domenica 29 marzo 2020

L'ufficiale e la spia [aka J'accuse] ( Roman Polanski , 2019 )




An Officer and a Spy (2019) on IMDb
Giudizio: 8/10

86 anni e non sentirli, potrebbe essere il commento fin troppo stringato in vero de L'ufficiale e la spia, ultimo lavoro di Roman Polanski che è ben lungi dal mostrare qualche seppur minimo cenno di cedimento cinematografico.
Ispirato alla celeberrima storia, ma effettivamente mai troppo ben raccontata e indagata, del capitano dell'esercito francese Richard Dreyfus che nel 1895 fu condannato al carcere a vita con l'accusa di alto tradimento per aver passato  informazioni ai tedeschi, l'opera di Polanski riesce nel tutt'altro che semplice risultato di saper raccontare con rigore storico e formale impeccabile un dramma personale in un'epoca storica particolarmente turbolenta senza mai cadere nella fredda biografia o nella sterile cronaca d'epoca.
Il film si apre con una delle scene indubbiamente più riuscite: la pubblica degradazione subita da Dreyfus nel cortile dell'Ecole Militaire nella quale Polanski riesce a coniugare la drammaticità personale del momento con quello che era il clima che a simile decisione aveva chiaramente contribuito.


Spedito Dreyfus su uno scoglio di fronte alla Guyana francese dove neppure le guardie incaricate di sorvegliarlo gli rivolgevano la parola, a capo del controspionaggio che aveva imbastito le accuse contro il capitano viene messo il colonnello Picquart  aveva avuto il presunto traditore come brillante allievo  all'accademia militare; nel proseguire le indagini su  altre spie annidate nell'esercito, questi si rende conto che qualche dettaglio appare a dir poco strano, e anzi quando i dettagli iniziano ad essere macroscopicamente sospetti di una frettolosa e superficiale accusa contro Dreyfus, fino a portarlo alla convinzione che le accuse sono non solo infondate ma addirittura preconfezionate con lo scopo di utilizzare l'ebreo Dreyfus come capro espiatorio di una situazione politica difficile e dare al popolo una vittima sacrificale da sbranare ( emblematica in tal senso la frase detta da uno degli ufficiali che assistono all'inizio del film alla gogna pubblica di Dreyfuss "I romani davano in pasto alle belve i cristiani, noi diamo in pasto gli ebrei al popolo").
Compreso una volta per tutte che tutto l'affaire è di fatto una vergognosa montatura orchestrata ai massimi livelli politico-militari, Picquart in nome del senso di giustizia decide di far esplodere il caso con l'appoggio di una certa parte dell'intellighenzia culturale del paese, compreso Emile Zola che scrisse su un quotidiano la celeberrima lettera indirizzata al Presidente della Repubblica dal titolo  J'accuse nella quale esprime il suo sdegno contro la macchinazione.

venerdì 27 marzo 2020

River's Edge ( Yukisada Isao , 2018 )




River's Edge (2018) on IMDb
Giudizio: 7/10

E' quasi uno studio che sta a metà tra il sociologico e l'antropologico, questo lavoro di Yukisada Isao, regista con alle spalle ormai una carriera ventennale costellata da più di venti lavori e anche da qualche riconoscimento festivaliero: ispirato all'omonimo  manga di Kyoko Okazaki, ambientato all'inizio degli anni 90, River's Edge è la storia drammatica e di solitudine nichilista di un gruppo di adolescenti divisi tra la scuola, consueto nido di nefandezze sociali e personali, e le loro ossessioni spesso insane.
Raccontato come fosse una raccolta di interviste ai personaggi troviamo Ichiro che è  gay  e arde di passione non ricambiata per un suo compagno di scuola , viene regolarmente maltrattato e umiliato e gettato nella sua solitudine ; c'è Haruna ,  l'unica compagna di scuola che riesce ad avere un legame con Ichiro, e che è la ragazza del bullo per eccellenza, il violento Kannonzaki che nel frattempo se la spassa però con la compagna di classe di Haruna, la ninfetta Rumi, c'è poi la modella Kozue bulimica che passa il tempo a mangiare per poi vomitare tutto; c'è la sorella obesa di Rumi, che detesta , ricambiata, e che oltre ad ingozzarsi spia il diario segreto della sorella.


Una parata di personaggi, insomma che rappresentano i lati più inquietanti di una generazione, quella dei primi anni 90 che visse nella solitudine e nella caduta del sogno del benessere per tutti in seguito alla mortifera esplosione della bolla speculativa del 1991 che infettò la società giapponese portando danni materiali e morali.
L'ambiente in cui si muovono i protagonisti è un ecosistema malato, ciminiere che sputano fumi tossici, acque putride che sembrano avvolgere questi adolescenti problematici, violenti, alla deriva, e soprattutto profondamente soli che passeggiano sulle rive di un fiume che restituisce tutto ciò che vi viene gettato compresi i cadaveri.
Ichiro infatti, nel suo perenne vagare su quelle sponde ha trovato un cadavere cui, per una sorta di pulsione morbosa e insana si è legato, lo considera il suo tesoro, pronto a difenderlo, quando , in una delle scene più grottescamente drammatiche del film, i suoi compagni di scuola informati su un presunto e fantomatico tesoro sepolto sulle rive del fiume, partono armati di badili rischiando di imbattersi di certo nel cadavere amico di Ichiro.
Solo ad Haruna il ragazzo mostrerà l'ambito trofeo  e quelle sponde fetide diventeranno un luogo di fuga e di ritrovo.

domenica 22 marzo 2020

Innocent Witness ( Lee Han , 2019 )




Witness (2019) on IMDb
Giudizio: 7/10

Sono trascorsi ormai svariati decenni da quando nel 1988 Barry Levinson diresse con grandissima fortuna Rain Man , uno dei primi lavori del cinema ad essere focalizzato su un personaggio autistico, da allora il tema è stato sviluppato ormai infinite volte con atteggiamenti sempre diversi nel coso degli anni, passando dall'analisi della presunta malattia mentale all'aspetto sociologico  e a quello pedagogico.
Innocent Witness, lavoro del regista coreano Lee Han, aggiunge un ulteriore tassello alla costruzione quasi di un genere come si sta configurando , proprio per la gran messe di opere sul tema, il racconto sui giovanissimi problematici.
Intrecciando questa tematica a quella del thriller dalle molteplici sfaccettature, il regista coreano torna a focalizzare il suo interesse  , dopo il trionfale A Melody to Remember,  su alcuni settori ai margini della società coreana, come fece in maniera convincente già con Punch.
L'avvocato Soonho  finalmente compie il grande passo: abbandona  l'attività di consulente per associazioni civili che combattono battaglie di principio per approdare ad un grande e famoso studio legale nel quale è fortemente stimato dai colleghi più anziani e influenti.


Gli viene affidato un caso all'apparenza semplice, così tanto per fargli sporcare le mani, come gli dice il boss dello studio: un anziano è stato trovato morto e viene incolpata la governante di cui Soonho dovrà prendere la difesa. Proprio di fronte alla casa del delitto abita l'unica testimone del fatto una ragazzina autistica che in una dichiarazione fatta al procuratore conferma la tesi che la donna abbia ucciso il suo datore di lavoro, mentre lei si processa innocente e dichiara semplicemente di non essere stata in grado di evitare un suicidio.
Per Soonho diventa fondamentale poter parlare con la ragazzina e raccogliere una testimonianza che magari possa lasciare qualche spiraglio per l'innocenza della donna.
Jiwoo però si rifiuta impaurita di parlare con lui e per Soonho non rimane altro da fare che cercare di abbattere quel muro di diffidenza che la ragazzina ha alzato verso di lui: la va a prendere a scuola, torna a casa con lei, la difende dai compagni di scuola che la bullizzano, ma lei rifiuta sempre di parlare di quello che ha visto quella sera.

sabato 21 marzo 2020

Fagara / 花椒之味 ( Heiward Mak Hei-Yan /麥曦茵 , 2019 )




Fagara (2019) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Prodotto da Ann Hui e ispirato al romanzo Spicy Love della scrittrice  di Hong Kong Amy Cheung, Fagara è l'ultima fatica di Heiward Mak, una delle registe più interessanti del panorama cinematografico di Hong Kong.
Strutturato come un dramma famigliare, all'interno del quale la regista grazie ad un bel lavoro di cesellatura, riesce comunque ad infondere atmosfere che non si caricano mai eccessivamente, Fagara racconta la storia di Acacia che nel momento in cui muore il padre col quale ha un rapporto tutt'altro che buono, scopre di avere ben altre due sorelle nella, frutto di amori, per lo più quasi passeggeri del padre, evidentemente dedito alla bella vita.
Le tre donne si ritrovano quindi in occasione del funerale del padre, celebrato col rito taoista nonostante il defunto fosse buddhista, ma come dice uno egli amici di Acacia "l'importante è il pensiero".


Le sorelle di Acacia sono totalmente agli antipodi rispetto a lei: Branch (trasformato in Blanche, perchè "chi mai avrebbe messo un nome così idiota ad una figlia?") è una giocatrice di biliardo professionista che vive a Taiwan con la madre che si è sposata con un altro uomo e che soffre della mancanza di una figura paterna, incolpando, ingiustamente la madre; Cherry invece è una aspirante stilista dal grande estro artistico che vive a Chongqing insieme alla vecchia nonna che l'ha accudita sin da quando era una ragazzina e che vorrebbe vederla sposata per poter morire serenamente.
Tra le tre ragazze non scorre il rancore, anzi, quasi subito si crea una buona chimica, anche perchè il loro incontro diventa un'occasione per poter conoscere qualcosa del padre comune e delle sue avventure amorose e rimettere a posto i frammenti della sua vita; ma la cosa che veramente unisce le tre è un certo atteggiamento di avversione verso il padre, proprio perchè la sua figura è stata praticamente assente nelle loro vite, anche per Acacia che in fin dei conti era quella che aveva avuto con lui più rapporti.
Il padre defunto gestiva un avviato ristorante ad Hong Kong per il quale le tre donne debbono decidere il destino: il locale è rinomato per il delizioso hot pot piccante del Sichuan di cui il padre però si è portato la ricetta nella tomba; all'iniziale decisione di vendere il locale fa seguito un repentino ripensamento delle tre donne quando si rendono conto che il gestirlo insieme è anzitutto una maniera per creare un angolo famigliare che probabilmente loro nella vita non hanno mai avuto; rimane solo da cercare di riprodurre la famosa ricetta per potere soddisfare ancora i clienti.

mercoledì 18 marzo 2020

Muere, Monstruo, Muere [aka Murder Me, Monster] ( Alejandro Fadel , 2018 )




Murder Me, Monster (2018) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

In un piccolo e sperduto villaggio andino in Argentina, una donna viene trovata morta decapitata e la testa è scomparsa; ad occuparsi del caso il silenzioso e introverso detective Cruz, il sospettato principale del crimine è il marito dell'amante di Cruz, un uomo psichicamente instabile che era stato visto nei pressi del luogo del ritrovamento poco prima.
Cruz però capisce subito che c' è qualcosa di strano e terribile al tempo stesso nella morte della donna: il gesto sembra infatti compiuto da un essere mostruoso che ha ben poco di umano e che inoltre ha abusato sessualmente in maniera brutale della vittima. 
Quando poi un'altra donna subisce la stessa sorte nonostante il sospettato sia sotto controllo, appare chiaro che la questione è ben più complessa ed intricata di quanto potesse sembrare all'inizio, inoltre seguendo le confessioni della mente folle di David, il marito dell'amante di Cruz, la storia scivola lentamente nel thriller-horror psicologico, in un vortice in cui anche il poliziotto si trova investito, a maggior ragione quando sarà proprio l'amante una delle vittime del mostruoso assassino.


Il finale , costellato di colpi di scena, darà una chiave di lettura a dire il vero non pienamente esauriente, lasciando forse qualche tassello fuori posto, ma il film di Alejandro Fadel regala senza dubbio grandi momenti e soprattutto una cornice di ambientazione e di paesaggi potente.
Muere Monstruo Muere  inizia come un thriller dalla forte impronta gore , oltre che da un nero umorismo appena accennato ma leggibilissimo, che lentamente si apre alla analisi della malattia mentale, delle ossessioni e dei disturbi della psiche; analizzando tutti i personaggi possiamo notare che in un modo o in un altro tutti presentano dei disturbi o dei comportamenti in risposta alla situazione di isolamento e di noia in cui vivono; quando il mostro farà la sua comparsa nel film  ci troveremo di fronte ad un essere che sintetizza in se stesso le paure, gli istinti repressi, le fobie ( a tal proposito molto efficace la scena in cui il capitano elenca a Cruz tutte le varie fobie) e i disturbi della personalità.
Come detto man mano che la storia procede è l'aspetto psicologico quello che diventa preponderante con frequenti dissertazioni sulla psiche , sulle proiezioni sensoriali e sulle pulsioni sessuali, e la storia si complica in maniera un po' troppo artificiosa e a volte confusa; al termine capiremo che tutti i personaggi possiedono nel loro intimo un nucleo di malvagità o comunque un'area oscura che genera i disturbi della personalità e dei comportamenti.

domenica 15 marzo 2020

The Blood of Wolves ( Shiraishi Kazuya , 2018 )




The Blood of Wolves (2018) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Hiroshima, tardi anni 80, la guerra tra bande della yakuza scoppia furibonda e riaccende vecchie dispute mai sopite; tra le bande di gangster si muove il detective Shogo, vecchio marpione con tanta esperienza alle spalle e un modo di agire anticonvenzionale e talvolta addirittura non proprio limpido. A Shogo viene affiancato un giovane poliziotto che deve anzitutto capire se nel modus operandi dell'esperto collega esista qualche ombra o , peggio, qualche chiara connivenza con i gangster, riscontrando però nel contempo quanto il grande carisma di cui gode presso gli altri colleghi e gli indubbi risultati che riesce ad ottenere.
Quando mettendosi alla sue dipendenze si accorge di buste che passano di mano verso le tasche di Shogo, atteggiamenti di chiara connivenza con i malavitosi, comportamenti molto spesso al di fuori dell'etica e della legge, il giovane Shuichi si convince che il suo collega sia colluso con la yakuza in maniera pesantissima.


Il seguito del racconto arriverà quasi a ribaltare le situazioni e scoprirà una serie di drammatici retroscena.
Attraverso una pellicola che potremmo non stupirci se fosse diretta da Kitano, animata da un sapore antico, quello dello yakuza movie che raccontava l'epoca d'oro della organizzazione mafiosa giapponese, Shiraishi Kazuya costruisce un racconto che pone al centro il consueto e mille volte ripetuto sviluppo del rapporto poliziotto-mafioso, ma è soprattutto la parabola professionale e morale del protagonista a dare sostanza al film.
Attraverso la prospettiva del giovane collega Shuichi conosciamo il modus operandi di Shogo, i suoi trascorsi nella lotta contro la yakuza, episodi del passato, il suo sapersi districare con abilità tra le tane dei gangster e attraverso il cambiamento della prospettiva con cui viene visto dal collega assistiamo anche alla metamorfosi del protagonista.
Shogo incarna inizialmente il poliziotto che cerca di mantenere lo staus quo tra le bande rivali, media, organizza incontri finalizzati alla ricerca di una sofferta convivenza, ma al tempo stesso assume i caratteri del poliziotto che ormai le ha viste e vissute tutte, sostenuto da un fatalismo che lo porta a pensare che comunque la yakuza controlla la polizia, a tutti i livelli e che quindi quella è una situazione che bisogna accettare: bisogna muoversi come chi cammina su una corda, camminare avanti per potersi salvare.

venerdì 13 marzo 2020

So Long , My Son / 地久天长 ( Wang Xiaoshuai / 王小帅 , 2019 )




So Long, My Son (2019) on IMDb
Giudizio: 8.5/10

Dopo aver ricevuto i giusti riconoscimenti sia nel 2001 ( Premio della Giuria per Le biciclette di Pechino ) sia nel 2008 ( Premio per la migliore sceneggiatura con In Love We Trust ) Wang Xiaoshuai consolida il legame con la Berlinale ricevendo il doppio premio per gli interpreti con il suo ultimo lavoro So Long , My Son, ritorno al cinema di finzione cinque anni dopo il convincente Red Amnesia visto a Venezia.
Fedele allo stile che ha contraddistinto i cineasti della Sesta Generazione di cui rimane uno dei rappresentanti indiscussi, Wang col suo nuovo lavoro affronta un tema intimo e personale, un dramma famigliare che si cala però in un epoca , circa 25 anni a partire dalla metà degli anni 80, in cui la società cinese ha subito dei mutamenti enormi sotto molteplici punti di vista.
Questo è stato quasi sempre il campo di osservazione privilegiato del regista di Shanghai, a volte affidandosi ad aspetti autobiografici, altre a particolari momenti della storia recente del suo paese.
Il film inizia con una magistrale scena in apparenza distante e ripresa con distacco, ma che invece segnerà tutta la storia: due ragazzini in riva ad un lago artificiale che discutono , prima che uno dei due si allontani e raggiunga gli altri amici in acqua; poco dopo degli adulti che giungono trafelati, un corpo esanime sulle rive fangose ,la corsa a piedi con il corpo in braccio verso l'ospedale; il piccolo Xingxing è morto annegato.


I protagonisti del dramma sono i genitori del ragazzino morto , il ragazzino che abbiamo visto parlare con lui e i genitori di quest'ultimo, due famiglie legate da una amicizia di vecchia data consolidata anche e soprattutto dal legame tra i due ragazzini.
L'episodio terribile cade come una mannaia sulle loro vite: Yaoyun e Liyun , distrutti dal dolore decidono di lasciare la loro città natale e di trasferirsi nel luogo più lontano possibile dello sterminato paese: lui mette in piedi una piccola attività artigianale grazie all'esperienza maturata in una grande industria dove aveva lavorato e per tentare di colmare il vuoto immenso adottano un ragazzino che però giunto ai suoi 16 anni dimostra la sua indole ribelle e che probabilmente mal tollera l'idea di essere un sostituto , sebbene i genitori adottivi lo abbiano trattato bene.
Con l'avvicinarsi della vecchiaia i due si rendono conto che è giunto il momento di ritornare , almeno per un momento , alle origini e affrontare di nuovo il dramma che più di venti anni prima li ha devastati.
Questa è la traccia grossolana del film e della storia che esso racconta, ma come sempre nei lavori di Wang, riuscire a raccontare la pellicola in maniera organica non è facile , e So Long, My Son è addirittura più ostico degli altri, perchè di fatto il racconto è una epopea epica che coinvolge le storie personali di gente comune , ma anche la storia recente della Cina.
Probabilmente nessun paese al mondo possiede un background storico recente con una impronta epica come la Cina, con cambiamenti epocali che in altre realtà  hanno impiegato decenni a concretizzarsi, con le ovvie conseguenze sulle esistenza delle persone comuni; un epica insomma senza eroi, ma costruita sulle esperienze personali.

venerdì 6 marzo 2020

The Third Wife ( Ash Mayfair , 2018 )




The Third Wife (2018) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Ambientato nel Vietnam rurale del primo 900, l'opera prima della regista Ash Mayfair è il racconto di una iniziazione alla vita di una giovane adolescente, May, che va in sposa come terza moglie ad un ricco proprietario terriero.
Per la ragazzina il naturale e fisiologico percorso che la porta fuori dalla adolescenza e la impone al mondo  è drammaticamente condensato in un brevissimo periodo tempo, sufficiente però a farle toccare con mano le dure leggi cui la donna è costretta a sottostare nel mondo patriarcale ancestrale, semplice ingranaggio di un meccanismo che vede l'uomo al centro, signore e padrone, con potere di vita e di morte su tutti.
May capisce ben presto che l'unico modo per potere mantenere un minimo di dignità e di autonomia è quello di dare un figlio maschio al marito, in quanto la prima moglie ne ha già dato uno ed in effetti vive una esistenza più "libera" rispetto alla seconda che ha solo tre figlie femmine.
May scoprirà anche come quel mondo bucolico tra campi in fiore, bachi da seta e farfalle sia in effetti un concentrato di falsità, di sotterfugi, di violenza psicologica, di disperazione cui solo il signore-padrone sembra immune, un trionfo di conformismo cui tutti debbono sottostare.


La giovane ben presto rimarrà incinta e vivrà la gravidanza con la speranza che  quello che porta in grembo sia un maschio, forse non solo per lei, ma anche per il nascituro, che se femmina , sarebbe l'ennesimo esser infelice e vilipeso; la ragazza inoltre mostrerà una attrazione amorosa verso la seconda moglie, un impeto passionale che dovrà reprimere perchè altrimenti l'una e l'altra ne avrebbero pagato le conseguenze, nonostante avesse May stessa visto che le tresche amorose siano tutt'altro che assenti nel microcosmo che le gira intorno.
Sarà una femmina la figlia di May, mentre abortirà la prima moglie incinta anch'essa, non ci sarà quindi il figlio maschio anelato a maggior ragione nel momento in cui l'unico maschio della famiglia mostrerà ben poca intenzione di sposare una ragazzina che gli ha procurato il padre.
In un finale, che pur mantenendo i toni sommessi e quasi ermetici che contraddistinguono tutta la pellicola,  la svolta drammatica sembra prendere corpo: veramente May deciderà di liberarsi della figlia allontanandola dal quel mondo di sofferenze e di umiliazioni che l'aspetta?
Il finale drammatico e abbagliante nella sua bellezza rafforza un film che per certi versi ha mostrato qualche debolezza strutturale.

giovedì 5 marzo 2020

Extreme Job ( Lee Byeongheon , 2019 )




Extreme Job (2019) on IMDb
Giudizio: 7/10

Il funambolico ed esilarante incipit mette subito in chiaro la natura di Extreme Job: commedia ambientata nel mondo del crime in cui trova spazio anche qualche momento di action; spiegare perchè tutto ciò, nulla di originale a dire il vero, abbia consentito alla pellicola di Lee Byeongheon di diventare il più grande incasso di sempre in Corea non risulta facile anche perchè sotto molti aspetti il film non presenta nulla o quasi che lo faccia spiccare oltre l'ordinario.
Il motivo del grande successo risiede probabilmente nella dichiarazione onesta e subito ostentata di un prodotto  di puro intrattenimento che si affida soprattutto all'alchimia notevole tra i protagonisti e ad alcune situazioni effettivamente irresistibili.


Dopo l'ennesima figuraccia che accompagna il fallimento della loro azione, appunto l'incipit di cui si parlava, tra i momenti più belli ,la squadra di polizia della sezione narcotici guidata dal capitano Ko si trova di fronte alla sua ultima chance prima di essere dismessa per manifesta incapacità: pedinare un gruppo di malavitosi che gestisce un importante traffico di droga, raccogliere informazioni e tenere d'occhio la sede del gruppo di gangster.
Dopo alcuni appostamenti, decidono che il luogo migliore per svolgere il loro lavoro di osservazione è il ristorante di pollo fritto antistante alla sede dei criminali; il locale è in dismissione per mancanza di clienti e il gruppo di poliziotti consci che quella è la loro ultima possibilità per salvare il lavoro , decidono di acquistare il negozio grazie ai soldi dell'anticipo della pensione  che ottiene il capitano.
Il problema è che per uno strano e inaspettato motivo dovranno comunque dare una parvenza al ristorante e quando qualche cliente timidamente inizia a frequentarlo debbono improvvisarsi cuochi e  ristoratori; se poi la ricetta, apparentemente improbabile, del detective Ma  del pollo fritto aromatizzato diventa un successo clamoroso, gestire le due attività diventerà arduo, facendo anche insorgere in qualcuno il dubbio se mollare la polizia e dedicarsi agli affari che vanno a gonfie vele a tempo pieno.

mercoledì 4 marzo 2020

Asako I & II ( Hamaguchi Ryusuke , 2018 )




Asako I & II (2018) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Asako è un ventenne docile e silenziosa, frequenta le mostre e studia all'università, la vediamo in una esposizione fotografica soffermarsi soprattutto su una immagine di due gemelle che si tengono per mano, una lo specchio dell'altra, un tema, quello del doppione, e una immagine che ritroveremo ancora nel corso della storia.
Nella sala si aggira anche Baku un giovane dall'aspetto anticonformista che distrattamente si trascina tra una fotografia e l'altra ; Asako incuriosita, o forse attratta, lo segue fuori dalla mostra  fino a giungere ad un punto in cui si troveranno faccia a faccia: l'esplosione dei mortaretti accesi da alcuni ragazzini spezza il silenzio e il quadro statico formatosi e i due si ritrovano abbracciati.
Il grande amore di Asako verso Baku è osteggiato da tutti coloro che li conoscono: " ti farà soffrire tanto" sentenzia un amico comune, ma per la ragazza tutto ciò non ha importanza, Baku è il suo primo amore, così improvviso e coinvolgente da renderla quasi incapace di valutare la realtà.
In effetti il ragazzo è un tipo molto particolare, sui generis, anticonformista, tendente all'anarchico, che si tira dietro un certo alone di inquietudine e di malessere, un a versione aggiornata del bello e dannato di certa cinematografia.


Un giorno , uscito per andare a comprare le scarpe, Baku scompare, come nelle storie inverosimili di chi esce per comprare le sigarette e non fa più ritorno a casa.
Due anni dopo Asako ha lasciato Osaka per trasferirsi a Tokyo, lavora in una caffetteria e quando  portando il caffè in un ufficio vicino si trova di fronte ad un giovane identico a Baku crede e spera per un attimo di aver ritrovato il suo grande amore scomparso; Ryohei, questo il nome del sosia, in effetti è identico a Baku, ma ne è anche per molti versi il perfetto contrario: gentile, educato, una vita ordinaria alle spalle e davanti,  non riesce a  capire lo smarrimento e la confusione di Asako.
I due comunque troveranno modo di frequentarsi insieme ad un altra coppia di amici, una aspirante attrice amica di Asako e un collega di lavoro di Ryohei, e ben presto diverranno essi stessi una coppia.
Asako insegue ancora il sogno del primo amore oppure il suo legame con Ryohei è sincero seppur nato da una sorta di ossessione?
Quando Baku si rifà vivo con lei, ricordandole che a suo tempo le aveva promesso che l'avrebbe sempre cercata e trovata in qualsiasi momento, Asako crede di potere far tornare indietro il tempo e di riprendere dal punto in cui si è interrotta la storia col suo primo amore, divenuto nel frattempo un importante attore e modello.
Il finale, di nuovo ad Osaka giusto per rappresentare una circolarità narrativa perfetta, si carica di una drammaticità contenuta, ma non risolve quella che è la tematica centrale del film di Hamaguchi e cioè la difficoltà di relazionarsi , soprattutto quando è l'egoismo che guida le nostre scelte.

lunedì 2 marzo 2020

Missbehavior / 恭喜八婆 ( Pang Ho-cheung / 彭浩翔 , 2019 )




Missbehavior (2019) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

Usare il latte materno del proprio capo tenuto in frigorifero per preparare un caffè ad un importante cliente che lo troverà delizioso al punto di concludere l'affare, se da un lato mette June nella condizione di essere tenuta in considerazione dal capo stesso, una donna in carriera di quelle che ostentano perennemente le palle, dall'altro la pone nella condizione di finire sulla graticola allorquando sempre il capo scoprirà che qualcuno ha usato il latte del suo bebe per preparare un caffè.
Per tale motivo quella che era una congrega di amici fino a poco tempo prima, naturalmente con tanto di chat, scioltasi poi per una serie di incomprensioni, si trova a rimettersi insieme, o perlomeno a provarci, per far sì che entro le 18 , un latte materno sia nuovamente nel frigo dell'ufficio di June e salvarla così dalle grinfie del capo feroce.
Detta così sembra una cosa semplice , o quasi, ma intanto rimettere insieme i cocci non sarà facile: il gruppo si è disintegrato perchè le relazioni umane sono implose: una crede che l'amica le ha fregato il ragazzo, un'altra si ritiene vilipesa nel suo estro artistico musicale, la coppia di gay si è data ad altre attività, qualcun altro ha pensato solo a se stesso e quindi quello che era un gruppo di persone affiatate è diventato un cumulo di macerie.


Ma nonostante tutto, la forza del legame  e dell'amicizia faticosamente riuscirà a mettere insieme la squadra di salvataggio di June, dando il via alla più classica delle commedie brillanti dell'equivoco, che sarà anche l'occasione per chiarire incomprensioni e disguidi.
La nuova commedia di Pang Hocheung, tipico prodotto da Festa di Capodanno Cinese, se da un lato mostra in maniera ormai costante la difficoltà di Pang, in questa occasione anche sceneggiatore, a ritornare sui livelli che ne avevano caratterizzato le prime prove, ormai più di 10 anni orsono, dall'altro ci dà la conferma di come il regista HKese si sia posizionato ormi nel campo della commedia brillante, a tinte più o meno colorate, che riesce comunque sempre a divertire e a rappresentare qualcosa del mondo di Hong Kong e della sua società.
Missbahavoir non viene meno a questa regola: per tale motivo il tema delle relazioni umane sempre più difficili e complesse , ancor più in questa era di digitalizzazione della comunicazione, si mescola con quello del problema sociale del mercato immobiliare, o delle coppie gay, come in questo lavoro, rimandano l'immagine di una metropoli che sta lentamente ma inesorabilmente perdendo la sua identità.
L'intreccio che Pang costruisce intorno alla affannosa ricerca del latte materno che potrebbe salvare le sorti di June è indubbiamente divertente, si affida soprattutto ai dialoghi in perfetto stile cantonese e alle situazioni alcune delle quali effettivamente sono al limite dell'esilarante anche quando fa ricorso in maniera un po' dozzinale alla facile risata veicolata da scorregge o situazioni da gabinetto; inoltre la carrellata di personaggi è come sempre molto variegata: si va dalla coppia gay in crisi affettiva semplicemente per mancanza di comunicazione alla versione terzo millennio della figlia dei fiori che gira con la chitarrella a mo' di chansonnier, dalla donna in carriera amata da tutto il gruppo perchè ha sempre dato qualcosa di sè a tutti  alla scrittrice di successo che però utilizza le esperienze e i racconti basati sugli amici di un tempo per affermarsi nel mondo editoriale oltre che per le tettone, altro topos tipico dei film di Pang.

domenica 1 marzo 2020

Dark Figure of Crime ( Kim Taegyun , 2018 )




Dark Figure of Crime (2018) on IMDb
Giudizio: 7/10

Soprattutto nel cinema coreano la figura del detective votato alla riesumazione dei cold case si riscontra con una certa frequenza, un solitario e ossessionato poliziotto , di solito spinto da qualche esperienza del passato personale , che si dedica anima e corpo alla ricerca di una verità sepolta sotto gli anni trascorsi.
Dark Figure of Crime è un lavoro che gioca quasi esclusivamente su questo tema , miscelandolo col rapporto poliziotto-criminale che si crea allorquando si innesca il gioco del gatto col topo.
Il detective Kim della sezione narcotici , mentre sta interrogando un sospettato grazie alla soffiata di un informatore, si ritrova nel bel mezzo di una operazione di polizia nella quale il sospettato, Taeoh, viene arrestato con l'accusa di omicidio della sua ragazza; il soggetto in effetti aveva già suscitato nel detective qualche inquietudine avendo raccontato come , per soldi, avesse qualche tempo prima fatto a pezzi un cadavere prima di farlo scomparire.
Quando poi, dopo qualche tempo, dal carcere Taeoh fa sapere che vuole parlare col detective Kim, il meccanismo perverso si mette in moto: il criminale a piccole porzioni regala al poliziotto qualche notizia relativa all'omicidio di cui è incolpato e al tentativo della polizia di fabbricare prove false ma soprattutto carpisce il suo interesse e la sua fiducia quando riferisce di esse stato l'autore di altri sei omicidi.


Naturalmente queste notizie non sono concesse gratis, Taeoh sfrutterà , col ricatto, le sue confessioni centellinate per ottenere vantaggi; da parte sua il detective Kim , che nel frattempo ha chiesto il trasferimento alla squadra omicidi volendo perseverare nella ricerca della verità dei casi di omicidio rimasti senza colpevole per molti anni, accetta il gioco perverso messo in piedi dall'assassino e inizierà a indagare sui casi rimasti insoluti, persi ormai nell'oblio del tempo trascorso.
Tutto però porterà ad una frustrazione crescente perchè nonostante le confessioni, trovare le prove è praticamente impossibile e il sarcasmo dell'assassino verso l'incapacità del poliziotto di risolvere i casi diventa insostenibile.
Il colpo di scena finale però riuscirà a inserire i giusti tasselli al loro posto.
Partendo da uno dei tanti casi di cronaca nera coreana, il regista Kim Taegyun costruisce una storia che si sviluppa su alcuni assi narrativi portanti: per prima cosa riesce a tratteggiare i contorni dei protagonisti, poliziotto e assassino, in maniera netta e precisa; il detective Kim è un personaggio che svicola i canoni tipici del cinema coreano: niente atteggiamenti cialtroni, niente rozzezza, bensì un ufficiale dedito al lavoro con una vita personale da media borghesia , che incalzato dalla trappola del criminale viene avvinghiato dalle storie delle persone scomparse  finite nel dimenticatoio.
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