giovedì 20 aprile 2017

Cook Up a Storm / 决战食神 ( Raymond Yip Wai-man / 葉偉民 , 2017 )




Cook Up a Storm (2017) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

Per le strade di Hong Kong stavolta la battaglia non è combattuta a colpi di cazzotti, calci e bastonate fra gang di malviventi agli ordini di boss delle Triadi pittoreschi e dalle camicie sgargianti; i due contendenti si battono infatti su quella che forse è al momento la più grande moda planetaria: l'arte culinaria con tanto di show televisivi annessi.
Da una parte c'è Sky Ko, tenace difensore della cucina cantonese e proprietario di uno tra i locali più caratteristici e popolari della zona, dall'altra Paul Ahn mezzo sangue sino-coreano formatosi alla scuola di alta cucina francese e decorato di stelle Michelin.
La prima battaglia è a colpi di coltello affilatissimo per sfilettare un salmone, poi si prosegue con scaramucce tra un locale e l'altro ed infine si conclude in uno show televisivo che deve decretare il miglior chef di Hong Kong.


Poi però l'anima più intimamente HKese del film viene fuori e tutti quelli che sono i canoni tipici dell'action movie vengono applicati alla storia di questa contrapposizione che diventa poi alleanza ed infine amicizia vera e propria tra i due contendenti nel momento in cui il tradimento da una parte e il vero motore che porta Sky a cimentarsi con la cucina vengono allo scoperto.
L'approdo finale sarà il mega show di Macau dove la sfida verrà portata addirittura al Re della Cucina, il più grande degli chef.
Cook Up a Storm di Raymond Yip è lavoro che mette subito in tavola le carte , tanto per evitare equivoci: film senza grandi pretese, tipico prodotto del Capodanno Cinese, ritmo e divertimento assicurato in maniera non banale; ma è soprattutto l'innesto delle tematiche della amicizia virile, del senso dell'onore e della rivalsa personale, connotati irrinunciabili del DNA del cinema HKese, che risulta azzeccato.

mercoledì 19 aprile 2017

Far East Film Festival 19



Da venerdì 21 aprile Udine ospiterà l'edizione 19 del Far East Film Festival, l'evento sul cinema dell'Estremo Oriente più importante d'Europa.
Anche quest'anno programma foltissimo di proiezioni, frotte di ospiti, eventi e manifestazioni che trasformeranno la città friulana in un angolo di Oriente nel quale si daranno appuntamento migliaia di appassionati.
Per l'occasione, come ogni anno, i diari giornalieri della manifestazione potranno essere seguiti su LinkinMovies.it 
Appuntamento quindi ad Udine per chi sarà presente e buon divertimento !
Al ritorno, con calma, le recensioni di tutti i film.

domenica 16 aprile 2017

Fusi [aka Virgin Mountain] ( Dagur Kari , 2015 )




Virgin Mountain (2015) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Fusi è un bambinone immerso nel corpo gigantesco di un quarantenne che vive ancora all'ombra minacciosa e ingombrante della madre, lavora come addetto a terra in aeroporto, passa il suo tempo libero a riprodurre su plastici immensi le grandi battaglie della Seconda Guerra Mondiale, passione condivisa insieme  ad un amico, ha una curiosa amicizia con una ragazzina che abita al piano di sotto.
Il giorno del suo compleanno riceve in regalo l'iscrizione ad un corso di ballo, pretesto per creargli una vita sociale che non ha, limitandosi i suoi rapporti alle attenzioni vessatorie dei colleghi di lavoro che lo bullizzano come fosse un ragazzino.
Al corso di danza incontra una ragazza cui offre un passaggio in macchina , la quale sembra provare simpatia per lui e lo tratta non come un ragazzino ma come un adulto quale in fin dei conti è.


La simpatia diventa amicizia e forse qualcosa di più, o forse semplicemente l'incontro di due anime sole; sta di fatto che in Fusi qualcosa inizia a cambiare: si ribella ai colleghi-bulli, cerca il distacco dalla madre possessiva, prova per la prima volta i piaceri del sesso con la sua nuova amica con la quale cerca di mettere in piedi anche qualche programma, ma la ragazza soffre di una grave forma di depressione che alla fine viene a galla e si presenta in tutta la sua forza devastante agli occhi di Fusi, il quale però non si da per vinto.
Un aereo che parte, Fusi che guarda indietro con la sua borsa in mano, forse l'Egitto tanto sognato sta diventando realtà: la montagna umana che nasconde il bambino è diventata un adulto pronto ad affrontare la vita.
Definire Fusi, il cui efficace titolo internazionale è Virgin Mountain, un racconto di formazione per adulti poco cresciuti è probabilmente sbagliato, anche se in fondo al racconto questo aspetto c'è; il film di Dagur Kari è invece più propriamente un racconto sulla solitudine e sulla oppressione materna applicato ad un soggetto che per costituzione si presta alla tipologia del freak e che si rifugia nel suo candore da bambino per costruirsi una corazza impenetrabile.

Nightlife ( Damjan Kozole , 2016 )




Nightlife (2016) on IMDb
Giudizio: 7/10

Un corpo seminudo e sanguinante viene trovato da alcuni passanti durante la notte in una strada di Lubiana, ricoperto di ferite da morso di cane l'uomo è in fin di vita e viene portato in ospedale: è uno dei più noti avvocati della capitale slovena e quando la moglie giunge al pronto soccorso si rende subito conto non solo della gravità della situazione che richiede un intervento chirurgico d'urgenza delicato ma anche dei contorni tanto oscuri quanto inquietanti che avvolgono il caso; la macchina dell'uomo è stata ritrovata lontano in una zona periferica della città che solitamente non frequentava, la dinamica del fatto appare inspiegabile e soprattutto la donna si accorge che accanto al corpo del marito , pronto ad entrare in sala operatoria c'è uno strano oggetto che accentua i contorni inquietanti del caso: un gigantesco dildo, di quelli usati per giochi erotici.


Lea, la moglie dell'avvocato, quasi fosse un raptus , si appropria dell'oggetto e lo nasconde, intuendo la pericolosità devastante che questo potrebbe avere sugli sviluppi del caso.
Per tutta la notte, il tempo che durerà l'intervento, Lea cercherà si difendere la reputazione del marito e di conseguenza la sua , conscia che le indagini potrebbero condurre a verità scabrose.
Soprattutto il confronto con l'ispettore di polizia che si occupa del caso instillerà nella mente della donna il dubbio, ma ogni atto lei sarà disposta a compiere, anche quelli che vanno contro la sua morale, per salvare almeno le apparenze.
In un breve prologo intuiamo che il rapporto tra i due non è dei più calorosi, quindi il dubbio che il marito possa essere stato coinvolto in qualche gioco erotico estremo inevitabilmente balenerà nella mente di Lea, anche se cercherà di convincersi che il tutto sia una operazione montata ad arte per discreditare la figura professionale dell'uomo.
Il regista sloveno Damjan Kozole che già in alcune circostanze ha calcato i palcoscenici di importanti festival europei, in numerose interviste rilasciate ha tenuto molto a ripetere che Nightlife è un film sulla paura: quella della morale, quella dell'invadenza dei media, quella del sistema giudiziario e anche quella, più intima, di scoprire il volto segreto di una persona che pensiamo di conoscere bene.
Di fronte a questa paura in Lea scatta lo spirito di sopravvivenza prima che quello di giustizia: difendere il buon nome del marito, anche compiendo palesi reati, pur di salvaguardare sè stessa e la sua famiglia.

venerdì 14 aprile 2017

Love and Other Cults ( Uchida Eiji , 2017 )



Giudizio: 7/10

Con Lowlife Love , presentato lo scorso anno al Far East Film Festival, il regista indipendente giapponese Uchida Eiji, aveva affrontato con un tono fra il serio e il faceto, il mondo della gioventù semiemarginata ed insoddisfatta sempre sull’orlo di un vortice creato dalla solitudine pronto ad inghiottirla. Questo Love and Other Cults non si discosta molto né dai temi né dalla struttura del racconto rispetto al precedente, dimostrando come il regista giapponese abbia a cuore raccontare storie non convenzionali.


La protagonista del racconto è Ai una ragazzina che vediamo in un prologo-flashback oppressa da una madre fanatica religiosa che decide di inviarla in un ritiro spirituale per fortificare la sua fede; qui la ragazzina trascorre sette anni fino a che la polizia non arresta il capo della setta; tornata a casa Ai vaga alla ricerca di qualcosa che le dia un minimo di certezza: prima la scuola, che non aveva mai frequentato, poi un gruppo di balordi da quattro soldi, quindi viene quasi adottata da una famiglia medio borghese e infine l’approdo ai locali notturni prima e al mondo del porno poi.
Un percorso di formazione verrebbe da dire, o più probabilmente ,un vagare in balia degli eventi alla ricerca di una sicurezza e di una identità difficili a trovare, perché ognuno degli ambienti cui Ai si lega mostra ben presto il suo lato più detestabile.
Unico compagno che spezza almeno in parte in questo peregrinare affannato la solitudine di Ai è Ryota, innamorato di lei sin dai tempi della scuola e sempre sulle sue tracce , come un grillo parlante che cerca di impedire la caduta definitiva negli inferi della ragazza.

mercoledì 12 aprile 2017

Aquarius ( Kleber Mendonca Filho , 2016 )




Aquarius (2016) on IMDb
Giudizio: 6/10

Clara, critico musicale ormai in pensione, vive da sola in un vecchio edificio dal fascino antico situato sul lungomare di Recife , una zona esclusiva che fu il ritrovo  borghesia della città; grazie ad un efficace incipit ambientato 30 anni prima, scopriamo come quel vecchio edificio , oltre che la sua abitazione, sia un po' la memoria storica della famiglia che vediamo lì radunata per i 70 anni di una zia di Clara, una piccola eroina dell'emancipazione femminile, la quale mentre i nipoti leggono poesie e cantano canzoni in suo onore , fissa con occhio languido il mobile dove anni prima un suo giovane amante la possedette.


Clara è un po' la reincarnazione dello spirito della vecchia zia: anche oggi, ormai ultrasessantenne, non manca mai di fare la sua passeggiata in spiaggia e il bagno nelle acque dell'oceano, non disdegna le attenzioni degli uomini conosciuti nei locali, ma soprattutto non molla di un centimetro nel confronto con la impresa immobiliare che ha ormai acquistato tutti gli appartamenti del vecchio Aquarius e che non riesce ad entrare in possesso di quello della donna per potere finalmente trasformare l'edificio nell'ennesima scatola di specchi e acciaio, uguale a tanti altri che si affacciano sul lungomare.
Clara vive la sua solitudine con grande serenità, confortata solo dalla vecchia governante e dalle visite sporadiche dei figli, i quali ben presto, preoccupati della tenace convinzione della madre a non vendere l'appartamento, cercano di dissuaderla.
Lungi dal cedere Clara, da classica donna con le palle, decide di prendere di petto, a modo suo, gli speculatori edilizi.
Tutto il film di Kleber Mendonca Filho, vive su questo legame ancestrale di Clara con quel palazzo dalle forme e dai colori singolari: la difesa di quelle quattro mura è per la donna, prima che una questione di principio e ideologica, una affermazione strenua della sua identità, in fin dei conti alla donna è rimasto solo quell'appartamento con vista sul mare nel quale si gode la sua solitaria pensione tra bicchieri di vino rosso e montagne di dischi di vinile.

lunedì 3 aprile 2017

Neruda ( Pablo Larrain , 2016 )




Neruda (2016) on IMDb
Giudizio: 8.5/10

Il 2016 è stato per Pablo Larrain l'anno in cui ha affrontato cinematograficamente il confronto con due fra le più importanti figure del secolo scorso, sebbene per motivi del tutto diversi: ma ciò non è avvenuto attraverso il biopic , come da molte parti, ahimè, abbiamo letto, anzi il regista cileno ha di fatto stravolto il concetto di film biografico , ribaltandone completamente i connotati, nonostante abbia scelto di intitolare i suoi due ultimi lavori con il solo nome del protagonista.
Se con Jackie ha disegnato i contorni di quella che fu una delle icone popolari del XX secolo raccontandone i travagli, le insicurezze e i tormenti per edificarne il mito, con Neruda Larrain inserisce l'ultimo tassello della rivisitazione storico-politica del suo paese attraverso un racconto molto letterario, a tratti addirittura sospeso tra commedia e farsa.


Il Neruda che ci presenta Pablo Larrain è quello dell'immediato dopoguerra, quando dagli scanni del Senato cileno accusò il presidente Videla di aver tradito i comunisti , che avevano contribuito alla sua elezione, decretandone la persecuzione politica dietro viva raccomandazione del governo americano sempre timoroso della nascita di amministrazioni nazionali , a maggior ragione se vicine geograficamente, che potessero dare modo alla Unione Sovietica di poter controllare uno scenario politico regionale. La comparsa seppur fugace di un giovane Augusto Pinochet nei panni del comandante di una galera riservata ai militanti comunisti è un po' il nesso che Larrain costruisce tra questi eventi e la lunga , drammatica storia del Cile fino al dramma della dittatura.
Messo di fatto fuorilegge il partito comunista, Neruda, eminente rappresentate dello stesso, decise di darsi alla latitanza invece di finire in galera e di continuare la sua lotta in clandestinità, una battaglia ben lungi dall'essere animata di intenti violenti, bensì molto incentrata sull'applicazione della sua visione poetica.
Il racconto si snoda quindi in un lasso di alcuni mesi in cui Neruda vaga per il paese cercando di rimanere nascosto al suo cacciatore , il prefetto di polizia Oscar Peluchonneau , incaricato dal presidente di catturarlo e distruggerne la reputazione.
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