domenica 19 febbraio 2017

La ragazza senza nome [aka The Unknown Girl] ( Luc Dardenne , Jean-Pierre Dardenne , 2016 )




The Unknown Girl (2016) on IMDb
Giudizio: 5.5/10

Nella grigia periferia di Liegi, Jenny svolge con cura e professionalità il suo lavoro di medico di famiglia; nel suo studio è associato anche Julien un laureando in fase di praticantato; quando una sera , ben oltre l'orario di apertura dello studio, qualcuno suona al citofono, Jenny decide di non aprire, causando nel suo giovane allievo un senso di disagio che diventa ribellione vera e propria quando la mattina dopo la polizia suona alla porta dello studio con la richiesta di visionare le immagini della telecamera di sorveglianza esterna in quanto nelle immediate vicinanze è stata trovata una ragazza morta che si scoprirà dai filmati essere colei che ha suonato la sera prima senza ottenere risposta.
Jenny subisce l'evento in maniera destruente: non solo rifiuta l'incarico presso una struttura prestigiosa, ma decide di mettersi alla ricerca di notizie sulla giovane donna senza nome e senza documenti morta sulle rive della Mosa probabilmente uccisa. Il suo è un tormento duplice: da un lato l'aspetto etico-professionale per avere di fatto rifiutato l'assistenza , dall'altro quello più intimo e civico che diventa vero e proprio rimorso per non aver aiutato la ragazza, causandone involontariamente la morte.


Indagando da sola e spesso intralciando le ricerche della polizia, Jenny cerca di scavare sotto quella foto che mostra la ragazza nell'atto di suonare il citofono, coinvolgendo nelle indagini anche i suoi pazienti, fino a giungere ad un punto in cui se il traguardo sembra vicino, i pericoli però diventano tangibili.
La ragazza senza nome, diretto dai fratelli belgi Jean-Pierre e Luc Dardenne, è lavoro che a fronte della sua edulcorata atmosfera da thriller, è di fatto un opera pienamente coerente con lo stile dei suoi autori; soprattutto dal punto di vista stilistico la pellicola è quasi un lavoro fotocopia dei tanti prodotti dai registi: macchina da presa sempre a braccare i personaggi, ambientazioni da periferia grigia , l'onnipresente sguardo umanistico  gettato sui protagonisti.
Jenny è la protagonista di una storia dove il rimorso e il tormento che nascono da una omissione professionale la conducono a contatto, ancor più di quanto la obblighi il tipo di lavoro, con una umanità malata di solitudine, di abbandono , incapace di uscire dalle sabbie mobili degli affanni che affliggono soprattutto quel proletariato che è da sempre il pabulum nel quale si svolgono le storie dei Dardenne.

Ma anche i personaggi di contorno invischiati nella torbida storia sono alla ricerca di una espiazione che plachi i loro tormenti per cui verso il finale il film assume le sembianze di una catarsi multipla ben poco convincente.
Il problema de La ragazza senza nome è che oltre ad adagiarsi su un formalismo sempre meno ricco di contenuti, tutta la storia si appiattisce su toni monocordi e ripetitivi, dando ragione, come avviene almeno negli ultimi lavori, alla grande critica mossa ai due registi da sempre e cioè quella di fare un film sempre uguale a se stesso; in effetti lo schema sembra molto lontano dalla compartecipazione dello spettatore come avveniva con la Rosetta sempre in affanno, qui l'impressione è di trovarsi di fronte ad una recita a soggetto all'interno di schemi formali didascalici e privi di pathos.
Non basta la tematica degli emarginati di periferia, del sottobosco delle grandi città dove albergano anime in pena e non basta neppure il tormento della protagonista che si rispecchia nel suo giovane collaboratore che dopo l'episodio decide di abbandonare gli studi, deluso forse dalla mancanza di etica professionale di Jenny oltre che dalla convinzione di avere intrapreso gli studi solo per risolvere il suo conflitto col genitore.
La ragazza senza nome risulta insomma un film freddo, poco riuscito che fa leva solo sulla forma cinematografica classica dei suoi registi nonostante la rimarchevole prova di Adele Haenel, astro nascente in irresistibile ascesa del cinema francese, che riesce nell'ardua impresa di materializzare la costruzione monocorde del suo personaggio secondo i dettami dei registi.

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