venerdì 6 marzo 2020

The Third Wife ( Ash Mayfair , 2018 )




The Third Wife (2018) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Ambientato nel Vietnam rurale del primo 900, l'opera prima della regista Ash Mayfair è il racconto di una iniziazione alla vita di una giovane adolescente, May, che va in sposa come terza moglie ad un ricco proprietario terriero.
Per la ragazzina il naturale e fisiologico percorso che la porta fuori dalla adolescenza e la impone al mondo  è drammaticamente condensato in un brevissimo periodo tempo, sufficiente però a farle toccare con mano le dure leggi cui la donna è costretta a sottostare nel mondo patriarcale ancestrale, semplice ingranaggio di un meccanismo che vede l'uomo al centro, signore e padrone, con potere di vita e di morte su tutti.
May capisce ben presto che l'unico modo per potere mantenere un minimo di dignità e di autonomia è quello di dare un figlio maschio al marito, in quanto la prima moglie ne ha già dato uno ed in effetti vive una esistenza più "libera" rispetto alla seconda che ha solo tre figlie femmine.
May scoprirà anche come quel mondo bucolico tra campi in fiore, bachi da seta e farfalle sia in effetti un concentrato di falsità, di sotterfugi, di violenza psicologica, di disperazione cui solo il signore-padrone sembra immune, un trionfo di conformismo cui tutti debbono sottostare.


La giovane ben presto rimarrà incinta e vivrà la gravidanza con la speranza che  quello che porta in grembo sia un maschio, forse non solo per lei, ma anche per il nascituro, che se femmina , sarebbe l'ennesimo esser infelice e vilipeso; la ragazza inoltre mostrerà una attrazione amorosa verso la seconda moglie, un impeto passionale che dovrà reprimere perchè altrimenti l'una e l'altra ne avrebbero pagato le conseguenze, nonostante avesse May stessa visto che le tresche amorose siano tutt'altro che assenti nel microcosmo che le gira intorno.
Sarà una femmina la figlia di May, mentre abortirà la prima moglie incinta anch'essa, non ci sarà quindi il figlio maschio anelato a maggior ragione nel momento in cui l'unico maschio della famiglia mostrerà ben poca intenzione di sposare una ragazzina che gli ha procurato il padre.
In un finale, che pur mantenendo i toni sommessi e quasi ermetici che contraddistinguono tutta la pellicola,  la svolta drammatica sembra prendere corpo: veramente May deciderà di liberarsi della figlia allontanandola dal quel mondo di sofferenze e di umiliazioni che l'aspetta?
Il finale drammatico e abbagliante nella sua bellezza rafforza un film che per certi versi ha mostrato qualche debolezza strutturale.

La regista Ash Mayfair, attiva nel mondo cinematografico da alcuni anni in svariati ruoli, costruisce una storia che è la fotografia, attraverso il passato, della situazione attuale della donna in Vietnam; oltre tutto, sebbene presente in numerosi festival internazionali, (la premiere è stata a Toronto), dove ha riscosso un grande successo, The Third Wife ha avuto notevoli difficoltà in patria, essendo stato rimosso dai cinema dopo qualche giorno dall'uscita , in ragione di presunte scene a sfondo sessuale che vedevano coinvolta la protagonista tredicenne; la realtà è che le consuete forze oscurantiste che perseguitano il Cinema da tempo immemore, vedevano come fumo agli occhi un lavoro a forte impronta femminile che attraverso il passato denunciava situazioni presenti.
Come studio antropologico culturale il lavoro della Mayfair ha il suo indubbio valore nel presentare gli usi, i costumi e le tradizioni del Vietnam, a maggior ragione nel momento in cui il suo racconto si focalizza sulla prospettiva femminile; il problema che più emerge nella visione di The Third Wife è quello di una ricerca ostentata e forzata di un poetica dell'estetica che abbacini; certamente le immagini che la regista mette insieme si avvalgono di una cifra stilistica notevole, però alcune situazioni, come l'indugiare sul baco da seta che diventa farfalla con il forte messaggio metaforico, sembrano un po' troppo artificiose e tendenti a creare una poetica dell'immagine poco convincente , nonostante l'indubbia pulizia tecnica.
E' altresì vero che la regista si sforza in ogni modo per dimostrarci come in quella storia ci sia l'esperienza personale di tante donne del suo paese, una sincerità che certamente non possiamo non riconoscere.
Fatte le debite precisazioni, comunque, The Third Wife è lavoro che ha i suoi aspetti positivi, bello in alcuni momenti, soprattutto nel finale tragicamente  intenso ed emozionante  e mostra le indubbie capacità di una regista che con un minimo di equilibrio in più avrebbe potuto confezionare un'opera di notevolissimo spessore.

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