giovedì 18 gennaio 2018

The Tokyo Night Sky is Always the Densest Shade of Blue ( Ishii Yuya , 2017 )




Tokyo Night Sky Is Always the Densest Shade of Blue (2017) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Tokyo, la città tentacolare, frenetica e viva all'apparenza che di giorno brulica di lavoro e di notte si popola di anime in pena in cerca di divertimento, di compagnia, o di chissà cosa altro, la città però che ha generato dei microcosmi individuali ingobbiti sugli smartphone che neppure si sfiorano, che non entrano mai in contatto e che hanno costruito una città impersonale, fredda, senza calore umano; una città di perdenti, di individui che vagano nel grande mare metropolitano tristemente sicuri nella loro anonimità.
E' questo lo scenario, ma non solo, del nuovo lavoro di Ishii Yuya, uno sfondo che spesso diventa primo piano e diventa anima di The Tokyo Night Sky Is Always the Densest Shade of Blue.
I protagonisti della storia racconatata dal regista giapponese sono Mika una giovane infermiera che arrotonda lavorando in un girlie bar e Shinji un lavoratore precario del settore edilizio cieco ad un occhio ( particolare che va oltre il puro tratto distintivo del personaggio).


Lei è una ragazza ombrosa, sempre sulla difensiva, seppur gentile, vive la personale ossessione per la morte con un pessimismo che travalica spesso nel nichilismo puro e che deriva un po' dal suo lavoro ma soprattutto dalle esperienze personali e famigliari nelle quali il senso di morte e di abbandono sono onnipresenti.
Shinji ha pochi amici, tutti dell'ambiente di lavoro; un immigrato filippino, un coetaneo un po' sbrasone, un altro collega più anziano afflitto da perenni malanni alla schiena e che anch'esso fa riferimento alla morte nei suoi discorsi.
La morte, dunque, ma non solo quella del corpo, anche quella dello spirito che si tramuta nella persistenza di cattive sensazioni, nella dipartita per un motivo o per un altro degli amici di Shinji: il risultato è una triste solitudine che avvinghia i due protagonisti che per la prima volta si incontrano in un bar e che poi, morto l'amico sbrasone di Shinji che con Mika era uscito un paio di volte, diventa una lunga quasi impercettibile, ma costante marcia di avvicinamento tra due microcosmi che sembrano lontani anni luce.
Mika è talmente votata al nichilismo e alla autodistruzione sentimentale che pensa che chi si innamora sia una persona noiosa e che l'amore sia la morte dell'individuo, perchè l'innamoramento porterà sempre e comunque alla sofferenza e all'abbandono; Shinji invece è animato da un moderato ottimismo e vive il suo handicap visivo come un modo per scrutare il mondo da un'altra prospettiva, la metà, quindi, quasi ad accantonare quella negativa.

Tra i due l'attrazione è tutto tranne che fisica e sessuale: è il magnetismo che scaturisce tra due individui quando uno nel mare della solitudine prova empatia per l'altro, due microcosmi che cercano disperatamente di entrare in contatto e trovare un linguaggio comune.
L'approccio di Ishii al suo racconto è molto prosaico, con toni quasi sempre sussurrati, come ad adeguarsi al disagio profondo dei suoi protagonisti, ma al suo interno il grido di dolore del regista è chiarissimo: l'incomunicabilità che nasce dalle esperienze dolorose personali e da una società ossessionata dal successo e dall'individualismo spinto ma che rende intangibile ogni legame interpersonale, uno dei temi che maggiormente affliggono la società nipponica e il regista ce ne mostra la sua personale visione, miscelandola con i temi che più ossessionano la società giapponese e che derivano dalla sua storia ( i terremoti, l'incubo nucleare post-atomica, il rapporto con la morte, la disgregazione famigliare).
Tokyo e il disagio: su questi due perni oscilla tutta la poetica di The Tokyo Night Sky, attraverso il ritratto di due personaggi così vividi, nonostante Ishii ci faccia sapere di loro ben poco, lo stretto indispensabile: Mika e Shinji sono gli emblemi di una solitudine dalle varie sfaccettature che fatica tremendamente ad uscire dal suo guscio , come una monade persa nello spazio infinito.
Le immagini di Tokyo notturna, ottimamente fotografate, rimandano ad una città solo all'apparenza da cartolina, perchè sotto lo strato di luce abbagliante c'è il pullulare di una umanità in cerca di riscatto e di calore.
Bravissimi i due attori: Ikematsu Sosuke, cui Ishii di frequente si affida, nel ruolo di Shinji dimostra una volta in più il suo talento che ne fa uno dei giovani attori più interessanti del panorama cinematografico giapponese, Ishibashi Shizuka, figlia d'arte doc, praticamente all'esordio, è folgorante nella capacità di dare vita ad un personaggio femminile di quelli che difficilmente si dimenticano.

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