sabato 25 febbraio 2017

The Great Wall / 長城 ( Zhang Yimou / 张艺谋 , 2016 )




The Great Wall (2016) on IMDb
Giudizio: 6/10

Preceduto da un bailamme mediatico scientificamente costruito esce anche in Italia, quasi in contemporanea con gli Stati Uniti, The Great Wall, ultimo film di Zhang Yimou, prima coproduzione ad altissimo budget sino-americana: l'impressione che la marea montante di notizie che ha preceduto l'uscita del film aveva contribuito a costruire si è rivelata perfettamente in linea con la natura della pellicola, una colossale operazione commerciale studiata con enorme cura di cui solo il tempo ci dirà gli effetti; insomma The Great Wall potrebbe diventare una di quelle opere che rimarranno nella storia del cinema, di certo più per le implicazioni commerciali sul mercato cinematografico che per il reale valore artistico.
Il racconto è incentrato su due mercenari occidentali, che inseguiti da guerrieri nomadi, si ritrovano ai piedi della Grande Muraglia, difesa dalle truppe imperiali schierate in maniera massiccia; quello che l'Impero Celeste teme non sono ovviamente nè i mercenari in cerca della polvere da sparo che i cinesi già utilizzano, nè tanto meno i guerrieri mongoli; la minaccia che incombe sull'Impero è l'orda di orridi esseri animali che ogni 60 anni, come una calamità, si presentano pronti  a superare l'ostacolo dell'enorme vallo per scorrazzare nell'impero: i Taotie sono esseri mitologici che riempiono le leggende cinesi e che in The Great Wall costituiscono il pericolo maggiore per la Cina, esseri nati dall'impatto di una meteorite e che rappresenterebbero l'avidità umana.


William e Tovar , i due mercenari, sono catturati ai piedi della Muraglia e prima che riescano a capire come fare per impossessarsi della polvere da sparo e scappare si trovano coinvolti nell'assalto dei mostri alla guarnigione di stanza sulla muraglia, dimostrando il loro valore in battaglia.
Tutto il film è il racconto di come le truppe imperiali cercheranno di arginare il pericolo impedendo ai mostri di raggiungere la capitale dell'Impero.
Non c'è contrapposizione tra occidentali ed orientali come si potrebbe superficialmente pensare: ben presto le due ideologie troveranno l'intento comune su cui confrontarsi, sebbene i due mercenari ci vengano presentati come i paladini dell'individualismo e i generali imperiali invece quelli del reciproco collettivismo; venendo meno alle ideologie yankees da "cowboy contro indiani" anzi assistiamo al trionfo dell'idealismo contrapposto all'essenza del mercenario, guerriero solo per soldi.

Ma cercare pseudometafore incrostate sul fondo del barile è operazione inutile in The Great Wall, così come aspettarsi  profondità dei personaggi e tematiche politiche, persino il concetto ribadito svariate volte nel film che il possesso della polvere da sparo possa incrementare l'avidità umana e che per tale motivo i generali cinesi la custodiscano con grande attenzione non sembra avere alcun riferimento ai giorni nostri: The Great Wall è film che in altri aspetti nasconde i suoi connotati politici, quelli più squisitamente commerciali, in favore di uno spettacolo di puro e semplice intrattenimento, per alcuni versi anche piatto e con pochi spunti.
La mano di Zhang si vede quasi esclusivamente nell'aspetto stilistico attraverso la miscela dei colori, le ambientazioni, la cura dei costumi, le scene di ampio respiro, per il resto qualunque altro regista avrebbe potuto giocare con il CGI ottenendo risultato simili (ed infatti inizialmente pare che il progetto doveva essere diretto da David Zwick); ma la figura iconica di Zhang ha il suo peso all'interno della colossale operazione di politica commerciale messa in piedi con la produzione di questo film, attirando ancora di più le critiche , quasi sempre gratuite, sullo stesso regista , considerato da alcuni ormai una voce del governo cinese.
Persino nella scelta del cast di altissimo livello si è compiuta una operazione quai superflua alla luce del risultato artistico del film: alcuni tra gli attori presenti infatti sono assolutamente sprecati o addirittura imbrigliati ( Eddie Peng, Andy Lau, in parte anche Zhang Hanyu, tutte star di primissimo livello si badi bene); di contro la pur bella e brava Jing Tian sembra peccare di un po' di carisma in relazione al ruolo che ricopre nella storia; alla fine i due attori occidentali Matt Damon e Pedro Pascal sembrano i meno fuori luogo di tutti, mentre Willem Dafoe è praticamente presenza inutile.
Insomma The Great Wall , operazione commerciale a parte che dovrebbe portare al convergere degli interessi cinematografici cinesi ed hollywoodiani, è il più classico dei blockbuster sostenuto da una magnificenza tecnica abbagliante e da poca sostanza; ma se si cerca un film da sabato pomeriggio con la montagna di popcorn di fronte per passare 100 minuti in maniera spensierata la pellicola di Zhang Yimou ha la sua ragione di esistere.


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