Giudizio: 5/10
Sophie Deraspe rappresenta una delle figure di avanguardia del cinema canadese francofono, e, portandosi sul groppone il premio ricevuto a Toronto come migliore opera del cinema canadese, presenta alla Festa del Cinema di Roma Antigone, (molto)personale rilettura della tragedia greca di Sofocle.
Protagonista del racconto è una giovane immigrata da un qualche paese arabo sconvolto dalla guerra di nome Antigone appunto; la ragazza che vive coi due fratelli e con un altra sorella insieme alla nonna, visto che i genitori sono morti durante la guerra, diventa l’eroina , come nella tragedia, che lotta contro la legge e contro la morale per difendere l’integrità della famiglia dopo che Eteocle, uno dei fratelli, affiliato ad una banda di criminali arabi viene ucciso dalla polizia durante l’arresto di Polinice , l’altro fratello.
Nonostante un alacre quanto odioso poliziotto le metta di fronte il vero volto dei due fratelli (uno uno spacciatore di buon rango, l'altro un delinquentello da quattro soldi ancora in fase di apprendistato), Antigone non viene meno a quello che sembra la sua missione: mantenere l'integrità della famiglia, proteggere la nonna e i fratelli da un altro sconvolgimento, dopo l'approdo da rifugiati in Canada.
Antigone sfida la legge, sfida le regole, sfida le convenzioni per affermare il suo valore che risiede nell’unità della famiglia da difendere a tutti i costi anche di fronte alle azioni criminose dei fratelli, a maggior ragione quando viene messa di fronte alla scelta tra diventare per sempre cittadina canadese, rinnegando in qualche modo il fratello carcerato; ma soprattutto sembra essere l'unica in grado di portare questo fardello.
La ragazza diventerà una eroina della sua generazione, dei suoi compagni di scuola , dells sue amiche carcerate insieme a lei, diventa ispirazione per murales e magliette, siamo vicini quasi alla beatificazione laica, che suona molto di forzatura narrativa.