rimbalzare da una all'altra con un certo compiacimento.

sabato 19 novembre 2016

Thanatos,Drunk / 醉.生夢死 ( Chang Tso-chi / 張作驥 , 2015 )




Thanatos, Drunk (2015) on IMDb
Giudizio: 7/10

Film tra i più premiati ed osannati dell'anno, tanto in Occidente che in Asia, Thanatos Drunk del regista taiwanese Chang Tso-chi, autore tra i più interessanti di quella New Wave che ha cercato di riportare agli antichi splendori il cinema di Taiwan, vincitore per due volte del prestigioso Golden Horse, è film che fa del suo verismo e del racconto di emarginazioni e disagi il suo fulcro narrativo.
Il film si apre con una intensa scena che vede protagonisti Rat e la madre: il primo è uno sfaccendato in cerca di guai, la seconda una alcolizzata che vive nel ricordo di una giovinezza e di un uomo che sono ormai  solo passato remoto; la madre si preoccupa per il figlio in maniera ossessiva, quest'ultimo sopporta con fastidio le attenzioni pressanti della madre, rinfacciandole che lei vedeva solo per il fratello emigrato in America un futuro degno.


Il preambolo al film è essenziale: notiamo come Rat sia stranamente attratto dalle formiche, come la sua esistenza sia sempre ai margini, come la figura materna sia colossale e invadente nella vita del ragazzo; finito il prologo ritroviamo Rat e il fratello tornato dall'America perchè la madre è morta.
Negli States Shenghe è stato mollato dal fidanzato e ora lavora a Taipei in un gay pub come ballerino, tra i due fratelli sembra esistere solo indifferenza; entrambi sono  più rivolti verso il fidanzato della cugina  Shuo, che vive con loro, un gigolò da bar che allieta ricche signore in cerca di passatempi viziosi.
E' su questo triangolo tutto maschile che si imbastisce la storia di Thanatos, Drunk, un racconto fatto più di intensità emotiva e silenzi che altro: tutti i personaggi, anche quelli di contorno cercano una via d'uscita dalla condizione in cui si trovano, quella di emarginati e di alienati. 
Rat ha una relazione con una prostituta muta sempre in mezzo ai guai di cui lui si prende cura e che difende dagli oltraggi, Shenghe e Shuo cadono rispettivamente uno nelle braccia dell'altro alla ricerca di una intimità di affetti che intorno a loro non esiste e che genera una aridità sentimentale che raggela; la cugina dei due fratelli disapprova la vita scelta da Shuo fin quasi giungere alle estreme conclusioni; ma su tutto aleggia il senso di morte , quello che suscita la figura materna , che in un confuso alternarsi di flashback, si concretizza nella scena del suo ritrovamento da morta.

giovedì 17 novembre 2016

Pale Moon ( Yoshida Daihachi , 2014 )




Pale Moon (2014) on IMDb
Giudizio: 6/10

Rika è una grigia casalinga con un rapporto matrimoniale molto formale, dominato dalla figura del marito intento a scalare le posizioni nella rigida gerarchia aziendale nipponica; decide di iniziare a lavorare presso una banca nella quale le viene affidato il compito di recarsi a fare visita ai clienti proponendo investimenti di vario tipo; siamo nel 1994 negli anni che seguirono la clamorosa esplosione della bolla speculativa giapponese e che portò il paese sull'orlo di una crisi di grandissime proporzioni.
Rika però il suo lavoro lo svolge bene e riesce in breve tempo ad attirarsi la fiducia dei clienti e anche dei colleghi; durante la visita ad un facoltoso cliente incrocia per un attimo il giovane nipote di questo e quando l'incontro si ripete casualmente per strada la donna cade in una sorta di infatuazione per il ragazzo iniziando così una relazione per molti versi pericolosa.


Il giovane è uno squattrinato studente pieno di debiti contratti per andare al college e la donna, educata cristianamente ed infervorata dal potere della beneficenza sin da ragazzina, decide di aiutarlo e di conseguenza legarlo a sè; per fa ciò rompe quel sottile steccato che circonda chiunque maneggi i soldi per professione e con una serie di imbrogli sapientemente costruiti inizia una nuova vita all'insegna non solo della beneficenza, ma soprattutto del lusso e del divertimento: week end in alberghi da capogiro, spese folli, ristoranti e vini costosi, persino una casa in affitto dove i due piccioncini si ritrovano.
Naturalmente la pacchia non può durare a lungo: il ragazzo si stanca della prigione dorata e soprattutto la banca, grazie ad una collega di Rika, particolarmente scrupolosa e pignola, scopre l'imbroglio e la mette con le spalle al muro.
Finale su duplice binario: da un lato il confronto con la collega che di fatto l'ha messa nei guai nel quale si filosofeggia sul potere del denaro e sull'illusione che esso crea, dall'altro una situazione assolutamente forzata ed inutile che chiude il film e che vorrebbe chiudere soprattutto il cerchio.

mercoledì 16 novembre 2016

While the Women Are Sleeping ( Wayne Wang , 2016 )




While the Women Are Sleeping (2016) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

Kenji, scrittore di successo seppur in crisi di ispirazione, e la moglie Aya, editrice, si concedono una vacanza in una nota località di mare del Giappone; a bordo piscina del confortevole resort la donna, con acutezza tipicamente femminile, nota una coppia composta da un uomo più che maturo e una giovinetta, padre (o forse nonno...) verrebbe da pensare, probabilmente invece amanti.
Se Aya ha dato prova di acutezza e di interesse, è Kenji che col passare del tempo diventa sempre più interessato alla coppia, fino al punto di inseguirla per le vie della cittadina fino ad un ristorante da dove la vede uscire e nel quale farà uno strano e curioso incontro col proprietario che sembra ben conoscere la coppia.


La curiosità di Kenji diventa morbosa allorquando dalla finestra della stanza, da autentico voyeur , nota l'uomo piazzare una telecamera di fronte alla ragazza che dorme.
Un incontro in piscina tra i due ci porterà a sapere che Sahara, l'uomo della telecamera, un inquietante Kitano Takeshi, da tempo ogni sera registra la ragazza mentre dorme perchè vuole riprendere il suo ultimo giorno, dichiarazione piuttosto enigmatica e angosciante.
Da quel punto in poi While the Women are Sleeping diventa un susseguirsi di realtà, fantasia, visioni, immaginazione, morbosità, voyuerismo e gelosia fino a giungere ad un finale che seppur frettoloso e raffazzonato sembra comunque indirizzare lo spettatore verso la soluzione dei numerosi dubbi che aleggiano fino alla conclusione della storia.
Tratto dal racconto dello scrittore spagnolo Javier Marias, l'ultimo lavoro di Wayne Wang, giramondo del cinema approdato per la prima volta in Giappone, è strutturato come un diario settimanale, periodo nel quale si svolgono gli eventi.

lunedì 14 novembre 2016

UFO in Her Eyes / 她眼中的UFO ( Guo Xiaolu / 郭小橹 , 2011 )




UFO in Her Eyes (2011) on IMDb
Giudizio: 8.5/10

Nel Villaggio dell'Uccello a Tre Teste nella provincia dello Guanxi la contadina Kwok Yun dopo l'incontro con l'amante, il preside della scuola, consumato nel caldo tra l'erba, trova una strana pietra che sembra ghiaccio ed attraverso essa, scrutando il cielo crede di vedere uno strano e misterioso oggetto volante; quando riferisce l'accaduto alla segretaria del partito locale questa ovviamente avverte le autorità centrali di Pechino che mandano sul posto un funzionario ad indagare.
Lo stesso giorno Kwok Yun salva la vita ad un occidentale morso da un serpente curandolo presso casa sua prima che l'uomo scompaia.
Il fantomatico incontro ravvicinato con l'UFO e il salvataggio del turista americano che si farà vivo per ringraziare la donna offrendo una bella quantità di denaro alla comunità, fanno di Kwok Yun una eroina, eletta subito a "contadina modello", rango ambitissimo nella società rurale cinese, retaggio del maoismo.


Il racconto di UFO in Her Eyes procede quindi sul duplice binario dell'indagine condotta svogliatamente dal funzionario centrale, sbalordito dagli strani eventi che accadono e visti attraverso il suo personale bianco e nero ( non a caso...) e lo sviluppo del villaggio come centro turistico, condotto con grande tenacia dalla segretaria di partito Chang, molto attenta ai suoi interessi di carriera politica.
Kwok Yun verrà addirittura agevolata nella sua tresca col preside, favorendo il divorzio di quest'ultimo e il matrimonio con la sua amante, perfetto connubio socio-politico tra una illetterata contadina e un uomo di cultura, vero superamento dei retaggi della Rivoluzione Culturale.
Geniale , divertente e ironico sguardo su una Cina provinciale in pieno tumulto, ossessionata nel suo progredire verso un futuro materialistico, il lavoro di Guo Xialu, autrice anche del romanzo cui la pellicola si ispira, è uno tra i lavori senza dubbio più interessanti tra quelli che hanno preso di petto la condizione di una realtà ancora intimamente legata alle tradizioni ma che vorrebbe correre alla velocità della luce verso il futuro.

domenica 13 novembre 2016

Perfect Number [aka Suspect X] ( Bang Eun-jin , 2012 )




Perfect Number (2012) on IMDb
Giudizio: 6/10

Liberamente ispirato al romanzo dello scrittore giapponese Higashino Keiko, grande successo editoriale del 2005, e tradotto anche in Italia col titolo Il Sospettato X, Perfect Number del coreano Bang Eun-jin è un thriller psicologico sebbene la sua struttura sia quella del thriller classico con tanto di morto, sospettato, movente oscuro, e detective votato alla causa della risoluzione del giallo.
Hwa-sun è una giovane donna che vive insieme con la nipote adolescente, alle spalle un passato turbolento in hostess bar e un matrimonio naufragato per le ripetute vessazioni che doveva subire, ora nonostante tutto ha un lavoro in un ristorante take-away e sta cercando finalmente di cambiare vita; nella casa attigua vive un silenzioso e schivo professore di matematica, un tempo brillante e geniale promessa della scienza; l'uomo nutre una sommessa e non dichiarata passione per Hwa-sun fin dal giorno in cui questa si trasferì nell'appartamento confinante col suo.


Quando il marito della donna ricompare  con intenti bellicosi questa lo ucciderà in uno scontro che avviene nella casa; il professore attraverso le sottili pareti ascolta tutto e si offre di far sparire il cadavere e di gestire la situazione, richiedendo alla donna e alla sua giovane nipote la fiducia più completa nel suo operato.
A dirigere le indagini un detective che fu compagno di università del professore di matematica, situazione questa che creerà qualche problema nella gestione del caso, soprattutto perchè il poliziotto ben conosce la mente raffinata e per certi versi diabolica del suo ex compagno di studi.
Come si vede la storia mette sul piatto della bilancia tutto ( o quasi ) sin dall'inizio, motivo per cui lo svolgimento della trama è tutto incentrato sui meccanismi che si creano e che debbono condurre alla soluzione del caso.

Shinjuku Swan ( Sono Sion , 2015 )




Shinjuku Swan (2015) on IMDb
Giudizio: 6/10

Kabukicho,il quartiere di Tokyo a luci rosse nel distretto di Shinjuku, è un purgatorio di anime erranti: non solo love hotel, locali per massaggi e night club dove si consumano divertimenti proibiti, ma anche il rifugio di persone alla ricerca di qualcosa che dia una svolta alla loro vita; una di queste è Tatsuhiko, capitato lì quasi per caso e senza neppure i soldi per tornare a casa; preso di petto da una banda di teppistelli viene salvato dall'intervento di Mako , personaggio di spicco di una organizzazione dedita al reclutamento di ragazze per i locali del quartiere; spinto da un afflato di simpatia per il ragazzo lo pone sotto la sua protezione e lo avvia alla carriera di reclutatore, grazie alla quale si possono ottenere buoni guadagni sulle percentuali del lavoro delle ragazze assoldate, diventando di fatto un protettore.


Tatsuihiko entusiasta e riconoscente col suo benefattore per il colpo di fortuna piovutogli addosso entra quindi nella organizzazione che gestisce il giro delle ragazze sotto la protezione della yakuza , ben presto però si renderà conto degli sporchi disegni che stanno alle spalle della lotta tra organizzazioni rivali , oltre che sperimentare sulla sua pelle come i problemi si risolvano quasi sempre a colpi di cazzotti e calci.
Tatsuiko però è anche un cuore tenero, una specie di cavaliere errante senza macchia  spinto dai suoi principi e dai suoi sentimenti che si farà coinvolgere sentimentalmente con una delle ragazze reclutate e soprattutto dovrà far fronte al passato che riaffiora nei rapporti con un reclutatore della organizzazione avversaria.
Tra i lavori diretti nel 2015 frenetico di Sono Sion questo Shinjuku Swan è probabilmente il meno incisivo: tratto da un manga di Ken Wakui già adattato ad una serie Tv giapponese di alcuni anni fa, pronto il sequel che vedrà la luce probabilmente il prossimo anno, il lavoro del regista nipponico è una storia che galleggia stabilmente tra lo yakuza movie e il racconto sulla ribellione giovanile, nel quale però manca quasi totalmente il tocco personale tipico dell'autore.

giovedì 10 novembre 2016

Knight of Cups ( Terrence Malick , 2015 )




Knight of Cups (2015) on IMDb
Giudizio: 6/10

Presentato alla Berlinale del 2015, arriva anche in Italia la penultima opera di Terrence Malick, Knight of Cups, quarto film negli ultimi sei anni del regista americano che  sembra aver trovato un ritmo più sostenuto nella scrittura dei suoi lavori, creando una sottile scia nella quale The Tree of Life, To the Wonder e appunto Knight of Cups sembrano collocarsi su una medesima ricerca di linguaggio e di tematiche.
Introdotto da una parabola in stile cristiano e suddiviso in capitoli ognuno dei quali prende il nome da una carta dei tarocchi, Knight of Cups è la storia di uno sceneggiatore di successo di Hollywood in piena crisi personale: personaggio totalmente agli antipodi del regista Rick vive tra feste, aperitivi in piscina, vacuità, belle donne e spiagge sull’Oceano, lusso ostentato che non lo salvano però da una profonda crisi esistenziale nella quale si dibatte come fa il pesce nell’acqua bassa; ogni azione, ogni momento trascorso sembrano approfondire sempre più il suo disagio e la sua deriva.


La figura di Rick viene raccontata attraverso le donne della sua vita, più o meno importanti, e attraverso il rapporto difficile col fratello e col padre: in ognuno di questi segmenti narrativi che si rincorrono l’uomo sembra sprofondare inesorabilmente nell’abisso di una vita vuota e inutile; la macchina da presa lo rincorre  in quel suo vagare su stesso , sballottato da una parte all’altra di Los Angeles o perso nel kitsch di Las Vegas, il continuo movimento spesso circolare intorno al protagonista sta lì a raffigurare un gorgo centripeto dal quale uscire è impossibile.
La riflessione malickiana questa volta però, pur essendo intimamente legata ai massimi sistemi umani presenti nei due precedenti lavori, sembra un po’ meno intrisa di quel cristianesimo militante che alberga nell’intimo del regista, non a caso i richiami più religioso-filosofici sono al buddhismo; Knight of Cups è sostanzialmente una riflessione sulla deriva che la vita può prendere quando sfugge al nostro controllo e sul tormento che ne consegue; una ciclicità, questa sì ben rappresentata da Malick, nella quale tutto si ritrova in un punto di partenza immutabile.

lunedì 7 novembre 2016

Cock and Bull / 追凶者也 ( Cao Baoping / 曹保平 , 2016 )




Cock and Bull (2016) on IMDb
Giudizio: 8/10

In una ambientazione da western moderno girato nel Far East cinese Cao Baoping costruisce la sua ultima fatica: reduce dall'eccellente The Dead End , visto all'ultimo FEFF di Udine, stavolta il regista cinese vira verso un lavoro dalle tinte meno drammatiche ma , per la sua struttura , sicuramente più simile a quell' Equation of Love and Death che rimane a tutt'oggi probabilmente il suo film migliore.
La visione di  Cock and Bull è una piacevole e personale rivisitazione di stili cinematografici ben noti: c'è Tarantino per la struttura a capitoli, ci sono i migliori Fratelli Coen per le venature da dark comedy pervasa di assurdità, c'è Ning Hao che col suo No Man's Land è stato certamente il regista che più di ogni altro ha trovato ispirazione dal western americano; e per finire c'è anche un po' di quel wuxia moderno che Jia Zhangke ha introdotto in A Touch of Sin.


La storia di per sè semplice, addirittura banale si potrebbe dire, è plasmata da Cao in maniera intelligente attraverso una serie di prospettive ad incastri e di salti temporali che riescono ad intricarla in maniera crescente.
L'irruento e facinoroso Song, un meccanico di un piccola città della provincia cinese più tipica, viene chiamato in causa per la morte violenta di Cat un autista col quale aveva avuto diversi diverbi in passato: a puntare il dito su di lui è la moglie dell'uomo, sebbene  la polizia in primis creda poco a questa possibilità perchè Song sarà pure impulsivo ma è riconosciuto come un onesto lavoratore e bravo padre.
Per il poveraccio accusato dell'assassinio non rimane altro da fare che mettersi lui alla ricerca dell'autore del delitto in modo da poter salvaguardare il suo buon nome minato dalle chiacchiere che corrono veloci; per far ciò si mette sulle tracce della motocicletta di Cat , sparita dopo la sua morte, convinto che ciò lo porterà a rintracciare il colpevole.

venerdì 4 novembre 2016

Sole Alto ( Dalibor Matanic , 2015 )




The High Sun (2015) on IMDb
Giudizio: 8/10


Nonostante siano ormai passati molti anni dalla fine delle Guerre dei Balcani seguite alla disintegrazione della Federazione Jugoslava ed i paesi che ne presero parte siano per buona parte avviati verso lo sviluppo economico e democratico, il tema di quelle guerre, le più odiose perchè combattute in nome di una assurda contrapposizione etnica, ritorna ancora con una certa frequenza nelle cinematografie dei paesi balcanici, sintomo di un problema che ancora probabilmente non è superato sebbene dal punto di vista politico e della definizione puramente geografica dei confini sia indubbiamente stabilizzato.
Sole Alto del regista croato Dalibor Matanic si iscrive di diritto in quella lunga serie di opere pregevoli con la quale numerosi cineasti, delle varie anime culturali che compongono la realtà magmatica balcanica, hanno tentato di raccontare il finire del millennio in cui la guerra e l'odio sconvolsero i loro paesi.


L'approccio del regista croato è certamente tra i più originali e al tempo stesso profondi, soprattutto perchè evita tutto quella che è la iconografia classica della guerra e perchè affronta il tema di come anche l'amore debba soccombere di fronte all'odio di parte.
Le storie raccontate in Sole alto sono tre, regolarmente scandite da un lasso temporale di 10 anni: la prima tra un giovane croato e una ragazza serba alla vigilia dello scoppio della guerra nel 1991, quando l'odio montava pericoloso ed inarrestabile; la seconda ambientata nel 2001 alla fine della guerra quando la contrapposizione , dopo essersi nutrita di migliaia di vittime, è talmente radicata da impedire ogni seppur lontana possibilità di riavvicinamento: qui abbiamo la ragazza serba con la madre che tornano nella loro terra d'origine devastate dalla guerra e il loro incontro con un muratore croato che sistema loro la casa e verso il quale la ragazza non riesce a provare nulla che non sia un rancore abissale nonostante una crescente attrazione che si crea tra i due; ed infine siamo nel 2011 quando la guerra è ormai alle spalle, le nuove generazioni sulla spinta della rinascita tendono più a voltare le spalle alla storia che a guardarla in faccia, ma le ferite sono ancora difficili da guarire: il ragazzo croato torna a casa per una festa dopo una lunga assenza e si trova di fronte alla ragazza serba dalla quale è fuggito spinto anche dalla famiglia che male vedeva l'unione mista; forse è tempo di voltare pagina e superare i rancori e gli odi passati.

martedì 1 novembre 2016

Elle ( Paul Verhoeven , 2016 )




Elle (2016) on IMDb
Giudizio: 6/10

Da sedici anni ormai Paul Verhoeven è stato silenziosamente giubilato da Hollywood, dove a cavallo tra gli anni 80 e 90 aveva saldamente piantato le radici producendo alcuni tra i film di più grande successo: per Elle il regista olandese si affida ad una coproduzione tipicamente europea ( Francia, Belgio, Germania) costruendo un lavoro che per moltissimi aspetti ricalca i canoni più consolidati del cinema del Vecchio Continente.
Il film si apre con una rapidissima e violenta scena di stupro: Michele, donna di mezza età di quelle tipiche della nostra epoca improntata alla competitività e alla fiera affermazione di se stessi, subisce la violenza carnale nella sua casa da uno sconosciuto mascherato.


La donna è una manager di un casa di produzione di videogames, non troppo ben voluta sul lavoro dai suoi dipendenti, non tanto per il suo ruolo, quanto per il suo modo di agire improntato all'assoluto controllo quasi dispotico.
Anche nella vita privata Michele mostra la sua durezza e la tendenza a voler condizionare le scelte nella vita delle persone a lei più vicine: il figlio, l'ex marito , la migliore amica, tutto ciò che orbita intorno a lei deve essere sotto il suo stretto controllo decisionale.
Quando Michele scopre l'identità del violentatore, la donna instaurerà con lui un rapporto morboso e perverso che avrà comunque l'unica finalità di porre sotto il proprio controllo ossessivo anche lo stupratore ( non sarà difficile capire sin quasi da subito chi sia l'uomo mascherato).
Il finale del film scivola dal dramma più intenso al quasi lieto fine, consumato tra i viali del cimitero.
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