domenica 19 maggio 2019

Jo Pil-ho : The Dawning Rage [aka Bad Police aka Jo Pil-ho: L'alba della vendetta] ( Lee Jeongbeom , 2019 )




Jo Pil-ho: The Dawning Rage (2019) on IMDb
Giudizio: 6/10

Jo Pilho è un poliziotto corrotto o meglio un ufficiale di polizia che sfrutta il suo ruolo per arricchirsi illecitamente coinvolgendo nel suo giro piccoli delinquenti che riesce a manovrare dall'alto del suo potere; lui organizza e i complici mettono a segno i colpi, riscendo sempre a farla franca nei confronti dei colleghi che cercano di beccarlo con  le mani in pasta.
Quando un colpo che sembrava facile facile per impossessarsi rapidamente e senza fatica di un bel gruzzolo di soldi finisce invece malissimo, Jo si rende conto che stavolta è entrato, obtorto collo, in un gioco ben più pericoloso  nel quale sono in ballo interessi giganteschi: durante il colpo infatti scoppia un incendio furioso nel magazzino preso di mira causato da alcune esplosioni per causa del quale non solo ci lascia le penne il ragazzotto complice del poliziotto, ma viene trovata morta anche un altra persona.
In questo gioco pericoloso si trova ben presto coinvolta anche Min-ra , la poco più che adolescente fidanzata del complice saltato in aria durante il furto, un tipo tutt'altro che pacifico e non certo intenzionata a collaborare con Jo.


Il giro di corruzione e di malaffare che sta dietro alla serie di eventi che accadono portano Jo a scegliere , quasi obbligatoriamente, di stare dalla parte della giustizia stavolta.
Diretto da quel Lee Jeongbeom che ricevette smisurati elogi (anche troppi ) per The Man from Nowhere (titolo italiano del DVD L'uomo che veniva dal nulla), Jo Pil-ho : L'alba della vendetta, distribuito sulla piattaforma digitale Netflix, è lavoro che gioca tutte le sue carte , o quasi, sulla figura di Jo, ambiguamente sinistra, ma caricata di una innata simpatia per il suo essere sbruffone e cialtrone e che fin nell'epilogo mantiene questa doppiezza.
Avere tra le mani un personaggio come il poliziotto corrotto Jo che però di fronte all'amoralità della società travolta dalla cupidigia per il denaro fa comparire la sua faccia meno oscura, sebbene al fine soprattutto di salvare se stesso, agevola certamente la costruzione della storia, permettendo rapidi capovolgimenti narrativi e utilizzando il personaggio stesso come una cartina tornasole della corruzione che percorre la società coreana; in tal modo il confine tra buoni e cattivi diventa labilissimo ancor più perchè Lee sceglie di affrontare alcune situazioni del racconto con i toni della commedia  e con la satira.

Di sicuro il personaggio di Jo è ben riuscito e fa da catalizzatore del racconto, ma anche i personaggi di contorno, soprattutto i "cattivi", hanno il loro valore cinematografico, spesso descritti in maniera quasi grottesca.
La pellicola di Lee comunque soffre anche di alcune lacune, legate soprattutto ad una sceneggiatura che appare debole in svariati punti, che demanda troppo alla figura del poliziotto corrotto il compito di fungere da collante senza peraltro essere troppo convincente nello snodo principale quello cioè in cui Jo da cinico corrotto poliziotto canaglia passa ad eroe positivo al punto di diventare persino smielato con la sua fidanzata che fino ad allora aveva trattato più o meno come una serva.
Anche la fusione tra l'action e la commedia nera, quasi grottesca, non risulta tra i risultati più eclatanti del cinema coreano che fa spesso ricorso a questo connubio tra il ritmo del film d'azione e il dark delle black comedy.
In considerazione del fatto che la gran parte dei lati positivi del film si basano sulla figura e sul ruolo del protagonista, la prova di Lee Sunkyun nei panni di Jo Pilho è sicuramente degna di nota grazie alla capacità di riuscire a trasmettere la duplicità che alberga nel personaggio.

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