martedì 31 ottobre 2017

Hostiles ( Scott Cooper , 2017 )




Hostiles (2017) on IMDb
Giudizio: 6/10

Film scelto per aprire la dodicesima edizione della Festa del Cinema di Roma (ex Festival), Hostiles di Scott Copper delimita da subito quelli che sono i contorni della rassegna diretta da Antonio Monda: il lavoro del regista americano di Out of The Furnace è un western atipico travestito da epopea e ricco di una epicità ben poco sostanziale ma dai sicuri connotati che avviluppano il pubblico.
Attraverso il racconto del viaggio intrapreso dal capitano Joe, eroe delle sanguinose guerre contro le tribù indiane ed ora ridimensionato nel ruolo di cacciatore di indiani recalcitranti a rimanere nelle riserve, dal New Mexico al Montana come scorta per un vecchio capo indiano moribondo che fu uno dei suoi più acerrimi avversari riportato a casa per morire nella sua terra, Scott ci offre la sua versione più cruda degli ultimi anni del XIX secolo.
Accettato l’incarico con grande tormento personale il lungo viaggio diventa un rapido e repentino processo di catarsi e redenzione all’insegna dell’integrazione tra nativi e bianchi.


Raccontato in maniera piuttosto cruenta ponendo almeno all’inizio al centro del racconto la figura del capitano ormai sul viale del tramonto e dei suoi commilitoni ex eroi di una sporchissima guerra, con l’aggregarsi al gruppo di viaggiatori di una giovane donna scampata al massacro della sua famiglia da parte degli indiani, ben presto Hostiles cede il passo al racconto che con una certa fretta e con ben poca convinzione trasforma i protagonisti di una guerra feroce in antesignani della tolleranza e della convivenza.
Pur comprendendo le necessità narrative, appare francamente poco credibile come un manipolo di tagliagole (da una parte e dall'altra) si trasformi in così poco tempo in una congrega di persone tolleranti, comprensive e ben predisposte verso il nemico di un tempo non certo remoto: siamo insomma in quell'ambito cinematografico che da sempre, ma soprattutto negli ultimi anni, riesce a trasformare anche il dramma più cupo e crudo in una fiaccola di speranza alimentata dai buoni sentimenti; in tal senso anche il finale, tirato un po' troppo per le lunghe a dire il vero, abbraccia in pieno il postulato del lieto fine consolatorio.

domenica 22 ottobre 2017

Disappearance ( Ali Asgari , 2017 )




Disappearance (2017) on IMDb
Giudizio: 6/10

Nella fredda notte di Teheran si consuma l'odissea di due giovani; hanno un grosso problema da risolvere: dopo il loro primo rapporto sessuale la ragazza è in preda ad una emorragia e, in base alla rigorosa legge islamica oltre che alle tradizioni ataviche persiane, questo costituisce un reato.
Dapprima inventano uno stupro avvenuto per strada, ma quando la inflessibile dottoressa di turno li mette davanti alla necessità di dover coinvolgere l'autorità giudiziaria, i due se la danno a gambe cercando un altro pronto soccorso e soprattutto un altro escamotage: inutile spacciarsi per marito e moglie ( non hanno ovviamente il certificato di matrimonio e quindi occorre la presenza dei famigliari della ragazza), inutile cercare la solidarietà del personale medico e infermieristico obbligato anch'esso a rispettare le severe regole.


Con l'aiuto di alcuni amici riescono a trovare una via che anche nella severissima Repubblica Islamica Iraniana funziona bene per eludere la legge: come nell'avanzato , ricco ed evoluto resto del mondo il denaro può aprire le porte che fino a pochi attimi prima erano serrate ed invalicabili.
Nella sua scarsa ora e mezza Disappearance, opera prima del regista iraniano Ali Asgari, eleva la personale odissea notturna dei due ragazzi ad emblema di un paese dove la tradizione e la legge sembrano collimare soprattutto per quanto riguarda il costume e le abitudini della popolazione; i due giovani però , in un epoca in cui non esiste censura che possa oscurare la visione del mondo esterno, sono la faccia di una ribellione e di un disagio silenziosi ma non per questo meno vigorosi.
In particolare la libertà sessuale sembra esser un tabù indistruttibile laddove le ataviche usanze famigliari fanno da supporto ad una legge che vieta i rapporti sessuali prima e al di fuori del matrimonio.

sabato 21 ottobre 2017

The Night I Swam [aka La Nuit Ou J'ai Nagè] ( Damien Manivel , Igarashi Kohei , 2017 )




The Night I Swam (2017) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

Lavoro franco-giapponese, firmato dalla coppia Damien Manivel-Igarashi Kohei entrambi alla opera seconda, The Night I Swam è un curioso e per certi versi affascinante racconto che sembra orientarsi verso il cinema sperimentale pur mantenendo una consolidata linearità narrativa: gli ottanta minuti del film sono infatti privi di ogni forma di linguaggio che non sia quella visiva, accompagnata da una dosata colonna musicale e da un eccellente sonoro che ben si adatta.
E' il racconto di una giornata di un ragazzino di sei anni in una cittadina marittima di provincia del Giappone: inizia quando è ancora buio, il padre si prepara per andare al lavoro in una fabbrica ittica e il piccolo protagonista spia silenzioso in cima alle scale l'uomo che si prepara ad uscire di casa.


Quando giunge il giorno il ragazzino si prepara per andare a scuola in un paesaggio dominato dal bianco della coltre nevosa, giunto di fronte alla scuola però qualcosa scatta nella mente del bambino: oggi sarà una giornata speciale , un gesto intriso di piccolo eroismo; niente scuola e via alla scoperta del mondo , alla ricerca dei confini della sua infanzia.
Vediamo quindi il ragazzino dapprima passeggiare lungo il fiume ghiacciato, quindi salire su un treno e scendere in una città sommersa dalla neve dove vaga come un cavaliere solitario, la sua stella polare è il camion che passa e che appartiene alla fabbrica dove lavora il padre.
Giunto alla fabbrica è ormai quasi sera, la neve cade copiosa , le forze vengono meno e al ragazzino non rimane altro da fare che immergersi in un sonno profondo infilandosi in una macchina.
Con la sera ormai calata la giornata da eroe del piccoletto termina come se fosse un giorno come un altro.

giovedì 19 ottobre 2017

Neve Nera [aka Nieve Negra] ( Martin Hodara , 2017 )




Black Snow (2017) on IMDb
Giudizio: 5.5/10

Risale a 10 anni orsono l'opera prima del regista Martin Hodara, un thriller noir ambientato sul finire dell'epopea di Evita Peron, lavoro nel quale figurava come co-direttore anche Ricardo Darin che qui ritroviamo come attore co-protagonista.
La storia di Neve Nera è un oscuro e cupo racconto famigliare in fondo al quale giace una coltre spessissima di odio e rancore che prende il via trenta anni prima all'interno di un nucleo famigliare dominato da un  patriarca severo e spietato: padre e quattro figli che si dedicano alla caccia nell'innevata Patagonia in totale assenza di una figura materna di cui non sembrano esistere tracce se non una sbiadita fotografia.
In una di queste battute di caccia Juan, il figlio più piccolo rimane ucciso accidentalmente da un colpo di fucile, o almeno così sembra.


L'episodio segna indelebilmente la vita dei fratelli e della sorella, per cui quando trenta anni dopo il vecchio muore e Carlos torna dalla Spagna per esaudire le ultime volontà del padre, i rancori sopiti tornano a galla: Carlos ha una moglie gravida, Sabrina, la sorella, soffre di gravi disturbi psichici che i suoi disegni sembrano raccontare seppur con in modo molto confuso, Salvador , il più vessato dal padre violento, è rimasto a vivere nel casotto di famiglia all'interno di una vasta proprietà di famiglia che ancora sembra nascondere gelosamente misteri e odii.
Carlos dovrà non solo seppellire le ceneri del padre vicino al fratello ma anche  cercare di convincere il fratello a vendere la proprietà ad un gruppo minerario , ben sapendo che per il truce e spigoloso fratello quella terra è qualcosa che travalica la semplice proprietà: è il sepolcro entro il quale giacciono i suoi dolori , le sue sofferenze e le violenze del passato.

martedì 3 ottobre 2017

Krieg ( Rick Ostermann , 2017 )




Krieg (2017) on IMDb
Giudizio: 4.5/10

Opera seconda del regista tedesco Rick Osterrmann, già transitato qualche anno orsono per la Mostra del Cinema di Venezia, Krieg è lavoro che tenta con molta fatica di miscelare tenebrosi tormenti personali in rigoroso stile ausburgico con tematiche sociopolitiche che ruotano intorno al dramma della guerra.
Tratto dall'omonimo romanzo di Jochen Rausch, il racconto è imperniato, attraverso una dicotomia temporale molto stretta, sul protagonista Arnold, che vediamo all'inizio stabilirsi in compagnia del suo cane in una vecchia baita di montagna immersa nelle nevi; quella destinazione però non è un isolamento sabbatico o vacanziero, bensì la fuga da un dramma personale che ci viene raccontato sull'altro binario temporale: la morte del figlio in uno scenario di guerra in oriente.


La scelta del ragazzo di recarsi in guerra induce un profondo scompiglio nella famiglia di Arnold , fieramente ancorata su posizioni pacifiste e la sua morte ha un effetto deflagrante sulla sua stabilità.
Isolato tra le montagne, Arnold mostra il suo volto segnato irrimediabilmente dal dramma che di pari passo ci viene mostrato attraverso un alternarsi di piani temporali; ma il peggio per l'uomo sembra dover ancora arrivare: una presenza oscura, intangibile e al contempo pericolosa sembra averlo messo al centro dei suoi disegni folli portando la situazione ad un livello di scontro e di guerra personale destinato a giungere alle estreme conseguenze.
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