Giudizio: 7/10
In un periodo storico in cui il cinema cinese sta vivendo una metamorfosi che si presenta vertiginosa ed in cui da un lato rimangono quelle zone periferiche nelle quali si posiziona il cinema d'autore e quello indipendente e dall'altro invece irrompe in maniera sempre più decisa e fragorosa il blockbuster in grande stile, lasciando un spazio centrale che appare insolitamente disabitato , quello in cui si poneva il cinema che sapeva coniugare l'aspetto commerciale e la qualità, un film come A Writer's Odyssey si distingue per il suo essere un prodotto dal forte impatto commerciale , dal budget solido ma anche da una certa qualità di fondo e il cui risultato è quello di risultare un'opera mainstream e di intrattenimento che presenta però anche aspetti interessanti.
Il film è tutto raccontato in un continuo alternarsi di realtà e fantasy: c'è infatti il protagonista Guan che dopo sei anni non si riesce a dar pace per la scomparsa della figlioletta, dà la caccia ai trafficanti di bambini che crede di avere individuato come i rapitori della ragazzina, possiede una capacità balistica con le mani tale che neppure il miglior lanciatore della Major Legue si può minimamente paragonare a lui.
Quando viene avvicinato da una giovane donna che lavora per una società piuttosto misteriosa che le propone la possibilità di ritrovare la figlia in cambio dell'uccisione di uno scrittore di romanzi-live in rete, l'uomo ovviamente accetta, salvo scoprire presto che il patto stretto conduce in un turbinio di situazioni apparentemente assurde: il racconto scritto dal giovane romanziere infatti sembra avere la capacità di condizionare la realtà e di imbricarsi pericolosamente con essa; come non bastasse Guan si rende conto che in quel romanzo e e nel suo interagire con la realtà potrebbe esserci la chiave per ritrovare la figlia scomparsa oltre che la possibilità di penetrare lui stesso nel mondo fantastico raccontato dallo scrittore.
Dietro la richiesta di uccidere lo scrittore c'è il capo della società per cui lavora la giovane segretaria che aveva abbordato Guan e col procedere del racconto si riesce ad intuire meglio come e perchè la realtà si interseca con la fantasia.
Nel corso delle abbondanti due ore del film i registri intorno cui il racconto si sviluppa variano continuamente: in una atmosfera di fantasy troviamo accenni al Wuxia, all'action movie, alle leggende tipiche della cultura e della tradizione cinese, all'horror movie: come filo comune c'è una dissertazione di fondo, abbastanza superficiale a dire il vero, sul ruolo del narratore e su come la realtà possa effettivamente interagire con la fantasia, l'inevitabile battaglia sempiterna tra bene e male e soprattutto uno sfoggio di mirabili tecnologiche che a ben vedere costituiscono probabilmente l'aspetto più accattivante ed interessante del film, a maggior ragione se consideriamo che la crew tecnica che si occupa delle riprese digitali e delle varie altre tecnologie è totalmente cinese, quando fino a poco tempo fa ci si affidava , anche nei kolossal, a cast tecnici coreani o americani.