Giudizio: 7/10
Passati i fasti del dramma bellico 1942, Feng Xiaogang si cimenta in una commedia dal forte sapore satirico che offre una lettura personale, anche se basata su situazioni abbastanza convenzionali, della società moderna cinese.
Personal Tailor è un lavoro impostato come le più classiche commedie brillanti hollywoodiane, con una estetica molto ricercata, un cast ben affiatato ed una morale di fondo ben precisa; quello che rende il film di Feng apprezzabile è sicuramente lo sguardo beffardo che il regista utilizza per raccontare quelle che sono le principali ossessioni del cinese moderno tra loro variamente intrecciate: potere, corruzione, denaro e arte.
Una agenzia è in grado di poter trasformare in realtà , almeno per un limitato periodo di tempo , i desideri e i sogni delle persone: quattro indefessi professionisti lavorano a ciò, ognuno dedicato ad un particolare campo.
Ecco allora che vediamo nel divertentissimo prologo una donna che vorrebbe vivere in un campo di detenzione nazista e poi il parrucchiere che desidera essere un dirigente di partito per mettere alla prova la sua incorruttibilità, un regista, specializzato nel vincere i premi per i film più volgari che vuole invece approdare all'essenza pura dell'arte, una donna di modesto censo che vuole possedere tanti soldi e sentirli scorrere sotto i suoi piedi.
Ognuno di questi sogni viene costruito dai quattro intorno al committente e diventa un pretesto per sorridere beffardamente sulle abitudini, le ambizioni, il credo popolare e i sogni che diventano ossessioni dei Cinesi.
Nella storia che riguarda il regista volgare c'è una divertente dissertazione sul senso dell'arte , sull'incrollabile binomio arte-vita stentata contrapposto a volgarità-successo e fama, argomento che Feng affronta con maggior passione e sarcasmo anche alla luce delle odierne considerazioni sul panormana cinematografico cinese e sulla sua corsa sfrenata all'omologazione hollywoodiana sinonimo di ricchezza e successo.
Ovvio che per potere godere appieno dei lati divertenti e beffardi del film bisogna conoscere quelli che sono gli aspetti della società moderna cinese, compresi quelli contenuti in un finale, diciamolo un po' ruffianello, cosa alla quale Feng ogni tanto ci ha abituato, il cui messaggio suona più o meno così: inutile affannarsi dietro fama e soldi, stiamo distruggendo il Paese con uno scarsissimo senso ecologista, meglio scusarsi con la terra che ci ha nutrito e che noi stiamo distruggendo.
Ma poi sarà veramente così?
A conti fatti però Personal Tailor è un lavoro che diverte, ben costruito e diretto con la consueta capacità da Feng; lo sguardo divertito su alcuni aspetti della società e della vita cinese regala bei momenti , compresi certi passaggi che galleggiano tra il surreale felliniano e il fantastico; gli attori offrono buone prove, soprattutto Ge You, il leader dei costruttori dei sogni e Song Dandan nella parte della donna che sogna la ricchezza smisurata.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.