Giudizio: 8/10
Brillantissima opera prima di Jasmin Mozaffari, regista canadese ricchissima di talento di cui sentiremo parlare ancora certamente, Firecrackers è stato nella passata stagione uno dei film più sorprendenti e più esplosivi nel panorama del cinema indie; utilizzando come spunto un corto del 2013 dallo stesso titolo che utilizzò come film della tesi universitaria, la giovane regista canadese costruisce una storia che ha ben poco di originale nelle tematiche: la rabbia giovanile, la voglia di fuggire da una realtà squallida, la battaglia contro un ambiente che opprime sono temi di cui il cinema si nutre da decenni e spesso anche con risultati per nulla brillanti; cosa fa quindi di Firecrackers un film osannato dalla critica e pronto a diventare un cult movie?
E' semplicemente la bravura di Jasmin Mozaffari nel palsmare le tematiche, nel modulare il linguaggio e lo slang , nel costruire l'immagine, nell'immergerci in una realtà tutt'altro che idilliaca attraverso le figure delle due protagoniste, aspiranti eroine sullo stampo di Thelma e Louise, pronte a lasciarsi tutto alla spalle per raggiungere New York.
Lou e Chantal sono due diciassettenni che la Mozaffari ci imprime subito nella mente grazie ad un incipit convulso e violento; vivono in un posto dominato dallo squallore di case che sembrano costruite col compensato, famiglie disgregate dove regna l'astio e la contrapposizione violenta, dove il sessismo e la grettezza sembrano insopportabili.
Decidono così , dopo aver lavorato per un anno come addette delle pulizie in un misero motel e messo da parte un gruzzoletto, di andarsene , lasciarsi alle spalle quel mondo senza speranza per raggiungere New York.
I piani vengono però stravolti dapprima dalla rinuncia di un compagno di fuga, quindi dalla reazione violenta e odiosa del fidanzato di Chantal e infine dal sequestro dei soldi delle due ragazze a causa di qualche danno provocato in uno scatto di ira violenta.
Quello che sembrava quasi essere un gioco da adulti per lasciarsi alle spalle una realtà deprimente, diventa alla fine per le due ragazze una necessità per fuggire da tutto ciò che genera odio e sopraffazione.
La descrizione vivida dell'ambiente rurale in cui si volge la storia è certamente l'aspetto più valido, quello che colpisce maggiormente di tutto il film: un ambiente in cui è la violenza bruta a dominare, dove la misoginia è requisito di machismo e dove le due amiche , due facce quasi agli antipodi del modo di sentirsi donne, subiscono la cultura del maschio e della rozzezza.