sabato 29 febbraio 2020

Bodies at Rest / 沉默的证人 (Renny Harlin , 2019 )




Bodies at Rest (2019) on IMDb
Giudizio: 6/10

Renny Harlin è uno dei personaggi più singolari e indecifrabili del panorama cinematografico recente; finlandese di nascita, americano di adozione , da alcuni anni è emigrato in Cina dopo avere collezionato clamorosi successi ma altrettanti, anzi forse più, roboanti flop; con Bodies at Rest Harlin è al terzo film diretto in Asia.
Il lavoro è un thriller classico, a forte impronta claustrofobica, e con una sottotrama da tipico film action HKese.
Nella notte di Natale il patologo forense Nick Chan e la sua assistente Lynn Qiao sono alle prese con le ultime incombenze professionali prima di festeggiare sommessamente la festività; nella morgue ipertecnologica, tutta vetri , flagellata da una pioggia incessante, fanno irruzione tre individui armati con il volto coperto da maschere a tema natalizio; il loro obiettivo è recuperare il proiettile con il quale è stata uccisa la nipote di un importante boss della malavita dedito al traffico di droga.

I due si prestano( o almeno così fanno credere) alle richieste dei banditi, ma qualcosa che va storto, qualche presenza inopportuna, alcune coincidenze sfortunate trasformano l'irruzione nella notte di Natale in un incubo con una escalation incontrollabile di violenza; per i tre recuperare il proiettile vuol dire la salvezza , o quanto meno l'impossibilità di venire coinvolti in una situazione pericolosa e scabrosa.
Bodies at Rest è lavoro che , se osservato all'interno dei canoni del thriller ad impronta claustrofobica, ha una sua dignità, nonostante in qualche passaggio mostri dei limiti e soprattutto, nonostante duri poco più di 90 minuti, in alcuni frangenti è fin troppo ripetitivo, quasi chiuso in un vicolo cieco.
La tensione che si crea con l'ambientazione di per sè abbastanza lugubre oltre che claustrofobica, comunque è costante per tutta la durata del racconto, per cui il film in sintesi il suo lavoro lo fa seppur senza particolari picchi qualitativi: una pellicola di intrattenimento che si basa per l'appunto sulla suspance che si crea.

venerdì 28 febbraio 2020

Ip Man 4: The Finale / 葉問4:完結篇 ( Wilson Yip , 2019 )




Ip Man 4: The Finale (2019) on IMDb
Giudizio: 7/10

Spalmata sull'arco di 11 anni la saga in quattro capitoli incentrata sulla figura del leggendario maestro Ip Man giunge al termine: il regista Wilson Yip, l'indiscusso architetto dell'epopea cinematografica, con Ip Man 4 : The Finale affronta infatti l'ultimo capitolo temporale della vita dell'inventore del Wing Chun, ormai ineluttabilmente legato alla figura di Donnie Yen che lo interpreta in tutti i capitoli.
Nel Cinema come sappiamo è sempre tutto possibile, ma ,spin off esclusi, non c'è proprio spazio per un rigurgito narrativo e l'ultimo lavoro di Wilson Yip lo lascia ad intendere chiaramente , soprattutto nella forma e nei contenuti del racconto.
Il maestro Ip è ormai avviato alla vecchiaia, gli viene diagnosticato un tumore che gli lascia ben poche speranze di vita, e come non bastasse, dopo avere patito i rimorsi per la morte della moglie , si trova a dover affrontare il difficile rapporto col figlio Ching deciso a volere seguire le orme del padre nel mondo della arti marziali nonostante il parere negativo di Ip Man che immagina per lui una vita istruita.


Per tale motivo vola a San Francisco per cercare una scuola per il ragazzo e in quell'occasione incontra il suo allievo Bruce Lee che ha messo in piedi una scuola di Wing Chun e ha iniziato ad insegnare le arti marziali ai bianchi, scatenando le ire della comunità marziale cinese del posto.
Tra i maestri che più avversano la decisione di Bruce Lee , e che quasi per una forma di osmosi, rigettano il loro disappunto sul suo maestro, c'è il maestro di Tai Chi Wan, importante esponente della comunità cinese attraverso le cui raccomandazioni passano i destini di tutti i cinesi che giungono in città.
Nel soggiorno a San Francisco Ip Man avrà modo di toccare con mano l'odioso e becero pregiudizio razziale degli yankees verso i cinesi che si manifesta sia nelle forze armate veicolato dal personaggio di Hartman Wu, un sottufficiale dell'esercito che cerca di introdurre il Kung Fu tra le discipline dell'esercito, sia nel mondo giovanile attraverso la figura della figlia di Wan reginetta delle ragazze pon pon, invisa ai bianchi e bullizzata.
Naturalmente non mancano i momenti di azione, l'epiche sfide coi cattivi di turno  che accompagnano il crepuscolo di Ip Man fino alla sua morte.

martedì 25 febbraio 2020

First Love ( Miike Takashi , 2019 )




First Love (2019) on IMDb
Giudizio: 8/10

Giunto quasi al suo centesimo film, Miike Takashi si conferma come uno dei punti cardinali inamovibili del panorama cinematografico giapponese; nonostante qualche mezzo passo falso e qualche lavoro non proprio memorabile, sebbene sempre coerenti con la filosofia filmica del regista, Miike continua a fare del suo cinema una  materia plasmabile in continuo rimodellamento che genera come risultato opere in cui la potenza visiva e l'anarchia estrema narrativa raggiungono vette inviolate; come qualcuno ha ripetutamente affermato , e Miike non ha mai fatto segreto dall'esserne lusingato arrivando anche ad una collaborazione in Sukiyaki Western Django, questo rimescolare continuamente in maniera frenetica la forma e la sostanza delle sue opere lo avvicina al più grande manipolatore del cinema moderno, Quentin Tarantino.


First Love è opera che sin dall'inizio , nella prima bellissima e roboante scena, mette i paletti sul prosieguo del suo percorso: il film infatti si svolge tutto in una notte e vede protagonisti un giovane pugile che è già vecchia gloria in quanto gli è stato diagnosticato un cancro al cervello e una prostituta tossica, che sta scontando le colpe di un padre perseguitato dalla yakuza per debiti non pagati; l'incontro, puramente casuale, fa congiungersi due perdenti, due personaggi che sembra non abbiano più nulla da chiedere alla vita nonostante la giovane età; ma proprio per questo la disperazione li rende capaci di gesti altrimenti impensabili.
Per un classico equivoco la ragazza, Monica, si trova invischiata in una guerra di droga e Leo, il pugile, suo malgrado si trova al suo fianco in sua difesa. 
Di fatto la storia può essere banalmente ma efficacemente descritta come un bailamme di tradimenti senza fine: lo yakuza deviato ( sensazionale Sometani Shota ), la yakuza dei boss violenti, il poliziotto corrotto, il boss delle triadi cinesi ( non a caso un chiaro riferimento al one armed swordsman  di Chang Cheh e dei film di arti marziali cinesi), tutti intenti a fregare gli altri in un trionfo di disonore e di bassezza morale ed etica.
In questo mare magnum di lordura e di tradizione nipponica i due protagonisti dovranno scappare e combattere per salvare la pelle dalla inevitabile mattanza che avrà come culmine il finale del film.

martedì 18 febbraio 2020

Send Me to the Clouds / 送我上青云 ( Teng Congcong / 滕丛丛 , 2019 )




Send Me to the Clouds (2019) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

L'opera prima della regista cinese Teng Congcong, gode del supporto produttivo di Yao Chen, nel ruolo anche di attrice protagonista, uno dei personaggi più noti in Cina non solo per le sua carriera cinematografica ma anche per i suoi numerosi impegni sociali e filantropici ed essendo Send Me to the Clouds un lavoro nel quale uno dei temi dominanti è quello dell'emancipazione femminile, la presenza di Yao dà ancora più forza ad una pellicola che, sebbene con uno stile molto pacato ed elegante, affronta alcune delle  tematiche sociali più sentite in Cina.
La protagonista del film è una giovane giornalista Sheng Nan, ancora alle prese con la ricerca di un lavoro che la soddisfi pienamente e in maniera stabile, inoltre le viene diagnosticato un cancro alle ovaie per il cui trattamento è richiesta una notevole quantità di denaro che nè il padre , ormai in bancarotta, nè la madre, una donna frivola e immatura sono in grado di dare alla figlia.
Per tale motivo accetta di scrivere una biografia del padre di un riccone appaltata da quest'ultimo, si reca nel Guizhou per parlare col vecchio portandosi dietro la madre che non ne vuole sapere di rimanere a casa; l'uomo vive in una sorta di isolamento anacoretico seguendo i dettami taoisti.
Sheng Nan incontra anche un giovane col quale sembra trovare una certa sintonia, lei che non ha generalmente un buon rapporto con gli uomini,  come testimoniato dal suo status di single a 28 anni ( orrore  ! per la mentalità tradizionale cinese).


Il viaggio di lavoro diventa ben presto per la protagonista un mezzo per potere guardare nella sua vita , riflettere sul modo di vivere di una giovane cinese ,  mettere ordine in alcuni aspetti e scoprire un nuovo lato di se stessa.
Tutta la prima parte di Send Me to the Clouds, è improntata a presentarci personaggi e situazioni nelle quali emerge l'ossessione di un paese quale la Cina per l'arricchimento, i soldi facili, il materialismo  , " Ogni problema che i soldi possono risolvere non è un problema" sentiamo dire da uno dei personaggi a sottolineare che l'unico obiettivo è quello di avere denaro per esser felice; e infatti tutti i personaggi parlano di denaro in maniera compulsiva: il padre di Sheng sull'orlo del baratro, dopo essersi separato dalla madre e avere iniziato una relazione con una coetanea della figlia, obnubilata dai soldi, il quale non solo non offre il suo aiuto alla figlia per l'intervento ma addirittura va su tutte le furie quando la figlia dietro sua richiesta non può aiutarlo economicamente; parla di soldi la madre , materialista , frivola, diventata madre troppo giovane, in epoca di politica del figlio unico; parla di soldi il riccone che appalta la biografia del padre che ben presto umilia la donna facendo sentire il peso del denaro e il fatto di essere sul suo libro paga.
L'unico che sembra avere un minimo di coscienza etica è il vecchio con cui Sheng si confronta e di cui deve scrivere la vita.

venerdì 14 febbraio 2020

37 Seconds ( Hikari , 2019 )




37 Seconds (2019) on IMDb
Giudizio: 8/10

37 secondi è quel lasso di tempo che Yuma , la protagonista del film , ha passato senza respirare al momento della nascita e che le ha lasciato le indelebili tracce della paralisi muscolare cerebrale che la costringe sulla sedia rotelle.
A parte ciò però Yuma è una ragazza di 23 anni brillante, disegnatrice di manga eccelsa che lavora come ghostwriter per una famosa blogger; la sua vita è relegata in una bolla di vetro di protezione che la madre apprensiva e timorosa le ha creato intorno.
Stanca di scrivere per un'altra e desiderosa di intraprendere una strada più personale Yuma si rivolge a vari editori del caleidoscopico mondo dei manga ma nessuno sembra essere interessato a lei, tranne una navigata redattrice di hentai che vede in lei un indubbio talento unito però ad una immaturità che nasce dalla scarsa conoscenza della vita: persino le scene di sesso che disegna appaiono poco credibili, per cui, come se un tappo fosse saltato e avesse lasciato uscire una personalità prorompente, Yuma decide che è giunto il momento di andare a conoscere come è il mondo fuori dalla bolla di protezione, a cominciare dal sesso.


Prima un comico incontro sessuale con un gigolò in uno dei tanti love hotel di Kabukicho, quindi quello con Mei una prostituta  che la prende in simpatia e che diventa col suo autista una sorta di spirito guida per la ragazza che continuerà sì a muoversi con la sua carrozzina, ma vestita, pettinata e truccata come farebbe ogni ragazza della sua età, facendo shopping o passando la serata in qualche locale.
Come la madre scoprirà questa nuova vita di Yuma, la reazione sarà drammatica, al punto di rinchiudere la ragazza in casa e sequestrarle persino il telefono: per lei è inconcepibile che una ragazza disabile , e quindi vulnerabile per definizione, possa avere una vita come i suoi coetanei.
Yuma però ormai ha deciso che indietro non torna ed eludendo la sorveglianza durante una visita in ospedale , scappa da Mei e Toshio che le offrono accoglienza.
Per Yuma, ormai apertasi alla vita , rimangono da risolvere alcuni conti col passato: con il padre che se ne andò quando era piccola e che ogni tanto fino a qualche anno prima le mandava una foto, e con la sorella gemella che il padre portò con lui e che ora vive in Thailandia.
La seconda parte di 37 Seconds diventa quindi un seguire Yuma nella sua ricerca che è anche interiore finalizzata a risolvere quanto è rimasto senza risposta e irrisolto nel passato e che le darà il coraggio di potere continuare la sua vita in maniera più serena.

giovedì 13 febbraio 2020

Another Child ( Kim Yoonseok , 2019 )




Another Child (2019) on IMDb
Giudizio: 7/10

Joori e Yoonah sono il frutto adolescenziale di due famiglie disgregate: la prima, benestante, ha un padre e una madre che vivono come estranei nella stessa casa, la seconda il padre praticamente neppure lo conosce o quasi ed una madre che gestisce un ristorante, frequentano la stessa scuola ma non si frequentano, almeno fino a quando entrambe scoprono che il padre di Joori ha una tresca con la madre di Yoonah che è pure incinta.
Joori è furiosa e vorrebbe impedire che la madre venga a sapere questa notizia, Yoonah invece pensa che divulgarla potrebbe essere l'unico modo per mettere fine alla storia; come non bastasse pensano bene di risolvere la cosa tra di loro tipo duello rusticano.
Passato l'impulso furioso tipico della giovane età, decidono di collaborare per cercare di risolvere la questione, a maggior ragione quando con largo anticipo la madre  di Yoonah da alla luce il figlio.
Il neonato, maschio, fratello di entrambe le ragazze, è fortemente immaturo e a rischio della vita e soprattutto viene al mondo tutt'altro che desiderato , dal momento che i due genitori, per motivi diversi, sembrano non interessarsi a lui.


Saranno le due ragazze a offrire al piccoletto in incubatrice il loro affetto, scontrandosi sia con la madre che con il padre: la prima restia ad assumersi comunque la responsabilità di madre, il secondo, da buon pusillanime, cerca addirittura la riconciliazione con la moglie, scaricando l'amante
Anche la madre di Joori, sebbene una delle vittime della situazione, cerca di rendersi comunque utile , spinta in questo da un innato istinto materno e da una impalpabile e per certi versi quasi incomprensibile solidarietà femminile.
La nascita del fanciullo insomma innesca una serie di nuovi rapporti personali, nei quali sono le due ragazze a mostrare la maturità e la responsabilità che invece non hanno i loro genitori, più simili a degli adolescenti viziati e capricciosi; soprattutto il personaggio maschile è dipinto con tratti patetici e al tempo stesso detestabili, che ne accentuano la su assoluta inaffidabilità.
Un ribaltamento dei ruoli quindi che suona molto come critica pesante verso certe dinamiche e determinati aspetti della vita della famiglia coreana.

martedì 11 febbraio 2020

Kim Ji-young : Born 1982 ( Kim Doyoung , 2019 )




Kim Ji-young: Born 1982 (2019) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Tratto dal romanzo dal titolo omonimo di Cho Namjoo, autentico fenomeno letterario non solo in Corea e assurto in breve tempo a manifesto femminista contro le discriminazioni di genere della ipermaschilista società sudcoreana, Kim Ji-young: Born 1982 della regista esordiente Kim Doyoung è stato di pari passo uno dei film più di successo, di critica e di pubblico, del 2019 nella stessa Corea del Sud.
Limitarne il significato al solo aspetto di critica sociale costituisce però un errore di sottovalutazione del film, perchè al suo interno ci sono diverse altre tematiche prima tra tutte quella della malattia mentale.
Kim Jiyoung è una donna sposata, ha un marito premuroso e una figlia avuta da poco tempo motivo per il quale ha dovuto abbandonare il lavoro per dedicarsi alla cura della bambina; nonostante tutto sembri andare nel verso giusto, nell'animo  della donna alberga la delusione per l'abbandono del lavoro e al contempo l'oppressione  sia della famiglia del marito che della propria, famiglie tradizionali , improntate ad un machismo persino violento e a un ruolo meramente marginale della donna.


Il marito, nonostante la sua premura e la gentilezza non riesce a compenetrare il disagio della donna, a maggior ragione quando, seppur saltuariamente, si accorge che  la moglie parla come se fosse un'altra persona ( a volte la madre , altre volte la suocera); temendo un problema di tipo mentale si reca da una psichiatra la quale insiste affinchè la donna si presenti da lei, non potendo altrimenti comprendere la situazione clinica.
Kim rifiuta sempre di recarsi dalla psichiatra, inconsapevole di quei momenti in cui sembra essere un'altra persona, almeno fino a quando ciò avviene davanti alla madre e di conseguenza il marito è costretto ad informarla della cosa.
Il finale, ottimista e un po' troppo tirato via frettolosamente, sembra mostrare una via d'uscita per la donna.
Tutto il lavoro di Kim Doyoung viaggia sul doppio binario della denuncia sociale e del disagio mentale motivo per cui, come si diceva poc'anzi è altamente limitativo considerarlo  solo un film di denuncia sulla condizione femminile in un paese che riguardo alla parità dei sessi è ancora piuttosto indietro, a causa essenzialmente di una tradizione fortemente patriarcale.
A conferma di ciò , rapidi flashback ci informano su come anche in età più tenera la protagonista fosse in condizione psicologica disagiata, con un fratello che catturava tutti gli interessi paterni a discapito suo e della sorella.
E' indubbio che il disagio sociale e quello psichico della protagonista trovano un forte substrato nelle convenzioni sociali, in una società che non accetta il lavoro femminile, non  a caso nettamente sottopagato rispetto a quello maschile, nella gestione famigliare demandata in toto alla madre, nella forte influenza che le famiglie soprattutto quella del maschio hanno sulla vita coniugale, nella cura dei figli esclusivamente demandata alla madre.

lunedì 10 febbraio 2020

A Sun / 陽光普照 ( Chung Monghong / 鍾孟宏 , 2019 )




A Sun (2019) on IMDb
Giudizio: 8/10

A Sun gira intorno a una famiglia media: padre, madre e due figli, molto diversi tra loro, tanto imprevedibile e problematico uno quanto brillante e  carismatico l'altro; tutto ciò lo capiamo con lo scorrere della storia, perchè l'inizio ci getta subito nel dramma: A-ho infatti, il figlio più irrequieto, finisce in galera per aver aggredito e mutilato di una mano, insieme al compare Radish, un giovane con cui aveva avuto un problema; a questo punto la famiglia  esplode, il padre non ne vuole più sapere del ragazzo, la madre cerca di evitargli una pena severa, cosa cui si oppone il padre; una volta in galera, come non bastasse, alla porta della famiglia di A-ho si presenta una ragazzina di quindici anni con la madre che afferma di essere incinta e che il ragazzo è il padre.
Viceversa A-hao, l'altro figlio, frequenta il college, brilla per la sua simpatia e per la sua intelligenza ed è l'orgoglio maggiore per il padre che lavora come un mulo per permettergli di studiare, ma sotto quella superficie calma e luminosa qualcosa di profondo si agita e qui entra in gioco il sole del titolo che sarà un po' il filo conduttore del film; A-hao soffre di non potere avere un posto all'ombra dove potersi riposare costretto a rimanere sempre sotto la luce del sole, mentre tutti hanno il loro angolo riparato dal sole dove rifugiarsi; da questo concetto allegorico espresso con semplicità ma anche con fermezza deriva il gesto estremo che compierà il ragazzo e che riverserà ancora altro dramma sulla famiglia che sarà costretta a guardare profondamente dentro se stessa , nelle pieghe più oscure, negli affetti e nei silenzi.


A Sun si configura come il più classico dramma famigliare, nel quale le dinamiche tra i vari componenti mostrano numerose sfaccettature: la contrapposizione tra i fratelli, in cui tipicamente c'è quello più brillante , più ben voluto e l'altro che di tutto ciò soffre accentuando la sua rabbia giovanile accompagnata dalla triste consapevolezza della propria inferiorità, lo scontro tra genitori e figli, soprattutto tra un padre integerrimo che non tollera la vita disordinata di un figlio che a sua volta non vuole, nel suo intimo, perdere il contatto col genitore, al quale però è pronto a rinfacciare ogni torto subito; insomma dietro l'aspetto rassicurante da famiglia media c'è un turbinio di passioni, di rancore, di malessere e di infelicità che lentamente viene a galla nel momento in cui il nucleo famigliare subisce una implosione violenta, infelicità che però alberga da molto nei personaggi, soprattutto in A-ho che sin da bambino come racconta la madre mostrava la sua tristezza.
Il frequente aforisma che vediamo campeggiare un po' ovunque ( Cogli l'attimo, scegli la tua strada) che è un po' la filosofia del pater familiae, sembra indicare la via d'uscita dalla situazione di infelicità in cui si muove la famiglia, una incapacità a saper compiere scelte cui segua un percorso da intraprendere.

domenica 9 febbraio 2020

Diamanti grezzi [aka Uncut Gems] ( Benny Safdie , Josh Safdie , 2019 )




Uncut Gems (2019) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Howard Ratner è un gioielliere ebreo di New York City dedito alle scommesse, cialtrone, sempre in bilico tra truffa e imbroglio e per tutti questi motivi perennemente braccato dai creditori cui deve belle cifre frutto di scommesse  cui non riesce a sottrarsi; anche la vita privata è bella movimentata con una moglie che ormai lo detesta apertamente, un cognato che è il primo a dargli la caccia per recuperare i debiti, una amante cocainomane cui ha regalato un appartamento a Manhattan.
La sua vita insomma è una eterna giostra che va alla velocità del suono e nella quale lui, da buon cialtrone, cerca di adeguarsi per rimanere a galla.
Le sorti della sua vita incasinata sembrano poter finalmente cambiare in meglio definitivamente allorquando , infilata nella pancia di un grosso pesce, gli viene recapitata una pietra grezza che contiene però un prezioso opale, recuperata da ebrei etiopi in Africa ( lo vediamo nel breve prologo del film).


Ma il fato ha in serbo per il nostro eroe frenetico un altro evento che cambierà la sua vita: nel suo negozio infatti fa la sua apparizione Kevin Garnett la stella NBA, campione coi Boston Celtics che appena vede la pietra grezza se ne infatua convinto che abbia poteri magici che le possano consentire di produrre effetti miracolosi nella sua attività sportiva; Garnett convince Ratner a  farsi prestare la pietra lasciandogli in pegno l'anello vinto coi Celtics e con la promessa che qualche giorno dopo avrebbe riavuto la sua pietra.
Questo doppio episodio, arrivo della pietra e entrata in campo di Kevin Garnett, da il via ad una girandoli di eventi, equivoci e situazioni che si susseguono ad un ritmo vertiginoso fino al finale a sorpresa degno della migliore dark comedy.
Tra citazioni chiaramente dichiarate ( quella del cinema di Martin Scorsese ad esempio, qui in veste di produttore esecutivo) e altre meno smaccate che rimandano per alcuni versi alle commedie ridanciane degli anni 80-90 per altri ai toni da commedia nera dei fratelli Coen, oppure alle ambientazioni newyorkesi del migliore Woody Allen, i fratelli Safdie mettono in piedi un film che avevano nel cassetto da svariati anni e che finalmente con il contributo non secondario di Netflix ha visto la luce al Telluride Film Festival e ricevendo da subito entusiastici giudizi soprattutto dalla critica.

venerdì 7 febbraio 2020

Corpus Christi ( Jan Komasa , 2019 )




Corpus Christi (2019) on IMDb
Giudizio: 9/10

" Perdonare non è dimenticare, perdonare è amore" : è questo lo stringatissimo nucleo narrativo di Corpus Christi del regista polacco Jan Komasa, giustamente inserito nella short list delle nomination all'Oscar per migliore  film in lingua straniera ( quando si tratta dei film stranieri la Academy sa ben scegliere quelli migliori...); l'opera di Komasa è infatti una profonda , dolorosa e anche accorata analisi della fede  e soprattutto della colpa e dell'espiazione all'interno di una religione fondata sulla grande forza tradizionale e conservatrice come si verifica nella cattolicissima Polonia.
Al centro del racconto c'è Daniel un giovane delinquente, dedito alla droga, teppistello che ha seppur involontariamente procurato la morte di una persona e che per tale motivo sconta il periodo detentivo in un riformatorio lavorando presso la segheria.
Sebbene il ragazzo sia ancora carico della rabbia giovanile che lo ha portato a condurre una vita al limite, in carcere si avvicina alla religione con la mediazione del cappellano: in una sorta di afflato mistico Daniel si compenetra nella religione , nella quale forse c'è spazio per un perdono che sembra inseguire, infatti cosa significa pregare se non parlare con Dio , esprimere se stessi e raccontare le proprie colpe che lui capirà ( come predica il cappellano)?


La buona condotta ottenuta anche grazie alla segnalazione del prete del carcere fa sì che Daniel venga rilasciato sulla parola: vorrebbe iscriversi ad un seminario dove coltivare la passione per la religione ,ma le regole clericali impediscono ad un delinquente della sua risma di potere accedervi e viene inviato a lavorare in una segheria di un piccolo villaggio dove potrà reinserirsi nella società.
Ma il conto di Daniel con la società e con la rabbia autodistruttiva  che lo alimenta lo porta subito ad agire in maniera inopportuna : dapprima partecipando ad una festa a base di droga e sesso e quindi a non presentarsi alla segheria; la visione della chiesa del villaggio è per lui quasi una attrazione irresistibile e con un equivoco tipico da commedia brillante, il ragazzo si spaccia per un giovane sacerdote e viene scambiato per il sostituto del parroco che dovrà allontanarsi per qualche tempo.
Inizialmente visto con un po' di sospetto, Daniel , aiutandosi anche con internet in una sorta di corso accellerato di religione , diventa presto ben voluto dai parrocchiani grazie al suo approccio informale e molto popolare alla religione .
La comunità che lo ha accolto è tormentata dal peso di una immane tragedia accaduta qualche anno prima quando sei giovani vite furono stroncate in un incidente stradale provocato da un ubriaco: un altare tra il pagano e il religioso all'ingresso del paese ricorda a tutti il dramma avvenuto e che ha lasciato una lunga serie di strascici nei paesani.
Daniel decide di metter fine agli odi e ai rancori della comunità , di rimuovere la colpa e stimolare il perdono, sebbene la gran parte del paese, compreso il sindaco, siano contrari a riabilitare colui che fu la causa di tutto e al quale è stata addirittura negata la sepoltura.
Poi il passato si riaffaccia nella vita di Daniel e nel finale , potentissimo, assistiamo a una sua trasformazione cristologica , una sovrapposizione tra se stesso e la figura di Cristo che lo affascina in maniera mistica e morbosa.

mercoledì 5 febbraio 2020

Bait ( Mark Jenkin , 2019 )




Bait (2019) on IMDb
Giudizio: 8/10

In una annata cinematografica come quella del 2019 in cui una delle caratteristiche più nette e piacevoli è stata la buona quantità di opere prima degne di nota, alcune addirittura abbaglianti, il film di Mark Jenkins Bait risulta di certo uno degli esperimenti cinematografici più intriganti e riusciti.
Il giovane regista è una sorta di artigiano del cinema, uno di quei cineasti che sembrano richiamarsi, probabilmente anche involontariamente, a quei personaggi che dell'opera costruiscono ogni più piccolo frammento e che rimangono fortemente legati alla tradizione
Jenkins prima di ancora di scrivere e dirigere un lavoro forte , in alcuni tratti addirittura duro, mette in piedi una operazione che è un omaggio anzitutto al cinema di un tempo, quello quasi pionieristico ben lontano dal digitale sfrenato che si impone oggi: Bait infatti è girato in pellicola, utilizzando una vecchia Bolex 16 mm adeguatamente sporcata per dare quella impressione di cinema d'autore di un tempo, in rigoroso bianco e nero con forte contrasto, riuscendo a non far apparire ciò come una mera operazione stilistica vintage; da quel bianco e nero antico in effetti esce fuori un tratteggio delle scene , delle ambientazioni che si sposano benissimo con una storia di forti contrasti e dissapori , tragica e desolata.


Siamo in Cornovaglia, anche se nel film ciò non viene mai specificato, in un piccolo centro in riva al mare , luogo di villeggiatura e di pesca, dove il progresso e l'incalzare del tempo sta sempre più cancellando le tradizioni locali in favore di una presenza impersonale e volgare nella sua ostentata ricchezza ed estrazione cittadina; tutto ciò ha cambiato profondamente il tessuto della comunità marittima: i pub aprono solo per la stagione estiva, quando i londinesi vengono a villeggiare  nelle case comprate dai pescatori, le barche da pesca vengono riciclate per fungere da imbarcazione da mini crociere turistiche cariche di rozzi ubriaconi di città.
Martin è un aspro pescatore che , al contrario del fratello Steven  che ha riciclato la loro barca da pesca di famiglia per le mini crociere, non si arrende a questa rozza invasione che ha trasformato il loro stile di vita e medita di raccogliere un po' di soldi  per comprare un'altra barca da pesca.
La loro casa di famiglia, dove sono cresciuti coi genitori è stata acquistata per due soldi da una famiglia cittadina che vi trascorre le vacanze e con la quale Martin ha rapporti tutt'altro che sereni, tra piccoli dispetti e discussioni.
Martine e Steven sono i due volti di una comunità che vive il suo senso di smembramento e in cui i più giovani sembrano avere perso ogni legame con la loro storia; inoltre , e nella prima parte la radio che ce ne parla , come costante sottofondo , siamo in epoca di brexit con le paure e i timori che si tira dietro a livello sociale ed economico.

martedì 4 febbraio 2020

The Wild Goose Lake [aka Il lago delle oche selvatiche] / 南方车站的聚会 ( Diao Yinan / 刁亦男 , 2019 )




The Wild Goose Lake (2019) on IMDb
Giudizio: 8/10

Cinque anni dopo il clamoroso e meritatissimo successo ottenuto con Black Coal , Thin Ice ( Fuochi d'artificio in pieno giorno nella orrenda versione italiana del titolo) culminato con L'Orso d'Oro conquistato a Berlino nel 2014 , il regista cinese Diao Yinan sceglie il Festival di Cannes per presentare il suo nuovo lavoro, attesissimo, che ha richiamato alla proiezione sulla Croisette  svariati personaggi del mondo del Cinema tra cui Quentin Tarantino.
L'attesa era giustamente carica di aspettative perchè il precedente lavoro aveva costituito probabilmente una delle vette espressive del neo-noir cinese, un genere che da alcuni anni sta proponendo lavori interessantissimi.
The Wild Goose Lake ( Il Lago delle oche selvatiche nella letterale traduzione del titolo italiano) è infatti abbastanza strettamente apparentato col precedente lavoro di Diao  ripercorrendo in buona parte il solco cinematografico.
Il film si apre con l'incontro tra il protagonista Zhou Zenong, un uomo che si muove con molta circospezione come temendo di essere seguito e una giovane donna, Liu Alai : l'uomo aspettava la moglie ma la donna gli comunica che lei non è potuta venire per non correre rischi.


Poi in seguito a numerosi salti temporali spesso quasi fulminei, altre volte più lunghi, apprendiamo dal racconto dell'uomo che lui è ricercato per avere ucciso un poliziotto, dopo che un incontro tra bande criminali che dovevano spartirsi il traffico di motociclette rubate era finito in rissa con tanto di coltellate e di colpi di pistola; la donna riferisce all'uomo che lei è stata mandata lì dai compari di Zhou per proteggerlo.
Una volta ricomposto il mosaico narrativo i due si dovranno muovere con molta circospezione perchè su Zhou c'è una bella taglia in denaro e vecchi e  nuovi nemici sono pronti a saltargli addosso; non solo, l'impressione che da subito il racconto offre è quella di un clima in cui tutti possano tradire tutti, mettendo in atto doppi giochi e trame nascoste.
Zhou e Liu nel frattempo trovano rifugio in un villaggio sulle rive del lago dove sembra di essere in una sorta di enclave dove la legge è assente: Liu è una prostituta del fiorente mercato del sesso che orbita nella zona, riccastri da quattro soldi e squallidi personaggi frequentano le rive del lago alla ricerca di compagnia,  intorno fiorisce un mercato dove tutto si può acquistare, ristoranti fatiscenti e locali equivoci. 
Zhou vorrebbe incontrare la moglie , ma il gioco di pedinamenti , le soffiate , le vendette e i tradimenti mettono in moto un meccanismo perverso che porterà ad una conclusione amara e  cupissima.
Se possibile quest'ultima fatica di Diao Yinan è ancora più profondamente compenetrata nel genere rispetto a Black Coal , Thin Ice; soprattutto nella prima parte in cui si crea il clima di tensione legato alla ambiguità dei personaggi , gli incroci di sguardi e di azioni,  i comportamenti rimandano al cinema classico di stampo hitchcockiano, che si alterna con momenti in cui lo stile del regista si rende più personale e chiaro ( come nella scena dello zoo ad esempio).

lunedì 3 febbraio 2020

Monos [aka Un gioco da ragazzi] ( Alejandro Landes , 2019 )




Monos (2019) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Gli altopiani della Colombia, deserti ma verdissimi, brulli e circondati dalle nubi, come fossero un terrazzo sul mondo sottostante dove otto adolescenti sembrano giocare a fare i soldati, tra grida e urla , come si conviene ad un gioco innocente; e invece quei ragazzini la guerra la stanno facendo veramente: arruolati dalla Organizzazione , una fantomatica formazione paramilitare di ribelli, hanno in consegna un'ostaggio americano , la Dottoressa, cui debbono badare; a dare loro gli ordini è un mediatore che si reca da loro periodicamente per trasmettere le disposizioni, accertarsi del grado di addestramento del gruppo e , soprattutto, del livello di plagio e di depersonalizzazione che impone l'Organizzazione, che provvede persino alla formazione delle coppie di fidanzati.
Insieme all'ostaggio debbono occuparsi anche di una mucca che piò dare loro il latte ma che deve essere poi riconsegnata all'Organizzazione.


I nomi dei ragazzini sono quelli di battaglia: Cane, Piedone, Svedese, Puffo, Lupo , Lady , Rambo , ma sempre ragazzini rimangono, seppure cresciuti in fretta, quindi quando per far festa la sera parte qualche colpo di mitra che uccide la vacca, il capo designato si uccide per il timore delle conseguenze, il comando passerà ad un altro, i rapporti di forza cambieranno e quelli affettivi pure, ma soprattutto il gruppo , che dopo una battaglia vinta dai guerriglieri scenderà nella foresta dai monti, vedrà cadere il regime gerarchico e le norme che lo regolano, diventeranno insomma dei cani sciolti nei quali inizierà a comparire la paura.
L'opera del regista Alejandro Landes, uno dei lavori del 2019 che ha riscosso più riconoscimenti a livello planetario , dopo avere bene impressionato sia al Sundance che a Berlino, è uno di quei film che colpiscono subito, dai primi fotogrammi; un'opera potente in cui la ambientazione splendida si coniuga in maniera armonica con il racconto e con i personaggi.
Monos , senza dubbio, paga un tributo notevole ad Apocalypse Now e al suo testo letterario di riferimento, Cuore di tenebra di Conrad, sebbene non raggiunga i livelli di analisi filosofica e antropologica del capolavoro di F.F.Coppola, ma , soprattutto ,il lungo intermezzo sulle rive del fiume nella giungla, non può non rimandare al viaggio alla ricerca di Kurtz.
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