giovedì 7 aprile 2022

A Writer's Odyssey [aka L'eroe dei due mondi] / 刺殺小說家 ( Lu Yang / 路阳 , 2021 )

 




A Writer's Odyssey (2021) on IMDb
Giudizio: 7/10

In un periodo storico in cui il cinema cinese sta vivendo una metamorfosi che si presenta vertiginosa ed in cui da un lato rimangono quelle zone periferiche nelle quali si posiziona il cinema d'autore e quello indipendente e dall'altro invece irrompe in maniera sempre più decisa e fragorosa il blockbuster in grande stile, lasciando un spazio centrale che appare insolitamente disabitato , quello in cui si poneva il cinema che sapeva coniugare l'aspetto commerciale e la qualità, un film come A Writer's Odyssey si distingue per il suo essere un prodotto dal forte impatto commerciale , dal budget solido ma anche da una certa qualità di fondo e il cui risultato è quello di risultare un'opera mainstream e di intrattenimento che presenta però anche aspetti interessanti.
Il film è tutto raccontato in un continuo alternarsi di realtà e fantasy: c'è infatti il protagonista Guan che dopo sei anni non si riesce a dar pace per la scomparsa della figlioletta, dà la caccia ai trafficanti di bambini che crede di avere individuato come i rapitori della ragazzina, possiede una capacità balistica con le mani tale che neppure il miglior lanciatore della Major Legue si può minimamente paragonare a lui.



Quando viene avvicinato da una giovane donna che lavora per una società piuttosto misteriosa che le propone la possibilità di ritrovare la figlia in cambio dell'uccisione di uno scrittore di romanzi-live in rete, l'uomo ovviamente accetta, salvo scoprire presto che il patto stretto conduce in un turbinio di situazioni apparentemente assurde: il racconto scritto dal giovane romanziere infatti sembra avere la capacità di condizionare la realtà e di imbricarsi pericolosamente con essa; come non bastasse Guan si rende conto che in quel romanzo e e nel suo interagire con la realtà potrebbe esserci la chiave per ritrovare la figlia scomparsa oltre che la possibilità di penetrare lui stesso nel mondo fantastico raccontato dallo scrittore.
Dietro la richiesta di uccidere lo scrittore c'è il capo della società per cui lavora la giovane segretaria che aveva abbordato Guan e col procedere del racconto si riesce ad intuire meglio come  e perchè la realtà si interseca con la fantasia.
Nel corso delle abbondanti due ore del film i registri intorno cui il racconto si sviluppa variano continuamente: in una atmosfera di fantasy troviamo accenni al Wuxia, all'action movie, alle leggende tipiche della cultura e della tradizione cinese, all'horror movie: come filo comune c'è una dissertazione di fondo, abbastanza superficiale a dire il vero, sul ruolo del narratore e su come la realtà possa effettivamente interagire con la fantasia, l'inevitabile battaglia sempiterna tra bene e male  e soprattutto uno sfoggio di mirabili tecnologiche che a ben vedere costituiscono probabilmente l'aspetto più accattivante ed interessante del film, a maggior ragione se consideriamo che la crew tecnica che si occupa delle riprese digitali e delle varie altre tecnologie è totalmente cinese, quando fino a poco tempo fa ci si affidava , anche nei kolossal, a cast tecnici coreani o americani.

martedì 5 aprile 2022

La persona peggiore del mondo [aka The Worst Person in the World] ( Joachim Trier , 2021 )

 




The Worst Person in the World (2021) on IMDb
Giudizio: 4.5/10 

Quasi inspiegabilmente entrato nella cinquina finale per gli Oscar da cui è stato prescelto il vincitore, affiancato ad opere come Drive My Car ed  E' stata la mano di Dio, La persona peggiore del mondo di Joachim Trier  soffre della sindrome del "film carino"; così infatti viene largamente definito in una sola parola la pellicola del regista danese , che a sua volta già non aveva granchè convinto con le sue due ultime opere.
Film carino, che come ben sappiamo non significa nulla , perchè nè di persone nè di oggetti più o meno inanimati si tratta, bensì di cinema che dovrebbe accendere i nostri sentimenti , le passioni, la curiosità o la maraviglia; il film di Trier, purtroppo, sebbene avvolto da una livrea a tratti addirittura seducente è pellicola che cinematograficamente non desta alcuno stimolo.
Strutturato in maniera alquanto pretenziosa in  capitoli ( 12 ) un prologo e  un epilogo, iniziamo con atmosfere che sembrano derivate da Woody Allen, con tanto di voce narrante che ci inquadra la protagonista che vuole fare il medico per poi capire che le interessa la psiche e quindi abbraccia gli studi di psicologia per concludere poi che il suo mondo è quello della fotografia e per finire comunque a fare la commessa in una libreria.



Si va avanti con ambientazioni da Il grande freddo di Kasdan per inanellare, capitolo dopo capitolo, dissertazioni più o meno filosofiche e altrettanto più o meno sbrigative , in ordine sparso su: tradimento amoroso, femminismo militante ("si può essere femministe e provare piacere a farselo mettere in bocca?" "teoria del pene flaccido che è bello da far indurire" per finire "al sesso orale in tempi di Metoo") , passando per gli immancabili problemi famigliari con figure paterne patetiche, per Freud e la cultura fumettistica underground, la questione ambientale, funghi allucinogeni, arte  e ovvietà da telenovela tipo " spero di essere me stessa con te", il tutto imperniato intorno alla figura della protagonista e della sua presunta maturazione personale trattata con un coming-of-age un po' troppo maturo, visto che di una trentenne si parla, che entra in conflitto coi suoi compagni amorosi per la sua mancanza di volontà ad esser madre , sempre spinta a sperimentare , a cambiare pagina rapidamente, a buttare nel cesso tutto per i suoi semplici capricci ( " Vogliamo cose diverse")
E nonostante come il titolo del film si definisca uno dei suoi partner , la vera persona detestabile è proprio lei , Julie, la biondina che non  matura mai, che lascia Aksel perchè questi vuole un figlio, si mette con Eivind il bambacione che non si sa se i figli li voglia o meno però la ingravida, e lei che torna da Aksel malato di cancro a chiedergli se lui pensa che possa essere una brava madre: complimenti per la sensibilità e delicatezza ! Il fato comunque ci darà la soluzione dell'enigma.

venerdì 1 aprile 2022

Benedetta ( Paul Verhoeven , 2021 )

 




Benedetta (2021) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

Concluso nel 2018, programmata la sua uscita nel 2019 a Cannes, rimandato per problemi di salute del regista che ne hanno bloccato la post produzione fino a tutto il 2019 e per ulteriori ritardi che hanno portato alla sua anteprima sempre a Cannes ma nel 2021, l'ultimo film di Paul Verhoeven, attesissimo anche perchè si immaginava foriero di polemiche e crociate religiose di vecchia memoria, ci riporta  in maniera quasi automatica alle atmosfere di Flesh+Blood, opera del 1985 a tutt'oggi uno dei suoi lavori più belli e visionari.
Per questo racconto ambientato nella Toscana del XVI secolo in piena epidemia di peste, il regista olandese si affida al testo di Judith C.Brown "Atti impuri-Cronaca di una monaca lesbica nell'Italia del Rinascimento" una cronaca ispirata alla figura di Benedetta Carlini, uno dei tanti personaggi che hanno arricchito il Rinascimento italiano e dei quali non si riesce a capire quanto ci sia di santità e quanto di ciarlataneria.
Sin da bambina la piccola Benedetta dimostra una fede incrollabile nella Vergine, un afflato quasi morboso che la porta però a salvare se stessa e la sua famiglia dai briganti come si vede nella prima scena del film, proprio durante il viaggio che la famiglia ha organizzato per portarla al convento delle monache teatine di Pescia; qui dietro pagamento di una cospicua dote richiesta per accedere al convento ed essere avviata al noviziato, la ragazzina inizia la sua carriera di monaca che tra un mezzo miracolo e l'altro la porta un po' di anni dopo ad essere un personaggio di spicco del convento al punto di spingere le autorità locali a sostituire la badessa con Benedetta stessa, nel frattempo (auto)assurta a ruolo di santa con tanto di stigmate ricevute e visioni di Cristo con il quale la giovane donna ha frequenti contatti in visioni che a volte appaiono quasi blasfeme.



Tra un miracolo presunto o gridato e l'altro, tra una visione e una profezia, tra un sogno e una aura di santità Benedetta stringe una relazione lesbica con una novizia del convento che lei stessa ha salvato dalle grinfie di una famiglia che abusava di lei.
Per buona parte del segmento centrale il film si impernia sulla relazione lesbica che si imbrica narrativamente quasi in modo naturale con il fervore messianico della donna sempre in contatto con Cristo: l'amore carnale ricercato e voluto e quello spirituale , che però sembra scivolare ,  in maniera piuttosto ambigua, sempre verso il fervore sessuale, conducono Benedetta sulla soglia della santità ( processo che fu molti anni dopo riaperto), all'essere elevata protettrice contro la peste che in effetti sembra risparmiare il piccolo borgo di Pescia.
Quando le autorità ecclesiastiche superiori intervengono stimolate dalla badessa soppiantata animata da spirito di vendetta , per Benedetta passare dalla santità all'accusa di stregoneria sarà un attimo, nonostante il popolino e le sue consorelle continuino a considerarla una santa.
Il finale, unica licenza che il regista, come ha dichiarato, si prende verso il riferimento letterario lascia aperta la domanda: è stata Bnedetta una santa, una strega , una ciarlatana o una puttana?
Verhoeven naturalmente si guarda bene dal dare un suo punto di vista personale e quindi un giudizio sulle mille domande che accompagnano il racconto, anzi sembra divertirsi a farci sguazzare nelle mille domande e nei mille dubbi che la figura di Benedetta produce.
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