martedì 14 maggio 2019

The Shadow Play [aka Cloud in the Wind] / 风中有朵雨做的云 ( Lou Ye / 娄烨 , 2018 )




The Shadow Play (2018) on IMDb
Giudizio: 8.5/10


Come avviene quasi puntualmente ad ogni suo nuovo lavoro, anche per  l’ultima faticaThe Shadow Play, Lou Ye, regista cinese tra i più apprezzati anche in Occidente da ormai molti anni, ha dovuto fare pesantemente i conti con la censura; il film , infatti , seppur uscito nel novembre del 2018 al Golden Horse Film Festival di Taipei e con un passaggio nel febbraio successivo alla Berlinale, ha subito un ritardo di circa due anni legato alle modifiche o tagli (questo non è dato saperlo) imposti del severo Bureau cinese che da un lato sembra avere allargato un po’ le maglie (vedi per gli horror ad esempio) ma dall’altra ha alcuni cineasti come Lpu Ye appunto costantemente nel mirino, dopo il ban quinquennale subito con Summer Palace nel 2006.
Probabilmente non avremo mai una Director’s Cut, ma indubbiamente il film di Lou Ye alcuni nervi scoperti della società cinese li tocca e nel film il tutto appare sufficientemente chiaro.


Il prologo è di quelli che mettono subito lo spettatore in guardia: una convulsa (e tecnicamente bellissima) scena  di rivolta popolare che si svolge tra tetri casermoni in rovina dei quartieri popolari di Guangzhou fa da antefatto al momento chiave di tutto il film; infatti al termine degli scontri tra abitanti che si oppongono alla demolizione dei palazzi e polizia, il responsabile del piano di riqualificazione della zona, muore misteriosamente cadendo da uno dei fatiscenti edifici.
L’indagine sulla morte dell’uomo viene seguita con particolare attenzione ed impegno dal giovane detective Yang, il quale però si rende ben presto conto di come la sua solerzia sia molto pericolosa per qualcuno che cerca in ogni modo di tenerlo lontano dal caso.
La storia ruota tutta intorno ad alcuni personaggi che ne segnano i momenti fondamentali : Tang il morto, la moglie Lin , il ricco imprenditore Jiang amico di vecchia data della coppia , Ah Yun l’amante di quest’ultimo e Xiao , la figlia dell’uomo morto.
Per ricostruire le vicende che hanno portato alla morte di Tang torniamo indietro di quasi vent’anni e da lì in avanti fino al presente; la scelta che fa però Lou Ye , e che rinforza decisamente la trama del film, è quella di alternare , incrociare, cambiare repentinamente i piani temporali portando così alla costruzione di una architettura narrativa complessa, intricata e che riesce però a trovare mirabilmente e perfettamente la quadratura nel finale. Le due ore del film sono un lento costruirsi del racconto, un procedere apparentemente a salti sincopati ed invece ci si ritrova con una trama disegnata con grande abilità e freddezza, nonostante i numerosi dettagli, colpi di scena, e la complessità di base della storia.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it

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