lunedì 29 febbraio 2016

Remember ( Atom Egoyan , 2015 )




Remember (2015) on IMDb
Giudizio: 7/10

La memoria e la verità dalla mille facce sono da sempre due tra i pilastri narrativi della cinematografia ormai trentennale di Atom Egoyan: in Remember utilizza come traino la memoria dell'olocausto e il thriller che indaga scoprendo i vari strati sotto i quali è sepolta la verità; ad accentuare le due tematiche la scelta di raccontare la storia di un uomo che la memoria la sta perdendo perchè affetto da demenza senile e l'identità come veicolo di verità labirintiche.
Infatti il canovaccio intorno cui si muove l'ultimo lavoro del regista di origini armene vede protagonista Zev un vecchio reduce di Auschwitz affetto da morbo di Alzheimer che ha perso l'amata moglie da poco; nella casa di riposo in cui vive, l'amico Max, collaboratore del Centro Weisenthal, convince Zev a compiere l'ultima missione della sua vita: scovare l'aguzzino delle SS che sterminò la loro famiglia nel campo di concentramento e ucciderlo, perchè il corso della giustizia sarebbe troppo lungo per poter dare loro soddisfazione prima di morire; negli USA esistono quattro persone con quel nome e Zev, sotto la guida di Max, dovrà cercare quale di questi è quello da uccidere.


Il vecchio Zev, zoppicante, confuso e di frequente vittima di amnesie totali si mette alla ricerca sfruttando l'aiuto di Max che dalla casa di riposo lo pilota accuratamente.
Sebbene solo all'ultimo tentativo il vecchio troverà il responsabile, il suo viaggio all'interno dell'America è una lunga rimembranza sotto varie forme della tragedia personale, acuita dalla sua malattia che lo conduce spesso in situazioni difficili da affrontare.
Il thriller che Egoyan mette in piedi funziona, forse fin troppo bene, al punto di mettere da parte, spesso le altre tematiche, e soprattutto condiziona con un finale che contiene un colpo di scena clamoroso tutto il film, che se da una parte è coerente con la scelta del genere dall'altro appare troppo affrettato e anche forzato.

martedì 23 febbraio 2016

Truman ( Cesc Gay , 2015 )




Truman (2015) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

I cinque premi ottenuti nel recente gala che assegnava il Premio Goya nelle categorie più importanti (miglior film, migliore regia, migliore sceneggiatura, migliore attore protagonista e non protagonista) suggellano l’annata segnata da premi e consensi riscossi da Truman del regista catalano Cesc Gay, tra i quali la prestigiosa Conchiglie d’Oro assegnata al Festival San Sebastian alla coppia di attori, sebbene il film non abbia avuto a livello di botteghino un successo altrettanto notevole.
Il lavoro di Cesc Gay è una intelligente e intensa storia raccontata con i canoni della commedia , ricca di umorismo, e del dramma che non esce mai da binari misurati; è proprio il contrapporsi equilibrato di queste due atmosfere a regalare al film il giusto tessuto connettivo per raccontare una vicenda drammatica e profonda , uno squarcio nell’animo dei protagonisti, nelle pieghe più nascoste.


Tomas lascia l’innevato Canada per approdare nei vicoli carichi di nobiltà di Madrid dove va a trovare l’amico di una vita Julian, il soggiorno sarà di soli quattro giorni, un viaggio per vedere forse per l’ultima volta l’amico malato di cancro che ha maturato la decisione di smetterla con chemioterapie e controlli in ospedale per aspettare con serenità la fine.
Tra i due c’è un legame profondo, antico , di fratellanza e di complicità e Tomas spera attraverso questo di convincere Julian a prendere le giuste decisioni, ma per quest’ultimo c’è solo la volontà di sistemare anzitutto il suo amato cane e le poche cose rimaste in sospeso, tra cui la notizia da dare al figlio che vive in Olanda.

lunedì 22 febbraio 2016

Ta'ang / 德昂族 ( Wang Bing / 王兵 , 2016 )




Ta'ang (2016) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Gli appartenenti all'etnia Ta'ang, gruppo di origini cinesi, vivono a cavallo tra la Cina e la Birmania, in quest'ultimo paese si contrappongono da decenni al potere centrale mediante una formazione armata che periodicamente entra in conflitto con le truppe regolari nelle zone di confine; nel 2015 è scoppiata l'ennesima guerra che ha portato alla fuga di una buona parte del milione di appartenenti a questa etnia, una fuga verso la Cina per allontanarsi dal conflitto che si combatteva in terra birmana.


Wang Bing , armato della sua inseparabile telecamera, si è messo al seguito di questi gruppi, spesso formati su base parentale o di vicinanza, che hanno intrapreso la fuga in maniera autonoma creando non quel fiume umano che siamo abituati a vedere in queste circostanze bensì piccoli flussi, privi di ogni organizzazione, sparsi sul territorio montuoso che segna il confine tra la Birmania e lo Yunnan cinese.

La macchina da presa asettica di Wang Bing si intrufola nel grande accampamento dove donne anziani e bambini aspettano di sapere quale sarà il loro destino, all'ombra rassicurante delle rosse bandiere cinesi con le cinque stelle, al riparo in capanne di fortuna; si mette sulle tracce di coloro che hanno deciso di superare il confine e di andare a lavorare nelle piantagioni di canne da zucchero. 

giovedì 18 febbraio 2016

The Throne ( Lee Joon-ik , 2015 )




The Throne (2015) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Yeongjo fu sovrano per 52 anni del Regno Joseon nel XVII secolo, un monarca ricordato per le sue importanti opere di ristrutturazione del sistema fiscale, per la rigida osservanza dei dettami del neo-confucianesimo e per la sua opera pacificatrice nella lotta tra le varie fazioni del paese; ma il suo nome è anche ricordato per un controverso e tragico episodio che portò alla morte del figlio, il Principe ereditario Sado, per decreto del padre stesso, episodio questo che per il cinema coreano e per la televisione è stato di frequente ispirazione.
Nell'anno che segna il grande ritorno in auge del film storico-biografico in costume, il regista coreano Lee Joon-ik prende ispirazione dall'episodio della morte del principe Sado per dirigere The Throne, lavoro candidato per la Corea agli Oscar.


Il film prende il via dal momento in cui Yeongjo decreta la condanna a morte del figlio, accusato di cospirazione e di condotta insana indotta da una presunta malattia mentale: il giovane viene racchiuso in una angusta cesta di legno adibita alla conservazione del riso e lasciato morie di stenti in otto giorni.
Durante le due ore del film , attraverso lunghi flashback conosciamo la storia del principe e del suo rapporto contrastato con il padre fino al tragico scontro finale che lo porterà a morte.
La storia si snoda su vari piani e prospettive: da un lato il confronto padre-figlio improntato ai rigidissimi dettami del confucianesimo che si esplica nel crescente disagio del figlio che si alimenta a causa della sua percezione di inadeguatezza riguardo alle aspettative paterne e alla sua capacità di poter essere un governante deciso e illuminato contrapposto alla delusione del Re e alla sua impossibilità a vedere il figlio sotto una luce più paterna e meno da sovrano.

mercoledì 17 febbraio 2016

Fuocoammare [aka Fire at Sea] ( Gianfranco Rosi , 2016 )




Fire at Sea (2016) on IMDb
Giudizio: 4.5/10

Due anni e mezzo dopo la conquista del Leone d’Oro a Venezia con Sacro Gra Gianfranco Rosi approda al Festival di Berlino in concorso (unico lungometraggio italiano) con Fuocoammare, resoconto visivo del suo ritiro durato un anno presso Lampedusa.
Il film è un racconto per immagini della realtà dell’isola e dei suoi abitanti, racchiusi nel loro isolamento e nella fierezza tipica della gente di mare; incastonati nel racconto etnologico ci sono le immagini del dramma che ormai da anni si consuma sull’isola, lo sbarco e i naufragi degli immigrati provenienti da tutta l’Africa ed il Medio Oriente , stoccati a bordo di barconi fatiscenti che prendono il largo dalla vicina Libia per raggiungere la civile Europa col miraggio della libertà e di una vita dignitosa.


Il piccolo Samuele, un ragazzino curioso e vivace che preferisce la campagna al mare, con la sua fionda a fargli compagnia che girovaga sull’isola, soffre di mal di mare e soffre di un problema ad un occhio, il vecchio lupo di mare che con la barca è ormai diventato un corpo unico e che conserva ricordi di decenni passati a strappare al mare i suoi prodotti, la vecchia che prepara il sugo, svolge i lavori domestici e omaggia le statue di Padre Pio e delle Madonna, il pescatore solitario e silenzioso che si immerge per raccogliere ricci, il dj della radio isolana che allieta le giornate con musiche tradizionali dell’isola e che trasmette  brevi notiziari, un mondo che vive con il suo rapporto strettissimo col mare e con l’isolamento geografico dell’isola.

lunedì 15 febbraio 2016

Zinnia Flowers / 百日告別 ( Tom Lin Shu-Yu / 林書宇 , 2015 )




Zinnia Flower (2015) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Nello stesso incidente stradale Wei perde la moglie incinta e Ming il fidanzato col quale è prossima al matrimonio; seguendo le tradizioni e la ritualità buddhista che si svolge nei cento giorni seguenti alla morte, Zinnia Flower racconta il percorso dei due personaggi che parte dal dolore, passa attraverso l'elaborazione del lutto e della perdita per approdare alla accettazione della morte.
I due protagonisti percorrono strade quasi opposte nel loro processo , sfiorandosi solamente durante le funzioni che  si svolgono nel tempio buddhista cadenzate dalle varie tappe che lo spirito errabondo del defunto deve intraprendere: Wei passa dalla rabbia violenta all'isolamento fino quasi all'abulia completa, rifiutando ogni cosa che gli ricorda la giovane moglie, soprattutto il pianoforte di cui lei era insegnante.


Ming da parte sua deve far fronte anche all'ostilità di buona parte della famiglia del futuro marito per cui decide di avviarsi in tutta solitudine nel difficile sentiero che la deve portare alla metabolizzazione del  lutto e dell'abbandono: parte da sola per Okinawa dove avevano programmato di trascorrere la luna di miele, gira tutti i piccoli ristoranti dell'isola per raccogliere giudizi sulla cucina giapponese in onore del marito chef, ovunque si rechi prenota sempre per due, compreso l'albergo nel quale costruisce un bambinesco fantoccio con i cuscini da mettere nel letto accanto a lei ed infine, forse credendo di non riuscire a superare il dolore tenta un fantasioso quanto grottesco suicidio.
Giunto il centesimo giorno dopo la morte, la filosofia buddhista non ammette più lacrime, la vita deve riprendere perchè lo spirito finalmente ha raggiunto la sua dimora definitiva: al termine del rito al tempio , i due si ritrovano a tracciare un resoconto, tanto ermetico  quanto delicato, del loro processo di accettazione; forse, senza indulgere in eccessi melodrammatici, è giunto il momento di tornare a vivere.

sabato 13 febbraio 2016

The Last Woman Standing / 剩者为王 ( Luo Luo / 落落 , 2015 )




The Last Woman Standing (2015) on IMDb 
Giudizio: 6/10

Per il suo debutto cinematografico come regista la nota web-novelist Luo Luo sceglie un suo romanzo del 2011 come ispirazione: The Last Woman Standing è una commedia romantica, con qualche sfumatura di dramma, ambientata nella Shanghai di oggi.
La storia ruota intorno a Sheng Ruxi, una trentenne di successo, prestigioso incarico in una grande azienda che cerca e sogna ancora il grande amore, costretta a schivare le pressioni insistenti della madre che la vorrebbe vedere sistemata e che acuiscono una sorta di sindrome da zitella trentenne che la ragazza comunque si porta dentro; non per questo è però disposta a venire meno al suo principio secondo il quale il matrimonio non deve essere un semplice patto reciproco ma qualcosa che sancisca una unione tra due persone che si amano in maniera completa e totale.


Quando nella sua azienda arriva un giovane aitante , simpatico e gentile, suo malgrado rubacuori, la donna dapprima schiva il contatto salvo poi capire che forse quello è l'uomo col quale poter finalmente coronare il suo sogno.
Naturalmente gli eventi faranno sì che tutto sembra andare per il verso giusto, ma poi , un po' il carattere problematico della ragazza, un po' le situazioni contingenti faranno sì che il lieto fine si allontani per poi esplodere, in maniera un po' frettolosa a dire il vero, nel finale.
La domanda che ci si pone guardando The Last Woman Standing è la seguente: come avremmo giudicato il film se non ci fosse stata nelle vesti di autentica padrona e mattatrice la magnifica Shu Qi ? Poche altre attrici avrebbero saputo e potuto dare spessore al personaggio come fa lei regalando un minimo sindacale di credibilità ad una storia molto debole e in alcuni tratti scontati.

venerdì 12 febbraio 2016

El Club ( Pablo Larrain , 2015 )




The Club (2015) on IMDb
Giudizio: 9/10

C'è una casa gialla vicino al mare nella località di La Boca in Cile, una pennellata di colore in un quadro plumbeo che sembra uscito dalla mente di un pittore crepuscolare e pessimista, un luogo che sembra essere il confine del mondo, isolato , dove il cielo è livido ed l'oceano rumoreggia senza tregua.
In quella casa vivono 4 uomini e una donna, i volti segnati da una dolorosa rassegnazione: sono preti accuditi da una monaca che la Chiesa ha deciso di esiliare lontano dal mondo per il loro passato intriso di peccati e nefandezze; una prigione al confine del mondo dove la vita è una ritualità abitudinaria scandita dai tempi dilatati fatti di pasti, preghiere e l'assiduo allenamento di un bellissimo levriero da corsa, i contatti con il mondo esterno sono proibiti, come se fossero degli untori che debbono espiare le loro colpe.


La apparente calma grigia viene spazzata via dall'arrivo di un quinto prete ospite della casa ,al cui seguito compare ben presto  un predicatore folle, un vagabondo che con precisione spietata e cantilenante elenca i racconti dettagliati dei soprusi sessuali che ha dovuto subire sin da ragazzino.
Il nuovo arrivato si spara alla testa incapace di sopportare quello che sarebbe diventato il suo inferno e ben presto nella casa gialla arriva il giovane gesuita inviato ad indagare sul fatto e soprattutto sugli ospiti, per capire il grado di pentimento raggiunto dai preti che hanno molestato ragazzini, appoggiato la dittatura di Pinochet, maltrattato minori e trafficato neonati.
Da qui in poi il racconto si fa durissimo, spietato, violento, per approdare alla triste conclusione che insabbiare e tacitare le cose è l'unico modus operandi che l'autorità ecclesiastica possiede, perpetrare nella sua dogmaticità incapace di accettare la fallibilità dell'Uomo.

giovedì 11 febbraio 2016

Spotlight [aka Il Caso Spotlight] ( Tom McCarthy , 2015 )




Spotlight (2015) on IMDb
Giudizio: 7/10

Questo recente scorcio di annata cinematografica ha segnato, tra gli altri, il tentativo di riproporre in pompa magna uno fra i generi classici del cinema americano, il film d’inchiesta giornalistica investigativa: se Truth di James Vanderbilt aveva clamorosamente mancato il bersaglio, Il Caso Spotlight di Tom McCarthy, presentato a Venezia 72 Fuori Concorso e carico di nomination per la imminente notte degli Oscar, di certo al bersaglio si è avvicinato molto di più.


Basato sugli eventi che hanno portato alla scoperta nel 2001 da parte dell’equipe giornalistica del Boston Globe denominata Spotlight di ripetuti abusi su minori da parte di preti della arcidiocesi di Boston a partire da decenni prima, che condusse gli autori al Premio Pulitzer e al clamoroso caso che sconvolse la credibilità della autorità ecclesiastica e del suo primate  la cui onda lunga è giunta fino ai giorni nostri, il film di Tom McCarthy con precisione asettica e priva di altre implicazioni racconta come il gruppo di giornalisti abbia portato al termine l’indagine nonostante le ovvie e immancabili ritrosie del potere clericale e di ambienti della giustizia che cooperarono con la chiesa locale per insabbiare il più a lungo possibile negli anni passati lo scandalo.

mercoledì 10 febbraio 2016

Design 7 Love / 相愛的七種設計 ( Chen Hung-I / 陳宏一 , 2014 )




Design 7 Love (2014) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

Può l'amore essere un grande disegno concepito come una opera d'art design? Un prodotto artificiale creato per illudere e tenere assieme due entità che si attraggono e si respingono con uguale forza contrastante?
Il perno intorno al quale ruota la storia di Design 7 Love è tutto in queste domande cui dare una risposta è impresa ardua, riuscita non molte volte nel mondo cinematografico.
Il regista taiwanese Chen Hung-I costruisce una trama esile, essendo il film tutto fondato sulle situazioni e sugli intrecci amorosi e professionali di sette personaggi che lavorano nell'ambiente del design appunto e tra i quali ben presto si insinua la complicanza amorosa che porta a sottili tradimenti, bugie e contrasti.


I personaggi di Design 7 Love vivono le loro aspirazioni professionali in maniera diversa: chi ormai disilluso convinto dell'incapacità delle persone a comprendere il suo stile, chi invece pervaso dall'estrosità e dalla stravaganza tipica del mestiere, chi insegue la sua soddisfazione personale da contrapporre alle delusioni amorose; insomma un coacervo di sentimenti e di aspirazioni che si scontrano nella vivace sede dell'azienda di design, a maggior ragione quando arriva una nuova professionista legata sentimentalmente nel passato ad uno dei disegnatori e quando il gruppo è chiamato a rinnovare il design di un grande albergo di Taipei.

martedì 9 febbraio 2016

Real ( Kurosawa Kiyoshi , 2013 )




Real (2013) on IMDb
Giudizio: 5.5/10

Nel 2013, dopo cinque anni di silenzio, cosa non usuale per lui, Kurosawa Kiyoshi torna alla regia dopo l'eccellente Tokyo Sonata , con Real, lavoro decisamente più coerente al suo consolidato stile cinematografico rispetto alla prova precedente.
Il film ha come base alcuni canoni vicini al J-horror, soprattutto i traumi del passato non risolti che tornano a galla, rivisitati però con la prospettiva tipica di Kurosawa, quella che ha nello spazio virtuale sospeso tra vita e morte, realtà e soprannaturale il suo traino.
A ciò aggiungiamoci uno dei temi che la cinematografia moderna propone con sempre maggiore frequenza, quello della possibilità di penetrare ed esplorare la coscienza di un altro soggetto e abbiamo così un impianto sul quale il regista giapponese muove il suo racconto.


Atsumi è una giovane scrittrice di mkanga che, in preda ad uno stress lavorativo tenta il suicidio, il giovane marito Koichi viene coinvolto dall'equipe medica che ha in cura la ragazza in un esperimento basato sull'uso di un macchinario che permette all'uomo di entrare nella coscienza della moglie per poter scoprire le motivazioni che la hanno condotta al gesto.
Durante gli incontri che avvengono in questo stato telepatico Koichi scopre che per la ragazza è fondamentale ritrovare un vecchio disegno di un pleisosauro che gli aveva donato da ragazzina.
Dopo numerose sedute in cui le due menti si incontrano, popolate da ologrammi digitalizzati che rappresentano i personaggi della loro vita, arriva il colpo di scena che stravolge tutto l'impianto narrativo rovesciando totalmente la prospettiva che fino ad allora si era costruita; quel disegno è il tramite col quale riaffiora dal passato un episodio angoscioso e rimosso e che scatena il dramma personale.

lunedì 8 febbraio 2016

Veteran ( Ryoo Seung-wan , 2015 )




Veteran (2015) on IMDb
Giudizio: 7/10

Quattro anni dopo il grande successo di The Berlin File il regista coreano Ryoo Seung-wan riesce a fare ancora di meglio: Veteran è stato infatti l'indiscusso trionfatore dell'annata cinematografica appena trascorsa piazzandosi al terzo posto nella classifica  dei film di più grande successo di sempre al botteghino del cinema coreano.
La scelta narrativa del regista è caduta ancora una volta su un film d'azione, sebbene molto distante dalla concitata spy story del precedente: Veteran è essenzialmente il racconto di un duello a distanza tra legge e malaffare, impersonificati dal detective Seo Do-cheol e dal giovane rampollo di una famiglia di magnati Jo Tae-ho arrogante , violento e molto incline a metodi ben poco ortodossi.


Nulla di originale quindi, tematiche abbastanza comuni , direi abusate, ma la bravura di Ryoo sta nel modo scelto di raccontare la storia.
Quando gli scagnozzi del riccone decidono di licenziare un gruppo di camionisti , uno di questi cerca di far valere i propri diritti e al termine di un drammatico e violento confronto l'uomo viene trovato moribondo in fondo alle scale: tentativo di suicidio o tentato omicidio maldestro? 
Il detective Seo, che è tipo dai modi spicci e decisi e che affronta i casi che gli si presentano in maniera spesso stramba e ben poco convenzionale, decide di indagare ben sapendo che ciò lo porterà al confronto con la potente organizzazione guidata dal giovane riccastro, il quale da parte sua è privo di ogni reverenza verso la giustizia, forte del suo potere finanziario.

Sangue del mio sangue ( Marco Bellocchio , 2015 )




Blood of My Blood (2015) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

E' nel buen retiro di Bobbio, dove Marco Bellocchio ha istituito il suo laboratorio-scuola cinematografica, che si svolge il racconto bicefalo di Sangue del mio sangue, l'ultima fatica del regista italiano, uno tra le personalità del nostro mondo cinematografico rimasta a testimoniare il passaggio dall'epoca d'oro del cinema a quella moderna tutt'altro che  indimenticabile; è proprio nella sua cittadina natale che prende il via la storia ambientata nel 600 che vede protagonista una monaca accusata di stregoneria che col suo patto satanico avrebbe sedotto e portato a morte per suicidio un prete, il cui fratello, uomo d'armi e d'onore, vuole riabilitare permettendogli così una sepoltura cristiana. 


Il prode Federico però è circuito dalla monaca che deve superare i più atroci supplizi per dimostrare la sua innocenza: vendetta e seduzione, rimorso e passione si impadroniscono dell'uomo , ma la legge ecclesiastica è spietata e non accetta debolezze; la monaca sarà murata viva e vivrà nell'angusto spazio per espiare le sue colpe.
Cinquecento anni dopo il convento che fu il teatro di quella storia è diventato quasi un rudere al cui interno vive nascosto un misterioso conte che come un anacoreta ha abbandonato il mondo per vivere segretamente isolato, in contatto solo coi membri di una misteriosa società che sembra governare le sorti del piccolo centro urbano.
A quella porta bussa un presunto ispettore della Regione intenzionato a vendere il rudere ad un misterioso magnate russo; stavolta sarà la forza del potere occulto , del sottobosco dell'intrallazzo italico a mettere le cose a posto.

domenica 7 febbraio 2016

Two Thumbs Up / 衝鋒車 ( Lau Ho-Leung / 劉浩良 , 2015 )




Two Thumbs Up (2015) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

Di ladri che si travestono da poliziotti per portare a termine il loro colpo è pieno il Cinema di tutti i tempi, ma una banda di cialtroni ladruncoli che si travestono da poliziotti e che si scontrano con un'altra banda di delinquenti ben più seri e cattivi è evento che raramente si è visto sullo schermo.
Ed è proprio intorno a questo punto nodale che si costruisce la storia di Two Thumbs Up, esordio alla regia di Lau Ho-Leung, buone prove da sceneggiatore alle spalle.


I quattro compari che escogitano l'idea geniale di travestirsi da poliziotti, modificare un pulmino fino a renderlo simile a quello della polizia , rubando ovviamente i pezzi di carrozzeria, per mettere a segno il colpo sono personaggi naif, che sembrano usciti da un'altra epoca: capelli stile british anni 70-80 ( alla Rod Stewart per capirsi), giacche in pelle da rocker, camicie a fiori, palla da bowling sempre al seguito perchè quello è il loro passatempo preferito, quattro personaggi legati da una lunga amicizia e da una bella serie di fallimenti, ognuno con delusioni ,rimpianti e rimorsi sulle spalle ma che affrontano la vita con lo spirito degli avventurieri romantici, scoprendosi , alla fine, ben più positivi e galantuomini di quanto essi stessi possano credere.
Il colpo da mettere a segno è quello di intercettare un pulmino che trasporta un cadavere pieno di soldi, sistema che utilizza una organizzazione criminale per trasferire illegalmente denaro ad Hong Kong, ma quando è il momenti di agire troveranno sulla strada una banda di criminali che alle pistole finte e alla strafottenza dei nostri eroi si contrappone coi kalashnikov e con una spietatezza inusitata.

giovedì 4 febbraio 2016

Socialphobia ( Hong Seok-jae , 2014 )




Socialphobia (2014) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

L'interessante esordio alla regia del  coreano Hong Seok-jae è un lavoro indipendente che si affida per il suo svolgimento a due consolidati pilastri narrativi: da un lato l'aspetto socio-antropologico dell'epoca internettiana dei social e delle comunità virtuali, dall'altro il thriller che si costruisce intorno alla  morte di una componente di questo ambiente giovanile tutto incentrato su chat, social network e comunità on line.


Quando una giovane donna viene trovata impiccata proprio da coloro che hanno messo in piedi una sorta di spedizione punitiva contro di lei, rea di avere insultato e denigrato l'ambiente militare, un gruppo di giovani di quelli che vivono con lo smartphone perennemente incollato agli occhi si trovano ad indagare per proprio conto, con la speranza che la morte non sia un suicidio dettato dai loro comportamenti verso la vittima, bensì un omicidio scaturito per chissà quali misteriosi motivi.
Per due di loro poi la ricerca diventa addirittura vitale in quanto sono allievi della scuola di polizia e il fatto potrebbe compromettere irrimediabilmente la loro carriera: trovare un assassino a tutti i costi per salvare se stessi.
Dal punto di vista dell'analisi sociale Socialphobia funziona abbastanza bene: sostenuto da una scelta narrativa che tende a privilegiare anche visivamente l'ambiente delle chat, la pellicola ci mostra la deriva che le personalità dei protagonisti può assumere allorchè la confusione tra mondo reale e virtuale diventa incontrollabile.

martedì 2 febbraio 2016

The Fourth Man [aka Cetvrti covek ] ( Dejan Zecevic , 2007 )




The Fourth Man (2007) on IMDb
Giudizio: 8/10

Quando dopo due mesi di coma il Maggiore Lazar riacquista coscienza il mondo intorno a lui è una piccola stanza di ospedale nella quale si muovono fugaci ombre e dalla quale provengono suoni indistinti, man mano che il cervello si rimette in moto l'uomo inizia a vedere le cose con una crescente chiarezza; il suo cervello è però una tabula rasa, la pallottola che lo ha attraversato non ha messo fine alla sua vita ma gli ha lasciato una amnesia totale.
L'uomo accanto a lui è il suo sedicente amico nonchè commilitone e superiore che lo rimette in moto nella realtà che gli appartiene: Lazar è vivo per miracolo, qualcuno gli ha sparato in testa dopo avere ucciso la moglie ed il figlio quindicenne, ma per il resto una nebbia profonda nasconde quanto è successo.


Dall'altra parte c'è anche un misterioso ispettore che sembra interessato alle sorti del protagonista, anche lui cerca di squarciare il velo che ricopre la memoria dell'uomo che piano piano attraverso dolorosi e rapidissimi flashback sembra in grado di ricordare in maniera frammentaria qualcosa; l'incontro con Teodora, quella che fu la sua amante, riaccende un altro piccola porzione del suo cervello.
Lazar decide quindi di scoprire come siano andate le cose, affidandosi ai piccolissimi frammenti di memoria e a quanto riesce a carpire dai suoi interlocutori: il suo sarà un viaggio nel dolore e nel rimorso , uno specchiarsi in aberrazioni ed in atrocità, col rischio di rimanere schiacciato da eventi più grandi di lui.

lunedì 1 febbraio 2016

The Hateful Eight ( Quentin Tarantino , 2015 )




The Hateful Eight (2015) on IMDb
Giudizio: 9/10

Il logo vintage e stilizzato della casa di produzione con su stampata una carrozza che corre veloce, parte L’Overture composta da Ennio Morricone, il rosso del logo lascia spazio alla distesa bianca tra le montagne del Wyoming, il piano sequenza mostra una diligenza trainata da sei cavalli che si fa strada nella neve sotto lo sguardo di un goffo Cristo in croce piegato sotto il peso della neve: ecco l’apertura , in un meraviglioso 70 mm, del nuovo lavoro di Quentin Tarantino, western puro, di quelli dal sapore antico ed epico.
Nella locanda di Minnie, una stazione di posta per diligenze lungo la strada per Red  Rock, si incontrano otto personaggi, il caso li fa ritrovare lì, e nello stanzone dove trovano riparo dalla tempesta di neve il film nasce, cresce, raggiunge il climax e muore.


Raccontare la trama di The Hateful Eight è esercizio inutile oltre che dannoso: basti questo minimo accenno dettato dal fato, otto personaggi, tutti col loro carico di odio che li rende anche odiosi, in uno spazio chiuso che il 70 mm ha il potere però di dilatare ben oltre le dimensioni geometriche.
Questa non sarà un recensione “classica” , proprio per quanto appena detto, anche perché forse come mai, il lavoro di Tarantino è questa volta una esperienza visiva che prevede un patto tacito tra chi guarda e il regista stesso ed i suoi personaggi: creare una empatia altrimenti impossibile, considerato lo spessore dei personaggi; viceversa questa sarà un recensione che vuole in pochi punti descrivere come il cinema di Tarantino sia tutto racchiuso nelle poco più di tre ore lungo le quali si dipana la lunga giornata presso l’emporio di Minnie, scandita dagli immancabili capitoli di cui si compone l’opera.
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