venerdì 20 maggio 2022

Sundown ( Michel Franco , 2021 )

 



Sundown (2021) on IMDb

Giudizio: 6.5/10

C'è sempre il Messico nel cuore cinematografico di Michel Franco: l'ultima volta che lo avevamo visto era stato il politico-apocalittico pluripremiato , ma per certi versi deludente, Nuevo Orden che nel 2020 vinse il Gran premio della giuria a Venezia; ora il ritorno al Lido, quasi un atto di fedeltà e gratitudine, è con Sundown, altro dramma moderatamente violento che per certi versi sembra riprendere anche l'analisi sociologica e antropologica che il precedente Nuevo Orden sbatteva in faccia allo spettatore con inaudita violenza e crudezza.
In una Acapulco che dietro l'apparente splendore e sfrenato lusso dei resort, nasconde un'anima marcia , decadente e schifosa Alice e Neil , fratello e sorella britannici, oziano al sole , godendosi drink e vedute marittime da cartolina; con loro i figli di lei, fratello e sorella, da poco usciti dalla adolescenza; sono i rampolli di una ricca famiglia inglese, proprietaria di una immensa catena di distribuzione di prodotti derivati dal maiale, macellai di gran lusso insomma.
Nel breve prologo il tempo passa come ci si aspetterebbe in ogni film ambientato nel sole cocente delle località marittime messicane, manca solo il sombrero e poi l'iconografia classica è completa.



Due momenti fulminei danno però , in maniera diversa, la svolta al racconto: da Londra una telefonata annuncia la morte della matriarca della famiglia e un breve ,e al primo impatto inspiegabile, segmento di qualche secondo, ci offre la chiave di lettura di tutto il film, ma sfido chiunque a capirlo prima che si giunga alla fine, una trappola narrativa insomma che funziona perchè non svela niente ma che al termine darà una prospettiva nuova alla storia, ammesso che uno si ricordi di quel piccolo inserto.
Neil finge di smarrire il passaporto e quindi non abbandona Acapulco per fare ritorno in Inghilterra, anzi, trascinandosi con i suoi bermuda lisi e le sue camiciole sempre sgualcite prende una stanza in un albergo di infimo ordine nella Acapulco nascosta dietro le cartoline fatte di mare splendente e di scogliere mozzafiato, dove prosegue il suo buen retiro messicano stavolta su spiagge in stile ostiense con fagottari panzoni, bellezze sfiorite , delinquenti e assassini in libera attività.
Neil vive nella indolenza assoluta , lo sguardo che scivola sempre più verso l'ebete, stringe un rapporto con una giovane ragazza del posto di cui diventa amante, una deriva personale che appare addirittura ridicola vista alla luce dell'inedia che sembra circondarlo.
Quando la sorella tornerà per capire cosa è successo a Neil, quest'ultimo compirà il gesto che porterà alla frattura conclusiva con quello che è stato il suo mondo.
Sundown vive essenzialmente su due binari narrativi sostanziali: da un lato quello sociale che ci mostra la visione di Franco del Messico attuale, dall'altro quello antropologico che ci racconta le conseguenze di una presa di posizione netta che porta alla volontà di tagliare con tutti ed isolarsi nel mondo che intorno continua a scorrere.

giovedì 5 maggio 2022

E' andato tutto bene [aka Everything Went Fine] ( François Ozon , 2021 )

 




Everything Went Fine (2021) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Nel variegato e polimorfo universo cinematografico di Francois Ozon, mancava fino a qualche anno fa il racconto che una volta si sarebbe definito di impegno civile: con Grazie a Dio prima e con E' andato tutto bene ora nell'arco di due anni mette sul piatto la sua visione di due tematiche a forte impronta civile, la pedofilia nella Chiesa e l'eutanasia; ma mentre nel primo caso affronta l'argomento partendo da un fatto realmente accaduto che scosse la comunità cattolica di Lione fin nei suoi vertici ecclesiastici per approdare ad una pellicola carica di dramma personale e sociale, nel caso di quest'ultimo E' andato tutto bene, lo spinoso argomento dell'eutanasia e della autodeterminazione del malato a decidere una fine dignitosa, viene descritto sotto una prospettiva nella quale la mano consueta del regista parigino è evidentissima soprattutto per il suo tocco di humor e per l'eleganza con cui viene raccontata la storia.
Tratto da un romanzo autobiografico di Emmanuele Bernheim, scrittrice e collaboratrice di Ozon negli ultimi anni , scomparsa nel 2017 all'età di 62 anni, il film narra la storia dell'ultraottantenne Andrè, che colpito da un ictus che lo invalida nei movimenti, per nulla nelle funzioni cerebrali, decide di voler ricorrere all'eutanasia non sopportando più di vivere su una sedia a rotelle con tanto di assistenza continua, lui che nella sua lunga vita è stato uno di quei personaggi un po' bohemien che popolano i racconti di Ozon: musicista di fama ,sposato e separato da una donna i cui parenti si opposero fieramente al matrimonio, in quanto ritenevano Andrè un gay , ed in effetti l'uomo, da bravo viveur non disdegnava i piaceri corporali con altri uomini, padre tutt'altro che esemplare anche con le figlie cui decide di gettare sulle spalle la croce della sua decisione di porre fine alla sua vita.



Le due figlie, Emmanuelle, la maggiore, e Pascale, si trovano quindi ad affrontare il problema non solo dal punto di vista morale ed etico, che è poi di fatto il perno su cui ruota tutta la riflessione contenuta nel film, ma anche pratico visto che anche in Francia la legge vieta tale procedura , motivo per cui, dovranno rivolgersi  all'accogliente Svizzera (basta avere i soldi, ovvio...) per portare a termine i desideri del vecchio patriarca.
Lungi dall'essere carica di drammaticità, l'opera di Ozon è percorsa da venature di umorismo, a volte anche un po' grigiatsro, se non proprio nero, e da una prospettiva comunque mai di parte, senza essere schierato, evitando quindi la battaglia ideologica in favore di un equilibrio e soprattutto di una tematica che si discosta un po' dal cuore del problema: il tormento , l'imbarazzo e il dolore di chi si trova a dover diventare come colui che stacca la spina dalla macchina che tiene in vita, una macchina stavolta, nel caso di Andrè, puramente figurata, visto che comunque l'uomo mantiene viva la sua funzione intellettiva e la sua lucidità; è insomma la prospettiva tipica del regista che predilige raccontare l'uomo davanti alle sua contraddizioni e alle sue responsabilità, ieri era contro il potere oggi è contro il destino e la dinamica famigliare.
La scelta di Andrè inoltre fa ben presto venire a galla il passato della due figlie, la maggiore , la prediletta, che però ha sempre pensato da giovane di voler vedere il padre morto e che ora ha sulle sue spalle il  gravoso compito di accompagnarlo nella fossa, e la minore che ha sempre vissuto un po' all'ombra della sorella: la famiglia borghese benestante, cui va aggiunta la figura di una madre artista in perenne crisi depressiva che vive da sola e che però non ha mai strappato definitivamente il legame con un marito che ha molto amato comunque, altro bersaglio abituale di Ozon, calderone nel quale ribollono le passioni e le contraddizioni personali, i vissuti dell'infanzia e le esperienze di una vita.
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