giovedì 27 febbraio 2014

Cold eyes ( Jo Ui-seok , Kim Byung-seo , 2013 )

Giudizio: 6.5/10

La recluta Ha Yoon-joo viene arruolata nell'unità speciale della polizia coreana che si occupa della sorveglianza e della lotta alla criminalità di alto bordo; dopo una sorta di esame finale a bordo della metropolitana in cui il suo superiore vuole valutare le sue capacità di osservazione e di utilizzo della memoria fotografica, scena tra le migliori del film  in cui si incrociano da subito le strade dei vari protagonisti, la giovane inizia il suo lavoro del quale il suo capo e mentore le instilla subito le poche e chiarissime regole: sorveglianza, osservare tutto ed estraniarsi dal mondo circostante.
La squadra da la caccia ad una banda di rapinatori che mette a segno colpi spettacolari e perfetti: per la protagonista sarà una prova del fuoco che servirà a testare da subito le sue capacità.
Dall'altra parte, un gelido e spietato capo banda che agisce su procura, efficace e preciso, seppur giunto ormai ad un capolinea personale col lavoro.
Il lavoro dei registi Jo Ui-seok, qui alla sua terza prova da regista e con alle spalle un passato da sceneggiatore e da aiuto regista con Bong Joon-ho in Barking Dogs never bite , e Kim Byung-seo alla opera prima dopo un passato da direttore della fotografia (tra gli altri anche in Castaway on the moon), ha la buona qualità di colpire da subito: come detto la scena iniziale è un bell'esempio di costruzione stratificata e avvolgente che stuzzica lo spettatore.

Cold Eyes, film che ha riscosso svariati riconoscimenti, fra tutti la nomination in varie categorie al prossimo Asia Film Awards, è una pellicola perfettamente in linea con la più recente tendenza del cinema d'azione coreano a conformarsi , almeno in parte, al genere di stampo hollywoodiano: la riconosciuta capacità tecnica che molte crew coreane hanno dimostrato soprattutto nell'aspetto tecnico indubbiamente spingono verso questa direzione.
Nel film, comunque, alcune cose funzionano bene: l'aspetto tecnico appunto, l'ottima fotografia che sa regalare belle immagini di una Seoul fatta di grattacieli e di mercatini, di luci e specchi e di vicoli bui, di ampi panorami e di vedute a perdita d'occhio e aspetti urbanistici d'avanguardia al punto che in alcuni momenti è proprio il tessuto urbano a farsi protagonista delle immagini, un buon ritmo che si mantiene costante per tutta la durata, un clichè da film di azione-thriller che sicuramente non delude.
Di contro alcuni aspetti lasciano qualche dubbio: una sceneggiatura (scritta dagli stessi registi) che mostra qualche buco, soprattutto in relazione con la scarsa profondità dei personaggi ,in special modo la figura del leader della banda criminale di cui sfuggono i motivi di certe sue scelte al punto che ci si aspetta fino alla fine il piccolo colpo di scena che racconti qualche lato oscuro dell'uomo; in conseguenza di ciò i personaggi, seppure ben interpretati, appaiono un po' troppo stereotipati, quasi degli ologrammi privi di vita propria; per finire l'ipertrofia tecnologica che percorre tutto il racconto in certi tratti appare veramente eccessiva.
Nel complesso Cold Eyes è lavoro che si lascia vedere con sufficiente piacevolezza, un thriller d'azione che non annoia e che potremmo definirlo "classico" per gli standard della cinematografia coreana che almeno in questo filone rinnovato lascia da parte poliziotti ubriaconi sempre pronti a menare le mani che appartengono ad una visione piuttosto vintage del thriller.

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