venerdì 30 dicembre 2016

Julieta ( Pedro Almodovar , 2016 )




Julieta (2016) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Si stenta non poco a riconoscere Pedro Almodovar nelle pieghe del suo ultimo lavoro: Julieta , infatti, lungi dal presentarci lo stile dissacrante, a volte eccessivo, comunque sempre tendente al limite e infarcito di una certa qual compiacenza quasi barocca tipico del regista spagnolo, è invece un'opera che potremmo definire  addirittura intima.
Le tracce di Almodovar ci sono, molto nascoste e relegate a piccoli particolari o all'immancabile esplorazione dell'universo femminile, ma quasi mai assurgono alle complete forme stilistiche e di linguaggio cinematografico che conosciamo.
La storia narrata è di fatto un lungo racconto scritto dalla protagonista , che ripercorre trent'anni della sua vita e del suo rapporto con la figlia con la quale non ha più rapporti da una dozzina di anni.


Julieta è una donna di mezza età ormai, è in procinto di seguire il suo compagno di vita in Portogallo, lasciandosi alle spalle Madrid e la Spagna; nel fondo del suo animo però il demone che l'ha tormentata per larga parte della sua vita è solo in quiescenza: l'incontro casuale con una giovane donna, ex amica della figlia Antia, che le riferisce di averla incontrata e di aver saputo che è madre di tre figli, sembra spazzare via in lei quelle fragili certezze che faticosamente aveva costruito.
Da quel momento il demone della colpa torna ad agitarsi in lei e la figura della figlia torna ad essere centrale nella sua vita: non partirà più per il Portogallo e quasi come estremo atto di espiazione inizierà a scrivere un diario-confessione rivolto alla figlia, alla quale racconta la sua vita dal momento in cui incontrò sul treno il futuro padre della ragazza.
Il fulcro del racconto risiede in un equivoco narrativo focale: la madre non sa che la figlia sa e quindi alla fine scopriremo che tutto è stato quasi inutile , una ennesima prova di espiazione di colpe che aleggiano sulla vita di Julieta.
La vita di Julieta infatti è stata sempre scandita dalla vicinanza con la morte: l'uomo del treno cui lei, ignara, rifiutò un'attimo di compagnia prima di uccidersi, la moglie di Xoan, l'uomo che amerà e che sarà il padre della figlia, morta poco dopo il loro primo incontro, la madre che da morta vivente assiste alla rinascita sentimentale del marito, la morte della sua più cara amica, quella che fu anche l'amante di Xoan.

martedì 27 dicembre 2016

The Autopsy of Jane Doe ( Andrè Øvredal , 2016 )




The Autopsy of Jane Doe (2016) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

In una Contea delle Virginia Thomas e Austin Tilden , padre e figlio, gestiscono un obitorio con annesso un crematorio nella cantina della loro villa stile coloniale: una attività che la famiglia da ormai varie generazioni porta avanti fin dai primi anni del 900.
In occasione di un efferato delitto dalle tinte oscure e misteriose sulla cui scena si apre film, la polizia ritrova un cadavere di una giovane donna nella cantina, apparentemente senza alcun segno di violenza, parzialmente sepolta.
Lo sceriffo porta il cadavere dai Tilden chiedendo al vecchio Thomas di trovare una causa di morte nel giro di poche ore, in tempo per non dovere affrontare le domande senza risposta che il cadavere sembra portare con sè.


Tommy e Austin lavorano in coppia con grande affiatamento, non c'è solo il legame padre-figlio a tenerli uniti, c'è anche quello maestro-allievo, al punto che il giovane Austin rinuncia alla uscita serale con la fidanzata per aiutare il padre nel risolvere il caso misterioso.
Il cadavere della giovane donna sconosciuta e ribattezzata Lane Doe appare in effetti intatto, tanto da non lasciare ipotizzare , almeno all'esplorazione sommaria esterna, alcuna causa di morte, ma quando l'autopsia prende il via alcuni aspetti risultano misteriosi e strani: quel corpo ha una lunga storia di misteri da raccontare e Tommy ed Austin si troveranno a dover descrivere quella storia che diverrà anche la loro.
Andare oltre in un thriller-horror come The Autopsy of Jane Doe significherebbe spoilerare pesantemente, anche perchè uno degli indubbi pregi del film risiede proprio nel costante e angoscioso lievitare della tensione.

venerdì 23 dicembre 2016

After the Storm ( Kore-eda Hirokazu , 2016 )




After the Storm (2016) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Con After the Storm, transitato anche esso per Cannes, seppure nella sezione collaterale di Un Certain Regard, Kore-eda Hirokazu, prosegue nel suo ormai ventennale racconto sulle relazioni famigliari e sui loro sviluppi in rapporto al singolo individuo.
I film di Kore-eda hanno quel marchio talmente netto e inconfondibile da risultare da subito ben connotati, coerenti con la ricerca cinematografica del regista sia dal punto di vista del linguaggio che da quello dello stile.
Lungi dall'essere un limite , come da qualche parte viene riferito, la famigliarietà delle atmosfere e delle tematiche raccontate, sono per lo spettatore un modo per potersi calare senza grosse difficoltà nella trama della pellicola.
After the Storm in tal senso è l'ennesima prova della grande capacità del regista giapponese di raccontare una quotidianità talmente semplice da poter sembrare quasi banale, salvo poi accorgersi che quello a cui assistiamo è veramente il racconto di vite che dallo schermo vanno a stuzzicare le nostre corde interiori.


La storia ha per protagonista Ryota, un tempo romanziere di successo ma ormai da dieci anni svuotato di ogni ispirazione  e ridotto a svolgere un lavoro da detective privato da quattro soldi, dopo che la famiglia è andata distrutta con la separazione dalla moglie Kyoko e dal figlio Shingo che può vedere una volta al mese, giusto allo scadere del termine per pagare la rata mensile di sostentamento; come non bastasse Ryota è impelagato in maniera compulsiva con le scommesse dove sperpera quel poco che riesce a mettere insieme. Una vita insomma alla deriva, sulle orme di un padre , morto da poco, bugiardo e scommettitore incallito anche lui di cui neppure l'anziana madre che vive da sola riesce a serbare un ricordo positivo.
Ryota però ancora non riesce a farsi una ragione della separazione, spia la moglie col suo nuovo compagno e carpisce al figlio informazioni sulla donna.

mercoledì 21 dicembre 2016

Wang Mao / 我不是王毛 ( Zhao Xiaoxi / 赵小溪 , 2014 )




Wang Mao (2014) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Presentato al Festival di Shanghai nel 2014, Wang Mao solo nello scorso marzo ha visto la luce nelle sale cinesi; film indipendente a basso budget di un regista neppure tra i più conosciuti, è però un esempio tipico di lavoro intelligente che mostra un suo stile peculiare.
Ambientato nell'epoca dell'invasione giapponese nel nord ella Cina, il film si apre con il ritorno a casa di Gou Sheng, presso la famiglia adottiva che lo accolse alla morte dei genitori; il ragazzo ha trascorso 10 anni al Tempio Shaolin per imparare le arti marziali, ma in effetti , come riferisce, ha soltanto trasportato acqua per tutto quel tempo.
Guo Sheng ha solo un aspirazione nella vita: sposare Xinger la sorella adottiva per la quale il padre richiede però in dote una casa da costruire; quando l'Armata Nazionalista arriva nel villaggio per reclutare uomini da mandare al fronte il padre di Xinger propone a Guo Sheng di partire in guerra al posto del fratellastro Wang Mao, un sempliciotto mezzo scemo, e al ritorno potrà sposare la ragazza; l'arruolamento inoltre consente al protagonista di guadagnare qualche soldo per le future nozze.


Sopravvissuto quasi miracolosamente alla disfatta delle truppe nazionaliste Guo Sheng torna in paese, dove , tra l'altro, deve far fronte alle pretese su Xinger del capobrigata di villaggio, il tipico opportunista che si fa forza del ruolo di piccolo potere che ha.
Stavolta è l'esercito cinese fantoccio dei giapponesei che cerca reclute e Guo Sheng riparte in guerra intascando ancora qualche soldo, sebbene anche stavolta fugga ben presto, rifiutandosi di sparare contro i suoi connazionali.
Infine è la volta dell' Armata comunista , ma stavolta in Guo Sheng c'è forse anche qualche altra motivazione che lo spinge ad arruolarsi.
Nonostante il tono generale da commedia che anima il film il finale è all'insegna del dramma profondo e della inevitabile iniezione di retorica nazionalista antigiapponese.

domenica 18 dicembre 2016

Line Walker / 使徒行者 ( Jazz Boon / 文偉鴻 , 2016 )




Line Walker (2016) on IMDb
Giudizio: 7/10

Spin-off della celebre serie televisiva del 2014 della TVB HKese, enorme successo di pubblico e di critica, Line Walker del medesimo regista della serie TV Jazz Boon è un film che cerca di attingere ai sapori antichi del cinema di genere di Hong Kong; senza volere tornare a scomodare modelli ormai storici quali Infernal Affair, gli ingredienti della storia sono tra i più classici ed utilizzati per i crime movie della ex colonia britannica.
Coinvolgendo tre fra le star più amate , opportunamente miscelate con alcuni degli attori della serie Tv, Jazz Boon intesse un racconto imperniato su un nucleo investigativo della polizia impegnato nel tentativo di stroncare un traffico di droga; durante le indagini riemerge come un fantasma uno dei poliziotti infiltrati, dato per morto insieme ad altri colleghi nel momento in cui, per salvare gli infiltrati , uno dei capi, prima di morire, cancellò i loro dati dal computer centrale , lasciando così i poliziotti abbandonati al loro destino.


Colui che sotto il nome in codice Blackjack si spaccia per l'infiltrato e che sembra conoscere il codice per poter permettere il suo riconoscimento è al momento uno dei bracci destri di un potente gangster che tenta la scalata ai vertici della malavita locale.
I due oltre che compari di lavoro sono fortemente legati, perché nel passato un pericolo scampato assieme cementò in loro una profonda amicizia.
Quando però le cose inizieranno ad assumere un aspetto ben più articolato di quanto sembrava all'inizio, non solo la polizia, ma anche i gangster si troveranno di fronte a sorprese e a scelte difficili: forse essere un infiltrato non è un lavoro da evitare come la peste.
Come dicevamo il topos narrativo dell'infiltrato che si crea la nuova identità da malavitoso stringendo amicizie sincere ma pericolose è uno dei più utilizzati nel film di genere HKese, ed è un filone narrativo che di solito paga sempre, perché permette di sfruttare le ambigue e molteplici sfaccettature dei rapporti e delle situazioni che si creano: Line Walker non viene meno a questa regola, incentrando buona parte del racconto sul rapporto tra infiltrato e malavitoso.

giovedì 15 dicembre 2016

Xuan Zang / 大唐玄奘 ( Huo Jianqi / 霍建起 , 2016 )




Xuan Zang (2016) on IMDb
Giudizio: 7/10

La figura del monaco buddhista cinese Xuan Zang è prevalentemente conosciuta, soprattutto in ambito cinematografico, per essere stata ispiratrice di uno dei protagonisti del romanzo Viaggio in Occidente di Wu Cheng'en a sua volte fonte inesauribile di trasposizioni cinematografiche; il romanzo scritto circa 1000 anni dopo l'epoca Tang in cui il monaco visse è una versione mitizzata, fantastica, popolare e morale del viaggio che Xuan Zang compì per 16 anni verso l'India alla ricerca dei sacri testi buddhisti.
Ma al di là del personaggio quasi fantastico che ci viene presentato nel romanzo, la figura di Xuan Zang ha chiarissime connotazioni storiche in quanto lui stesso fu autore di un resoconto dettagliato del suo viaggio, popolato non solo di tematiche filosofiche e religiose ma anche antropologiche al punto che taluno ha visto nel monaco buddhista quasi un precursore di Marco Polo in versione orientale, oltre che un prezioso testimone di civiltà quasi sconosciute.


Sulla figura storica di Xuan Zang, quindi spogliata da compagni di viaggio immortali e demoni, il regista Huo Jianqi costruisce il suo racconto in quella che è la prima coproduzione indio-cinese, destinata quindi ad aprire la collaborazione tra le due cinematografie più grandi e ricche dell'oriente.
Il racconto parte dal momento in cui il monaco decise di intraprendere il viaggio, incoraggiato dall'imperatore , sfidando i rischi e i pericoli , forte del suo fervore.
Il prologo alla storia si svolge nei giorni nostri a Mumbai dove un giovane studente chiede presso una biblioteca universitaria il testo  scritto da Alexander Cunningham sulla antica geografia dell'India nella quale l'archeologo racconta come i suoi studi furono indirizzati dalle testimonianze di Xuan Zang.
Superando la ritrosia dei governatori delle provincie di confine inizialmente decisi a non concedere al monaco la possibilità di varcare i confini dell'impero , sottoposto in quell'epoca a frequenti attacchi dall'esterno, Xuan Zang riesce ad intraprendere il suo viaggio avventuroso tra banditi e il deserto del Gobi, carovane sulla via della seta e montagne impervie, riuscendo a raggiungere l'India fino al Tempio di Nalanda, meta finale del viaggio, dove sono conservate le sacre scritture.

lunedì 12 dicembre 2016

A Chinese Odyssey:Part Three / 大话西游3 ( Jeffrey Lau / 劉鎮偉 , 2016 )




A Chinese Odyssey: Part Three (2016) on IMDb
Giudizio: 4.5/10

Che bisogno aveva Jeffery Lau di riesumare dall'olimpo cinematografico in cui è relegato il suo dittico di A Chinese Odyssey da oltre vent'anni per dirigere questa ipotetica terza parte?
La domanda scaturisce spontanea al termine della visione di A Chinese Odyssey: Part Three ed in essa è contenuto tutto il giudizio sul film.
L'impressione forte è che l'ultimo lavoro di Lau sia una operazione commerciale estrema da parte di un autore geniale , che ha fatto la storia del cinema di Hong Kong e che sembra ora dibattersi in un periodo difficile con chiaro deficit di ispirazione.
Come non bastasse il richiamo alle due splendide opere , Lau , fedele al suo stile di piluccare qua e là, mette in piedi un racconto che ha molte affinità con il bellissimo Journey to the West: Conquering the Demons di Stephen Chow, che dei due capitoli di A Chinese Odyssey ( Pandora's Box e Cinderella ) fu l'interprete, con il risultato di rendere ancora più deludente la sua ultima fatica.


La Terza Parte di Chinese Odyssey infatti tratta di quanto avviene prima del viaggio ad occidente del monaco Xuanzang in compagnia dello Scimmiotto e dei suoi compari: un viaggio nel tempo per rimettere le cose a posto scompaginate dall'errata scrittura del fato da parte dell'Imperatore di Giada.
Demoni inquieti, umani che hanno viaggiato nel tempo e che vogliono cambiare il destino venendo meno alla legge di accettare tutto quello che il fato ha riservato, amori che uniscono demoni, immortali ed umani, un disegno divino da rispettare: di questo frullato narrativo si nutre la pellicola di Lau, sopraffatta da un digitale che definire invadente è poco, capace di mettere in un angolo persino un action director quale Corey Yuen.

domenica 11 dicembre 2016

Call of Heroes / 危城 ( Benny Chan / 陈木胜 , 2016 )




Call of Heroes (2016) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Dopo aver ridato vigore al film di genere noir-poliziesco HKese con The White Storm nel 2013, chiaro omaggio del cinema eroico di John Woo e della New Wave di Hong Kong, con Call of Heroes Benny Chan dirige un film dal sapore antico, wuxia nel quale sono fin troppo evidenti, fino ad assumere i tratti della vera e propria citazione, i richiami allo Spaghetti Western e al Kurosawa de I Sette Samurai e di Yojinbo; Call of Heroes, pur essendo una chiara operazione commerciale da tipico blockbuster, è film che troverà molti estimatori perchè comunque le tematiche fondamentali del genere western, rivisitate in stile orientale ci sono tutte.
Il racconto parte nel 1914 , subito dopo la caduta dell'Impero Qing e con il paese di fatto in mano ai signori della guerra che soprattutto nel nord  tiranneggiavano come satrapi forti di eserciti personali, quasi tutti retaggio del disfacimento della macchina militare imperiale.


In una piccola città cercano riparo i sopravvissuti di una strage compiuta dall'esercito guidato da Cao Shaolun, figlio di uno dei signori della guerra più sanguinari, tra i quali un gruppo di ragazzini scampati al massacro per merito della loro insegnante; il villaggio , assente l'esercito ufficiale impegnato in una campagna bellica , è sotto il controllo di Yang Kenan, vero e proprio alter ego degli sceriffi di frontiera, insieme al suo piccolo manipolo di uomini.
Yang gestisce il villaggio con metodi pacifici e orientati al buon senso e al rispetto della giustizia; quando come un fantasma vestito di bianco , di mattina presto nel villaggio giunge il famigerato Cao che uccide in una taverna tre persone tra cui un ragazzino e la intrepida insegnante che aveva salvato gli scolari, Yang non può fare a meno di incarcerarlo, subendo ben presto le minacce dei generali dell'esercito di Cao giunti a liberarlo.

lunedì 5 dicembre 2016

Crosscurrent / 长江图 ( Yang Chao / 杨超 , 2016 )




Crosscurrent (2016) on IMDb
Giudizio: 8.5/10

Crosscurrent è un film difficile; lo è perchè è una di quelle opere che fa appello non alla razionalità , ma allo spirito, alle emozioni, azzerando domande che potrebbero sorgere spontanee durante la visione: chi è quella ragazza? chi ha scritto quel diario? cosa significa quel gesto? Dimentichiamoli quesiti del genere perchè il racconto del film è un incedere di emozioni trasportate con la stessa calma e la stessa regolarità con cui il grande Fiume Azzurro dà vita alle migliaia di imbarcazioni che ogni giorno lo solcano lungo gli oltre 5000 km del suo corso.
Yang Chao mette al centro della sua opera lo Yangtze, da noi in occidente conosciuto come Fiume Azzurro, lungo il quale il giovane Chun opera come trasportatore con la sua barca, poco più di un ammasso di ferraglie: il viaggio inizia a Shanghai, dove il fiume sfocia  e risalendolo, scandito da un diario che ci ricorda i giorni di navigazione e le città in cui fece tappa un ignoto (forse...) viaggiatore del fiume che Chun trova all'interno della nave, ci porta fino alla sorgente.


Ogni città mette l'uomo di fronte ad una donna , sempre immutabilmente la stessa che fa pensare ad una elaborazione di un amore tormentato e perduto; ed è così che il fiume diventa l'arteria principale dell'esistenza di Chun attrverso quel diario dai tratti scoloriti; alle sorgenti del fiume, fra le nevi del Tibet il viaggio termina e trova (forse...) un'epilogo della storia intima del protagonista.
Dalle nebbie notturne di Shanghai dove il fiume offre il suo alveo ad una miriade di navi e ad una vita che pullula nei porti e lungo le rive, fino alle città della provincia attraverso una vastità che prende le sembianze del mare, dai suoi mille meandri che si allargano dal corso principale fino alle Tre Gole dove l'uomo ha osato modificare la natura, il fiume porta con sè riflessioni sul buddhismo, monasteri, miti, leggende, ma soprattutto un ribollire di sentimenti , rabbia e dolore, speranza e malinconia: i versi che Chun legge dal diario riecheggiano la poesia della letteratura classica cinese, dove la passione si perde nella nostalgia e nel dolore.
I due protagonisti si inseguono sulle rive del fiume, si incontrano, si amano, si abbandonano, ed il viaggio di Chun è lo scorrere guidato dal fiume dei suoi sentimenti; An Lu, la donna, cerca risposte dai monaci buddhisti sul peccato e sulla fede, forse perchè ha compiuto il primo e perso la seconda, il rincorrersi dei due protagonisti accompagna il nostro lento immergersi in una atmosfera che ondeggia tra l'onirico ed il fantastico.

sabato 3 dicembre 2016

Sully ( Clint Eastwood , 2016 )




Sully (2016) on IMDb
Giudizio: 7/10

Il 15 gennaio del 2009 il comandante Chesley "Sully" Sullenberger alla guida del volo US Airway 1549 partito dal Fiorello La Guardia di New York e diretto a Charlotte, si rese protagonista di un episodio di quelli che, dopo appena sette anni è già storia dell'aviazione civile: col velivolo in panne in seguito allo scontro con uno stormo di oche canadesi avvenuto pochi minuti dopo la partenza, decise di tentare l'ammaraggio nello Hudson, nel cuore di New York , convinto che la situazione non permettesse nè un ritorno all'aeroporto di partenza nè un atterraggio di emergenza in uno degli altri scali limitrofi .
L'incredibile operazione andò a buon fine, tutti i 155 passeggeri si salvarono e nell'arco di poche ore Sully fu elevato a rango di eroe a furor di popolo.


Il racconto di Clint Eastwood prende il via dai giorni seguenti l'incidente, quando Sully e il suo copilota furono chiamati a rispondere della loro azione di fronte alla agenzia federale che si occupa della sicurezza dell'aviazione civile: immerso nella gelida New York il protagonista vive il trauma post incidente popolato di incubi notturni, nei brevi periodi di sonno che riesce a concedersi, di dubbi e di incertezze sul suo operato, nonostante per tutto il paese sia ormai un personaggio leggendario.
Attraverso dei flash back che ci riportano a quei pochissimi minuti nei quali si consumò l'incredibile evento, assistiamo alla vivisezione psicologica di un uomo che lungi dall'essere e dal sentirsi un eroe mostra le sue debolezze e i suoi dubbi, alimentati dalla commissione di inchiesta che gli imputa un comportamento imprudente in quanto i dati in loro possesso sembrano dimostrare che esistesse la possibilità di effettuare un atterraggio di emergenza più convenzionale in uno degli aeroporti dell'area di New York.
Lungi dall'essere un classico disaster movie e tanto meno uno di quei lavori intrisi di retorica di facile presa, Sully è una opera che cerca di mettere al centro del racconto la figura umana del pilota, personaggio molto aderente alla carrellata di protagonisti eastwoodiani prodotta nella pludridecennale carriera dal regista.

giovedì 1 dicembre 2016

Il Cittadino Illustre [aka El Ciudadano ilustre] ( Gaston Duprat , Mariano Cohn , 2016 )




The Distinguished Citizen (2016) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Daniel Mantovani è il primo scrittore argentino a ricevere il Premio Nobel per la Letteratura, alla cerimonia ufficiale, in rigoroso abito anticonvenzionale, lo scrittore pronuncia un discorso intriso di acida polemica e che suona come pietra tombale sulla sua attività di artista: l'avere avuto un simile riconoscimento da parte di scrittori, accademici e persino reali è sinonimo di omologazione, quindi la sua opera di artista è finita, pronto per la statua ed il museo.
Dopo cinque anni Daniel è ancora inattivo, vive pigramente a Barcellona dove la segretaria gli elenca i numerosi premi assegnatogli, le interviste richieste e le manifestazioni letterarie cui è invitato e che con fare annoiato e altezzoso regolarmente rifiuta; solo l'invito da parte della città di Salas , 800 km da Buenos Aires, dove nacque e dalla quale fuggì ormai 40 anni orsono sembra suscitare in lui un barlume di interesse.


Qualche giorno dopo Daniel, da solo, arriva a Salas, accolto come una delle grandi glorie della nazione ( Maradona, il Papa e Messi) : la città gli conferisce la cittadinanza d'onore anche perchè tutti i suoi romanzi sono ambientati in questa squallida e provinciale cittadina.
Qui Daniel incontra vecchi amici di infanzia, il suo amore giovanile e una serie di personaggi che in un modo o in un altro sembrano legati alle sue opere, realtà tangibile della sua opera di fantasia.
L'iniziale fervore col quale viene accolto, condito di surreali pacchianate, ben presto lascia spazio ad un crescente rancore perchè in fondo Salas è un luogo che nei ricordi e nella fantasia dello scrittore appare un concentrato di rozzezza e di volgarità che infastidisce i suoi abitanti.
Nel breve volgere di qualche giorno lo scrittore vedrà scorrere davanti a sè il suo passato e un presente fatto di una realtà che sembra addirittura voler superare la fantasia.
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