venerdì 31 maggio 2019

Rojo ( Benjamin Naishtat , 2018 )




Rojo (2018) on IMDb
Giudizio: 8/10

Trionfatrice assoluta al Festival di San Sebastian ( Premio della Giuria per la fotografia di Pedro Sotero, Silver Seashell per la migliore regia e per la migliore interpretazione maschile) , l'opera seconda del giovane regista argentino Benjamin Naishtat è risultata una delle pellicole più interessanti del finire del 2018.
Basandosi su un impianto narrativo tipicamente da thriller-noir , Rojo però è un lavoro che nasconde al suo interno ben altre tematiche e suggestioni come si può facilmente immaginare pensando alle origini del giovane regista.
Siamo nel 1975 in Argentina, un paese che sta già vivendo da qualche tempo i sommessi tumulti che lo porteranno al periodo probabilmente più buio della sua storia con la dittatura militare a partire dal 1976; il film si apre con due scene, la prima apparentemente incomprensibile , ma vedremo in seguito che un senso ce l'ha, in cui si osservano persone che entrano ed escono da una casa portando via oggetti, cui segue una scena in un ristorante , tipico ambiente medio borghese con persone che passano il tempo intorno al tavolo, tra cui Claudio uno stimato e ben voluto avvocato di una città di provincia; all'improvviso irrompe nel locale uno sconosciuto che con fare provocatorio se la prende con Claudio fino ad un violento alterco che avrà un seguito anche all'esterno.


Per Claudio sarà l'inizio di un incubo che metterà a repentaglio la sua pace famigliare e la sua professione a maggior ragione quando un ispettore giungerà in città per mettersi sulle tracce dello sconosciuto.
Se Rojo possiede indubbiamente alcune caratteristiche tipiche del thriller d'epoca, con tanto di richiami cinematografici vintage e grazie a questa struttura è capace di porre da subito lo spettatore su un livello di attenzione e di tensione non trascurabile, nello stesso tempo, lentamente ma inesorabilmente , lascia insinuare nel racconto una serie di di tematiche sociali e politiche anche grazie a svariate metafore.
L'Argentina alla vigilia del golpe descritta da Naishtat, la cui famiglia subì all'epoca pesanti persecuzioni, è un paese nel quale il germe del male sembra aver colpito ogni anfratto, dipingendo una società inerme, connivente, passiva di fronte all'emergere dell'intolleranza e delle spinte autoritarie giustificate da un ben poco convincente "stiamo combattendo il male maggiore, una terra senza Dio".

domenica 19 maggio 2019

Jo Pil-ho : The Dawning Rage [aka Bad Police aka Jo Pil-ho: L'alba della vendetta] ( Lee Jeongbeom , 2019 )




Jo Pil-ho: The Dawning Rage (2019) on IMDb
Giudizio: 6/10

Jo Pilho è un poliziotto corrotto o meglio un ufficiale di polizia che sfrutta il suo ruolo per arricchirsi illecitamente coinvolgendo nel suo giro piccoli delinquenti che riesce a manovrare dall'alto del suo potere; lui organizza e i complici mettono a segno i colpi, riscendo sempre a farla franca nei confronti dei colleghi che cercano di beccarlo con  le mani in pasta.
Quando un colpo che sembrava facile facile per impossessarsi rapidamente e senza fatica di un bel gruzzolo di soldi finisce invece malissimo, Jo si rende conto che stavolta è entrato, obtorto collo, in un gioco ben più pericoloso  nel quale sono in ballo interessi giganteschi: durante il colpo infatti scoppia un incendio furioso nel magazzino preso di mira causato da alcune esplosioni per causa del quale non solo ci lascia le penne il ragazzotto complice del poliziotto, ma viene trovata morta anche un altra persona.
In questo gioco pericoloso si trova ben presto coinvolta anche Min-ra , la poco più che adolescente fidanzata del complice saltato in aria durante il furto, un tipo tutt'altro che pacifico e non certo intenzionata a collaborare con Jo.


Il giro di corruzione e di malaffare che sta dietro alla serie di eventi che accadono portano Jo a scegliere , quasi obbligatoriamente, di stare dalla parte della giustizia stavolta.
Diretto da quel Lee Jeongbeom che ricevette smisurati elogi (anche troppi ) per The Man from Nowhere (titolo italiano del DVD L'uomo che veniva dal nulla), Jo Pil-ho : L'alba della vendetta, distribuito sulla piattaforma digitale Netflix, è lavoro che gioca tutte le sue carte , o quasi, sulla figura di Jo, ambiguamente sinistra, ma caricata di una innata simpatia per il suo essere sbruffone e cialtrone e che fin nell'epilogo mantiene questa doppiezza.
Avere tra le mani un personaggio come il poliziotto corrotto Jo che però di fronte all'amoralità della società travolta dalla cupidigia per il denaro fa comparire la sua faccia meno oscura, sebbene al fine soprattutto di salvare se stesso, agevola certamente la costruzione della storia, permettendo rapidi capovolgimenti narrativi e utilizzando il personaggio stesso come una cartina tornasole della corruzione che percorre la società coreana; in tal modo il confine tra buoni e cattivi diventa labilissimo ancor più perchè Lee sceglie di affrontare alcune situazioni del racconto con i toni della commedia  e con la satira.

giovedì 16 maggio 2019

The Mule [aka Il Corriere-The Mule] ( Clint Eastwood , 2018 )




The Mule (2018) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Anche in The Mule Clint Eastwood mostra quella tendenza, il cui inizio possiamo far risalire a Gran Torino , di costruire una profonda sovrapposizione quasi di identità tra i protagonisti dei suoi film e se stesso, in un tentativo di raccontare, forse , prima la propria esistenza cinematografica, che data ormai oltre 60 anni e poi quella personale , una volta giunto, in gran forma va detto, alle porte dei 90 anni.
In tal senso in The Mule c'è una identità anagrafica tra regista e protagonista, anch'esso novantenne, realmente esistito e protagonista di una storia incredibile cui Clint Eastwood si è fedelmente ispirato.
Il personaggio  è appunto un novantenne , appassionato floricultore, cui la nuove tecnologie come l'e-commerce , tolgono la terra da sotto i piedi facendolo ritrovare dopo tanti anni in una situazione insostenibile per cui si trova costretto a mollare l'attività e a ben presto a ritrovarsi vicino alla rovina completa.


Earl Stone, il nome del protagonista, unica licenza che si permette Clint Eastwood cambiando il nome vero del reale ultraottuagenario, è un uomo solo, ai margini della famiglia, ha divorziato dalla moglie e ha un rapporto pessimo con la figlia che gli rinfaccia pesantemente le sue assenze prolungate e una scarsa attenzione alla famiglia; senza casa, con tutti i suoi beni caricati alla rinfusa sul suo glorioso pick up con il quale si vanta di avere girato 40 stati dell'Unione senza beccare mai una multa, si presenta al matrimonio della nipote, forse l'unica della famiglia che prova simpatia per lui.
Qui conosce un amico del futuro marito della nipote che ascoltando il curriculum da grande viaggiatore in auto gli offre la possibilità di trovare un lavoro, inviandolo da dei suoi amici.
Earl non sa che il lavoro che stanno per proporgli è quello di corriere della droga per un cartello messicano: un lavoro facile per un vecchio che non dà di certo all'occhio , che guida con prudenza e che non ha mai subito una multa.
Iniziano quindi i viaggi di Earl, dal Texas all'Illinois, con istruzioni sempre uguali e che gli fruttano un bel gruzzolo di soldi; anche quando colto da una legittima curiosità scopre cosa è diventato, il nostro eroe decide di continuare guadagnando cifre sempre più alte visto che i trafficanti ormai lo ritengono indispensabile e gli affidano quantità sempre più ingenti di droga.

martedì 14 maggio 2019

The Shadow Play [aka Cloud in the Wind] / 风中有朵雨做的云 ( Lou Ye / 娄烨 , 2018 )




The Shadow Play (2018) on IMDb
Giudizio: 8.5/10


Come avviene quasi puntualmente ad ogni suo nuovo lavoro, anche per  l’ultima faticaThe Shadow Play, Lou Ye, regista cinese tra i più apprezzati anche in Occidente da ormai molti anni, ha dovuto fare pesantemente i conti con la censura; il film , infatti , seppur uscito nel novembre del 2018 al Golden Horse Film Festival di Taipei e con un passaggio nel febbraio successivo alla Berlinale, ha subito un ritardo di circa due anni legato alle modifiche o tagli (questo non è dato saperlo) imposti del severo Bureau cinese che da un lato sembra avere allargato un po’ le maglie (vedi per gli horror ad esempio) ma dall’altra ha alcuni cineasti come Lpu Ye appunto costantemente nel mirino, dopo il ban quinquennale subito con Summer Palace nel 2006.
Probabilmente non avremo mai una Director’s Cut, ma indubbiamente il film di Lou Ye alcuni nervi scoperti della società cinese li tocca e nel film il tutto appare sufficientemente chiaro.


Il prologo è di quelli che mettono subito lo spettatore in guardia: una convulsa (e tecnicamente bellissima) scena  di rivolta popolare che si svolge tra tetri casermoni in rovina dei quartieri popolari di Guangzhou fa da antefatto al momento chiave di tutto il film; infatti al termine degli scontri tra abitanti che si oppongono alla demolizione dei palazzi e polizia, il responsabile del piano di riqualificazione della zona, muore misteriosamente cadendo da uno dei fatiscenti edifici.
L’indagine sulla morte dell’uomo viene seguita con particolare attenzione ed impegno dal giovane detective Yang, il quale però si rende ben presto conto di come la sua solerzia sia molto pericolosa per qualcuno che cerca in ogni modo di tenerlo lontano dal caso.

lunedì 13 maggio 2019

Integrity / 廉政風雲 煙幕 . ( Alan Mak / 麥兆輝 , 2019 )




Integrity (2019) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

Dopo la non brillantissima esperienza con Extraordinary Mission, si ricompone una delle coppie più collaudate del cinema di Hong Kong; una accoppiata, quella di Alan Mak (regista) e Felix Chong ( solo produttore questa volta), che ha dato volta a lavori che sono ormai universalmente riconosciuti come capisaldi del cinema di genere poliziesco dell'ex colonia britannica, basti citare solo la Trilogia di Infernal Affair.
Integrity è un altro di quei lavori che , come avviene di frequente nel cinema di Hong Kong, cerca di rincorrere quei modelli che hanno fatto la fortuna del genere, quali appunto i tre capitoli di Infernal Affair. 
Siamo però di fronte più ad una rivisitazione in chiave quasi post moderna, dove è l'ambito finanziario e la ipertecnologia a dettare  i canoni narrativi del film.


La storia infatti prevede sì la consueta presenza dell'undercover , ma tutto il racconto ruota intorno ad una gigantesca truffa finanziaria da parte di una compagnia di tabacco , messa in piedi con il fiancheggiamento attivo di autorità politiche e finanziarie pronte ad avvelenare il mercato azionario.
King è uno degli investigatori più bravi e stimati della Agenzia governativa che combatte la corruzione, è riuscito nell'impresa di poter portare sul banco dei testimoni uno degli operatori finanziari che erano il fulcro della truffa , ma il giorno della udienza questi eludendo i controlli scappa in Australia , inoltre anche altri imputati non si presentano al processo.
King e il suo team avranno solo una settimana di tempo per riportare  Hui, il testimone, ad Hong Kong, anche se sulle sue tracce in Australia viene mandata Suet, moglie divorziata di King; quest'ultimo, intuiamo subito ha una lunga conoscenza di Hui e nel finale tutto verrà spiegato.

domenica 12 maggio 2019

Crazy Alien / 疯狂的外星人 ( Ning Hao / 宁浩 , 2019 )




Crazy Alien (2019) on IMDb
Giudizio: 5.5/10


Cinque anni dopo il buddy-road movie Breakup Buddies, Ning Hao dà alla luce il suo settimo lavoro, Crazy Alien , da qualcuno molto forzatamente considerato il terzo capitolo di una fantomatica trilogia comprendente Crazy StoneCrazy Racer ai quali sarebbe accomunato non si capisce bene da cosa, lavori del 2006 e 2009 rispettivamente che , è bene dirlo subito, non hanno praticamente nulla a che vedere con questa nuova pellicola.
Uscito nelle sale nel periodo più propizio, quello del Capodanno Lunare , Crazy Alien sembra proprio fatto apposta per attrarre il grande pubblico a scapito della qualità complessiva; il risultato è un film commerciale, rivolto al grande pubblico , di quelli da domenica pomeriggio con coca cola e pop corn.
La storia ha un prologo in perfetto stile fantascienza, seppur ben presto con contaminazioni demenziali: gli americani hanno finalmente costituito un punto di contatto con gli alieni, è nel bel mezzo dello spazio deve avvenire uno scambio di dna , contenuto in una sfera, tra umani e alieni; l’idiozia di un astronauta americano che pensa bene di immortalare il momento con l’immancabile selfie, manda su tutte le furie gli alieni e la loro navicella finisce alla deriva nello spazio prima di cadere , con il suo carico a bordo, in uno scalcinato parco giochi nel quale è riprodotto tutto il mondo, dove lavora Geng Hao , un ammaestratore di scimmie vicino al fallimento, non certo il punto di forza del parco giochi.


Quel che resta della navicella porta sulla terra un piccolo esserino alieno, quasi un clone di ET, che Geng Hao e il suo compare Da Fei scambiano per una scimmia proveniente dall’Africa.
Naturalmente gli americani hanno tutte le intenzioni di recuperare l’essere alieno e dopo mille peripezie riescono a giungere  in Cina dove ne frattempo Geng Hao ha addestrato l’alieno e intende utilizzarlo al posto della scimmia che nell’impatto a terra della navicella si era infortunata.
E’ facile capire come con un plot del genere siamo molto più vicini alla commedia demenziale che alla black  comedy di cui Ning Hao ci ha regalato eccellenti esempi.

sabato 11 maggio 2019

We the Animals [aka Quando eravamo fratelli] ( Jeremiah Zagar , 2018 )




We the Animals (2018) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

In We the Animals , rititolato Quando eravamo fratelli in italiano per la sua prossima uscita nelle nostre sale, è un lavoro che contiene al suo interno una sfida ardua e difficile e anche di una certa ambizione: raccontare il mondo dell'infanzia, il  primo approcciarsi alla vita adulta e le trasformazioni che si compiono durante il percorso senza cadere nell'ovvio, nello stucchevole o peggio nel facile sentimentalismo che inevitabilmente le storie di ragazzini si tira dietro, impresa , va detto, piuttosto ardua perchè il mondo cinematografico non pullula di certo di registi che in tale impresa siano riusciti.
Jeremiah Zagar , al suo primo lungometraggio, documentarista con un certo credito alle spalle, riesce in parte nell'impresa realizzando un lavoro che ha certamente buoni spunti e momenti validi, ma anche alcuni aspetti che non convincono totalmente.
Il racconto è imperniato intorno a tre fratelli, di età compresa tra i 10 e i 12 anni, figli di una coppia mista , padre caraibico e madre bianca  americana, che vivono nella campagna , probabilmente della Pennsylvania; la loro esistenza tutto sommato allegra, quando non interrotta dalle frequenti liti tra madre e padre, si impernia sul legame fortissimo che li unisce e che gli permette di poter affrontare la giornate spesso da soli (il padre è sorvegliante presso un edificio industriale, la madre lavora in una fabbrica che imbottiglia chissà cosa e spesso il giorno dorme perchè ha lavorato la notte).


Ma per i tre esser da soli non è un problema, il loro mondo è pieno di loro stessi e dei loro passatempi, un mondo chiuso e arroccato come un fortino inespugnabile che offre loro sicurezza; di contro hanno sviluppato una avversione verso il mondo esterno che si concretizza in piccoli gesti di ribellione e di ostilità.
De tre Jonah, il più piccolo, è quello che sembra avere una personalità più complessa: legatissimo alla mamma, più taciturno, esprime i suoi sentimenti e la sua visione del mondo disegnando nottetempo, sotto al letto, su un quaderno immagini che di sovente prendono vita e vanno diventare parte del racconto dando vita ad uno degli aspetti più interessanti del film.
L'affacciarsi alla vita, oltre al dover sopportare le continue liti e le violenze tra i genitori e le conseguenze che generano, porta anche alla scoperta della sessualità, con i primi impulsi e , per quanto riguarda Jonah , la conferma della sua peculiarità che si esplica in una attrazione omosessuale.
Inoltre We the Animals vive molto su una metafora a dire il vero piuttosto abusata, quella dell'acqua , che prende corpo all'inizio del film quando il piccolo Jonah e la madre si trovano ad affrontare le acque del lago, loro che sono gli unici della famiglia che non sanno nuotare e che il padre spinge con la forza ad avventurarsi nell'acqua.

giovedì 9 maggio 2019

Believer ( Lee Haeyoung , 2018 )




Believer (2018) on IMDb
Giudizio: 7/10


Believer del regista coreano Lee Hae-young è un lavoro che ha di sicuro un grande pregio: dimostra come la genialità dei registi di Hong Kong nell’ambito dei noir-thriller-crime story possa essere utilizzata da un regista coreano, appartenente quindi a quella cinematografia che al momento, probabilmente, sforna i migliori film di genere almeno dal punto di vista tecnico e formale, per costruire un opera ricca di azione e di suspance.
Il lavoro di Lee , che già conoscemmo ad Udine un paio di anni fa col suo Silenced, prende ispirazione chiara e palese da Drug War di Johnnie To, al punto che Believer può essere considerato a tutti gli effetti un remake.


La storia ruota intorno alla figura di un detective della narcotici,Won-ho, impegnato fino all’ossessione nella caccia ad un misterioso e fantomatico Mr Lee che sarebbe a capo di un potente  e spietato cartello di trafficanti di droga; il nemico numero uno però non ha un volto, nessuno lo ha mai incontrato e quindi svariati sono i tentativi di millantatori gangster del traffico della droga di spacciarsi per lui.
Quando una bomba distrugge una delle centrali di produzione di droga nella quale era in corsa un summit del cartello, l’unica sopravvissuta per puro caso all’esplosione incolpa chiaramente Mr Lee di essere il mandante dell’azione per togliersi di mezzo un poi’ di sottoposti; inoltre nello stesso incidente sopravvive un giovane, Rak, che , avendo perso la madre e visto il proprio cane gravemente ferito, decide di collaborare con Won-ho per potere mettere le mani sull’imprendibile Mr Lee.
Imbarcarsi nel pericoloso gioco di paragonare Believer al suo modello ispirativo Drug War è operazione inutile e tutto sommato neppure corretta per il semplice motivo che l’opera di Johnnie To, la prima girata interamente in Cina dal regista di Hong Kong, presenta tutta una serie di peculiari problematiche e tematiche che nel film coreano non possono esistere; detto ciò, pur riconoscendo una complessità superiore al film di To, Beliver è lavoro  che presenta diversi aspetti positivi.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it

A Home with a View / 家和萬事驚 ( Herman Yau / 邱禮濤 , 2019 )




A Home with a View (2019) on IMDb
Giudizio: 7/10


Ispirato ad una piece teatrale scritta da Cheung Tat-ming, che del film è anche attore  e co sceneggiatore insieme al regista Herman Yau, A Home with a View è uno di quei lavori, ormai piuttosto rari, che possono definirsi autenticamente impregnati di quel che rimane dello spirito cinematografico di Hong Kong; non a caso Herman Yau, regista di un Cinema che sembra per molto aspetti appartenere ad un passato remoto, è probabilmente il più genuinamente legato alla tradizione di Hong Kong risultando un cineasta che ha saputo sempre cogliere quanto di interessante dal punto di vista sociale emergeva dalla ex colonia britannica.
A Home with a View è opera che prende spunto dall’annoso problema degli alloggi, e del mercato immobiliare Inn genere, nella città di Hong Kong, assurto a vero e proprio problema sociale e su questo imbastisce una storia che si muove tra la commedia brillante tradizionale, la satira e la black Comedy.


Al centro della storia una famiglia tipica di Hong Kong: un capofamiglia attentissimo al controllo delle spese affinché si possa finalmente comprare l’appartamento in cui vivono, una moglie energica al limite dell’isteria, una figlia che si affaccia all’adolescenza con tutte le problematiche che ne conseguono, un figlio adolescente sfaccendato ed il vecchio padre di lui ben avviato alla demenza senile; una famiglia nella quale però non regna certo la calma e la tranquillità, scossa come è da dispute e discussioni (come ben rappresenta la scena iniziale); come non bastasse anche i vicini di casa sono tutt’altro che persone accomodanti, anzi piuttosto fastidiose ;quello che ricompone la pace in famiglia e infonde la serenità capace di riportare la tranquillità (transitoria) è la veduta che da una delle finestre si ha sulla baia in lontananza, quasi una visione magica capace di calmare gli ardori e infondere un senso di armonia.

martedì 7 maggio 2019

Unstoppable ( Kim Minho , 2018 )




Unstoppable (2018) on IMDb
Giudizio: 7/10



Un tempo Dong-chul è stato un gangster leggendario di quelli la cui fama si tramanda nel tempo immutata; ora però ha cambiato vita , grazie soprattutto al matrimonio con Ji-soo, una donna energica e determinata, tutto il contrario del modello sottomesso di moglie coreana; lavora nel mercato del pesce e si tiene alla larga dei guai, anche se non riesce a fare a meno di prestare orecchio a presunti affari proposti da improbabili  imprenditori che lo possano arricchire; quando poi un vecchio amico lo mette in contatto con un curioso personaggio che si occupa del commercio del Granchio Reale, un gigantesco crostaceo che potrebbe portare enormi guadagni, Dong-chul non può fare a meno di accettare l’offerta , salvo scatenare le ire di Jo-soo che vede l’affare come una follia.


Ma ben peggio dell’affare del Granchio Reale è quello che si presenta una sera a Dong-chul: tornato a casa , la trova a soqquadro e la moglie è scomparsa; poche ore dopo qualcuno lo chiama avvisandolo che la donna è stata rapita , dando il via al tipico gioco del gatto col topo.
Una volta appurata la cinematograficamente proverbiale incapacità dei poliziotti e risolvere i casi, per il nostro eroe non rimane altro che tornare nell’arena e mettersi in proprio, con l’aiuto del fidato Choon-sik e di un improbabile detective privato ingaggiato da quest’ultimo, Gomsajang.

lunedì 6 maggio 2019

The Wind ( Emma Tammi , 2018 )




The Wind (2018) on IMDb
Giudizio: 8/10

Il primo aspetto che colpisce di The Wind è la perfetta fusione cinematografica tra due generi distanti tra loro ma che quando si incontrano in maniera armonica creano un risultato apprezzabile, proprio come in questo notevole esordio di Emma Tammi, personaggio poliedrico dell'ambiente del cinema indipendente americano.
Film ambizioso, che cerca nella fusione di due generi, l'horror e il western , un difficile  equilibrio, The Wind basa il suo svolgimento su una frammentazione temporale: parte che siamo già a metà della storia e attraverso lunghi flashback i due piani narrativi si rincorrono creando una asimmetricità temporale che in alcuni tratti potrebbe anche confondere.
Al limite estremo della frontiera della fine del XIX vivono due giovani, Lizzy ed Isaac, immersi nel nulla degli spazi sconfinati dove la loro presenza è solo un piccolo diversivo della sua maestosità infinita, una vita difficile segnata dalla crescente ossessione della solitudine e delle presenze oscure e spaventose; quando un'altra coppia di giovani ,Gideon ed Emma, viene a vivere nella terra confinante con la loro, l'equilibrio viene inevitabilmente rotto , anche perchè i due appena arrivati sono tutt'altro che a loro agio nella dura vita isolata che hanno scelto , inoltre Emma ben presto rimane incinta e sembra mostrare degli squilibri progressivi sul suo stato di salute mentale già labile per la mancanza di ambientamento nella nuova casa.


Le presenza oscure , le voci demoniache, gli eventi che sembrano allucinazioni o sconvolgimenti della realtà si susseguono e coinvolgono anche Lizzy, soprattutto dopo che l'inizio del film avrà la sua spiegazione.
Cercare di non spoilerare e al tempo stesso essere sufficientemente precisi non è francamente possibile con The Wind , proprio per la scelta della regista e della sua sceneggiatrice Teresa Sutherland di procedere con una narrazione piuttosto oscura e misteriosa che proprio nella scelta di adottare uno sviluppo temporale contorto trova il suo punto di forza.
The Wind è comunque lavoro che crea inquietudine e suspance, non tanto per le tematiche demoniache che sono tutt'altro che originali, e neppure per l'utilizzo dei classichi espedienti da horror, ma per quel silenzioso e strisciante senso di dubbio che pervade tutto il racconto, un dubbio dal quale può generarsi qualsiasi cosa, siano esse allucinazioni o voci interiori, visioni orrorifiche o presenze ostili.

venerdì 3 maggio 2019

The Crossing / 过春天 ( Bai Xue / 白雪 , 2018 )




The Crossing (2018) on IMDb
Giudizio: 7.5/10


Finanziato dalla Major cinese Wanda in ottemperanza al programma di incentivazione per i giovani cineasti voluto dalla China Association Filmmakers, The Crossing di Bai Xue è un lavoro nel quale la giovane regista ha messo al centro del suo interesse come protagonista una millennial, una giovane nata e cresciuta nella Cina dello sviluppo vorticoso ma al tempo stesso legata ad Hong Kong: Peipei è infatti figlia di quelle coppie miste nate dall’unione tra cinesi mainlander, solitamente di Shenzhen e dintorni che è un po’ la porta della Cina continentale sull’ex colonia britannica, e gli abitanti di quest’ultima; i suoi genitori sono separati, la madre dedita al mahjong e all’alcool vive appunto a Shenzhen e non si preoccupa più di tanto della figlia, il padre vive invece ad Hong Kong con una nuova famiglia e la ragazza mostra verso di lui un attaccamento ben maggiore di quello verso la madre.


Ogni giorno Peipei attraversa il confine per andare a scuola ad Hong Kong, in un istituto frequentato dalle classi sociali più elevate, ha una amica del cuore, Jo, con la quale sogna di partire per il Giappone in vacanza e con cui passa gran parte del tempo una volta uscita dalle lezioni.
De tutto  casualmente Peipei si ritrova impelagata in un traffico illegale di iPhone tra Hong Kong e Cina, ma ben presto per la ragazza questa attività diventa una buone fonte di denaro con il quale poter finalmente intraprendere il tanto agognato viaggio in Giappone. 
Nel giro conosce il fidanzato della amica Jo anche lui corriere di una organizzazione gestita con fare deciso e apparentemente maternalistico da una donna che conosce però bene come tenere legati a sé i giovani e che mostra per la ragazza, unica femmina del gruppo, una certa simpatia.

giovedì 2 maggio 2019

Dying to Survive / 我不是藥神 ( Wen Muye / 文牧野 , 2018 )




Dying to Survive (2018) on IMDb
Giudizio: 8/10


Esordio cinematografico che rischia seriamente di passare alla storia come uno dei più folgoranti, sia dal punto di vista degli incassi che dei riconoscimenti ricevuti, Dying to Survive è l’opera prima del regista cinese Wen Muye, fortemente sostenuto dal punto di vista produttivo da Ning Hao e da Xu Zheng che della pellicola è anche l’attore protagonista.
Cosa fa di questo lavoro che punta sì sulla fama e la notorietà di Xu Zheng ma che è diretto da un esordiente assoluto, un’opera che sembra mettere d’accordo pubblico e critica?
La risposta sta nel tema trattato, di grande attualità , sebbene la storia si riferisce ad episodi realmente avvenuti e iniziati nei primi anni 2000: l’impossibilità da parte di larghissime fette della popolazione di poter accedere a cure mediche costosissime e quindi alla condanna a morte decretata dalla povertà, argomento questo, che estrapolandone il significato in senso più lato, si pone come lo specchio di una società che ha fatto di un neocapitalismo selvaggio la propria scelta.


Ispirato, come detto ad un personaggio e a dei fatti realmente accaduti, modificando solo qualche aspetto rispetto alla realtà, la storia racconta di Cheng Yong un piccolo negoziante che commercia con scarso successo improbabili prodotti di salute e benessere indiani, ha una vita tutt’altro che brillante, tra una moglie assillante da cui ha divorziato e che gli vuole portare via il figlio di nove anni con il quale l’uomo non riesce a creare una empatia totale padre-figlio e un padre gravemente ammalato.
Quando un giorno entra nel suo negozio un giovane uomo, Lv Shouyi, che indossa ben tre mascherine e che gli propone dietro lauto pagamento di procurargli un farmaco in India che ha gli stessi effetti di quello ufficiale  utilizzato per curare la Leucemia da cui è affetto e prodotto da una azienda svizzera, con l’impegno inoltre di aiutarlo ad ampliare il giro di persone bisognose del farmaco, Cheng dapprima rifiuta sapendo quanto rischioso possa essere il mercato nero dei farmaci, ma in seguito all’aggravarsi della salute del padre che necessiterebbe per migliorare di un costoso intervento chirurgico, fa di necessità virtù ed accetta la proposta.

A Cool Fish / 无名之辈 ( Rao Xiaozhi / 饶晓志 , 2018 )




A Cool Fish (2018) on IMDb
Giudizio: 8/10

Nel folto gruppo d film di giovani autori indipendenti che ha fortemente caratterizzato la stagione cinematografica cinese ( e il 2019 non sembra essere da meno), A Cool Fish, opera seconda di Rao Xiaozhi, si pone certamente tra i più belli ed interessanti, capace come è di saper fondere commedia e dramma andando a giocare proprio su quel sottile confine che può separare un genere dall'altro.
Paradigma di quel concetto che Jerzy Skolimowski espresse nella maniera a lui più congeniale  in 11 Minutes, secondo cui i nostri destini sono intimamente interconnessi, basta solo trovare quel punto di congiunzione affinchè tutto si appalesi, la storia di A Cool Fish ruota intorno ad alcuni personaggi che a prima vista  in larga parte hanno ben poco a che vedere uno con l'altro, ma poi l'intervento del Fato dimostrerà come invece la connessione esista e coinvolga tutti assieme.


C'è un ex poliziotto ( Ma) derubato di una pistola che cerca affannosamente,  espulso dal corpo   per aver causato un incidente guidando ubriaco in cui causò la morte di sua moglie e il ferimento grave della sorella Jiaqi rimasta tetraplegica e che fa parte anche lei del racconto; la figlia adolescente di Ma , Yiyi , che detesta il padre e gli rimprovera la morte della madre,  il datore di lavoro di Ma che ora fa il sorvegliante , Gao, la cui attività di costruttore sta andando a rotoli e che vediamo da subito in fuga insieme all'amante; il gangster che ha prestato i soldi a Gao e che ora ne reclama il recupero, Cobra e Testa grossa due campagnoli in cerca di gloria in città impegnati in una grottesca rapina, Xiang il figlio del costruttore in rovina ed infine una escort massaggiatrice che sogna l'amore insieme al suo fidanzato Testa Grossa.
Un coacervo di personaggi come si vede, immersi in una città , Qiaocheng nel Guixhou, la cui giornata viene stravolta da una rapina compiuta da due banditi con il casco in testa che hanno ripulito un negozio di smartphone.
E' proprio con le scene convulse, paradossali al limite del ridicolo che si apre in maniera frenetica il film; sono Cobra e Testa Grossa impegnati in una rapina che termina con la moto  su un albero e con i due maldestri ladri in fuga a piedi fin dentro la casa di una giovane donna su una sedia a rotelle, Jaiqi appunto, la quale, sopraffatta dalla sua situazione disperata intravede la possibilità di farla finita semplicemente inducendo i due banditi ad ammazzarla.
Naturalmente non andrà così, perchè A Cool Fish ha la caratteristica che ogni cosa finisce in maniera ben diversa da come vorrebbero i protagonisti.
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