venerdì 28 febbraio 2014

The Terror Live ( Kim Byung-woo , 2013 )

Giudizio: 6.5/10

Cosa può fare un anchorman televisivo di prestigio che con ignominia è stato relegato alla conduzione di un programma radiofonico di intrattenimento mattutino costruito sulle telefonate di ascoltatori lamentosi e queruli quando in linea si presenta un uomo che minaccia di far saltare un ponte e dopo pochi istanti ciò avviene sotto gli occhi esterrefatti del conduttore?
Naturalmente vede l'occasione della vita, un segno del destino, per ritornare in auge e riprendersi quel posto di prestigio che gli era appartenuto, improvvisando una sorta di talk show con il bombarolo, il quale da parte sua dichiara di essere un operaio che a quel ponte lavorò nella sua costruzione e che cerca solo un risarcimento per le famiglie di tre suoi colleghi morti in un incidente durante i lavori sul ponte sul fiume Han tra l'indifferenza generale e , soprattutto, le scuse da parte del Presidente della Repubblica in diretta televisiva.
I dirigenti del network vedono nell'episodio la possibilità di sbaragliare la concorrenza e  con entusiasmo aderiscono alla proposta del giornalista.

giovedì 27 febbraio 2014

Cold eyes ( Jo Ui-seok , Kim Byung-seo , 2013 )

Giudizio: 6.5/10

La recluta Ha Yoon-joo viene arruolata nell'unità speciale della polizia coreana che si occupa della sorveglianza e della lotta alla criminalità di alto bordo; dopo una sorta di esame finale a bordo della metropolitana in cui il suo superiore vuole valutare le sue capacità di osservazione e di utilizzo della memoria fotografica, scena tra le migliori del film  in cui si incrociano da subito le strade dei vari protagonisti, la giovane inizia il suo lavoro del quale il suo capo e mentore le instilla subito le poche e chiarissime regole: sorveglianza, osservare tutto ed estraniarsi dal mondo circostante.
La squadra da la caccia ad una banda di rapinatori che mette a segno colpi spettacolari e perfetti: per la protagonista sarà una prova del fuoco che servirà a testare da subito le sue capacità.
Dall'altra parte, un gelido e spietato capo banda che agisce su procura, efficace e preciso, seppur giunto ormai ad un capolinea personale col lavoro.
Il lavoro dei registi Jo Ui-seok, qui alla sua terza prova da regista e con alle spalle un passato da sceneggiatore e da aiuto regista con Bong Joon-ho in Barking Dogs never bite , e Kim Byung-seo alla opera prima dopo un passato da direttore della fotografia (tra gli altri anche in Castaway on the moon), ha la buona qualità di colpire da subito: come detto la scena iniziale è un bell'esempio di costruzione stratificata e avvolgente che stuzzica lo spettatore.

lunedì 24 febbraio 2014

Il Superstite [ aka For Those in Peril ] ( Paul Wright , 2013 )

Giudizio: 6.5/10

Aaron è l’unico superstite di un incidente in mare in cui hanno perso la vita 5 persone; il giovane è un tipo di quelli che si definiscono “strani” o disadattati, tra i morti c’è il fratello maggiore cui era profondamente legato; mentre tutto il piccolo villaggio marittimo scozzese si ripiega sul dolore e sulla rabbia per la morte dei loro compaesani, Aaron è convinto che la leggenda del mostro dell’oceano abbia preso corpo e che i morti sono stati solo rapiti dalla creatura degli abissi : basterà trovarla , ucciderla e tutti faranno ritorno a casa.

Tutto il villaggio però prova per il giovane odio e disprezzo incolpandolo per la morte degli altri: il triste destino dello scampato alla morte che crea sensi di colpa e avversione; per Aaron rimane l’ossessione di riportare a casa il fratello mettendo il punto finale sulla leggenda del mostro dell’oceano.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it

giovedì 20 febbraio 2014

Police Story 2013 / 警察故事2013 ( Ding Sheng / 丁晟 , 2013 )

Giudizio: 5.5/10

L'ennesimo episodio della saga cinematografica ispirata allo storico Police Story si sposta nella Cina continentale: l'accoppiata Ding Sheng- Jackie Chan, che già produsse buoni risultati in Little Big Soldier, costruisce una storia e dei personaggi che, ben lungi dal richiamare alla mente gli archetipi HKesi, si modellano sulla realtà cinese.
Zhong Wen è un detective capace, di quelli dediti al lavoro ben oltre i propri compiti, quasi un samaritano della legge che antepone la sicurezza dei cittadini ai suoi problemi famigliari; quando viene convocato dalla figlia, che lo incolpa della sua assenza nella vita della famiglia, in un bar post-moderno, non sa che sta per cadere in una trappola tesa dal proprietario del bar stesso: ben presto da visitatore si trasformerà in ostaggio, insieme ad altre persone, riunite, si scoprirà non a caso, lì da Wu, il gestore del locale.
Dietro al rapimento c'è la volontà dell'uomo di chiudere per sempre un capitolo tragico della sua vita.
Zhong sarà al contempo ostaggio, mediatore e agnello sacrificale in un drammatico e iperbolico apologo su giustizia e vendetta, valore civico e onore, tutto raccontato con toni forti e claustrofobici cui si avvinghia un finale che sembra uscito dalla penna di una Agatha Christie del Terzo Millennio.

sabato 15 febbraio 2014

Un giorno devi andare ( Giorgio Diritti , 2013 )

Giudizio: 7/10

Dopo la piccola comunità montana della Val Maira e quella emiliano romagnola in strenua difesa sull'Appenino  durante la guerra, Giorgio Diritti nel suo terzo film allarga l'orizzonte verso l'Amazzonia dominata dai fiumi maestosi e dalla foresta infinita: è qui infatti che si rifugia Augusta dopo il trauma della perdita del figlio, la conseguente sterilità e l'abbandono da parte del marito, presso una suora missionaria amica della madre. 
Dal primo fotogramma, in una poco convincente sovrapposizione di luna ed ecografia fetale, la donna mostra tutto il suo stato di prostrazione e di abbandono doloroso del mondo.
Non la aiuta la ricerca di Dio , cui l'amica suora la spinge: la voce sovrannaturale non giunge alle orecchie di Augusta che anzi vede quasi come una sopraffazione la forzata evangelizzazione cui vengono sottoposti gli indios, motivo per cui decide di abbandonare l'amica suora e rifugiarsi nel ventre putrido della favela di Manaus dove pullula una umanità oltraggiata  cui sono riservate sofferenze probabilmente peggiori di quelle che prova lei e che per tale motivo sembra infonderle una nuova visione della vita che la aiuti a riemergere dal suo personale baratro.

mercoledì 12 febbraio 2014

The Constable / 冲锋战警 ( Dennis Law Sau-yiu / 罗守耀 , 2013 )

Giudizio: 5.5/10

I poliziotti  sono da tempo immemore protagonisti immancabili della scena cinematografica di Hong Kong: fiumi di celluloide, storie costruite intorno ad eroi dalla più svariate forge, presenza costante in film di azione , thriller e polizieschi vari.
Non fa quindi notizia l'ennesimo lavoro imperniato sulla figura di un poliziotto quale è The Constable di Dennis Law.
Quello che rende il film , almeno nelle intenzioni, a suo modo originale è il profilo narrativo con cui si vuole raccontare la storia di questo poliziotto, ormai avanti con gli anni e vicino alla pensione.
Niente infiltrati e neppure poliziotti duri e puri, niente amicizie virili e tanto meno propensione al sacrificio: in questa pellicola Kuen, il protagonista, è un uomo semplice, che ha scelto di stare dietro alla scrivania come responsabile del parco auto della polizia, dopo una militanza come investigatore, per potere avere più tempo per accudire il figlio malato di cuore e affetto da ritardo mentale, dopo che la moglie li ha abbandonati entrambi.
Finito il lavoro di corsa a casa, a Shenzhen, perchè le case ad Hong Kong costano troppo ( e il regista lo sa bene...), pronto a mettersi ai fornelli per cucinare al giovane ragazzo; l'unico aiuto che riceve è quello di una giovane che si prende cura del figlio quando lui è al lavoro e che sembra essere divenuta un surrogato di figura materna.

lunedì 10 febbraio 2014

Confession of Murder ( Jeong Byeong-gil , 2012 )

Giudizio: 6.5/10

Una lunga scena convulsa, con la pioggia battente, tra vicoli, scale e tetti fa da prologo a Confession of  Murder , opera prima del coreano Jeong Byeong-gil: è un drammatico faccia a faccia tra un serial killer accusato di avere ucciso una decina di donne e il detective che si occupa del caso, quasi la cosa fosse un fatto personale tra loro due.
Anni dopo, entrata in vigore la prescrizione per il reato ( e sì perchè in Corea anche per l'omicidio esiste la prescrizione), un uomo attraverso un libro in forma di confessione si accusa di essere il killer; libro che vende in maniera vertiginosa, l'autore che diventa una specie di idolo con tanto di fans club  e per il detective, che del killer porta il ricordo di uno sfregio sulla faccia, il passato torna a galla anche perchè tra le vittime c'è anche la sua fidanzata; qualcosa però non convince a pieno il poliziotto, che si trova schiacciato tra l'assassino diventato una star mediatica, i famigliari delle vittime che vorrebbero farsi giustizia da soli e le pastoie della legge.
La storia tende ad arrotolarsi su stessa creando il classico colpo di scena finale.

venerdì 7 febbraio 2014

Rigor Mortis / 殭屍 ( Juno Mak / 麦浚龙 , 2013 )

Giudizio: 7/10

Il ventinovenne Juno Mak, uno dei personaggi più poliedrici del panorama artistico Hkese, cantante, attore, produttore, si cimenta nella sua opera prima alla regia in un lavoro che fa della rimembranza del genere horror-vampiresco anni 80 il suo punto fermo di partenza.
Depurandolo degli aspetti comici brillanti che permeavano lavori quali quelli della serie Mr Vampire, Mak dirige una pellicola su cui vale la pena sin da subito fare una premessa fondamentale, necessaria per gli horror-maniaci: Rigor Mortis non è un film dell'orrore; semmai è una rilettura in tono drammatico delle antiche leggende cinesi sui vampiri e sui fantasmi.
A confermare l'intento rievocativo di partenza, il regista si avvale sullo schermo delle prove attoriali di personaggi che di quel cinema anni 80-90 sono stati protagonisti basilari.
La storia è esilissima, quasi assente con un solo punto di partenza chiaro dal quale si diramano momenti, flashback, rasoiate di immagini spesso poco coerenti una con l'altra: un attore fallito, abbandonato anche dalla famiglia si rifugia in un oscuro e fatiscente complesso residenziale con l'intento di porre fine alla sua vita, quando questo sta per accadere e spiriti assetati di vite da rubare lo circondano viene salvato in extremis da un praticante taoista.

giovedì 6 febbraio 2014

Circles [ aka Krugovi ] ( Srdan Golubovic , 2013 )

Giudizio: 8/10

La Guerra che insanguinò negli anni 90 i Balcani tra Serbia , musulmani bosniaci e Croazia è stato uno degli eventi storici più assurdi e inverosimili della storia dell'Umanità: non solo perchè combattuta nel cuore della "civilissima" Europa sul finire del secondo millennio, ma anche perchè fu una brutale resa dei conti etnica che affonda le radici in tempi antichi e che si è esacerbata col passare dei secoli.
In questa guerra, una delle prime globali dal punto di vista dell'informazione e della copertura mediatica, gli episodi che ne hanno delineati i folli contorni sono molteplici e su uno di questi il regista serbo Srdan Golubovic ha costruito questo Circles che ha il grande pregio di essere non un film di guerra , bensì una pellicola sulla guerra e su come le vite comuni di semplici persone sono state segnate irrimediabilmente; in questo il lavoro di Golubovic appartiene a quella schiera , ahimè, non folta di lavori quasi minimali che rifuggono la retorica bellica e anche una bella dose di ipocrisia; pensare a L'uomo che verrà  di Giorgio Diritti, ad esempio, sarà quasi inevitabile in tal senso.

mercoledì 5 febbraio 2014

A proposito di Davis / Inside Llewin Davis ( Ethan Coen, Joel Cohen , 2013 )

Giudizio: 6/10

Greenwich Village, primi anni 60, il cuore pulsante della cultura musicale di New York ancora non ha visto nascere l’astro Bob Dylan e nei fumosi e bui locali dl quartiere si esibiscono cantanti folk per lo più figli di un ceto operaio che in perenne lotta con se stessi ondeggiano tra la fedeltà ai valori artistici e la commercializzazione della musica: uno di questi è Llewin Davis, squattrinato ragazzotto la cui vita sta tutta nella chitarra e nel minuscolo bagaglio sempre al seguito; non ha una casa, dorme sui divani di chi gentilmente lo ospita per qualche notte, è il reduce di un duo folk prematuramente scioltosi per cause maggiori (il partner si è ucciso) che riscuoteva successo nel Village, non ha un agente, semmai è circondato da imbroglioncelli vari che cercano alla meno peggio di lucrare sui seppur sparuti guadagni del giovane, la sua vita sentimentale è a dir poco burrascosa e ingarbugliata e gli regala solo insulti, improperi  e accuse di dabbenaggine.

Il nuovo film dei fratelli Coen è tutto imperniato su questo personaggio , risultato di una libera trasposizione del racconto autobiografico, di recente uscito anche in Italia col titolo Manhattan Folk Story del cantante  Dave Van Ronk, che di quegli anni fu uno dei personaggi più noti sulla scena del Village.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it

lunedì 3 febbraio 2014

Conspirators / 同謀 ( Oxide Pang / 彭順 , 2013 )

Giudizio: 6.5/10

Terzo episodio della trilogia che si impernia sulla figura  del detective privato Tam, Conspirators è lavoro che comincia  a fare sentire il fiato corto della storia intorno cui si sviluppa; il film nel complesso non è male, offre bei momenti d'azione ma rispetto ai precedenti sembra zoppicare un po'.
Thriller con frequenti inserti di action movie, Consiprators vede Tam muoversi tra Thailandia ,Malaysia e Guangzhou deciso a mettere fine una volta per tutte alle angosce che vengono dal passato; lui che ha fatto il detective solo per arrivare un giorno a scoprire chi ha ucciso trenta anni prima i suoi genitori arriva alla resa dei conti in una storia che, soprattutto all'inizio, sembra contorta al punto giusto per poi però perdere un po' lo smalto e avvalendosi di soluzioni non sempre chiarissime giungere all'epilogo che suona tanto come la parola fine su tutta la vicenda e sulla figura del detective.
A fiancheggiare Tam c'è un altro detective che entra in gioco quasi per caso, una figura che risulta la più convincente ed ironica del film: asmatico, seguace delle arti marziali ( si allena in casa come fosse Ip Man) , apparentemente cinico e legato al vil denaro, ha anche lui qualche conto da saldare a causa di un fratello gemello messo in mezzo in una storia più grande di lui e per finire una  capigliatura vintage stile HKese anni 70.
Condividi