martedì 31 gennaio 2017

Ordinary People ( Kim Byung-june , 2015 )



Giudizio: 6/10

La domenica bestiale di un impiegato medio, un tipico rappresentate di quelle persone ordinarie troppo spesso messe alla berlina da una società arrivista e competitiva in maniera maniacale quale quella sudcoreana, è il cuore di questa dark comedy diretta da Kim Byung-june, alla sua opera seconda.
Il povero medio man ha una moglie che lo detesta perchè non ha la macchina bella, un lavoro redditizio e il conto in banca gonfiato, motivo per il quale ha deciso di divorziare nonostante i due abbiano una bambina in tenera età; come non bastasse il meschino è vessato al lavoro da un superiore che lo tratta come uno zerbino e che , sotto la minaccia di un licenziamento, gli propone un bell'imbroglio da gestire; inoltre c'è una sorella che sembra infervorata per la religione e che deve sostenere le spese per la ristrutturazione di una chiesa pur non avendo un lira.


Ma la domenica bestiale prende una piega nera quando il nostro impiegato tornando a casa trova la moglie a terra apparentemente morta con una ferita in testa, scappa dalla polizia e tra equivoci, scene surreali e spesso comiche, viene messo in mezzo come fortemente sospetto dell'omicidio.
La notte prosegue tra colpi di scena, decisioni folli, incontri bizzarri che vanno tutti ad ingarbugliare e a rendere intricata una situazione ormai sfuggita di mano al povero protagonista che da parte sua ha sempre in mente il lavoro da compiere entro la notte pena il licenziamento.
Attingendo a volte a situazioni che richiamano il cinema di John Landis, altre a quello dei fratelli Coen, Kim nella prima parte riesce a costruire una storia ad incastri che diverte anche , sebbene forse troppo spesso scivoli nel film comico gratuito, soprattutto quando ci sono di mezzo gli immancabili poliziotti idioti e incapaci che sembrano più vicini a Gianni e Pinotto che a due tutori della legge; poi però verso il finale, quando cerca di dare un tono apparente anche sociale o comunque imbastisce una vera e propria sottotrama incentrata sulla famiglia del protagonista, il film sfugge di mano; non tanto perchè non rimane coerente alle sue atmosfere quanto perchè si cerca di dare una parvenza sociologica a tutto il racconto che finisce con l'approdare ad una morale un po' superficiale: le persone ordinarie meglio che non si imbarchino in imprese più grandi di loro, meglio rimanere al proprio posto e soprattutto coltivare i valori della famiglia che rimane il rifugio sicuro da ogni pericolo, considerazioni che di per sè potrebbero anche essere giuste , ma nel contesto di Ordinary People stonano e tolgono al film quella vena quasi demenziale e sfasata che è il vero motore trainante almeno per i primi due terzi della pellicola.

I Am not Madame Bovary / 我不是潘金莲 ( Feng Xiaogang / 冯小刚 , 2016 )




I Am Not Madame Bovary (2016) on IMDb
Giudizio: 8/10

Pan Jinlian è un personaggio letterario di fantasia presente in alcuni romanzi  della letteratura cinese, tra i quali I Briganti , uno dei quattro classici per antonomasia scritto nel XV secolo; forse ispirato ad una concubina imperiale il personaggio è stato tramandato nella cultura cinese come esempio di adultera, antesignana di tante femme fatale, tra cui appunto Madame Bovary cui viene assimilata nel titolo internazionale del film di Feng Xiaogang scritto in collaborazione con Liu Zhenyun, autore del romanzo del 2012 che porta il medesimo titolo.
La storia di Pan Jinlian viene raccontata sommariamente nel prologo del film  perché il richiamo al personaggio ha la sua importanza nella struttura del racconto.
Protagonista è Li Xuelian che per ottenere un alloggio più grande ha inscenato col marito un falso divorzio, legalmente però ineccepibile, progettando poi di risposarsi una volta raggiunto lo scopo; il marito però ben presto ha inteso il divorzio nella giusta maniera creandosi una nuova famiglia; Xuelian cerca in tutte le maniere di far invalidare il divorzio rivolgendosi a tutte le autorità della cittadina di provincia dove vive non ottenendo alcun risultato.


“Siccome in provincia sono tutti stupidi e a Pechino no”, la donna decide di recarsi nella capitale dove si sta per tenere l’annuale riunione tra i delegati provinciali sotto l’egida del governo centrale e con metodi da navigata contestatrice pacifista riesce a esporre il suo problema al delegato del governo centrale.
Xuelian diventa quindi una mina vagante per le autorità locali, verso le quali il delegato del governo centrale , lancia strali di fuoco, perché ogni anno per dieci anni si reca nella capitale per reiterare la sua protesta.
Per la donna non è solo una questione di giustizia, o comunque di legge applicata in maniera ottusa; in uno scontro verbale violento col marito, questi la accuserà di essere una Pan Jilnlian, perché giunta non illibata al matrimonio, frase che sparata ad alta voce nel bel mezzo della strada della piccola cittadina corrisponde ad un marchio indelebile.
La battaglia di Xuelian per ottenere giustizia e per lavare il suo onore durata oltre dieci anni, è il tipico scontro tra Davide e Golia, con l’aggravante delle subdole attenzioni che le preoccupate autorità locali ,atterrite dall’idea di perdere la posizione di potere, rivolgono alla donna.

sabato 28 gennaio 2017

Operation Mekong / 湄公河行動 ( Dante Lam / 林超賢 , 2016 )




Operation Mekong (2016) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

Il ritorno di Dante  Lam all'action movie iperbolico e spettacolare , in stile The Viral Factor , dopo un paio di divagazioni sul mondo dello sport, avviene con un lavoro di produzione totalmente cinese e ispirato ad un fatto di cronaca avvenuto nel 2011 , allorquando un battello cinese che solcava il Mekong nella zona del Triangolo d'Oro fu assaltato da trafficanti di droga causando la morte di 15 cittadini cinesi; in seguito a questo incidente le autorità cinesi, in collaborazione con quelle laotiane, birmane e thailandesi, organizzarono una operazione volta a catturare il principale trafficante di droga della regione.
Operation Mekong è il racconto di quell'operazione militare che portò alla cattura del più importante narcotrafficante e di altri esponenti del cartello che furono poi giustiziati in Cina; tutto il racconto è filtrato attraverso la unica prospettiva cinese, fin quasi ad assurgere a vero documento propagandistico e nazionalistico.


Il prologo infatti ci informa che il problema della droga è ormai una piaga planetaria che va estirpata e la Cina, mercato sterminato e comodissimo per i trafficanti del Triangolo d'Oro, si pone come paladina di questa battaglia; inutile dire che questo atteggiamento , in perfetto stile yankee, si ripercuote anche sulla struttura narrativa del film volta a valorizzare e mitizzare l'azione delle forze cinesi impegnate, sebbene la cronaca ci racconta che l'arresto del famigerato Naw Kham, il più importante signore della droga del triangolo, sia stao portato in effetti a termine dalle forze laotiane prima di essere estradato in Cina.
La storia è incentrata su due personaggi che daranno il loro contributo decisivo alla riuscita della operazione: il capitano Gao cui viene affidato il comando e l'agente dell'intelligence cinese Fang che da alcuni anni lavora nella zona e conosce tutti i movimenti dei trafficanti di droga.
Naturalmente del gruppo che dovrà portare a termine la missione fanno parte altri elementi, chi specializzato in telecomunicazioni, chi in droni, chi in esplosivi e così via.

mercoledì 25 gennaio 2017

Life After Life / 枝繁叶茂 ( Zhang Hanyi / 张撼依 , 2016 )




Life After Life (2016) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Padre e figlio, Ming Chun e Leilei, vagano per il bosco di alberi rinsecchiti dal gelo invernale alla ricerca di legna da ardere, il ragazzo corre all’inseguimento di una lepre per poi ricomparire dopo qualche minuto; lo spirito della madre defunta da qualche anno si è impadronito di lui e si presenta al marito dicendo che la sua missione è quella di trapiantare in un altro posto un vecchio albero che sta di fronte alla loro vecchia casa in rovina .
Attraverso il corpo del figlio la donna racconta all’uomo l’incontro avuto con i genitori di lui e lo mette al corrente che sono reincarnati in un cane e in un uccello.


Con l’aiuto del corpo del figlio Ming Chun cerca di esaudire il desiderio dello spirito della moglie, dopo aver chiesto invano aiuto ai suoi compaesani, abitanti di un villaggio fantasma trasferitisi nelle nuove costruzioni cittadine.
Compiuta la missione e dopo aver portato il marito di fronte ai suoi genitori reincarnati lo spirito abbandona il corpo del ragazzo e quella terra desolata dove il senso di morte è tangibile in ogni angolo.
Per essere una opera prima , Life After Life è film coraggioso, ambizioso e ovviamente tutt’altro che perfetto: si respirano da subito quelle atmosfere da nordovest della Cina , quelle molto simili del vicino Shanxi di Jia Zhangke che è non solo il modello formale cui il giovane Zhang Hanyi si ispira, ma anche il nume tutelare in veste di produttore.

lunedì 23 gennaio 2017

Silence ( Martin Scorsese , 2016 )




Silence (2016) on IMDb
Giudizio: 8/10

Il progetto di Silence nasce quasi 30 anni fa, quando Martin Scorsese, sulla scia de L’ultima tentazione di Cristo, decise di voler portare sullo schermo il romanzo dello scrittore giapponese di religione cattolica Endo Shusaku, scritto nel 1966; attraverso un percorso scandito da varie tappe sin dai primi anni 2000 il progetto iniziò a prendere piede per giungere finalmente alla sua conclusione con la scelta della location taiwanese (per motivi economici a quanto pare) e l’inizio delle riprese nel 2015 e durate circa sei mesi.
Al di là della complessità del lavoro, dello scouting e della scelta produttiva, l’opera di Scorsese appartiene alla categoria dei film che necessitano la giusta sedimentazione per essere create, sebbene le tematiche della religione, della fede ,del peccato e della redenzione siano sempre presenti nei lavori del regista americano.


Optando per una aderenza piuttosto fedele al testo originale, Scorsese in Silence affronta il tema della solitudine dell’uomo di fronte alla fede e il terrore dell’apparente assenza divina nei momenti più tragici della vita attraverso il racconto del viaggio di due giovani gesuiti portoghesi che nel XVII secolo si recarono in Giappone nel pieno delle persecuzioni condotte contro i cristiani, allo scopo di ritrovare il loro maestro, Padre Ferreira, di cui si erano perse le tracce dopo una presunta abiura.
Il film per la prima parte è raccontato come una serie di epistole che Padre Rodrigues scrive al suo superiore a Macao, per poi proseguire in forma di racconto classico.
Rodrigues e Garupe giunti in Giappone si rendono conto di come l’opera di evangelizzazione sia stata praticamente stroncata dalle autorità locali, nonostante le piccole comunità di contadini continuino a rimanere abbarbicati alla religione cristiana pur privi di guida spirituale.
Le persecuzioni e la morte cui andranno incontro molti cristiani che si rifiutano di abiurare pongono i due gesuiti di fronte al dilemma se sia giusto o meno continuare nella loro opera  missionaria che mette a repentaglio non solo la loro vita ma anche quella di numerosi giapponesi convertiti.

venerdì 20 gennaio 2017

Utopians / 同流合烏 ( Scud / 雲翔 , 2015 )




Utopians (2015) on IMDb
Giudizio: 7/10

Fedele al suo stile e alla sua scelta di vita, Scud anche nell'ultimo lavoro torna ad affrontare le tematiche a lui care nonostante l'atmosfera di Utopians, lungi dall'essere percorsa da quella tremebonda tensione che animava i suoi lavori precedenti, si nutre più di tematiche filosofiche che generano idee utopistiche appunto.
Utopians non viene meno a quelli che sono i cardini del credo cinematografico di Scud, anzi li amplifica quasi a dismisura: grande gusto per l'estetica dell'immagine, riflessioni su un pansessualismo privo di qualsiasi barriera, una ricerca ossessiva dell'estetica dei corpi che si traduce nelle abituali carrellate di nudità.
La pellicola si apre con una scena dalla forte impronta feticistica: è uno dei ricorrenti sogni di Hins, un giovane studente universitario che vive con la madre vedova.


All'università fa la conoscenza con il professor Ming, un nuovo insegnante, gay dichiarato, che apre la sua prima lezione mostrando una foto di due corpi maschili avvinghiati e che suscita il disappunto della fidanzata del giovane, di religione cattolica.
Hins è fortemente attratto dalle dissertazioni filosofiche di Ming che ruotano intorno alla cultura ellenistica tra Platone, Aristotele e Alcibiade e soprattutto vede in lui un vate al quale affidarsi per riuscire a conoscere meglio se stesso e la sua sessualità.
Ming è un fautore del pansessualismo, un libertino si direbbe, che ben presto attira il giovane nel suo mondo, iniziandolo al suo credo utopistico che si basa sul concetto di una società dove i sentimenti , l'amore e il sesso non dovrebbero avere barriere, oltre il matrimonio e i rapporti stabili.
La relazione tra i due però è di fatto illegale in quanto Hins non ha ancora compiuto 21 anni e per la legge di Hong Kong i due sono fuorilegge.
Il finale consolatorio, fortemente evocativo ed illusorio, in piena ideologia utopistica, sebbene abbastanza forzato soprattutto nella sua struttura narrativa un po' frettolosa, ci disegna i contorni del mondo che Scud vorrebbe.

mercoledì 18 gennaio 2017

A Simple Goodbye / 告别 ( Degena Yun / 德格娜 , 2015 )




A Simple Goodbye (2015) on IMDb
Giudizio: 7/10

Si può fare un film autobiografico che esca dal semplice racconto personale e che racconti tematiche che in qualche modo possano coinvolgere lo spettatore? E' questo uno dei temi più interessanti e dibattuti nel mondo cinematografico al quale hanno dato il loro contributo svariati registi e scrittori; la giovane regista cinese di origini mongole Degena Yun con A Simple Goodbye sceglie per il suo esordio un racconto a chiarissima impronta autobiografica e personale che al Festival di Torino del 2015 ha riscosso il favore della giuria con l'assegnazione del premio per la migliore sceneggiatura.
La regista , nonchè sceneggiatrice, riveste anche il ruolo di attrice protagonista, sottolinenando ancora di più il tratto personale della storia, nella quale interpreta una giovane donna che torna a Pechino dall'Inghilterra dove si era trasferita per studio; il motivo ufficiale del ritorno è la grave malattia che ha colpito il padre, anche se probabilmente la vera causa risiede nel tormentato e tutt'altro che appagante rapporto amoroso che ha in piedi.


Padre e madre di fatto sono separati, sebbene la donna si impegni molto per accudire il marito che deve sottoporsi a frequenti sedute di chemioterapia riuscendo a carpire il tempo alla sua frenetica attività di imprenditrice; l'uomo da parte sua vive con la sorella e la madre e non è certo intenzionato a soccombere al cancro in maniera passiva: non rinuncia alle partite a majong con gli amici accompagnate da bevute e fumate, mal sopporta le premure alimentari che la moglie gli riserva.
Verso la figlia nutre un sentimento di delusione e di distacco, ma le giornate trascorse insieme sembrano ridurre drasticamente la distanza che divide i due; la ragazza da parte sua continua a vivere nel limbo di una vita disordinata nella quale c'è posto solo per le liti col fidanzato, per le bevute e per le serate deprimenti.
Quando la storia è già bella avviata scopriamo che il padre è stato un regista mongolo, una celebrità degli anni passati che ancora oggi, con un piccolo manipolo di amici ricorda con nostalgia i tempi di The Sorrows of Broke, grande successo diretto appunto dal padre della Yun, il regista Saifu morto una decina di anni fa, di cui vediamo sullo schermo alcune immagini riversate da un vecchio proiettore.

sabato 14 gennaio 2017

Initiation Love ( Tsutsumi Yukihiko , 2015 )




Initiation Love (2015) on IMDb
Giudizio: 7/10

Siamo nel 1987, nella città di Shizuoka, una musicassetta che suona in uno stereo di una auto; tasto eject e la cassetta viene girata: Side A compare sullo schermo e parte la storia di Suzuki Yuki, un goffo e solitario ma geniale studente di matematica che viene invitato ad un meeting di quelli che i giapponese organizzano per far sì che si incontrino ragazzi e ragazze; nonostante il suo aspetto Mayuko, la più carina tra le ragazze dell'incontro, dimostra subito interesse per lui; tra i due, visibilmente imbranato lui, un po' più spigliata lei, inizia un rapporto nel quale quasi all'unisono i due si dichiarano l'un l'altra; l'apoteosi la sera di Natale che trascorrono assieme in un lussuoso hotel; da quel momento Suzuki promette di votare la sua vita al benessere della ragazza promettendo di dimagrire e di essere un uomo all'altezza.


Side B compare sullo schermo: Takkun , il nomignolo che Mayuko gli ha affibbiato, è ora un aitante giovane, magro, atletico cui viene proposto il trasferimento per lavoro a Tokyo; la ragazza lo incoraggia, non volendo essere un ostacolo alla sua carriera e lui, facendo il pendolare nel week end, il sabato scappa da Tokyo per correre da lei.
Un po' la stanchezza che questa relazione a distanza porta con sè, un po' perchè Takkun incontra sul lavoro Miyako, una collega che mostra grande maturità e soprattutto interesse per lui, la relazione tra i due fidanzati prende una brutta china, acuita dalla inaspettata gravidanza di Mayuko. Problemi, tormenti , dubbi e l'insostenibilità del triangolo portano a decisioni drastiche.
Due lati di una semplice e banale storia d'amore giovanile con atmosfere vintage? Per un certo verso questo è Initiation Love di Tsutsumi Yukihiko, soprattutto nella prima parte sostenuta da toni da autentica commedia brillante; però poi ad un certo punto della storia ci comincia a citare Einstein e l'ardito tentativo di applicare la teoria della relatività all'amore e soprattutto sei minuti finali, onestamente dichiarati da una particolare scritta in sovrimpressione all'inizio del film, che con un geniale twist narrativo stravolge le prospettive sconvolgendo quasi tutto quello che fino ad allora avevamo acquisito a livello di racconto.

martedì 10 gennaio 2017

L'Avenir ( Mia Hansen-Love , 2016 )




Things to Come (2016) on IMDb
Giudizio: 6/10

Dopo il racconto della sua generazione dipanato nell'arco di alcuni anni  , attraverso le gesta di un famoso dj alternativo nel deludentissimo Eden, Mia Hansen Love cambia obiettivo e con modalità tutte "francesi" si dedica al racconto di una borghesia intellettuale, rigorosamente , e ipocritamente , di sinistra per dimostrarci che anche per lei è arrivato il momento di saltare la generazione: la storia di Nathalie, infatti è un ritratto di una donna matura, alle prese con una serie di fallimenti personali (in primis quello matrimoniale), vissuti sempre all'ombra rassicurante della filosofia e della cultura in genere.


La protagonista insegna al liceo ( in rivolta per le leggi approvate in Francia sulla pensione), ha un rapporto privilegiato e intellettualmente molto vivace con un suo ex allievo , ormai divenuto anch'esso saggista , sebbene di fatto disoccupato, vede la sua opera di scrittrice messa in discussione dalla piccola  casa editrice nella quale la copertina dei libri sembra avere più importanza del contenuto, secondo le ormai imperanti leggi del marketing, vive col marito anch'esso insegnante di filosofia un rapporto basato più su Schopenhauer e Rousseau che su un reale amore, ha due figli che la guardano con affettuosa ironia come si potrebbe osservare un obsoleto oggetto che tenta di rimanere al passo coi tempi e si porta sulle spalle il peso di una madre ormai sull'orlo della follia.
Alla scelta del marito di andarsene perchè impegnato in un'altra relazione amorosa, Nathalie reagisce da vera intellettuale: "vattene e non fregarti i miei libri coi miei appunti"; l'unica cosa per cui prova nostalgia è la deliziosa casetta sulle spiagge della Bretagna che però appartiene al marito.
Alla ricerca di una sempre più difficile sintonia intellettuale con un mondo che cambia, la donna decide di recarsi dal suo pupillo ritiratosi nel suo buen retiro sulle Alpi da bravo intellettuale in cerca di isolamento.

sabato 7 gennaio 2017

A Monster with a Thousand Heads ( Rodrigo Plà , 2015 )




A Monster with a Thousand Heads (2015) on IMDb
Giudizio: 5/10

Nel (per fortuna) breve arco di 75 minuti Rodrigo Plà racconta un giorno di ordinaria follia di una donna messicana alle prese con le beghe burocratiche, con le clausole vessatorie e con la insensibilità dell'ambiente assicurativo: la donna cerca in un giorno di ottenere quanto non è riuscita fino ad allora: garantire al marito una cura sperimentale per il cancro che lo sta uccidendo.
Medici, burocrati col pelo sullo stomaco, faccendieri assicuratori sono i nemici che Sonia deve cercare di sconfiggere con le cattive stavolta, visto che l'atteggiamento civile e ragionevole non ha portato a nulla.


Come chiaramente lascia intendere il titolo, siamo di fronte alla classica storia che parte da considerazioni sociali per sfociare in un tentativo di thriller: Sonia esasperata si presenta alla porta del medico che ha in carico il dossier del marito prima e poi a quella degli alti dirigenti dell'assicurazione che hanno negato la cura per il marito poi, in compagnia del figlio e di una pistola mediante la quale tenta in extremis di cambiare le sorti ormai segnate della salute del marito.

venerdì 6 gennaio 2017

I, Olga Hepnarova ( Petr Kazda , Tomas Weinreb , 2016 )




I, Olga (2016) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Per raccontare la storia di Olga Hepnarova i registi cechi esordienti Petr Kazda e Tomas Weireb optano per un bianco e nero che ha la duplice funzione di storicizzare gli eventi, avvenuti nei primi anni 70  e di offrire un corrispettivo cromatico della realtà cecoslovacca normalizzata dopo la Primavera di Praga.
Se il racconto che costruiscono i registi è una storia puramente individuale, scevra da implicazioni storiche, dietro il fatto di cronaca si nasconde una disamina fredda della situazione del paese, anestetizzato e incapace di muoversi dopo che le aspirazioni democratiche erano state anni prima soffocate dai carri armati sovietici.


La lotta intrapresa silenziosamente e sfociata in un atto criminoso clamoroso da parte della protagonista è una ribellione alla società e ai suoi sistemi: maltrattata in famiglia, inviata in ospedale psichiatrico, lasciata ai margini della società, vessata da coetanei e sul lavoro, Olga non riesce a trovare nessuna connessione con ciò che la circonda; il suo malessere profondo, frutto di un disagio di indubbia derivazione psichiatrica, trova nell'ambiente circostante il modo di alimentarsi, di crescere e di raggiungere livelli irreversibili , proprio per il rifiuto per la sua condizione di persona problematica, come si direbbe oggi.
Pensare a Olga come ad un semplice prodotto delle ingiustizie sociali sarebbe però fuorviante, nonostante le teorie secondo le quali il disagio psichiatrico trova sempre nell'ambiente una sua spiegazione; Olga sa di essere una persona non convenzionale, si nutre della sua solitudine, disprezza le persone, si definisce lesbica, folle, psicopatica, quello che la porta però alla decisione di compiere l'atto estremo è l'incapacità di trovare un minimo di raccordo col mondo che le gira intorno, dichiarandosi il frutto della bestialità della società.

giovedì 5 gennaio 2017

Bacalaureat [aka Un Padre, Una Figlia] ( Cristian Mungiu , 2016 )




Graduation (2016) on IMDb
Giudizio: 8/10

Affrontando una storia carica di amoralità, Cristian Mungiu detta quelle che sono le sue regole di moralità: uno sguardo neutro, in certi momenti forse compassionevole, di sicuro severo ma al tempo stesso pragmatico sulle fatiche di un protagonista in rotta con tutto, che si appiglia al futuro della sua unica figlia per dare un senso di compiutezza alla sua esistenza.
Mungiu è autore tra i più efficaci nel raccontare una quotidianità fatta di scelte, spesso dolorose, altre volte obbligate, ma al tempo stesso è preciso e austero narratore del libero arbitrio.
Il centro del suo racconto in Bacalaureat (titolo italiano Un padre, una figlia-con tipica finalità descrittiva) è il medico Romeo, persona che intuiamo, e che lui non perde mai occasione di sottolineare, di valori integri, costretto a muoversi in una società come quella rumena, dove la stagnazione mefitica impone operazioni sottobanco, compromessi, favori incrociati, ricorso ad amici degli amici; un paese "incivile" come spesso lascia intendere dalle cui sabbie mobili vuole salvare la figlia Eliza per la quale è pronta una borsa di studio a Londra, a patto che all'esame di maturità imminente raggiunga una valutazione prossima alla perfezione.


La ragazza ha la testa sulle spalle, è studiosa, ma non è convinta al cento per cento della scelta futura che il padre soprattutto le ha imposto; la madre da parte sua vive in un costante stato di depressione emotiva e comunque vede la fuga della figlia come un atto imposto e non come una scelta.
Turbata da una aggressione che subisce il giorno prima degli esami la ragazza mostra apertamente il timore di non riuscire a superare la prova ; Romeo però, che su quella scelta ha investito tutto sè stesso, viene meno alla sua presunta integrità morale e cerca di ammorbidire l'esame della figlia.
La scelta dell'uomo non sarà priva di conseguenze su tutti i fronti: su quello già estremamente vacillante del rapporto coniugale tenuto in piedi solo per non turbare la figlia, su quello del rapporto con la ragazza stessa che vede nelle azioni del padre l'aderire di quest'ultimo ad un sistema che aveva sempre cercato di respingere.

mercoledì 4 gennaio 2017

A Good Wife [aka Dobra Zena] ( Mirjana Karanovic , 2016 )




A Good Wife (2016) on IMDb
Giudizio: 8/10

Una donna di mezza età si guarda allo specchio, la sua attenzione cade sulle sue mammelle ancora belle floride e dai contorni armonici, il suo sguardo fa trapelare un contenuto compiacimento salvo poi fissarsi quasi nel vuoto; è proprio attraverso le mammelle di Milena che Mirjana Karanovic ( la proprietaria stessa delle mammelle), magnifica e stimata attrice serba, qui al suo debutto come regista, costruisce la sua metafora sulla Serbia di oggi, ancora, dopo molti anni , alle prese con gli esiti, soprattutto morali, della guerre balcaniche.
Milena ha una bella famiglia, un marito premuroso, una bella casa poco distante da Belgrado, due figli poco più che adolescenti che vivono ancora con lei e una che vive nella capitale impegnata nelle tante associazioni che si occupano di portare alla luce i crimini di guerra, un gruppo di amici con i quali trascorrono piacevoli giornate in allegria.


Un quadro quasi idilliaco insomma almeno fino a quando insorge il sospetto prima e la certezza dopo avere eseguito gli accertamenti, di un cancro alla mammella; presa da una frenesia di iperattività Milena riesuma da un ripostiglio le vecchie divise di guerra di Vlade, suo marito, cosa che suscita in lei qualche turbamento che diventa vera angoscia nel momento in cui scopre su una vecchia videocassetta, che nella prima parte contiene immagini felici della famiglia di molti anni prima, una ripresa che raffigura il marito ed alcuni suoi commilitoni in una operazione di guerra condotta contro i civili bosniaci.
Quello che sembrava un quadro perfetto in poco tempo si trasforma nella descrizione di un incubo, dove nulla di quello che si vede in superficie è reale: i vecchi amici commilitoni sono legati tra loro solo dall'omertà , dalla paura e dal disprezzo reciproco, le loro famiglie sono un covo di rancore e di crudeltà che sfocia nella pazzia,lo stesso sentimento di Milena di assoluta devozione verso il marito altro non è che una paura ancestrale di rimanere da sola. E poi c'è il cancro, la metafora della Serbia attuale, l'organo femminile per eccellenza, quello che più di tutti descrive il legame tra madre e figli che può tornare ad essere un simbolo di ricchezza e di floridità sono estirpando la malattia che altrimenti lo corroderebbe fino alla morte.

lunedì 2 gennaio 2017

The Mermaid / 美人鱼 ( Stephen Chow / 周星驰 , 2016 )




The Mermaid (2016) on IMDb
Giudizio: 7/10

E' stato di certo il film evento del 2016 in Cina: dopo aver battuto ogni record al botteghino , si è installato al primo posto come pellicola dal maggior incasso nella storia del cinema cinese; The Mermaid però oltre al non trascurabile risultato economico andrebbe elevato ad esempio di come un film scritto e diretto da un autore tipicamente HKese quale Stephen Chow riesca a mantenere la sua identità cinematografica nonostante a tutti gli effetti la pellicola sia prodotta interamente in Cina.
In un momento storico cinematografico nel quale si discute su come il cinema di Hong Kong possa sopravvivere nella sua identità , quello che è di certo uno dei paladini della commedia di genere mostra quale deve essere le via da seguire, senza finire stritolati sotto i colpi delle regole dell'industria cinematografica.


Che The Mermaid fosse film destinato al successo clamoroso lo si era capito sin dall'inizio della sua gestazione: commedia dalle mille sfaccettature, ben intrisa di spirito HKese nel pieno rispetto del concetto di cinema popolare, attori ( mainlander) dal grande appeal ed un regista , nonchè attore, tra i più amati per il suo gusto folle commediaiolo.
Ed in effetti l'impatto con The Mermaid è una piccola antologia del cinema di Stephen Chow, tanto per mettere le carte in tavola da subito: la visita di uno strambo gruppo di persone ad un improbabile museo di biologia-zoologia dove sono presenti un ridicolo tirannosauro e un grottesco Batman.
Poi facciamo conoscenza con Liu Xuan, tipico esempio di riccone generato dal comunismo capitalista, impegnato in una ardita operazione commerciale che viene sancita in una festa a bordo piscina dalle atmosfere quasi surreali.
Ed infine ecco comparire la sirena Shan, inviata dalla comunità di animali marini che vive reclusa in vecchio rottame in una baia che il riccone ha appena comprato e che, dopo avere ripulito con potenti sonar dalle creature marine, sarà il luogo di una immensa speculazione edilizia; il compito di Shan sarà quello di far fuori il riccone per salvare la fauna marina dallo scempio.
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