lunedì 18 luglio 2011

Chinese odyssey 2002 ( Jeffrey Lau , 2002 )

Giudizio: 8/10
L'amore trionfa sempre

La nuova Odissea  cinese di Jeff Lau esce 8 anni dopo la saga in due capitoli che a tutt'oggi rimane uno dei momenti più alti del cinema HKese , non avendo alcun legame con essa, a parte qualche citazione inevitabile.
Il film ebbe svariate nomination all' Award HKese rimanendo però a secco di premi, ricevendo invece quello che forse è il più ambito e cioè quello della Società dei critici, il tutto a dimostrazione di un lavoro che ha lasciato prepotentemente il segno a conferma della grandezza del regista.
Storia insolitamente più lineare del solito : un bulletto di paese dal soprannome evocativo (Bully the kid), la sorella (Phoenix), proprietaria di un ristorante in una città di provincia, un imperatore (Zheng De, epoca Ming, noto per la sua passione per i viaggi in lungo e in largo per la Cina) e sua sorella (la principessa Wushuang) entrambi smaniosi di fuggire dalla formalissima etichetta di corte per immergersi nel mondo dei comuni mortali ed entrambi appassionati di arti marziali; la principessa , travestita da maschio, arriva nella cittadina degli altri due, Phoenix se ne innamora, il fratello fa il mediatore per combinare il matrimonio ma nel frattempo prova una strana attrazione per lui/lei , la corte manda i soldati a recuperare la ragazza cui in seguito si aggiunge l'Imperatore stesso pur di andarsene da Pechino, il quale incontra Phoenix e se ne innamora.

domenica 17 luglio 2011

5 Shaolin masters ( Chang Cheh , 1974 )

Giudizio: 7.5/10
La leggenda dei cinque fuggiaschi

La leggenda narra che in seguito alla distruzione del Tempio Shaolin ad opera della dinastia mancese Qing avvenuto nel XVII secolo, solo  cinque monaci si salvarono e riuscirono a fuggire, adoperandosi per organizzare la resistenza al potere straniero e diventare gli ispiratori delle scuole di arti marziali cinesi.
Leggenda che ancora oggi è ampliamente diffusa e conosciuta e che colora di epicità la storia e le tradizioni della Cina.
Riferendosi a questo episodio leggendario Chang Cheh dirige un lavoro per la Shaw Brothers che costituisce il tipico paradigma dei film sulle arti marziali prodotti negli anni 70.
I cinque fuggiaschi trovano asilo presso le varie comunità Han che si oppongono al potere manciù e organizzano la resistenza contro un potere imperiale straniero che si avvale di maestri di arti marziali quasi invincibili grazie alle loro tecniche; consci di ciò i maestri Shaolin tornano nelle rovine del Tempio per perfezionare le tecniche che gli permetteranno di affrontare i maestri mancesi con la speranza di sconfiggerli.

venerdì 15 luglio 2011

Cold fish ( Sion Sono , 2010 )


Giudizio: 5.5/10
La felicità nella violenza ?

Presentato all'ultima Mostra del Cinema di Venezia, Cold fish è un lavoro che mantiene le promesse (nel bene e nel male) che sempre si accompagnano ai film di Sion Sono, divenuto ormai da tempo regista le cui pellicole sono quasi sempre precedute da attese spasmodiche.
Il regista giapponese , in effetti è divenuto ormai un punto di riferimento nell'approccio al cinema giapponese da parte del pubblico occidentale, alla stregua di Takeshi Kitano o di Takashi Miike.
Cold fish è un'opera che sembra riportare, riguardo alle tematiche, ai tempi di Noriko's dinner table uno dei suoi film più belli.
Pur offrendo ancora una volta il proprio volto pletorico, seppure non ai livelli di Love Exposure (il film dura due ore e mezzo piene), Cold fish manca anzitutto di quella forza surreale che è l'impronta d'autore di Sion Sono, il quale da parte sua ci tiene subito a ricordarci che la storia è liberamente ispirata ad un fatto realmente accaduto, puntualizzando in continuazione riferimenti di data ed orario nel corso della narrazione, quasi a metterci in guardia che i voli pindarici, le atmosfere surrealiste ed oniriche non fanno parte del suo nuovo lavoro.

mercoledì 13 luglio 2011

Shaolin martial arts ( Chang Cheh , 1974 )



Giudizio: 8/10
L'arte della disciplina


Nella monumentale produzione cinematografica di Chang Cheh, Shaolin martial arts appartiene al ciclo Shaolin dei lavori sul kung fu: a partire dalla distruzione del Tempio da parte dei Mancesi , la riorganizzazione delle scuole trova l'ostacolo dei Qing che vedono i discepoli come dei ribelli restii a sottomettersi al potere Manciù.
Ed infatti la storia prende il via da un'episodio che si verifica durante i festeggiamenti del God of Chilvary in cui due scuole rivali , Han e Manciù appunto, si affrontano a colpi di kung fu; la morte di uno dei discepoli Shaolin diviene il pretesto per i Qing di fare piazza pulita avvalendosi anche della forza e dell'invincibilità di due maestri esperti di tecniche letali.
Ai superstiti non rimane altro che rivolgersi al loro mestro che li invita ad imparare  le tecniche del Wing Chun e  del Tiger Crane che potrebbero portare alla sconfitta della scuola mancese.
Li Yao e Bao Rong  dopo un lungo addestramento potranno finalmente tornare per cercare la vendetta.

martedì 12 luglio 2011

Long arm of the law ( Johnny Mak , 1984 )

Giudizio: 8.5/10
Cinesi ad Hong Kong

Pur avendo diretto solo questo lavoro, e co-diretto insieme al grande Johnnie To e a Patrick Leung , dieci anni dopo Bare foot kid, Johnnie Mak è uno degli esponenti più importanti della New Wave Hkese degli anni 80, anche in veste di produttore, e Long arm of the law va sicuramente inserito in quella stretta cerchia di film che hanno segnato il cinema della ex colonia britannica.
Come fa giustamente notare l'amica achillesgirl nel suo bellissimo blog la versione in dvd con sub inglesi  soffre di una carenza grave, anche se non inficia la comprensione del film: la scena iniziale manca di alcuni sottotitoli che meglio fanno comprendere lo sviluppo della storia e che inquadrano in maniera precisa il personaggio di Daai Dong, uno dei protagonisti principali del film.
Fatta questa doverosa precisazione, dobbiamo subito dire che il film è bello nella sua crudezza, nelle sue atmosfere cupe, quasi spettrali, nel clima di sconfitta annunciata e inevitabile che lo avvolge.

sabato 9 luglio 2011

City on fire ( Ringo Lam , 1987 )


Giudizio: 8/10
Quando l'amicizia supera le barriere

Sulla scia di A better tomorrow, lavoro di John Woo che aprì la strada all'action movie HKese, Ringo Lam costituisce la coppia Chow Yun-fat - Danny Lee ,che troverà due anni dopo in The killer la sua apoteosi, per dare vita ad un noir dalla scrittura semplicissima , sostenuto da una regia che fa dell'essenziale il suo perno principale.
L'ambiente che diverrà in seguito paradigmatico di tanti film di genere è quello classico: polizia, infiltrati, banditi, donne di contorno prese in mezzo da un meccanismo che non possono arrestare, luci e suoni che sembrano derivare da certi lavori gangsteristici americani degli anni cinquanta, quando non direttamente da Melville, il tutto amalgamato dalla costante tematica dell'amicizia virile che in questo caso travalica i ruoli.

giovedì 7 luglio 2011

Caterpillar ( Koji Wakamatsu , 2010 )

Giudizio: 6.5/10
La critica feroce di Wakamatsu

Wakamatsu , si sa , è regista anticonvenzionale, scomodo, a tratti cattivo, quindi lasciano abbastanza esterrefatti certi commenti che gridano allo scandalo per il suo ultimo lavoro presentato a Berlino, solo perchè il regista si "permette" di inserire nel suo lavoro, in forme tra l'altro molto più soft rispetto alle sue abitudini, ripetute scene di sesso tra marito e moglie.
Giustamente ci si chiede: dove sta lo scandalo?
Si da il caso che la storia racconti di un ufficiale dell'esercito imperiale nipponico che durante la seconda guerra cino-giapponese, antipasto della seconda guerra mondiale, viene rispedito a casa privo degli arti, sfigurato , mezzo sordo e muto, coperto di decorazioni che ne fanno un eroe nazionale osannato anche sui giornali. L'unica cosa che sembra non avere perso l'uomo è il suo appetito sessuale cui la moglie, da buon angelo della casa e custode della sanità dell'uomo, non si sottrae, sebbene il ritrovarsi in casa un busto gli procuri più dolori e avversione che pietà.

martedì 5 luglio 2011

The eagle shooting heroes ( Jeffrey Lau , 1993 )

Giudizio: 9/10
Il genio frenetico di Jeff Lau

Stupefacente lavoro spuntato dal cilindro di quel genio cinematografico che è Jeff Lau, The eagle shooting heroes è film straordinario  e assolutamente originale , a partire dalla genesi: il produttore esecutivo è il grande Wong Kar-wai , si narra che il film fu finanziato con gli spiccioli di Ashes of time, dove Lau è produttore, si ispira liberamente alla stessa fonte letteraria del capolavoro di Wong e , autentico dulcis in fundo, medesimo mostruoso cast con l'aggiunta , tanto per gradire, di Veronica Yip e Joey Wong.
Il risultato di questa stramba operazione è un film non solo geniale, ma di quelli che alla fine non riesci a capire se hai il mal di testa per il frullare delle immagini o per il tourbillon della storia.
Trama non raccontabile: è un coacervo di situazioni, di personaggi , spesso di non-sense, di genialate a ritmo forsennato che con molta superficialità si potrebbe definire una parodia del wuxia.

A chinese ghost story ( Ching Siu-tung , 1987 )


Giudizio: 9/10
Il destino del fantasma

Film ormai divenuto pietra miliare nel cinema di Hong Kong , mitizzato anche in Occidente, punto di partenza di svariati remake e rielaborazioni (anche con lavori di animazione), ebbe persino la ribalta della kermesse veneziana ormai quasi 25 anni orsono, liberamente tratto da una novella cinese del XVII secolo, A chinese ghost story è pellicola che sa amalgamare come poche il gusto per la tradizione che si fonda sulle infinite leggende cinesi e la forza visiva sorretta da un rutilante impianto cinematografico  dietro cui si sente fortissima l'ispirazione di Tsui Hark , anche qui in veste di produttore.
Storia semplicissima , quasi assente: il giovane Ning giunge in  un villaggio nelle vesti di esattore, non trovando alloggio trova riparo presso un tempio, dove ben presto si sveleranno tutta una serie di personaggi che altro non sono che fantasmi, al suo fianco un monaco taoista che sarà il suo protettore , insieme alla bella Xiaoqian, corpo da fanciulla candida abitato da un fantasma costretto a nutrire il demone sovrano procacciando vite umane.

sabato 2 luglio 2011

The magic crane ( Benny Chan , 1993 )

Giudizio: 7/10
Wuxia-fantasy in salsa Tsui Hark

Dopo avere esordito tre anni prima sotto l'ala protettrice di Johnnie To con A moment of romance,  è Tsui Hark a produrre  il quarto lavoro del regista , The magic cran, fantasy-wuxia scoppiettante e coloratissimo, autentico trionfo visivo di un cinema dalla forte impronta popolare che fa dello sguardo sulle tradizioni, prima di tutto cinematografiche, il suo puntello più forte.
Salta immediatamente all'occhio il forte influsso che Tsui Hark ha avuto sul lavoro, e non poteva essere diversamente visto che in quegli anni il grande Maestro era più che mai punto di riferimento per la cinematografia HKese.
C'è da dire che l'impronta fantasy è molto marcata, e lo si capisce subito quando all'inizio del film compare l'uccellone che da il titolo al film che oscura il cielo e che trasporta una bianco vestita (splendida come sempre) Anita Mui.

venerdì 1 luglio 2011

My own swordman ( Shang Jing , 2011 )

Giudizio: 7.5/10
Commedia con brio e ritmo

Lo stesso regista che aveva dato vita alla serie tv omonima, dirige questo lavoro, divertente e ben costruita commedia brillante con venature di arti marziali, una buona dose di follia e di non sense, ad un ritmo spesso travolgente e comunque sempre apprezzabile.
Il film sovente si configura come un vero divertissment, in cui la sfrenata anarchia narrativa da luogo a dialoghi serratissimi, sparati a velocità supersonica, momenti di divertimento un po' cialtrone, inserti animati e persino un paio di karaoke.
Tutto questo , nonostante possa sembrare un guazzabuglio infernale, unito alla carrellata di personaggi che sono il vero fulcro della pellicola, fa sì che il lavoro risulti invece costruito più che discretamente e che la visione risulti gradevole, consentendo a My own swordman di inserirsi di diritto in quella fascia di film che , nell'odierna cinematografia cinese, stanno a a metà strada tra il kolossal epico in costume e d il cinema puramente d'autore.
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