lunedì 31 marzo 2014

Hello Babies / 六福喜事 ( Vincent Kok / 谷德昭 , 2014 )

Giudizio: 5.5/10

Puntuale come ogni anno arriva l'infornata di lavori che vedono la luce in corrispondenza del Capodanno cinese: tra questi non potevano mancare l'appuntamento Raymond Wong (produttore) e Vincent Kok (regista).
Lo sappiamo, i film che escono in questo periodo di festa in Cina sono lavori che con un po' di ardimento potrebbero esser accostati ai nostri squallidi cinepanettoni, con una sola, piccola, ma fondamentale differenza: registi e cast in genere considerano questi lavori come una sorta di tradizione e vi si cimentano nomi che per il resto dell'anno sono le colonne portanti di quella cinematografia; insomma una buona occasione per mettere su pellicole senza grande pretesa che rimpinguano le tasche dell'industria della celluloide.
Hello Babies è , in tal senso, perfettamente in linea con la tradizione: commedia brillante costruita su tematiche popolari e in cui la parte del leone la fanno le prove degli attori; film da famigliola al completo con tanto di popcorn e conforti vari.
La storia del film gira intorno al tema della maternità e della paternità, con tanto di paffutelli bamboccetti che ispirano tenerezza e simpatia.

sabato 29 marzo 2014

Why don't you play in Hell ? ( Sono Sion , 2013 )

Giudizio: 8/10

Nato da una sceneggiatura dello stesso regista datata ben oltre il decennio e che doveva fungere da impalcatura per un action movie, Why don't you play in hell ? ci restituisce il lato di Sono che più di ogni altro ne fa un regista originale: il gusto per l'eccesso e per l'iperbole che sconfinano nell'anarchia narrativa sommersa dal fiume di immagini.
Era dai tempi di Love Exposure che il regista giapponese non appariva così estremo e dissacrante avendo negli ultimi anni optato per storie più lontane dai suoi modelli abituali, spesso senza raggiungere risultati particolarmente apprezzabili.
E' curioso il fatto che questo lavoro esca un anno dopo The Land of Hope che dal punto di vista stilistico, nella sua classicità, sta agli antipodi del suo credo cinematografico.
Raccontarne anche per sommi capi la storia è impresa ardua tanto incalzante e zigzagante è la sceneggiatura che si basa su una lotta senza confine tra due boss della yakuza e i loro clan in mezzo ai quali si interpone una troupe cinematografica alla ricerca da 10 anni del capolavoro che segni la storia del cinema; la bipartizione narrativa si svolge su piani paralleli per gran parte del film fino a quando , e siamo alla ultima mezzora , il Dio del cinema fa incrociare i due sentieri.

venerdì 28 marzo 2014

Baby Blues / 诡婴吉咪 ( Leong Po-Chih / 梁普智 , 2013 )

Giudizio: 4.5/10

Ormai ultrasettantenne e dopo circa vent'anni Leong Po-Chih torna a dirigere un film Hkese, lui che all'esordio nell'ormai lontano 1976 fu dichiarato come personaggio d'avanguardia della New Wave di Hong Kong. Dopo avere girovagato con fortune alterne tra Gran Bretagna e Stati Uniti , il ritorno all'origine si concretizza in un thriller piuttosto deludente, ad impatto prevalentemente commericale ad uso e consumo dei fans di Raymond Lam , mattatore del film.
Trama semplice: una giovane coppia va a vivere in una bella casa, al di fuori della quale alberga un barbone che si preannuncia subito come un uccello del malaugurio profetizzando che ben presto avrebbero dovuto scappare da quel luogo.
Arrivano due gemelli , di cui uno muore subito dopo il parto e nel frattempo la casa , nonostante le assicurazioni del venditore che millanta un Feng Shui ultrafavorevole , inizia a dare segni di strane presenze e di una aura maledetta, soprattutto per la presenza di una orribile bambola lasciata dal precedente proprietario e cha la giovane nuova inquilina ha voluto tenere per sè con grande soddisfazione.

giovedì 27 marzo 2014

Lo Sconosciuto del Lago ( Alain Guiraudie , 2013 )

Giudizio: 5/10

Uno spiazzo sterrato tra gli alberi che funge da parcheggio, un breve sentiero nel bosco che porta ad una pietraia scoscesa che funge da spiaggia di un tranquillo angolo di un lago della Provenza, uomini nudi distesi al sole pronti ad aguzzare lo sguardo e a dare segni di vita solo quando arriva qualcuno in spiaggia, un corpulento uomo solitario che guarda lo specchio d'acqua , lunghe nuotate nel silenzio rotto solo dallo sciabordio delle piccole onde, escursioni nel bosco umbratile alla ricerca di occasionali rapporti consumati in fretta tra preservativi usati, cartacce ed aghi di pino, passioni che esplodono alla sola vista di corpi abbronzati, onanisti voyeur; poi c'è un morto ripescato, la passione diventa quasi ossessione e ricerca di qualcosa di più completo, la gelosia affiora e si scivola dal morboso al tentativo di thriller a tinte chabroliane.
Tutto ciò è Lo Sconosciuto del Lago, tralasciando le esplicite scene di sesso omosessuale con tanto di particolari anatomici ben ostentati.

mercoledì 26 marzo 2014

The Land of Hope ( Sono Sion , 2012 )

Giudizio: 7.5/10

Lo tsunami che colpì il Giappone nel 2011, con la conseguente catastrofe nucleare di Fukushima, è stato senza dubbio l'evento più drammatico che ha investito il paese dai tempi della bomba atomica di Hiroshima e Nagasaki e proprio sul ricordo di quell'evento ha rinfocolato le paure e il terrore che mai avevano del tutto abbandonato il Giappone post-atomico. Nel Cinema l'evento ha portato a frequenti riferimenti raccontati nelle maniere più svariate, proprio perchè l'arte cinematografica in Giappone è sempre stata molto legata alle tradizioni popolari e agli umori sociali del paese.
Che un evento del genere fosse affrontato anche da un regista sempre "eccessivo" ed estremo come Sono Sion non stupisce, già lo fece con Himizu in cui le paure post Fukushima erano raccontate sullo sfondo a complemento di un racconto come sempre crudo e sarcastico sulla società nipponica; con The Land of Hope il regista di Strange Circus riesce però a stupire ancora una volta, in direzione diametralmente opposta a quella a lui usuale. Tralasciando gli eccessi , le ossessioni e i voyeurismi Sono dirige un film che si ispira totalmente alla grande epopea del cinema classico giapponese: il risultato è una opera non solo singolarmente stupefacente da questo punto di vista, perchè fuori dalle consuete corde del regista, ma perchè ci mostra un ribaltamento quasi totale delle prospettive che in tanti lavori precedenti abbiamo visto narrate.

martedì 25 marzo 2014

The Four 2 /四大名捕2 ( Gordon Chan / 陈嘉上 , Janet Chun / 秦小珍 , 2013 )

Giudizio: 5.5/10

Secondo episodio di una annunciata trilogia ispirata ai quattro supereroi al servizio della giustizia e dell'integrità dell'Impero, anche questo diretto dalla medesima coppia Gordon Chan-Janet Chun, The Four 2 soffre però di quella che sembra essere una costante caratteristica dei racconti plurisegmentari cinematografici: troppa è l'impressione tangibile che questo secondo capitolo costituisca solo e soltanto un ponte che tiene insieme il primo, decisamente migliore e l'ultimo, già quasi pronto in cui tutto avrà fine e quindi, si presume, pirotecnico.
La scelta che i registi mettono in campo è quella di privilegiare l'approfondimento dei personaggi attraverso un racconto che affonda le sue origini nel passato e che vede coinvolti ,in varia misura, tutti e quattro i protagonisti più il loro mentore e guida.
Dei recenti omicidi sembrano misteriosamente legarsi a quelli di un passato lontano e la figura del carismatico Zhuge Zhongwen appare come la chiave per giungere alla soluzione del mistero: lui sa bene come stanno le cose , ma non vuole e non può risolvere il tutto con poche parole perchè questo potrebbe minare la solidità dello speciale gruppo di investigatori.

lunedì 24 marzo 2014

Tokyo Park ( Aoyama Shinji , 2011 )

Giudizio: 6/10

Al Festival di Locarno del 2011 inventarono appositamente un riconoscimento speciale per il film e l'opera omnia del suo autore, stabile frequentatore delle kermesse cinematografiche europee che contano; Tokyo Park di Aoyama Shinji non è però certo la migliore opera del regista nipponico, tutt'altro; non che il film non sia valido sotto certi aspetti, in primis la accurata regia, ma nel suo complesso appare come qualcosa che si avvicina tremendamente al classico guazzabuglio.
C'è qualcosa infatti nella pellicola che cresce e si sgonfia in continuazione seguendo un ritmo pacato e che troppo spesso fa approdare la storia su lidi manieristici.
Cosa rimane alla fine della visione di Tokyo Park ? L'impressione di avere assistito ad una dissertazione, appunto troppo di maniera, sull'amore e sulle sue forme relazionali che parte da un personaggio centrale, fin troppo centrale a dire il vero, il giovane Koji, fotografo per passione, barista di professione, che armato con le sue fotocamere un po' vintage (ma c'è un perchè) gira per i parchi di Tokyo a riprendere con fare vouyeristico scene di famiglia previa autorizzazione naturalmente ( e qui le possibili citazioni si sprecano).

sabato 22 marzo 2014

Her [ aka Lei ]( Spike Jonze , 2013 )

Giudizio: 7.5/10

Pianeta terra, tra qualche anno neppure troppo distante: la deriva autistica dell'uomo è inarrestabile, neppure il tempo e la voglia di scrivere due parole al proprio genitore o alla propria moglie, c'è qualcuno che lo fa per te.
Theodore è uno di questi scrittori su procura, bravo nel suo lavoro, solitario, quasi estraniato dal mondo che lo circonda; ha scelto una vita quasi anocoretica seppur con il conforto di tutti gli agi che la tecnologia porta con sè: computer legati con un cordone ombelicale che svolgono tutte le normali attività, compreso quella di scandagliare nelle chat per solitari dove rimediare un fugace rapporto pseudosessuale virtuale.
Theodore aveva una moglie, ma il confronto perenne lo ha portato a richiudersi ancora di più nella sua apparente sicurezza del mondo interiore, anche se il ricordo della donne è sempre vivo, come una occasione perduta irrimediabilmente.
All'improvviso nella vita quotidiana piomba il nuovo sistema operativo delle meraviglie: un computer che sembra avere una anima, una capacità cognitiva e di relazione che ne fa un surrogato di un essere umano: Samantha è il nome che il sistema operativo ha scelto per sè nel momento in cui Theodore decide di volersi avvalere di una voce femminile.

venerdì 21 marzo 2014

Commitment ( Park Hong-soo , 2013 )

Giudizio: 6.5/10

Myung-hoon ha la possibilità di poter lasciare il campo di lavoro in Nord Corea insieme alla sorella adolescente: l'offerta gli viene fatta dopo che il padre è morto in missione dall'altra parte del confine; per il giovane diciottenne è l'ultima via per una vita migliore, fuori dal baratro della prigionia.
Il patto prevede che debba compiere una operazione a Seoul, finita la quale sarà libero , lui e la sorella.
Dopo due anni di addestramento il giovane viene inviato in Corea del sud sotto le mentite spoglie di profugo, come copertura una famiglia di spie del nord lo adotta come figlio, con tanto di iscrizione in un liceo.
Il giovane è sì spia efficiente e ben addestrata, ma pur sempre poco più che adolescente per cui a scuola nasce una simpatia con una coetanea che lui difende dagli immancabili bulli.
Quello che Myung-hoon non sa è che la sua missione fa parte di una guerra intestina sorta all'interno dell'esercito e dei servizi segreti del Nord, proprio in concomitanza della morte del presidente Kim Jong-il; ben presto si troverà tra una selva di nemici, alcuni ordinari, come le forze sud coreane, altri invece inaspettati come i suoi connazionali.

giovedì 20 marzo 2014

My Lucky Star / 非常幸运 ( Dennie Gordon , 2013 )

Giudizio: 5/10

Sophie è tornata ! Evviva Sophie ! Ma attenzione a non confondere il personaggio con l'attrice: i fans della Zhang Ziyi brillante e romantica troveranno in My Lucky Star più di una occasione per rallegrarsi, ma la Sophie di Revenge era un'altra cosa.
La star cinese qui in veste di produttore, produttore esecutivo e protagonista indiscussa incrocia la sua strada con la regista americana Dennie Gordon, attiva soprattutto nel campo dei programmi televisivi ( e si vede...), mettendo così in atto una delle prime joint venture cinematografiche in cui è chiarissima la deriva che certo cinema commerciale cinese ha intrapreso.
My Lucky Star è il prequel di Revenge in cui Sophie è ancora una giovane cartoonist in cerca di gloria che lavora in un call center e che passa il tempo a sognare ad occhi aperti tramutando il tutto in fumetti grondanti romanticismo smielato.

mercoledì 19 marzo 2014

Personal Tailor / 私人订制 ( Feng Xiaogang / 冯小刚 , 2013 )

Giudizio: 7/10

Passati i fasti del dramma bellico 1942, Feng Xiaogang si cimenta in una commedia dal forte sapore satirico che offre una lettura personale, anche se basata su situazioni abbastanza convenzionali, della società moderna cinese.
Personal Tailor è un lavoro impostato come le più classiche commedie brillanti hollywoodiane, con una estetica molto ricercata, un cast ben affiatato ed una morale di fondo ben precisa; quello che rende il film di Feng apprezzabile è sicuramente lo sguardo beffardo che il regista utilizza per raccontare quelle che sono le principali ossessioni del cinese moderno tra loro variamente intrecciate: potere, corruzione, denaro e arte.
Una agenzia è in grado di poter trasformare in realtà , almeno per un limitato periodo di tempo , i desideri e i sogni delle persone: quattro indefessi professionisti lavorano a ciò, ognuno dedicato ad un particolare campo.

martedì 18 marzo 2014

Borgman ( Alex van Warmerdarm , 2013 )

Giudizio: 5.5/10

" E scesero sulla terra per rafforzare il proprio essere" : con questa frase sovrascritta inzia Borgman dell'olandese Alex van Warmerdarm, cui segue una frenetica caccia all'uomo da parte di alcuni uomini tra cui un prete con tanto di fucile.
Come prologo non c'è male, anche se quella sovrascritta, il prete armato e i lunghi bastoni appuntiti di cui è armato il piccolo manipolo di cacciatori indirizza subito verso una idea ben precisa.
Chi sono questi uomini e donne che vagano per la campagna olandese e nelle piccole città linde e pulite?
Uno di essi Camiel Borgman si introduce furtivamente nella vita della classica famiglia benestante: bella casa con giardino, figlioletti biondi e belli, babysitter alla pari, una coppia che sembra non avere problemi e vivere la sua vita felicemente.
Ma l'arrivo di questo uomo, dall'aspetto di un barbone che chiede di fare un bagno, dapprima respinto dal marito, poi accolto di nascosto dalla moglie, ed infine assunto sotto le mentite spoglie di un giardiniere è l'inizio di un processo di deflagrazione famigliare inarrestabile.

domenica 16 marzo 2014

SDU Sex Duties Unit /飞虎出征 ( Gary Mak Wing-Lun / 麦咏麟 , 2013 )

Giudizio: 5.5/10

Seppur camuffata dietro il ruolo di sceneggiatore e di produttore la firma di Pang Ho-Cheung c'è tutta e si vede: SDU Sex Duties Unit è infatti film che per chi conosce bene il regista di Exodus, contiene molti riferimenti ai suoi lavori; Gary Mak crea un lavoro che finisce dritto dritto nella scia di quel Vulgaria che tanto ha diviso la critica e gli ammiratori di Pang: stessa commistione tra commedia a forte tinte demenziali e Cat III, in uno strenuo tentativo di dare fiato ad un genere, quale quello della commedia brillante HKese, che più di ogni altro ha subito la progressiva omologazione del cinema di Hong Kong con quello mainlander.
La SDU team B è una squadra speciale di riserva formata da una sorta di reietti del ben più prestigioso team A, essendo quest'ultima impegnata in una competizione in America tra le forse speciali di tutto il mondo, la squadra di scarsi viene inviata a risolvere un caso ridicolo e grottesco che giunge a risoluzione da solo tanto maldestro è il ladro protagonista.

venerdì 14 marzo 2014

Backwater ( Aoyama Shinji , 2013 )

Giudizio: 8/10

Aoyama Shinji è uno dei personaggi più poliedrici del panorama culturale giapponese: dapprima aiuto regista, fra gli altri, di Kurosawa Kiyoshi, sceneggiatore, musicista, regista televisivo, romanziere , critico cinematografico, ha all'attivo come regista più di una dozzina di lavori, spesso presenti nei più importanti Festival Europei; se a ciò uniamo il fatto che i suoi primi passi nell'attività di aiuto regista sono stati in produzioni europee , è facile comprendere come il suo profilo artistico  sia di quelli molto ricercati non solo ad oriente.
Il suo ultimo lavoro Backwater, tratto da un romanzo di Tanaka Shinya, è ambientato sul finire degli anni 80, nella provincia giapponese e racconta la storia di un diciassettenne che vive diviso tra la casa paterna e quella materna: i due genitori sono separati e il padre ha una nuova giovane convivente; dai racconti della madre e da quello che Toma inizia a vedere con i propri occhi, il padre appare subito come una sorta di pervertito sessuale , specializzato nel picchiare le sue partner durante l'atto sessuale. Quando il giovane Toma inizia le sue pratiche erotiche, spinto dai normali impulsi sessuali della sua età, ha il timore, che nel contempo provoca eccitazione, di essere il degno figlio del padre, quasi che attraverso una tara genetica la sessualità violenta  possa essere stata trasmessa a lui dal genitore; la madre, una monca da una mano persa in guerra, mette in guardia il ragazzo , il quale inizia a vivere con angoscia la situazione, anche perchè non si riesce a rendere conto di come nessuna donna si ribelli alle angherie del padre.

giovedì 13 marzo 2014

The Incredible Truth / 人間蒸發 ( Sam Leung Tak-Sum / 梁德森 , 2013 )

Giudizio: 5.5/10

Completamente ambientato in Giappone, il thriller-mistery-dramma di Sam Leung è uno di quei lavori che si usa inserire tra le occasioni perse: miscela di buone intuizioni e maldestre cadute The Incredible Truth lascia la sensazione di un film che riesce a cotruirsi bene strada facendo ma poi altrettanto facilmente si sgonfia fino all'ovvio.
Wei Ling, affermata truccatrice, parte per il Giappone alla ricerca della sua amica attrice Jia Jia in viaggio con il suo fidanzato giapponese; l'unica traccia che la ragazza le ha lasciato prima di perdere i contatti con lei è un albergo tra le montagne di proprietà della famiglia del fidanzato.
Giunta nell'albergo isolato non c'è traccia della ragazza, mentre è chiarissimo da subito l'ambiente misterioso e ostile che permea l'albergo, condotto con fare matriarcale dalla madre del giovane giapponese fidanzato che nel frattempo è andato fuori di testa.
Anche Wei Ling tanto normale non è visto che possiede dei poteri sensoriali premonitori ed inoltre il Giappone riaccende in lei una vecchia ferita mai guarita.

mercoledì 12 marzo 2014

Voice of a murderer ( Park Jin-pyo , 2007 )

Giudizio: 7/10

Ispirato ad uno dei tanti episodi di sparizione e uccisione rimasti irrisolti avvenuti in Corea, Voice of a Murderer di Park Jin-pyo, ricalca , a quattro anni di distanza, le tematiche che Bong Joon-ho descrisse mirabilmente in Memories of murders: il figlioletto di un famoso anchorman televisivo sparisce nel nulla, ben presto arrivano telefonate da parte del rapitore che chiede soldi in cambio del rilascio del ragazzino; il gioco a gatto e topo durerà più di 40 giorni durante i quali i genitori cercheranno disperatamente di compiere ogni gesto per riportare a casa il figlio, compreso schivare le grossolane e grottesche inefficienze della polizia che ha come unica traccia solo la voce del rapitore intorno alla quale vedono la luce i primi tentativi , goffi a dire il vero, di introduzione la tecnologia nell'attività forense
Secondo un consolidato clichè sempre in bilico tra thriller e dramma, ma con chiari e forti riferimenti sociali, Voice of a murderer si dipana in un racconto dove la tensione è sempre presente, in cui accanto alla progressiva follia che deriva dall'impotenza dei genitori, si assiste alla parata di inettitudine di poliziotti incapaci e rozzi, cardine immancabile dei film di genere, da cui scaturisce una immagine delle autorità pienamente negativa contrapposta ai proclami politici che assicurano la popolazione di fronte a simili episodi.

domenica 9 marzo 2014

Firestorm / 风暴 ( Alan Yuen Kam-Lun / 袁锦麟 , 2013 )

Giudizio: 5.5/10

La tempesta sta per abbattersi su Hong Kong, ma quello che si appalesa non è il temuto evento metereologico, bensì una tempesta di fuoco scatenata da una sofisticata e spietata banda di ladri di alto bordo che con dispendio di armi e tecnologie mette in ginocchio la città e la polizia.
Nei ranghi delle forze dell'ordine a coordinare le operazioni c'è l'ispettore Lui, un veterano e stimato poliziotto che ben presto si rende conto che con i metodi convenzionali non è possibile sconfiggere il nemico: mancano le prove per incastrare chi muove le fila, il sistema dell'infiltrato fallisce miseramente causando la morte di un vecchio conoscente e amico di Lui, motivo per cui quest'ultimo si convince di superare la linea della legalità e di giocare sporco.
La sottilissima trama narrativa di Firestorm è tutta qui, arricchita solo dal tribolato rapporto tra uno dei banditi e la sua ragazza che lo vorrebbe fuori per sempre dal giro delinquenziale.
Neppure il tutto d'un pezzo Lui sembra essere troppo angosciato dalla accettazione della sconfitta della legalità, ma Firestorm non cerca nulla di questo: è la sublimazione dell'action movie frenetico, quasi surreale in cui nulla sta mai fermo.

sabato 8 marzo 2014

Something Good [ aka The Mercury Factor ] ( Luca Barbareschi , 2013 )

Giudizio: 6/10

Matteo è un losco trafficante di alimenti contraffatti, privo di scrupoli al punto di mercanteggiare pesce radioattivo come bibite addizionate con pesticidi con la stessa tranquillità di un venditore di libri; quando la Guardia di Finanza sta per mettergli le mani addosso si rifugia ad  Hong Kong dove la sua ambizione e la sua assoluta mancanza di etica viene ben vista da una multinazionale che si occupa di traffico di alimenti in tutto il mondo. Il mercato da conquistare è quello africano attraverso le OMG cui appioppare latte in polvere fatto con tutto tranne che con il latte vero.
L'incontro con una giovane donna , ferita nel profondo dalla morte del figlio per una intossicazione da bibita contraffatta , che gestisce con spirito da rivalsa un ristorante in cui si cucinano con cura cibi genuini, e verso la quale prova da subito una attrazione è la svolta della sua vita: quando i compari cominciano a cadere come le mosche intorno a lui, sarà la donna a salvarlo, mentendo, e ben presto si renderà conto di essere caduto in una trappola.
I due , ovviamente , sono vicendevolmente all'oscuro delle rispettive storie personali , ma l'amore che nasce diventa per Matteo una via per la redenzione e per la donna un legame che scacci la sua solitudine.

venerdì 7 marzo 2014

Mandariinid [ aka Tangerines ] ( Zaza Urushadze , 2013 )

Giudizio: 8/10

La guerra in Abkhazia del 1992-93 è stato uno dei quei conflitti bellici dimenticati e sporchi cha hanno contrassegnato il disfacimento dell'impero sovietico allorquando questo si suddivise nelle varie repubbliche sovrane che lo componevano originariamente.
Quella guerra che si combattè in territorio che politicamente apparteneva alla Georgia vide contrapposti da una parte l'esercito regolare georgiano e dall'altra una variegata coalizione composta dai separatisti della piccole repubblica caucasica, l'esercito russo e gli immancabili mercenari ceceni in nome di una fratellanza religiosa.
All'inizio della guerra le piccole comunità neutrali presenti nel paese tornarono precipitosamente nei loro paesi d'origine, compresa la piccola enclave estone che popolava dei piccoli villagi montani.
In uno di questi villaggi è ambientata la storia raccontata dal georgiano Zaza Urushadze: solo Ivo e Margus scelgono di rimanere nelle loro case, separandosi dalle famiglie tornate in patria, il primo per una sorta di legame morboso con la terra il secondo in attesa di poter raccogliere i mandarini dai suoi alberi e  racimolare i soldi per tornare in Estonia.

mercoledì 5 marzo 2014

Gravity ( Alfonso Cuaron , 2013 )

Giudizio: 7.5/10

Non possiederà la magniloquenza visionaria di 2001 Odissea nello spazio , nè il misticismo di Solaris, ma Gravity di Alfonso Cuaron, recente razziatore alla serata degli Oscar, è comunque un film destinato a lasciare una traccia , immediata nello spettatore durante e dopo la visione e, probabilmente più duratura, nel panorama cinematografico nel quale erano moltissimi anni che non si vedeva un film con al centro il tema dello "Spazio" trattato con tanta efficacia.
Per circa i tre quarti del film, la solitudine dell'unica sopravvissuta ad un incidente dello Shuttle mentre è in orbita intorno alla terra, infonde uno stato di angoscia che trae origine da molteplici aspetti.
Lo spazio raccontato da Cuaron è qualcosa che si avvicina nel suo concetto intrinseco di infinito alla morte: e l'uomo di fronte allo spazio siderale scopre la sua incapacità a poterlo in qualche modo amministrare, nonostante le orbite intorno alla terra tanto deserte non sono visto che vediamo succedersi nel film laboratori spaziali, tutti abbandonati e alla deriva nel nulla, cinesi , russi e americani; un ecumenismo scientifico che scopre prima di tutto la sua sconfitta.

martedì 4 marzo 2014

The Great Passage ( Ishii Yuya , 2013 )

Giudizio: 6.5/10

The Great Passage , film scelto per rappresentare il Giappone agli Oscar del 2014, è diretto da Ishhi Yuya di cui conserviamo il non molto radioso ricordo di Mitsuko Delivers visto due anni orsono al FEFF di Udine: perseverando nel suo stile a tratti trasognato e quasi sospeso nel tempo e nello spazio, il giovane regista giapponese ci racconta , partendo dal 1996, la storia della stesura di un nuovo dizionario da parte di un piccolo manipolo di studiosi di una casa editrice; la finalità del dizionario è quella di "traghettare attraverso il mare" la lingua su lidi moderni, rivisitandolo con i neologismi e gli slang generazionali.
Il lavoro che dura dodici anni vede come protagonista quasi ascetico un giovane dall'apparenza imbranata, socialmente disadattato ma che nutre una insana passione per i libri e per la lingua: la dedizione, tutta nipponica, che lo porta ad affrontare questa impresa, diventa anche una sfida a se stesso, uno slancio seppur molto flebile al rapporto con la società, fino alla storia d'amore con la nipote della sua padrona di casa che invece nutre la passione per la cucina.

lunedì 3 marzo 2014

On the job ( Erik Matti , 2013 )

Giudizio: 7.5/10

Dopo averci profondamente deluso al Far East Film Festival di Udine del 2013 con il più che mediocre The Aswang Chronicles , Erik Matti, uno dei registi filippini più stimati, ci regala con On the job un lavoro nel quale convergono filoni del poliziesco di ispirazione europea ( il noir francese e il poliziottesco italiano)  e di ispirazione Hkese ( Johnnie To) : il risultato è una crime story che si riduce ad un cinematografico guardie e ladri costruito con grande sapienza.
Da un lato due killer appartenenti a generazioni diverse uniti dal comune bisogno di denaro per finanziare gli studi in Legge della figlia uno e le cure per la madre malata l'altro: escono dalla prigione per brevi permessi e mettono in atto il lavoro, il tutto con la ovvia complicità delle autorità carcerarie e sotto la guida di una misteriosa donna che li assolda; dall'altra il rampante agente del National Bureau Investigation e il poliziotto di quartiere, uno dei pochi ancora a vedere nel suo lavoro il ruolo sociale : entrambi si tirano dietro passato e presente ingombranti tra il ricordo di un padre ucciso in circostanze misteriose su cui è stato gettato fango per il primo e un figlio pericolosamente vicino al malaffare il secondo.
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